VisionAnchor è un progetto – e un prodotto – realizzato dal centro politecnico di innovazione digitale Cefriel con una startup slovena, la SeaVision. Sfrutta l’intelligenza artificiale e il deep learning per raccogliere dati sui fondali marini tramite le ancore delle imbarcazioni: gli “occhi elettronici” sono costituiti da un sistema di boe, capaci di scattare immagini dei fondali durante l’operazione di ancoraggio, che comunicano con l’algoritmo sviluppato da Cefriel, in grado di riconoscere i fondali più adatti attraverso la classificazione automatica delle immagini sulla base di alcune caratteristiche morfologiche.
La sua applicazione commerciale immediata, sviluppata da Sea Vision, trasforma lo Smart Anchoring System in una “ancora smart” che consente di analizzare i fondali marini e individuare il punto migliore per l’ancoraggio, evitando ecosistemi delicati, come barriere coralline o altri punti di interesse. Le informazioni vengono trasmesse ai marinai tramite un’app scaricabile da qualsiasi cellulare. Il prototipo è stato sviluppato con il coinvolgimento di due studenti del Politecnico di Milano e dell’Università di Milano-Bicocca, nell’ambito delle attività supportate da EIT Digital, community europea che riunisce le migliori realtà che si occupano di innovazione digitale.
Ma la tecnologia ha anche altre interessanti potenzialità di sviluppo, offrendosi come strumento di mappatura dei fondali oceanici, dei quali conosciamo ancora poco più del 20%.
“L’analisi e comparazione di grandi quantità di immagini è una delle opportunità offerte dall’applicazione dell’intelligenza artificiale. In questo caso in particolare, l’algoritmo potrebbe avere molteplici applicazioni anche legate alla sostenibilità ambientale, quali per esempio l’individuazione e mappatura di relitti o la segnalazione di eventuali rifiuti presenti nei fondali, magari con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute di alcune zone marine”.
spiega Alfonso Fuggetta, AD e direttore scientifico di Cefriel.
Sviluppare modelli di data science che applicano l’AI a processi gestionali e industriali, per avvicinarli agli obiettivi di sostenibilità e impatto positivo sulla società. Questo il cuore della strategia del neo-insignito direttore scientifico del Gruppo Datrix (gruppo di Tech Company specializzato in Augmented Analytics e Machine Learning): Enrico Zio, docente di reliability, safety and risk analysis al dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e delegato del Rettore per gli Alumni. “Nell’attuale contesto di molteplici transizioni”, commenta, “l’industria è chiamata a guidare il proprio sviluppo tecnologico verso soluzioni efficienti, sicure e sostenibili, ponendo l’ambiente e il benessere delle persone al centro nella visione emergente di Industria 5.0”.
Datrix, società quotata sull’Euronext Growth Milan specializzata nello sviluppo di soluzioni e servizi di Augmented Analytics basati su Intelligenza Artificiale e Modelli di Machine Learning, ha infatti comunicato la nomina del prof. Enrico Zio quale nuovo direttore Scientifico del Gruppo. Già presidente e direttore scientifico delle attività di ricerca e sviluppo svolte da Aramis, Zio è una figura di spicco nel panorama accademico internazionale. È autore di numerosi testi scientifici e oltre 500 articoli pubblicati su riviste internazionali; è, inoltre, presidente e vice-presidente di numerose conferenze internazionali, editore associato e referente di molteplici riviste internazionali. È stato insignito nel 2020 del premio internazionale Humboldt Research Award, uno dei premi di ricerca più prestigiosi al mondo per le discipline scientifiche, e da anni è incluso nella lista World’s Top 2% Scientists degli scienziati più autorevoli al mondo, stilata dalla Stanford University sulla base di indicatori di quantità, qualità e impatto del lavoro scientifico prodotto.
“Sono molto onorato per, e motivato da, questa nuova sfida come Direttore Scientifico del Gruppo Datrix, che offre un punto di osservazione e azione privilegiato per portare avanti la ricerca e mettere a terra innovazione per il mondo industriale. Gli sforzi del Gruppo Datrix e quelli di Aramix, sono rivolti allo sviluppo di soluzioni e alla condivisione di competenze per “far parlare” i dati, le immagini, i testi, estraendo conoscenza e informazioni, utili ai decisori dell’industria per fare scelte di progetto, operazione, manutenzione, organizzazione che siano efficienti e sicure”.
Il Corbetta solleva lo sguardo verso l’alto e guarda il padre che veglia sopra di lui, nella foto incorniciata sulla parete dell’Harp Pub, piazza Leonardo da Vinci al numero 20. Il locale ha aperto nel 1976, e quell’epoca, qui dentro, non è mai passata.
“La clientela qui ha sempre la stessa età”, racconta Angelo, “Va dai diciotto anni delle matricole ai venticinque anni dei laureandi. Finisce un ciclo e ne inizia un altro”. C’è una linea di confine immaginaria fra i tavoli e il bancone. Ai tavoli ci sono gli studenti, il bancone è il territorio di chi ha sessant’anni, ex studenti, professori.
Luigi Dadda, ingegnere a cui si deve l’arrivo dell’informatica in Italia, è stato testimone di nozze del Corbetta e di sua moglie Pina. E i nomi e i ricordi di chi ha frequentato questo posto si accavallano: luminari con la testa fra le nuvole che dopo aver mangiato il panino chiedevano: “Ma ho già mangiato il panino?”, oppure il ragazzo con i più begli occhi di Città Studi, secondo la definizione data da Pina.
“Una volta c’era una tenda a dividere lo spazio fra il pub e la sala sottostante – dice il Corbetta – Un giorno vidi alcuni studenti che, camminando a passi felpati s’intrufolavano dietro la tenda. Poi scoprii che il professor Vittoriano Viganò gli aveva assegnato come esercitazione la ristrutturazione del pub”.
La premiazione dei progetti naturalmente fu organizzata al pub, qualcuno degli studenti aveva immaginato di trasformare in un grande blocco d’acciaio suddiviso su due piani. Invece da allora nulla è cambiato.
“E nulla deve cambiare”, precisa il Corbetta che aggiunge, “Ogni tanto entra qualcuno, si guarda intorno e lo dice: «Non è cambiato niente». Ieri per esempio è passato un ex studente, non tornava qui da quarant’anni. L’ho riconosciuto, si è commosso e ha chiamato la moglie per dirglielo: «Mi hanno riconosciuto al pub».
Qualcun altro entra e, come in un Ritorno al futuro, ordina panini che sono fuori menù da vent’anni: il Cosacco, la Vecchia Vienna, che aveva l’ingrediente segreto di una fettina d’arancia, il Gourmandise, sparito dopo che questo formaggio francese era diventato introvabile. Oggi a fare i panini in cucina, e dietro il bancone a spillare birra e a fare cocktail, ci sono i due figli del Corbetta, Riccardo e Francesco. Lui invece, seduto alla cassa, in camicia e papillon, occhiali da vista sopra i capelli bianchi, dice: “Io sono sempre qui. Ma non mi laureo mai”.
La rettrice del Politecnico Donatella Sciuto ha presentato la squadra di delegati che l’accompagnerà alla guida dell’Ateneo durante il rettorato 2023-2028.
La struttura delle deleghe rispecchia quelle che sono le missioni del Politecnico: Formazione, Ricerca, Responsabilità sociale, attenzione alle persone.
“Quattro pilastri con lo stesso ordine di importanza”, commenta Sciuto, “collegate tra loro, che vanno insieme nella direzione di uno sviluppo sostenibile”.
Per mettere in pratica questa visione, lo statuto del Politecnico prevede una serie di organi decisionali e operativi che collaborano su vari fronti (puoi scoprire tutti gli organi di Ateneo a questo link).
I PRORETTORI
Il rettore in carica assegna i ruoli di prorettore vicario, prorettore delegato e prorettori dei poli territoriale:
Prorettore Delegato: Isabella Nova
Prorettore Vicario: Emilio Faroldi
Prorettore del Polo di Cremona: Gianni Ferretti
Prorettore del Polo di Lecco: Manuela Grecchi
Prorettore del Polo di Mantova: Federico Bucci
Prorettore del Polo di Piacenza: Dario Zaninelli
Prorettore del Polo Territoriale Cinese: Giuliano Noci
PROF. ENRICO ZIO CONFERMATO ALLA DELEGA ALUMNI E FUNDRAISING INDIVIDUALE
Oltre a scegliere i prorettori, il rettore può dare delle deleghe su delle competenze specifiche. Partiamo dagli Alumni: il prof. Enrico Zio è confermato come delegato agli Alumni e al Fundraising individuale. Lavorerà con il gruppo coordinato dal prof. Daniele Rocchi, titolare della delega ai Rapporti con le Imprese: una delega che ha il compito di definire e sviluppare, assieme a realtà imprenditoriali, iniziative congiunte di ricerca, formazione e innovazione, facilitando il trasferimento delle competenze dal mondo universitario a quello industriale. Sotto questo cappello si trova anche la delega al Trasferimento Tecnologico, assegnata al prof. Marco Bocciolone.
La crescente complessità dei domini da presidiare, infatti, richiede un coordinamento tra i vari delegati: il rettorato 2023-2028 sarà quindi caratterizzato dalla definizione di tavoli di coordinamento delle deleghe, dove i coordinatori formeranno un board a diretto riporto della rettrice. Nel nostro caso, la delega agli Alumni, al Fundraising individuale e al Trasferimento Tecnologico rispondono a quella più generale dei Rapporti con le Imprese.
Vediamo insieme gli altri delegati.
TUTTI I DELEGATI DEL RETTORATO 2023-2028
Prof. Emilio Faroldi – delega allo Sviluppo e valorizzazione degli spazi di Ateneo
Ha l’obiettivo di delineare le strategie di integrazione tra spazi dell’università e luoghi della città, finalizzate alla rigenerazione sociale e fisica dei Campus politecnici esistenti e in corso di progettazione/realizzazione nella loro relazione con i contesti urbani e i territori di competenza. Il focus è la visione strategica dei campus del Politecnico quali luoghi d’avanguardia e collaudo urbano, capaci di tradurre le istanze della crescita culturale dell’Ateneo nella fisicità dei suoi spazi, modellando il contesto accademico e definendo una realtà originale titolare di una propria identità all’interno del contesto urbano.
Prof.ssa Isabella Nova – delega all’Attuazione del Piano Strategico
Opera nell’ambito del processo di programmazione, gestione, attuazione e valorizzazione delle linee strategiche di Ateneo, secondo quanto delineato dal Piano Strategico dove sono riportati i principali obiettivi, i KPI e gli orientamenti di fondo che ispirano le scelte relative alla didattica, alla ricerca e alla responsabilità sociale del sistema Politecnico.
Prof. Gianpaolo Cugola – delega alle Infrastrutture e servizi digitali
Obiettivo chiave della delega è proseguire il percorso di digitalizzazione dei servizi offerti dall’Ateneo, sfruttando al meglio le potenzialità offerte dalle tecnologie dell’informazione per snellire e rendere sempre più efficaci i processi legati ai tre ambiti in cui l’Ateneo opera: la formazione, la ricerca, la responsabilità sociale.
Prof.ssa Cristina Masella – delega all’Organizzazione e sviluppo del Personale
Il lavoro si inserisce nell’ambito delle attività legate alla programmazione del personale, allo sviluppo delle logiche di distribuzione delle risorse, alla lettura dell’impatto organizzativo delle scelte politiche e alla definizione delle azioni di supporto alla loro implementazione nel rispetto dei vincoli di bilancio.
Prof.ssa Carolina Pacchi – delega ai Rapporti istituzionali e con il territorio
Gli obiettivi della delega sono la promozione del ruolo, dell’identità e della riconoscibilità del Politecnico di Milano sul territorio; il rafforzamento e la migliore articolazione dei sistemi di relazione in atto con i soggetti istituzionali e i portatori di interesse, a differenti livelli; la creazione di nuovi canali di relazione, scambio e apprendimento mutuo; la connessione tra i processi formativi, la produzione di ricerca e conoscenza, interni all’Ateneo, e il contesto esterno, nel rispetto della libertà e della forma delle relazioni che già le diverse componenti intrattengono.
Prof. Umberto Tolino – delega alla Comunicazione
Lavorerà con il prof. Davide Fassi – delega Attività culturali, la prof.ssa Ingrid Paoletti – delega Mostre ed Eventi e il prof. Federico Bucci – delega Sistema archivistico, bibliotecario e museale. Il gruppo opera all’interno dei processi di comunicazione alla base delle attività di Ateneo, attuando una strategia che integra didattica, ricerca, terza missione ed eventi pubblici, al centro di un sistema di identità comune.
Prof. Stefano Ronchi – delega alla Didattica
Il Politecnico vuole giocare un ruolo rilevante nella formazione a livello internazionale; in un mondo generalmente caratterizzato da un aumento degli attori nel mondo della formazione e del tasso di scolarizzazione, deve essere in grado di aumentare il proprio prestigio al fine di attrarre i migliori talenti da tutto il mondo e fornire loro le competenze e gli strumenti necessari per migliorare la società del futuro. Insieme al prof. Federico Caniato – delega Formazione Continua, al prof. Maurizio Zani – delega Diritto allo studio e contribuzione studentesca, alla prof.ssa Mariapia Pedeferri – delega Promozione e orientamento e al prof. Tommaso Agasisti – delega Learning Analytics, il prof. Ronchi si occuperà di potenziare l’attrazione di talenti, la formazione delle loro competenze, l’arricchimento dell’esperienza vissuta durante i percorsi formativi e l’impatto sul mondo del lavoro tramite le politiche di placement e di formazione continua.
Prof.ssa Ilaria Valente – delega alle Relazioni internazionali
È obiettivo del Politecnico promuovere e sostenere le relazioni internazionali per la didattica e la ricerca. In particolare, in questa complessa fase di consistenti e rapide trasformazioni dello scenario mondiale, il Politecnico intende porsi come nodo europeo di una rete di relazioni internazionali con il fine di formare una qualificata comunità internazionale e multiculturale di studenti, docenti, ricercatori. Gli obiettivi sono l’ampliamento e il consolidamento delle reti europee e internazionali negli ambiti dell’architettura, del design e dell’ingegneria, l’attrazione e la selezione di talenti; il potenziamento delle opportunità di esperienze internazionali, l’attrazione di docenti internazionali. Insieme a prof.ssa Valente lavoreranno i numerosi delegati alle diverse Aree Geografiche, alle Reti Internazionali, ai Progetti Strategici e i delegati delle scuole. Scoprili a questo link
Prof. Alberto Guadagnini – delega alla Ricerca
Coordina e supporta le attività di ricerca, promuovendone gli aspetti di base e trasformativi in un contesto Europeo, stimolandone l’aspetto interdisciplinare ed inclusivo. Supporta la ricerca strategica nel contesto di reti di ricerca Europee ed internazionali, infrastrutture di ricerca, politiche di open science e di valutazione della qualità della ricerca, coerentemente con il programma strategico di Ateneo e con continue interazioni con il Ministero. Lavorerà con la prof.ssa Francesca Rizzo – delega Progetti di ricerca europei, il prof. Francesco Topputo – delega Reti di ricerca internazionali, il prof. Davide Moscatelli – delega Infrastrutture di ricerca e la prof.ssa Anna Maria Antola – delega Valutazione qualità della ricerca.
Prof. Paolo Biscari – delega allo Sviluppo dei talenti
Strettamente in continuità con il gruppo sopra, il prof. Biscari lavorerà con il prof. Matteo Maestri – delega Programmi internazionali Giovani Ricercatori e i proff. Alessandra Oppio (Alta Scuola Politecnica) e Daniele Rocchi (Scuola di Dottorato di Ricerca). Obiettivo del gruppo è il monitoraggio e coordinamento delle azioni attivate a supporto dei giovani ricercatori, intesi come i ricercatori presenti in ateneo con al più sette anni di esperienza dopo il conseguimento del titolo di dottorato (vincolo per partecipazione a ERC Starting Grant).
Prof. Alessandro Perego – delega allo Sviluppo sostenibile e impatto
Scopo dell’attività è lo sviluppo sostenibile (sociale e ambientale) come prospettiva unificante che deve permeare tutte e tre le missioni dell’Ateneo – Ricerca, Didattica e Responsabilità sociale – e dare forma al modo di relazionarsi con le Persone generando un impatto positivo su tutti gli stakeholder dell’Ateneo, generazioni future comprese. Il nutrito gruppo di lavoro comprenderà la prof.ssa Anna Paganoni – delega Data Analytics, il prof. Pierangelo Metrangolo – delega Attività sportive, la prof.ssa Mara Tanelli – delega Diversità e Inclusione, la prof.ssa Francesca Cognetti De Martiis – delega Iniziative off Campus, il prof. Stefano Maffei – delega Innovazione sociale, il prof. Alessandro Campi – delega Multichance, il prof. Mario Grosso – Rapporti con le reti accademiche per la sostenibilità, la prof.ssa Emanuela Colombo – delega Science Diplomacy, la prof.ssa Licia Sbattella – delega Supporto psicologico, il prof. Mario Motta – delega Transizione energetica.
Ci preoccupiamo di rifiutare l’uso dei cookie, ci arrabbiamo se una compagnia di telemarketing ottiene il nostro numero di telefono a nostra insaputa. Consideriamo importante la nostra privacy, eppure non sempre siamo consapevoli di metterla a repentaglio.
Quante volte al giorno entriamo nel campo visivo di una videocamera di sorveglianza, senza nemmeno accorgercene? Sappiamo dove verranno raccolte e custodite le nostre immagini? Sappiamo chi le userà, e a che scopo? Generalmente, la risposta è no. È la premessa da cui parte Rachele Didero, Alumna designer del Politecnico di Milano, che ha brevettato Adversarial Knitted Textile, un metodo per tessere abiti in grado di proteggere chi li indossa contro il riconoscimento facciale automatico.
Funziona grazie a adversarial pattern (“immagini avversarie”): immagini apparentemente astratte in grado di confondere gli algoritmi delle telecamere di sorveglianza. In sostanza, se indosso un capo che riproduce un’immagine avversaria, i miei dati biometrici del volto non possono essere rilevati, oppure vengono associati a una categoria errata: per esempio, “animale” invece di “persona”, e quindi non conservati.
Il metodo Adversarial Knitted Textile, brevettato insieme al Politecnico di Milano con il supporto del prof. Giovanni Maria Conti, consente di trasferire l’algoritmo avversario in un tessuto in maglia senza che se ne perda l’efficacia. I motivi della maglia confondono le telecamere del riconoscimento facciale e proteggono l’identità della persona.
RACHELE DIDERO: DESIGNER, RICERCATRICE E IMPRENDITRICE TRA MODA E HIGH-TECH
Rachele Didero, 27 anni, dopo il diploma si iscrive a Design della Moda al Politecnico di Milano. Durante gli studi viaggia molto e fa esperienze di scambi internazionali: frequenta la scuola di design ESDI di Barcellona, il Shenkar College di Tel Aviv e il Fashion Institute of Technology di New York. È lì che, nel 2019 scopre il potenziale della combinazione tra computer science e tessile, racconta.
“Ho deciso di approfondire la ricerca una volta tornata a Milano e portarla come argomento di tesi magistrale. I primi esperimenti, nel gennaio 2020, sono avvenuti al Politecnico di Milano”.
Dopo mesi di ricerca, in collaborazione con il Shenkar College, tra tessile, machine learning e studio dei volumi del corpo, prende forma il tessuto adversarial. Didero lo mette alla prova contro YOLO, il più avanzato sistema di riconoscimento di oggetti in tempo reale, e lo brevetta, in co-proprietà con il Politecnico, nel febbraio 2021. La struttura tridimensionale e i motivi della maglia riproducono le immagini avversarie in modo da contrastare efficacemente gli algoritmi di riconoscimento facciale, proteggendo di fatto l’identità di chi la indossa.
Credits: Wired
UN MANIFESTO PER I DIRITTI UMANI
Nel 2021, Didero fonda la start-up Cap_able, con la quale prototipa la prima collezione di abbigliamento Adversarial Knitted Textile, la Collezione Manifesto. Un nome scelto non a caso, racconta.
Ogni mattina, appena ci svegliamo scegliamo gli abiti da indossare, che ci accompagneranno per tutta la giornata e che rappresentano la nostra immagine nel mondo, nelle interazioni con gli altri. Per Didero, si tratta della prima azione consapevole di comunicazione che compiamo, una scelta che può farsi veicolo dei nostri valori, diritti umani inclusi.
“In un mondo in cui i dati sono la più grande risorsa economica, Cap_able affronta la questione della privacy, aprendo la discussione sull’importanza della protezione dall’uso improprio delle telecamere di riconoscimento biometrico”.
La nostra immagine facciale appartiene alla categoria dei dati biometrici allo stesso modo delle nostre impronte digitali o del nostro DNA. Le persone dovrebbero essere in grado di dare il loro esplicito consenso al trattamento dei loro dati, ma questo è impossibile nel caso del riconoscimento facciale, considerando che dovrebbe avvenire ogni volta che si accede a spazi pubblici in vengono utilizzate videocamere di sorveglianza.
“L’obiettivo di Manifesto è quello di sensibilizzare le persone sul diritto alla privacy e sulla tutela dei dati biometrici, una questione spesso sottovalutata nonostante riguardi la maggior parte dei cittadini di tutto il mondo. Il valore di questo progetto è duplice: il capo non è solo uno scudo contro il riconoscimento biometrico, ma è anche e soprattutto un manifesto che intende stimolare il dibattito sull’importanza della protezione dall’uso improprio delle telecamere del riconoscimento facciale”.
Una fondazione e 12 aziende, gli Alumni del Politecnico di Milano e lo stesso Ateneo hanno donato per promuovere 25 borse di studio per un valore di 24.000€ l’una (8.000€ all’anno), destinate alle ragazze che vorranno scegliere di studiare Ingegneria al Politecnico di Milano, frequentando i corsi di laurea di primo livello di ingegneria con una bassa presenza femminile: Ingegneria Aerospaziale, Ingegneria dell’Automazione, Ingegneria Elettrica, Ingegneria Elettronica, Ingegneria Informatica, Ingegneria Meccanica e Ingegneria della Produzione Industriale.
Girls@Polimi è un’opportunità per incentivare le aspiranti ingegnere a iscriversi al Politecnico: il progetto infatti si rivolge alle studentesse che stanno ancora frequentando il quarto e quinto anno delle scuole superiori e stanno pensando al loro futuro universitario. Il progetto fa parte del programma POP-Pari Opportunità Politecnicheattraverso il quale l’Ateneo si impegna a creare un ambiente di studio e di lavoro inclusivo e rispettoso dell’unicità di tutte e tutti.
Dopo il successo delle edizioni passate, oltre al costante supporto degli Alumni, quest’anno una fondazione, Fondazione r.e.ACT ETS, e 12 aziende hanno deciso di donare le borse di studio: Gruppo Autostrade per l’Italia, Energy Dome, Esselunga, Fastweb, Hitachi Energy, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Gruppo Lutech, MEDIOBANCA, Gruppo Nestlé in Italia, Reply e SIAE MICROELETTRONICA. La partecipazione delle aziende ha per il Politecnico l’obiettivo di coinvolgere la società e il territorio, in un’ottica di responsabilità sociale verso le tematiche di diversità, inclusione e pari opportunità.
“Questo progetto sostiene e promuove il talento femminile nei contesti STEM e vuole supportare, in particolare, la scelta di mettersi alla prova in settori chiave per uno sviluppo tecnologico di impatto globale in cui la presenza femminile è ancora purtroppo particolarmente bassa. Sostenerlo con tante aziende e una fondazione al nostro fianco conferma un’ampia condivisione di questi valori, e dimostra alle giovani donne e a tutta la società come questa scelta apra la porta a percorsi professionali di rilievo e all’indipendenza economica che ne deriva”
commenta la Prof.ssa Mara Tanelli, Delegata della Rettrice per la Diversità e l’Inclusione.
Tra i tantissimi nuovi progetti di ricerca che partiranno nel corso del prossimo anno al Politecnico di Milano ce ne sono 8, in particolare, selezionati dalla Commissione europea tra migliaia di proposte per ricevere un finanziamento ERC, che sta per European Research Council: ne abbiamo parlato spesso sui canali Alumni, si tratta di un importante strumento della Commissione europea che sostiene ricerche pionieristiche e di frontiera.
I grant (cioè i finanziamenti) ERC vengono assegnati ogni anno in base a alcuni criteri espressi dai programmi quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione: come Horizon Europe, il programma quadro ora in vigore, che copre il periodo 2021-2027. Il nostro Ateneo sta performando molto bene in questo contesto: in Horizon Europe, quindi dal 2021 a oggi, ha raggiunto lo straordinario risultato di126 progetti vinti, di cui 17 ERC, per un valore di oltre 64 milioni di euro.
Attualmente il tasso di successo delle “application” dei gruppi di ricerca politecnici è del 20,45% rispetto a circa il 15% a livello europeo: con questi nuovi finanziamenti, il Politecnico di Milano raggiunge un totale di 60 grant ERC. Nell’unione, il Politecnico è la quinta università per numero di progetti finanziati (dati Cordis al 16/01/2023).
Questi numeri sono importanti per il riconoscimento e le possibilità scientifiche che offrono, e anche in termini di attrazione dei talenti: il Politecnico è ai vertici delle classifiche mondiali delle università anche grazie alla ricerca scientifica di frontiera che porta avanti nei suoi laboratori. I protagonisti di questo primato italiano sono i tanti scienziati e ricercatori del Politecnico: circa 3500. Alcuni di questi sono “ricercatori ERC”: sono tra “le menti più brillanti d’Europa”, si dice, scienziati che potrebbero essere sulle tracce di scoperte scientifiche e tecnologiche nuove e imprevedibili.
I “FANTASTICI OTTO”
Otto nuovi grant di ricerca ERC, quindi. Questi 8 nuovi progetti affronteranno temi legati a spazio, energia, sostenibilità, guida autonoma, tecnologie per la medicina, tecnologie per lo spazio economico e culturale: alcune delle sfide più urgenti della contemporaneità.
Un Consolidator Grant va al gruppo di ricerca della prof.ssa Camilla Colombo, del DAER, con il progetto GREEN SPECIES (ne abbiamo parlato qui). I Consolidator Grant sono destinati a ricercatori con un curriculum scientifico consolidato, che hanno l’obiettivo di rafforzare il proprio gruppo di ricerca e sviluppare una carriera in Europa.
Quattro Starting Grant vanno a Fabio Ferrari, Margherita Maiuri, Paola Occhetta e Gianvito Vilé (scoprili a questo link). Gli Starting Grant sono assegni per ricercatori emergenti con pochi anni alle spalle. Altri 3 ricercatori hanno ottenuto il finanziamento per un ERC Proof of Concept (PoC). I Proof of Concept sono dedicati a ricercatori che abbiano che abbiano già un progetto ERC in corso o l’abbiano terminato di recente e mirano a trasformare la ricerca di base in ricerca applicata.
Oltre a questi, ci sono anche altri tipi di grant ERC, ancora non assegnati nella tornata 2022-2023: sono gli Advanced Grant, dedicati a scienziati eccezionali ed affermati, in grado di aprire nuove direzioni nei rispettivi campi di ricerca, e i Sinergy Grant (come TOMATTO, di cui abbiamo parlato qui), che promuovono progressi sostanziali nella frontiera della conoscenza e incoraggiano nuove linee di ricerca.
PROOF OF CONCEPT (POC): LA SCIENZA ALLA PROVA DEI FATTI
Il team coordinato dal prof. Carlo Spartaco Casari mira a sviluppare un nuovo sistema stampabile anticontraffazione (PYPAINT) basato su nanostrutture a base di carbonio con una specifica risposta optoelettronica, che consente di creare un codice identificativo univoco dell’opera d’arte invisibile all’occhio umano. Il progetto nasce dall’attività di ricerca svolta presso il NanoLab del Dipartimento di Energia nell’ambito del progetto ERC Consolidator grant EspLORE ed è in collaborazione con la startup studio DayOne con sede a Roma.
Applicazioni immediate si rivolgono al mercato dell’arte, da sempre alle prese con il problema della contraffazione. Le opere d’arte generalmente non sono protette con dispositivi di sicurezza dedicati che identificano univocamente l’opera. Il problema nasce storicamente dall’esigenza di non alterare visibilmente l’opera stessa e dalla relativa mancanza di sistemi di sicurezza non invasivi. PYPAINT punta a contribuire a soluzioni per garantire l’estremo valore delle opere d’arte in Europa e nel mondo.
Carlo Spartaco Casari
Il progetto CATALYSE del Professor Matteo Maestri propone lo sviluppo di un software per la modellazione multiscala di processi catalitici industriali, combinando un rigoroso approccio ai principi primi con avanzati algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale. Il software fornirà un framework plug-and-play per includere cinetiche dettagliate a livello atomistico in modelli avanzati di reattore chimica, ponendosi come uno strumento fondamentale per supportare lo sviluppo di nuove tecnologie per la transizione energetica e l’uso sostenibile delle risorse.
Matteo Maestri
Il Prof. Francesco Topputo ha ottenuto un finanziamento con il progetto GUIDO, che getterà le basi per la realizzazione di un’unità di guida autonoma per satelliti nello spazio profondo. Guidare un satellite significa pianificare e controllare la sua traiettoria oltre a decidere come orientare i suoi propulsori durante le manovre. Lelemento innovativo di GUIDO è la sua capacità di trovare traiettorie con algoritmi di ottimizzazione affidabili, in grado di girare su una scheda elettronica a basse prestazioni e basso consumo energetico. Lo sviluppo del PoC GUIDO avverrà al DART Lab, il laboratorio gestito da Topputo dove si sperimentano algoritmi di guida e navigazione per sonde spaziali tramite simulazioni con hardware integrato.
Il Politecnico di Milano sta intraprendendo un importante progetto per studiare la sostenibilità delle missioni spaziali. Con l’aumento delle attività negli ultimi anni, infatti, si è fatto sempre più pressante il problema della presenza di detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra. Questi detriti possono rappresentare un pericolo per le missioni spaziali future e per l’ambiente. A queste esigenze risponde il progetto GREEN SPECIES della Professoressa del Politecnico di Milano Camilla Colombo, che ha ricevuto per questo progetto un Consolidator Grant dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC).
GREEN SPECIES: COME FUNZIONA?
GREEN SPECIES, “Robust control of the space debris population to define optimal policies and an economic revenue model for sustainable development of space activities”, elaborerà un approccio interdisciplinare per la modellazione dei detriti spaziali e la previsione della sua evoluzione.
Verrà sviluppato un modello probabilistico dei detriti spaziali, nel quale saranno considerate tutte le variabili di natura fisica, economica e politica. Come elemento di novità, il progetto incorporerà la gestione dell’ambiente dei detriti attraverso un controllore robusto, applicato al modello dei detriti spaziali, descritto come un sistema dinamico complesso.
Le azioni ideali di controllo di feedback saranno trasformate in politiche e linee guida, attraverso indicatori quantitativi, valutando sia l’impatto ambientale che il beneficio sociale ed economico delle missioni spaziali attraverso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals.
UN SOSTEGNO CHIAMATO ERC
Il progetto è stato selezionato tra oltre 2200 proposte ricevute da ERC. Un grande risultato per l’Ateneo milanese, considerando che quest’anno solo il 14,4% dei progetti presentati hanno ottenuto il finanziamento. Il Politecnico di Milano raggiunge un totale di 60 ERC grant, di cui 14 Consolidator Grant.
In Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione 2021-2027, il Politecnico ha, a oggi, raggiunto lo straordinario risultato di 126 progetti vinti, di cui 17 ERC, per un valore di oltre 64 milioni di euro. Attualmente il tasso di successo del Politecnico è 20,45% rispetto a circa il 15% a livello europeo. Nell’Unione europea il Politecnico è la quinta università per numero di progetti finanziati (dati Cordis al 16/01/2023).
Gli ERC Consolidator Grant sono destinati a ricercatori con almeno 7 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato di ricerca e con un curriculum scientifico molto promettente. Si tratta di studiosi che hanno l’obiettivo di consolidare la propria indipendenza nella ricerca, rafforzando il proprio gruppo di ricerca e continuando a sviluppare una carriera in Europa. Il finanziamento può arrivare a 2 milioni di euro per singolo progetto, per una durata massima di 5 anni.
Politecnico di Milano, inizio degli anni ‘80: un gruppo di docenti – tra questi Umberto Bertelè, Francesco Brioschi, Armando Brandolese, Adriano De Maio, Francesco Jovane, Renato Wegner – inaugura il corso di laurea in “Ingegneria delle Tecnologie industriali ad indirizzo economico organizzativo”, che poi avrebbe dato vita al corso di “Ingegneria gestionale”.
Questo però è solo l’inizio della storia, che oggi potete vedere documentata per intero nella mostra permanente “Made in Polimi – Storie di Ingegneria Gestionale”. Il percorso espositivo – visitabile in Bovisa, all’edificio BL26/b – racconta la nascita e l’evoluzione dell’ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, in una prospettiva temporale di oltre 50 anni.
La mostra ripercorre le fasi più significative in cinque pannelli multimediali: corso di laurea, dipartimento, osservatori, graduate school. Un luogo sia fisico che digitale dove ritrovare quotidianamente la piena consapevolezza delle “radici” del corso, arrivato al suo 40° anniversario.
Ingegneria gestionale al Politecnico ha sempre avuto un grande successo: l’obiettivo era quello di creare una figura professionale ibrida che unisse “la serietà dell’ingegnere e la competenza economica”. Per anni le matricole dovettero studiare su appunti e dispense, perché la materia di studio era nuova e i libri di testo ufficiali ancora non esistevano.
“L’idea era quella di creare un ingegnere dell’innovazione, un manager che unisse la comprensione delle tecnologie e la conoscenza di tematiche organizzative e gestionali. Una figura universitaria con conoscenze che, in passato, richiedevano una laurea in ingegneria e un MBA (Master in Business Administration) in una business school”.
È partito ufficialmente al Politecnico di Milano il progetto RESTART, acronimo di “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart”: partenariato esteso, finanziato dalle risorse PNRR, che coinvolge 12 università, 3 enti nazionale di ricerca e 10 enti privati. Si prefigge l’obiettivo di creare una rete tra atenei, enti di ricerca, privati, industrie e pubbliche amministrazioni per migliorare la capacità del nostro Paese di utilizzare le telecomunicazioni in un’ampia varietà di settori, dall’agricoltura, al commercio, dalla produzione e distribuzione di energia, alla finanza, dall’industria, alla sanità e alla mobilità.
UN PO’ DI CONTESTO
I partenariati estesi nascono nell’alveo della Missione 4 – componente 2 del PNRR, con l’obiettivo di rafforzare le filiere della ricerca fondamentale e applicata, a livello nazionale, e di promuoverne l’impatto sulle catene di valore strategiche, europee e globali. Questa componente si focalizza sul trasferimento tecnologico e sulla creazione di un solido e strutturato ecosistema ricerca-innovazione che è cruciale per la competitività del Paese. Circa 6 miliardi di euro nei prossimi 5 anni saranno dedicati alla ricerca in filiera e al trasferimento tecnologico: la “componente 2” riguarda, appunto, il passaggio dei risultati scientifici e tecnologici dalla ricerca all’impresa. L’impatto di questo processo, a lungo termine, vuole rendere il Paese più competitivo dal punto di vista tecnologico, formativo e produttivo.
L’investimento di 116 milioni di euro renderà possibile il finanziamento di dottorati di ricerca e attività di ricerca fondamentale e applicata, progetti per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up e spin-off, e attività di formazione in sinergia tra università e imprese. Sono anche previste specifiche iniziative rivolte ai distretti industriali e al Mezzogiorno, tra cui il supporto alla progettazione e realizzazione di isole tecnologiche ed ecosistemi, quali reti private 5G/6G con relativi servizi e cloud edge; uno dei punti chiave sarà la trasformazione digitale delle industrie/amministrazioni e l’efficienza aziendale; la creazione di nuove imprese con il relativo aumento della dimensione media.
“I cambiamenti tecnologici degli ultimi anni hanno innescato una trasformazione delle infrastrutture di comunicazione che consentono di indirizzare la ricerca verso due direzioni promettenti in termini di impatto economico. Da un lato, la rete di comunicazione diventa programmabile spostando l’innovazione sullo sviluppo software nel quale ci sono meno barriere all’ingresso e le buone idee dalla ricerca possono generare alto impatto anche nel tessuto economico di un paese come l’Italia. Dall’altro, la disaggregazione della rete consente di sfruttare le competenze nelle tecnologie di base, anche di nicchia, per portare innovazione senza per questo dover competere con colossi internazionali del settore.”
commenta Capone durante l’evento di kick-off al Politecnico di Milano.
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