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Il nuovo Giuriati: cuore atletico del Politecnico di Milano

I lavori del nuovo Giuriati si sono conclusi e il 14 aprile 2021 il centro sportivo ha riaperto le porte agli utenti con un nuovo volto.

Gli investimenti di circa 6.5 milioni di euro hanno portato all’ampliamento e alla modernizzazione della struttura storica del campo: tra le varie novità, un campo coperto per basket e pallavolo, pista d’atletica e campo da rugby all’aperto, calcetto e palestra e un’area masterclass, struttura coperta dedicata ai corsi, oltre alla riqualificazione delle aree verdi con 50 nuovi alberi.

“Il senso dello sport in università va oltre l’eccezionalità di un gesto tecnico, un gesto sportivo può diventare un gesto sociale, educativo e formativo; per questo il Politecnico considera lo sport un elemento prezioso al servizio della crescita personale e della comunità. Abbiamo lanciato tante iniziative sportive negli ultimi anni ed è per noi fondamentale avere a disposizione un impianto, aperto alla città”.
Francesco Calvetti, delegato del Rettore alle attività sportive

SPORT PER STUDENTI E ALUMNI

Il Giuriati è stato pensato anche per gli Alumni e le Alumnae: è infatti possibile accedere alle strutture con tariffe agevolate, che trovate sul sito.

COMUNE E POLITECNICO, INSIEME PER IL FUTURO DI MILANO

L’Assessora allo Sport – Roberta Guaineri e Luca Panzetta del Comune di Milano raccontano il nuovo Centro Giuriati, un progetto di rigenerazione urbana che coinvolge anche il Comune di Milano e che si inserisce nel contesto di interventi chiamato Piano Quartieri.

GUARDA IL VIDEO DELL’INAUGURAZIONE

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Plasmare il futuro del business attraverso l’AI

Solo due italiane nell’olimpo delle 40 donne dell’intelligenza artificiale (secondo la lista IBM, link qui) e sono due politecniche: Donatella Sciuto, docente di Computer Engineering, prorettrice del Politecnico di Milano e delegata del Rettore alla Ricerca e alla Diversity ed Elisabetta Burei, Alumna in Ingegneria Elettronica e Senior manager demand&project di CheBanca!.

“Le leader di quest’anno dichiara IBM dimostrano come i progressi nell’elaborazione del linguaggio naturale, nell’automazione e in un’AI affidabile possano essere utilizzati per aiutare le organizzazioni a prevedere meglio i risultati, automatizzare i processi e guidare nuova efficienza”.

Sciuto ha utilizzato l’AI per aiutare più di 45.000 studenti del Politecnico a navigare attraverso la grande quantità di informazioni disponibili per offrire una migliore esperienza del campus. Il progetto di cui è alla guida, denominato “Concierge”, è riuscito a rispondere a più di 300.000 domande formulate in linguaggio naturale grazie ad un assistente virtuale sempre disponibile. 

Burei ha implementato l’intelligenza artificiale per creare “Edo”, un assistente virtuale ideato per automatizzare i servizi al cliente e al contempo ottimizzare l’uso del personale dell’azienda. Grazie a questa tecnologia, CheBanca! è riuscita a risolvere il 60% delle richieste di customer care senza l’intervento umano, riducendo del 30% le interazioni del servizio clienti tramite operatore.

elisabetta burei
Elisabetta Burei
Credits: corrierecomunicazioni.it

Utilizzando l’intelligenza artificiale, questi progetti hanno contribuito alla trasformazione digitale di aziende nazionali e internazionali, creando ambienti di lavoro più sostenibili e inclusivi, in grado di “mitigare i pregiudizi e fornire risultati spiegabili”, spiega Ritika Gunnar, Vice Presidente, Expert Labs, IBM Cloud and Cognitive Software.

Nel mese dedicato alle STEM, uno dei temi sollevati più spesso è la questione della parità di genere: anche per questo abbiamo voluto raccogliere le storie di 67 ingegnere della nostra community nel libro “ALUMNAE, Ingegnere e tecnologie” . L’obiettivo? Raccontare un insieme di esempi positivi per le ragazze “STEM” di oggi e di domani.

Credit photo header : www.corrierecomunicazioni.it/

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È pronto il nuovo “Laboratorio Modelli” del Politecnico di Milano

Dal laboratorio modelli sono passate migliaia di Alumni. Le prossime migliaia avranno nuove storie da raccontare, ambientate in uno dei laboratori di modellazione più avanzati del mondo.

Il nuovo LaborA ospiterà studenti e ricercatori in oltre 700 m2 di macchinari all’avanguardia, un centro nevralgico per l’innovazione dove la commistione tra la modellazione fisica e virtuale è al centro della scena. L’abbiamo visitato con Cecilia Maria Bolognesi, docente di Rappresentazione e Modellazione del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni ed Ambiente costruito (ABC).

DENTRO AL LABORATORIO

LaborA si trova nel cuore del nuovo Campus di Architettura (ve lo mostriamo, ultimato, nell’ultimo numero di MAP), proprio di fronte al Trifoglio.

Punto di riferimento della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni (AUIC), ospita 100 postazioni di lavoro dedicate agli studenti magistrali; uno spazio per le lavorazioni con trafori, seghe a nastro e macchinari di falegnameria minuta con a fianco macchine di lavorazione per il taglio del legno più pesante; una parte è riservata alle macchine per il taglio dei metalli, tra cui calandrature, piegatrici e seghe; c’è uno spazio dedicato al taglio a controllo numerico (sono presenti anche diverse CNC) e uno, affettuosamente chiamato “Nursery”, che ospita 10 stampanti 3D a filo, una con miscele di polveri di carbonio che può accogliere anche altri additivi per parti meccaniche di alta precisione, una per le resine e una per l’argilla.

Alcuni macchinari sono controllabili e programmabili anche da remoto. In stretta sinergia con queste “macchine per sporcarsi le mani”, questo laboratorio ospita anche due nuovi strumenti, punte di diamante della modellazione digitale: il Teatro Virtuale e il Tavolo Olografico.

OLOGRAMMI E REALTÀ VIRTUALE

Il Teatro Virtuale è una stanza a parete curva a 360° di circa 7 metri di diametro, per la simulazione di ambienti tridimensionali urbani o interni, in cui una persona può avere un’esperienza immersiva che offre la sensazione di spazio reale e reattivo, equipaggiato di sensori programmabili: per esempio, è possibile far reagire l’ambiente al movimento di un ciclista o di una persona che corre su tapis roulant.

Teatro Virtuale
Teatro Virtuale

Il Tavolo Ologrammi permette invece la visualizzazione di oggetti tridimensionali in ambiente olografico, ovvero nello spazio 3D di fronte a noi. “Il ricercatore può vedere l’oggetto come se fosse realmente davanti a sé”, commenta Bolognesi, “viene voglia di toccarlo, manipolarlo. Ci risulta esistano solo due Tavoli Ologrammi in Europa per la ricerca, questo è il più recente; sarà un importante incentivo ad esplorare le frontiere della ricerca in campo modellistico e non solo”.

Tavolo Ologrammi
Tavolo Ologrammi

I campi di applicazione sono moltissimi: dalla sperimentazione biomedica su protesi o altri device (i ricercatori potrebbero avere riscontro immediato sul modo in cui il device interagisce con il corpo umano) ai beni culturali (è possibile visualizzare un’opera di restauro prima e dopo l’aggiunta di componenti, in tempo reale), alla meccanica.

VEDERE COME NON SI È MAI VISTO PRIMA

“Il Tavolo Ologrammi e il Teatro Virtuale serviranno a spingere studenti e ricercatori a guardare ancora più lontano e ad utilizzare la tecnica con fiducia”, continua Bolognesi, “perché darà loro la possibilità di vedere realizzato qualcosa che non è visualizzabile in nessun altro modo, ma potrebbe essere solo immaginato. Insieme al gruppo di ricerca di ABC abbiamo visualizzato qui al LaborA il nostro studio sul complesso di Santa Maria delle Grazie a Milano: 174 scansioni, una nuvola di punti da 30 giga. Dal Tavolo è possibile visitare tutto il complesso, dentro e fuori dalla chiesa, entrare nei chiostri, nella sacrestia del Bramante, osservare lo stato di degrado come la bellezza di queste volte. Il livello di dettaglio è alto, con definizioni fino a 5 mm. I colleghi del 3DSurvey Group hanno potuto visualizzare il modello virtuale della Val Chiavenna, realizzato nell’ambito del progetto Interreg V-A Italia-Svizzera A.M.ALPI.18, anche in questo caso con un livello di dettaglio impressionante: un modello di chilometri dove, ingrandendo, è possibile visualizzare fino alla sezione dei cavi delle linee elettriche della valle. Nel Teatro Virtuale i colleghi del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DASTU) hanno visualizzato il progetto “Ripensiamo insieme via Celoria”, del laboratorio Fausto Curti utilizzando ambienti di simulazione su flussi di persone altrimenti non visualizzabili. Il LaborA è davvero un luna park della scienza per chi ama immaginare e progettare”.

CONTAMINARE FISICO E DIGITALE

Una delle missioni del laboratorio è quella di creare un luogo in cui ricerca, didattica e territorio sviluppino una relazione virtuosa, relazione al centro delle strategie del nostro Ateneo. Qui troveranno posto studenti magistrali, ricercatori dei dipartimenti, dottorandi ma anche aziende e istituzioni che collaborano con il Politecnico; è importante portare queste esperienze nel territorio e farne volano di proposizione e innovazione con ricadute anche fuori dal mondo accademico”, continua Bolognesi.

labora e politecnico

“Coinvolgeremo attorno al LaborA colleghi di varie discipline, che potranno utilizzarlo come punto di forza anche all’interno dei loro progetti europei”. La contaminazione e ibridazione tra fisico e digitale produrrà qui nuovi effetti.

“È una frontiera che stiamo esplorando da tanti anni e che ha ancora molte potenzialità inespresse: questo laboratorio nasce dalla passione dei nostri docenti e ricercatori in questi settori e dalle nostre sperimentazioni nel progetto a tutte le scale. È l’ambiente di condivisione di queste competenze che ha dato vita al progetto del LaborA, la stessa condivisione produrrà grandi risultati”, conclude Bolognesi.

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Homepage5PerMille2021

5 per mille: il Poli è la seconda università in Italia per donazioni ricevute

Sono usciti i dati relativi alle donazioni del vostro 5 per mille nel 2019. I donatori del Poli sono stati 8.012, per una somma complessiva di 662.844 €. Nella classifica generale degli enti ammessi al beneficio della donazione, l’Ateneo passa dal 64° posto del 2018 al 59° posto del 2019. Per il secondo anno consecutivo il Politecnico di Milano si classifica al 9° posto nell’elenco dei centri per la ricerca scientifica e al 2° posto tra le università, relativamente all’importo delle donazioni.

Negli ultimi anni, le donazioni di 5 per mille al Politecnico di Milano hanno seguito un trend di crescita, a testimonianza del supporto della community alle attività dell’Ateneo.

“Moltissimi Alumni sono coinvolti a diversi livelli nelle riflessioni e azioni mirate alla ripartenza, in un continuo dialogo con il “nostro Poli”, per massimizzare le ricadute positive a livello di impatto sulla società”, commenta il prof. Enrico Zio, delegato del rettore per gli Alumni e presidente Alumni Politecnico di Milano.

La community è accanto all’Ateneo, in modo particolare, nella sua missione di essere sempre più un traino diretto e indiretto per lo sviluppo di una società sicura e sostenibile. La donazione del 5 per mille va in questa direzione: i fondi raccolti sono destinati a finanziare progetti di ricerca responsabile ad alto impatto sociale e a promuovere giovani ricercatori. Proprio in queste settimane sono partiti cinque nuovi progetti finanziati con le vostre donazioni 5 per mille 2019.

Grafico5perMille
COME SELEZIONIAMO I PROGETTI?

Dal 2013, a selezionare i progetti di ricerca finanziati con il 5 per mille è Polisocial, il programma di impegno e responsabilità sociale del Politecnico di Milano.

Primo in Italia tra le iniziative accademiche di questo tipo, Polisocial l’obiettivo di sostenere e avviare progetti di ricerca responsabile e supportarli in un’ottica di sostenibilità nel tempo. L’iniziativa si prefigge anche l’obiettivo di dare spazio ai giovani ricercatori e coltivare un approccio etico al lavoro accademico, che valorizzi l’impatto sociale delle competenze politecniche.

Dall’inizio del programma, sono 46 i progetti che hanno beneficiato del vostro 5 per mille, per un totale di circa 3 milioni e mezzo di euro. Ne parliamo su MAP numero 9, presto in uscita.

“Per questi progetti, e quelli che verranno, a voi il mio ringraziamento e l’invito a continuare a sostenerli. Perché l’innovazione sociale passa attraverso tecnologia “umanamente giusta”, per costruire un futuro sostenibile”, conclude Enrico Zio.

DONA ANCHE TU IL TUO 5 PER MILLE AL POLI E CONTRIBUISCI A SOSTENERE LA RICERCA RESPONSABILE

Destinare il 5 per mille al Politecnico di Milano è semplice, basta apporre la tua firma nel riquadro “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’Università” che figura sui modelli di dichiarazione dei redditi e specificare il codice fiscale del Politecnico di Milano CODICE FISCALE 800 579 301 50

Dona-Polimi

Telecomunicazioni: una spin off del Politecnico rivoluziona la fibra ottica

PhotonPath, spin off del Politecnico di Milano incubata da Polihub, è pronta a sbarcare nel 2021 sul mercato con una tecnologia innovativa che promette di rivoluzionare le telecomunicazioni: l’introduzione di chip dotati di circuiti fotonici al posto di quelli elettrici, in grado di ridurre dimensioni e costi delle reti della fibra ottica.

“Un paio di clienti stanno già testando le nostre applicazionispiega al Sole24ore il co-fondatore Douglas Aguiar – e puntiamo a finalizzare queste prime demo già nei prossimi mesi. Il target, in tre anni, è quello di arrivare a costruire 3mila amplificatori l’anno per arrivare a cinque milioni di ricavi”.

PhotonPath nasce dal lavoro congiunto durante il dottorato di Douglas Aguiar, CEO e Alumnus in Ingegneria delle telecomunicazioni e Emanuele Guglielmi, CTO e Alumnus in Ingegneria elettronica, che hanno lavorato nel campo della fotonica integrata.

Grazie alla collaborazione tra due gruppi di ricerca del Politecnico (il Photonic Devices Group e l’I3N Lab) del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB), nel 2019 hanno creato questa start-up deep tech – spin off del Politecnico – con l’obiettivo di migliorare la qualità e la programmabilità delle reti di telecomunicazioni a fibre ottiche.

Photonpath fibra ottica
Credits: Business Insider

Questo avviene attraverso la commercializzazione di chip miniaturizzati in cui, oltre ai segnali elettrici, si propagano anche segnali di luce. Il vantaggio della tecnologia è che offre la possibilità di riprogrammare il chip a seconda delle esigenze specifiche del singolo cliente.

“Questa è una funzionalità di grande valore per gli operatori di reti, che vedono le necessità di traffico dati cambiare continuamente all’interno delle loro reti. Grazie alla fotonica integrata, ai nostri algoritmi di controllo e calibrazione, le apparecchiature di rete diventano più piccole, consumano meno energia, offrono maggiori prestazioni, e costano pure meno dichiara Aguiar a Business Insider.

E continua:

“Il problema è che la crescita costante di capacità e prestazioni avvenuta negli ultimi 30 anni sta arrivando a un limite e sono necessarie nuove tecnologie per supportarla: qui entrano in gioco la fotonica integrata ed i nostri chip”.

L’obiettivo a partire dal 2021 è quello di inserirsi nel mercato globale delle telecomunicazioni e di produrre entro cinque anni 3000 unità del prodotto, arrivando poi, nel lungo termine, a portare la fotonica integrata in altri segmenti di mercato.

Il MAP è la rivista degli Alumni del Politecnico di Milano. È una mappa per ritrovare, scoprire e conoscere tutto quello che è nato, partito e cresciuto nel nostro Ateneo. Qui sotto trovi un articolo correlato: se ti piace quello che stai vedendo, sostienici. Potrai ritirare la tua copia gratuitamente.

Credits header: Polihub

Blockchain: liberté et égalité

Digital Talks organizzato dal chapter internazionale Alumni Politecnico di Milano Parigi in collaborazione con Castaldi Partners.

Speaker: Gaspare Gori, avvocato del foro di Parigi e Roma – co-responsabile corporate M&A, responsabile nuove tecnologie a CastaldiPartners
Marianna Belotti, Alumna del Politecnico, vicepresidente di APP, studentessa CIFRE CNAM e ingegnera al Groupe Caisse des Dépôts.

Moderatore: Giuseppe Sangiovanni, Alumnus del Politecnico, tesoriere di APP e partner di Linkers, M&A Director

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Digitale: cosa aspettarsi dall’Italia nel prossimo futuro

Stefano Rebattoni, amministratore delegato di IBM e Alumnus in Ingegneria Gestionale, in una recente  intervista a Wired ha delineato cosa ci dobbiamo aspettare dall’Italia digitale nel prossimo futuro.

 “Credo che le priorità per l’Italia – dal nostro punto di vista – siano la digitalizzazione della pubblica amministrazione, del settore finanziario e della nostra industria manifatturiera e del made in Italy. Serve quindi un’accelerazione sotto questo aspetto.” dichiara Rebattoni.

I motori di questo cambio di prospettiva, già avviata dall’emergenza sanitaria che ha contribuito a rivoluzionare la percezione delle tecnologie digitali trasformandole in elementi fondamentali per la sopravvivenza delle imprese, saranno l’intelligenza artificiale e l’hybrid cloud.

“Il 2020 ha fatto cadere molti falsi miti sul digitale. Penso che oggi la classe dirigente del paese e le persone siano maggiormente consapevoli degli aspetti positivi delle tecnologie.”

Le parole chiave per gestire il cambiamento saranno collaborazione e digitalizzazione, delle quali Rebattoni e IBM sono promotori attivi in due macro aree: le piccole e medie imprese private, per le quali è stato pensato un percorso di formazione e accompagnamento grazie soluzioni tecnologiche ad hoc, e la pubblica amministrazione, dove dovranno essere integrate le competenze digitali.

rebattoni digitale
Credits: www.corrierecomunicazioni.it
PANDEMIA E NUOVI SVILUPPI PER IL FUTURO

Oltre alla formazione dei settori sui temi del digitale, tra le novità a cui IBM sta lavorando c’è anche il digital health pass, una sorta di “passaporto” sanitario che consente di avere sempre con sé le informazioni di carattere sanitario, come lo stato di vaccinazione o positività o negatività al Covid19.

Una soluzione che può agevolare il mondo post-pandemia, che potrebbe anche contribuire a far ripartire la società e quindi anche l’economia.

“Il digitale, insomma, da necessità si sta trasformando in opportunità. D’altronde se non diventerà centrale ora, mi chiedo quando potrà mai accadere”.

Credits header: Wired

fondazione poffe home

Politecnico e Fondazione Poffe in una borsa di studio

Uno degli obiettivi della community del Politecnico di Milano è sostenere anche economicamente i migliori studenti attraverso le borse di studio.

Alcune di queste sono finanziate da enti esterni, come l’Andrea Poffe Fellowship for Young Talents, sostenuta dalla Fondazione Poffe, intitolata alla memoria di Andrea Poffe, Alumnus in Ingegneria Meccanica prematuramente scomparso nel 2020 a quarant’anni.

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Andrea Poffe ha fondato Zero Gravity (Credits: Corriere della Sera)

“Quando è morto Andrea, per un malore, si è subito creata spontaneamente una rete ed è iniziata la raccolta fondi, abbiamo raggiunto in pochi giorni 45 mila dollari. E si è pensato di offrire borse di studio per aiutare studenti talentuosi come lui, per avere altri Andrea nelle nostre vite. Verrà proposta ogni anno e contiamo di ampliare il programma con altre donazioni” dichiara Fabrizio Fantini al Corriere della Sera.

La borsa di studio, destinata a uno studente o a una studentessa liceali, sarà attiva dall’anno accademico 2021/2022 e verrà assegnata per merito, necessità finanziarie e ambizione imprenditoriale. La copertura delle tasse universitarie sarà del 100% per l’intero percorso triennale di studi al Politecnico di Milano e più dell’80% della retta per alloggio e attività extracurriculari presso il prestigioso Collegio di Milano.  

I requisiti di merito sono presenti sul sito della Fondazione Poffe e le candidature sono aperte fino al 1° giugno 2021.

Vuoi lanciare una raccolta fondi per istituire una borsa di studio? Visita la sezione dedicata sul sito dedicato al mondo delle donazioni del Politecnico di Milano.Visita il sito

Credits header: https://www.fondazionepoffe.org/

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In uscita il nuovo MAP, la rivista degli Alumni

Sfogliando le pagine di MAP viaggeremo dalle aule del Politecnico a nuovi pianeti da esplorare insieme ai protagonisti di questo numero. 

Approfondiremo tante imprese di Alumni, come quella di Alessandro Pedretti, ideatore di un tessuto anti-Covid, e degli Alumni Gabriele Natale e Marco Caglieris, che, ciascuno a suo modo, portano il Politecnico per i Sette Mari. Ci proietteremo nella Silicon Valley con Paolo Sacchetto (di Apple) e faremo un giretto su Marte con Marco Dolci, responsabile del sotto-sistema robotico del rover Perseverance.

Ci intrufoleremo nei laboratori del Politecnico, per assistere alla prima interazione tra luce e materia, per fare un giro su uno dei simulatori di guida più innovativi al mondo, per scoprire come si mette alla prova un ponte affinché sia sicuro negli anni. Leggeremo di tanti progetti di ricerca finanziati dagli Alumni e dalla community in tutto il mondo. 

Guardalo qui:

Non perdere il prossimo numero di MAP, la rivista degli Alumni del Politecnico di Milano!  

«Innovazione sociale attraverso tecnologia “umanamente giusta”, per costruire un futuro sostenibile per il nostro mondo, non è un obiettivo proprio poco ambizioso… ma ci arriviamo lavorandoci insieme, Politecnico e Alumni: a Milano, in Italia, in tutto il mondo… e oltre… verso i confini del Sistema Solare, come leggerete nel viaggio di queste pagine pensate per voi, scritte con voi.»

Enrico Zio, presidente Alumni Politecnico di Milano, Delegato del rettore per gli Alumni e per il Fundraising Individuale

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Blockchain e applicazioni, tra orizzonti e responsabilità

Da quando il primo esempio di blockchain è stato proposto nel 2008 con Bitcoin, la tecnologia si è evoluta significativamente passando dai registri distribuiti pubblici ad alternative private (o semi-private) che possono essere adattate a diversi usi.

Proprio questa evoluzione sarà al centro del Digital Talks di martedì 20 aprile del Chapter internazionale degli Alumni di Parigi “Blockchain: liberté et egalité”.

blockchain
Credits: Launchpresso on Unsplash

Durante il webinar si cercherà di identificare, sia da una prospettiva tecnologica che legale, una serie di questioni che sono state sollevate dall’introduzione di una tecnologia rivoluzionaria come la blockchain all’interno degli schemi di business tradizionale.

CHE COS’È LA BLOCKCHAIN?

La blockchain può essere considerata come un salto di qualità dalla tecnologia dei database distribuiti; permette infatti di condividere un grande registro di transazioni che vengono lette, convalidate e memorizzate in blocchi di transazioni concatenati tra loro, che formano una catena di blocchi – blockchain, appunto.

La maggior parte delle applicazioni blockchain proposte integrano la tecnologia per raggiungere gli obiettivi di:

  1. decentralizzazione
  2. trasparenza e tracciabilità, 
  3. programmabilità e automazione. 

La logica decentralizzata, proposta dalla tecnologia blockchain, propone di sostituire alcune azioni riservate ad un intermediario di fiducia (trusted third party) con pezzi di codice che eseguono transazioni in maniera programmata ed automatica.

In questo contesto è fondamentale identificare le responsabilità delle parti che interagiscono tramite transazioni blockchain eseguite puntualmente o in maniera programmata (smart contracts).

In ambito legale, le relazioni contrattuali tra le parti devono analizzare a descrivere in un linguaggio semplice i pezzi di codice che caratterizzano i protocolli blockchain utilizzati per lo scambio di assets su blockchain (crypto-assets).

APPUNTAMENTO AL DIGITAL TALKS

Il digital talks “Blockchain: liberté et egalité” sarà un’opportunità per conoscere meglio questa tecnologia e l’applicazione dei noti smart contracts. L’appuntamento è per martedì 20 aprile, alle ore 18.30.

Vi parteciperanno come relatori Gaspare Gori, avvocato del foro di Parigi e Roma – co-responsabile corporate M&A, responsabile nuove tecnologie a CastaldiPartners e Marianna Belotti, Alumna del Politecnico, vicepresidente di APP, studentessa CIFRE CNAM e ingegnera al Groupe Caisse des Dépôts.

digital talks blockchain

Modera: Giuseppe Sangiovanni, Alumnus del Politecnico, tesoriere di APP e partner di Linkers, M&A Director.

Il Digital Talks si terrà in francese.

Credits photo home & header: Clint Adair on UnsplashTerry on Unsplash

Arriva Gymnasio, il robot personal trainer virtuale

Un robot che diventa un personal trainer virtuale: non è fantascienza, ma Gymnasio, un dispositivo che usa l’intelligenza artificiale per monitorare le posizioni del corpo umano durante l’allenamento.

La start up che l’ha creato, nata dallo sforzo comune di tre Alumni del Politecnico di Milano e due del Politecnico di Torino, è tra le vincitrici dell’ultima edizione di Switch2Product, il programma che valorizza sul mercato soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee di impresa promosso dal Politecnico e da Polihub.

Il team si è conosciuto nell’ambito dell’Alta Scuola Politecnica, durante il programma imprenditoriale Pioneer della School of Entrepreneurship and Innovation (SEI) di Torino in un progetto in collaborazione con Sprint Reply e supervisionato dalla Prof.ssa Barbara Caputo (PoliTo), e dal Prof. Cesare Alippi (PoliMi).

L’obiettivo è duplice: rendere accessibile a più persone possibile un allenamento sicuro e personalizzato e rivoluzionare il mercato dell’home fitness, che in questo periodo di pandemia ha avuto un’impennata.

Gymnasio
Credits: www.gymnasio.it
Gymnasio
Credits: www.gymnasio.it
COME FUNZIONA GYMNASIO?

Gymnasio è in grado, grazie alla telecamera 3D e agli algoritmi di intelligenza artificiale, di correggere movimenti e postura, gestire la scheda personale, tenere traccia dei progressi e dare feedback precisi durante l’allenamento.

gymnasio
Credits: www.gymnasio.it

Partendo da Pepper, la prima versione del device con le sembianze di un robot umanoide, il team di Gymnasio ha poi modificato il dispositivo con delle forme più compatte e accessibili, ideali per allenarsi in casa in tempo di pandemia.

 “La pandemia ha avuto un ruolo fondamentale. Non potremo sostituire l’empatia di un umano: noi vogliamo dare un’alternativa che possa essere acquistata da tutti e che possa essere usata in casa.” dichiara al TG1 Daniele Gusmini, Alumnus Ingegneria Automation and Control Engineering e CEO e co-fondatore della start up.

Il prodotto, ancora nella fase di prototipo, grazie alle sue dimensioni contenute potrà essere utilizzato ovunque e in futuro sarà disponibile sul mercato grazie a un abbonamento.