Corsa alla terra causata dalla guerra in Ucraina: lo studio del Politecnico su Science 

L’analisi del Politecnico di Milano sulla nuova “corsa alla terra” causata dal conflitto con grandi impatti ambientali su comunità locali e approvvigionamento alimentare

La guerra in Ucraina potrebbe scatenare la corsa agli investimenti fondiari come avvenuto durante la crisi finanziaria del 2008: questo è quanto è stato concluso dall’analisi pubblicata dalla prestigiosa rivista Science dei ricercatori Maria Cristina Rulli del Politecnico di Milano, Jampel Dell’Angelo della Vrije Universiteit di Amsterdam, e Paolo D’Odorico della University of California at Berkeley a un anno dall’inizio del conflitto. 

“Dopo il 2008, all’indomani della crisi finanziaria e alimentare globale, si è verificato un notevole aumento di investimenti fondiari, le cosiddette acquisizioni di terreni su larga scala (LSLA)”,

spiega Maria Cristina Rulli, docente di Idrologia del Politecnico di Milano. 

Nelle precedenti crisi globali dell’approvvigionamento alimentare, i picchi nei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia sono stati seguiti da nuove ondate di investimenti fondiari transnazionali e accaparramenti di terreni. Gli autori forniscono un’analisi dettagliata dei fattori che sono stati identificati come driver o precursori delle “corse alla terra” avvenute nel XXI secolo – come la crisi dell’approvvigionamento alimentare in periodi di aumento della domanda di prodotti agricoli, la richiesta di produzione di energia rinnovabile o la necessità di diversificazione degli investimenti finanziari – per tracciare un parallelo con le condizioni attuali. 

“La guerra in Ucraina potrebbe stimolare una nuova corsa alla terra globale in grado di influenzare il sistema agrario mondiale. I nostri precedenti studi su questo argomento hanno dimostrato che le acquisizioni di terreno su grande scala spesso prendono di mira terreni forestali che vengono successivamente “sviluppati” attraverso il disboscamento, portando alla distruzione dell’habitat, a maggiori emissioni di gas serra e alla perdita di accesso alla terra ancestrale da parte delle popolazioni locali che storicamente facevano affidamento su queste foreste per legna da ardere, cibo o riparo.”, 

continua Rulli.

“Sosteniamo che la carenza di approvvigionamento alimentare dalla regione del Mar Nero avrà un impatto importante sullo sviluppo rurale. Sulla base delle tendenze osservate dopo le recenti crisi alimentari, prevediamo di vedere una nuova ondata di acquisizioni di terra su larga scala (LSLA) con la conseguente espropriazione delle comunità rurali. Questi cambiamenti avverranno attraverso interazioni complesse e interdipendenti che avranno effetti a cascata e duraturi su molteplici dimensioni dello sviluppo rurale”, ha affermato Jampel Dell’Angelo.  

Paolo D’Odorico spiega come “questo studio identifica alcune delle possibili risposte alla crisi indotta dalla guerra e l’impatto di esse sul sistema agrario globale, quali, ad esempio, l’espansione della produzione agricola verso i terreni incolti che potrebbe avvenire a scapito dei programmi di conservazione del suolo e/o delle riserve naturali ; intensificazione agricola in terreni che sono già stati acquisiti da investitori agroalimentari nel post 2008 che potrebbe esacerbare condizioni di scarsità idrica e di degrado del suolo; e una nuova ondata di investimenti fondiari”.  

L’analisi riflette sulle implicazioni politiche della transizione agraria associata a questa nuova ondata di acquisizioni di terra, ricordandoci che i quadri politici attualmente in vigore sono stati storicamente inefficaci nel prevenire la precedente corsa alla terra e i suoi impatti dannosi sui mezzi di sussistenza e sull’ambiente.

Credits home: Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash

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