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Politecnico e Save The Duck premiano una tesi sulla moda sostenibile

5.000 euro alla migliore tesi di uno studente o studentessa del Politecnico di Milano a tema sostenibilità nel settore fashion: è questo il premio di laurea che Save The Duck, il famoso brand di piumini 100% animal free, in collaborazione con la Sustainable luxury academy della School of Management del Poli, ha assegnato a Eleonora Coira, Alumna di Design for the Fashion System 2020.

Coira, ventisettenne di Como, ha conquistato il premio con una tesi intitolata “Progettare la circolarità – Strategie progettuali per l’integrazione di modelli di circular economy nel sistema moda”, che andava a toccare i due temi centrali del bando di Save the Duck:

“Credo che mi abbia sicuramente posto in una condizione favorevole per l’ottenimento del premio il fatto che il bando per il premio di laurea fosse espressamente incentrato sui temi della Circular Economy e dei biomateriali, due argomenti che discuto nella mia tesi e che, in un certo qual modo, diventano anche punto cardine per promuovere degli approcci progettuali positivi e di innovazione sostenibile nella moda”, afferma Coira.

Il premio è stato conferito da una giuria formata da alcuni rappresentanti del brand Save the Duck e della School of Management del Politecnico id Milano, tra cui il professore Alessandro Brun e la dottoressa Silvia Mazzanti, Product e Sustainability Manager di Save The Duck, che hanno scelto la tesi di Eleonora tra venti altre candidate.

UNA DESIGNER “SOSTENIBILE” 

“Provenendo da una formazione scientifica ma possedendo fin da bambina un’indole artistica, ho sentito mio un percorso universitario che potesse permettermi di esplorare il mio lato creativo senza rinunciare ad un approccio scientifico-tecnologico d’innovazione. Studiare Design al Politecnico mi ha insegnato ad esprimere il mio punto di vista e le mie idee in maniera unica e rappresentativa, a perseverare e perseguire i miei obiettivi.”

Anche dopo la laurea, la progettazione sostenibile per il prodotto moda rimane un tema centrale per il lavoro e gli interessi dell’Alumna:

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Credits: www.esgnews.it

Da grande – conclude Coira – mi piacerebbe ricoprire un ruolo che possa far convergere la mia passione per l’innovazione e per le industrie creative con le mie capacità progettuali ed analitiche, nel perseguimento di obiettivi che possano migliorare le condizioni in cui viviamo e consumiamo, nell’ottica di un futuro positivo e consapevole”.

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GIFT, il progetto Polisocial dello “sport per tutti”

Fare in modo che lo sport diventi davvero per tutti e uno strumento di inclusione sociale per i bambini con disabilità motorie: è questo l’obiettivo perseguito dai ricercatori del progetto GIFT – EnGIneering For sporT for all, che recentemente hanno presentato i risultati del loro lavoro degli ultimi 18 mesi.

GIFT ha concentrato la sua attività su 19 bambini emiplegici frequentanti la scuola primaria. Il progetto ha seguito due strade: la ricerca tecnologica, che ha sviluppato ortesi (dispositivi medici utilizzati in ortopedia o traumatologia nel trattamento di alcune patologie) innovative che, correggendo il deficit funzionale dei bambini emiplegici, hanno consentito loro di avvicinarsi alla pratica sportiva cercando di coprire la maggior parte delle disabilità motorie e cognitive; la ricerca sociale, che ha poi coinvolto le famiglie, gli insegnanti e le associazioni sportive affinché davvero questi bambini potessero fare attività sportiva, riducendo la distanza che oggi esiste tra chi chiamiamo normodotato e disabile.

Il progetto è stato un successo: il prossimo passo sarà quello di generare un impatto concreto, che vada oltre i 19 bambini emiplegici dei diversi istituti scolastici lombardi che sono stati coinvolti nella sperimentazione di ortesi innovative.  

progetto GIFT
Credits: www.som.polimi.it

UN PROGETTO POLISOCIAL

Il Politecnico di Milano ha messo a disposizione 570.000 € – raccolti tramite i fondi del 5 per mille – per finanziare progetti riguardanti il tema “Sport e Inclusione Sociale” con l’obiettivo di contribuire concretamente al miglioramento della qualità di vita dei cittadini, combinando ricerca scientifica e impegno sociale. Tra questi anche il progetto GIFT, che ha ricevuto parte dei fondi (90.000€) qualificandosi tra i vincitori del Polisocial Award 2019.

“GIFT – ha dichiarato la professoressa Manuela Galli del Dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico e responsabile scientifico del progetto – vuole essere un regalo per tutti i bambini con limitazioni funzionali. Le ortesi che si utilizzano hanno indicazioni relative alla contenzione dell’arto inferiore con supporto alla deambulazione: quando viene usata in una situazione diversa dal cammino, come ad esempio la corsa, si esce dalla prescrizione d’uso”.

Il progetto di ricerca è stato sviluppato dal Laboratorio Interdipartimentale E4Sport del Politecnico di Milano e ha visto il coinvolgimento di partner quali l’Associazione La Nostra Famiglia – IRCCS “Eugenio Medea”, l’Università Cattolica di Milano, ITOP, BTS, Math&Sport, Edumoto, Yuki Onlus e diverse associazioni sportive.

GIFT team
Credits: www.som.polimi.it

 “Comprendere come lo sport e l’attività sportiva generino valore per la società e per il sistema economico-produttivo è oggi una priorità per promuovere un cambio di prospettiva, riconoscendo che lo sport e l’attività sportiva non sono soltanto ‘divertimento’, ma sono un investimento importante – e da tutelare – per il benessere della società e la sua competitività” spiega Emanuele Lettieri, professore ordinario di Accounting, Finance & Control e project manager del progetto GIFT.

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Giorgio Panichi: il più giovane laureato d’Italia è un politecnico

Si chiama Giorgio Panichi, è nato nel 2001, e proprio nel giorno del suo ventesimo compleanno si è laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria fisica, diventando il più giovane laureato in Italia.

Cresciuto ad Ascoli Piceno, ha frequentato la primina e si è diplomato al liceo al quarto anno, mentre stava frequentando l’anno all’estero negli Stati Uniti. Si è quindi trasferito a Milano giovanissimo, portando a termine il percorso di laurea in tre anni, con una tesi intitolata «Design e ottimizzazione di guide d’onda in tecnologia planare e tridimensionale», focalizzata su microchip che utilizzano la luce invece della corrente per trasmettere i dati, funzionali per lo sviluppo di computer quantistici.

Giorgio Panichi
Credits: Open

La scelta di Ingegneria fisica al Politecnico è stata quasi scontata, come lui stesso ha raccontato in un’intervista a Open:

“Fisica mi ha fatto innamorare da quando l’ho incontrata alle superiori. Anche se già da piccolo mi ricordo che guardavo delle lezioni su YouTube. Il Politecnico di Milano non solo ha una storia e una reputazione molto buona, ma proponeva questo corso di Ingegneria Fisica che metteva insieme degli argomenti molto interessanti”.

QUALCHE DOMANDA SUL POLITECNICO E IL FUTURO

I programmi per il futuro di Giorgio prevedono lo studio: “Continuerò in magistrale e poi con qualche master. Spero di lavorare nel mondo dei computer quantistici”.

Alla nostra richiesta di spiegarci quali sono le lezioni più importanti che ha imparato al Poli dentro e fuori il corso di studi, ha le idee chiare: “Ho imparato a mettere molto impegno fin da subito e a confrontarmi con i compagni di corso per studiare”. E, per quanto riguarda i consigli che si sente di dare alle nuove matricole adesso che il semestre è appena iniziato, non ha dubbi: “Passare tanto tempo al Politecnico, incontrare nuove persone e fare nuove esperienze!”.

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Italiane di successo: chi sono le due Alumnae nell’ultima lista Forbes

Le liste di who’s who vanno di moda: che piacciano o no, è un modo per scattare una fotografia di una realtà in modo semplice e immediato, dando ai lettori gli strumenti per approfondire il tema. Proprio nelle ultime settimane abbiamo parlato della lista Forbes degli Under 30 italiani, che conta ben 11 giovani innovatori politecnici, e di quella de La Repubblica dei guru della sicurezza informatica in Italia, in cui fanno la loro comparsa 4 Alumni di grande prestigio internazionale.

Oggi parliamo di una nuova lista firmata Forbes, quella delle donne italiane che maggiormente hanno avuto un impatto positivo nel loro ambito nel 2021. Accanto a sportive e creative, anche manager, imprenditrici e scienziate. È il quarto anno consecutivo in cui Forbes Italia celebra le 100 donne italiane di successo (queste sono quelle del 2020: riuscite a trovare le Alumnae del Poli?).

DUE ALUMNAE NELLA LISTA FORBES 2021: LEADER DI PERSONE, PRIMA ANCORA CHE DI AZIENDE

Emanuela Trentin (Alumna Ing. Gestionale) è CEO di Siram Veolia, gruppo multinazionale con cento anni di storia che opera nel settore della gestione delle risorse energetiche. In Italia conta quasi tremila lavoratori e ha chiuso il 2019 con un fatturato di 700 milioni di euro. “La manager che spiega come risparmiare risorse ed energia. Soprattutto negli ospedali”, titola in un approfondimento del 2020 La Repubblica Economia, a cui Trentin dichiara: “Credo che il successo delle società sia basato sull’organizzazione. Quella perfetta, disegnata sulla carta non esiste, deve essere adattata alle persone“.  

emanuela trentin
Credits: www.repubblica.it

Di Virginia Magliulo (Alumna ing. Elettronica) parla invece Monza Today, che la descrive come “una delle 100 wonder women mondiali”. Magliulo ha alle spalle una carriera internazionale (ha lavorato come ingegnere di cantiere tra Londra, Parigi, Strasburgo e Israele) e una crescita lampo: arrivata in ADP nel 2015 è diventata direttore generale di ADP Italia in 5 mesi, general manager di tutta l’area del sud Europa nel 2017 e President Global View HCM nel 2019. Oggi guida oltre 1.000 persone.

virginia magliulo
Credits: www.datamanager.it

Da sempre impegnata nella lotta alla disparità salariale, in un’intervista ha dichiarato: “Ritengo che nelle aziende italiane ci sia ancora un bel passo da fare affinché diventino veramente specchio della società”. Perché, sostiene Magliulo, le aziende cambiano se sono le persone a cambiare. È questo il messaggio che passa nel suo contributo al libro degli Alumni “VERSO IL 2099 – 87 Consigli dai grandi Alumni del Politecnico di Milano”, dove descrive il ruolo dei giovani nell’avvicinare le aziende ai nuovi trend di consumo su scala globale.

Sostenendo il progetto GIRLS @ POLIMI puoi contribuire insieme ad altri donatori a creare delle borse di studio per sostenere le ragazze che si iscrivono ai corsi di laurea in ingegneria a bassa frequentazione femminile. Dona ora.

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Milano “svolta” al verde con un progetto a impatto zero dell’Alumnus Marzorati

Una “svolta urbanistica”, come la definisce il Corriere della Sera,  quella avvenuta questa settimana: è stata infatti firmata la prima convenzione nell’ambito dei progetti del bando internazionale Reinventing cities, quella per le Terme di San Siro nelle ex scuderie De Montel. “Per la prima volta”, scrive il giornalista Giacomo Valtolina, “è stato elaborato uno schema di accordi tra pubblico e privato che include una serie di caratteristiche ambientali (consumi energetici, monitoraggi, sistemi di compensazione, riforestazione, uso di specifici materiali) e sociali (fruibilità dei servizi per le fasce deboli) strutturato”. “È una nuova era per la città del futuro” spiega Gianluca Zanella alla guida del progetto di Vicom. “Lavoro di squadra e idee — aggiunge Maran — I concorsi virtuosi funzionano”.

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Credits: www.milano.corriere.it/

UN PROGETTO POLITECNICO

Le terme di San Siro rappresentano anche il contributo di uno dei grandi architetti e Alumni del Politecnico di Milano verso un futuro più verde e inclusivo per la città. Il progetto del centro termale è firmato dall’Alumnus Giancarlo Marzorati, fondatore dello studio Studio Marzorati Architettura (abbiamo parlato di lui nel numero 3 di MAP a pagina 66). Prevede la conservazione degli edifici storici delle scuderie, riqualificando le decorazioni Liberty delle facciate, e di utilizzare la presenza di acque termali nel sottosuolo per creare le Terme di Milano. Verrà anche realizzato un vasto parco urbano.

Giancarlo Marzorati
Credits: www.modulo.net

OBIETTIVO EMISSIONI ZERO

Il cantiere verrà consegnato nel 2023. Secondo il progetto, si tratterà del più grande complesso termale italiano in una grande città, ma, soprattutto, delle prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2. Il fulcro della generazione di energia al centro termale e SPA di San Siro sarà rappresentato da fonti rinnovabili: 110 m2 di pannelli solari termici in grado di coprire il 24% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, per una produzione di energia pari a 84.914 kWh/anno. Su tutte le falde del nuovo edificio con esposizione favorevole verranno inoltre installati pannelli fotovoltaici di ultima generazione che con efficienza minima del 21%, per la produzione di 72,9 kW di picco. Tale sistema sarà in grado di produrre 76.827 kWh/anno di energia elettrica (fonte qui).

REINVENTARE LE CITTÀ

La società che svilupperà il progetto, J+S S.r.l. (a sua volta guidata da due Alumni, Andrea Iannone e Federico Pella), è risultata vincitrice di Reinventing cities, bando internazionale lanciato da Milano insieme alla rete di città green <C40>. L’obiettivo è quello di promuovere la rigenerazione di siti abbandonati e degradati applicando politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni causati dai cambiamenti climatici. Oggi la rete C40, di cui Milano fa parte, conta circa 100 centri urbani in tutto il mondo: tra le maggiori responsabili dell’emissioni di gas serra, le città sono anche importanti hub di innovazione che possono trovare soluzioni alla questione climatica.

Se fai parte anche tu degli oltre 190.000 ex studenti del Politecnico di Milano, con una donazione puoi contribuire a sostenere le attività e gli eventi gratuiti realizzati per tutti gli ex studenti dell’Ateneo. Dona ora.

Credits header: www.marzoratiarchitettura.it
Credits home: www.modulo.net

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Medaglia Giorgio Modena 2021 al prof. Metrangolo

Il professor Pierangelo Metrangolo, del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, ha ricevuto la Medaglia Giorgio Modena per l’anno 2021.

La premiazione è avvenuta durante il XXVII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana. La Medaglia, istituita nel 2019, viene assegnata ogni due anni per onorare la memoria e il lavoro di Giorgio Modena, uno dei maestri e dei pionieri della ricerca in chimica fisica organica. Il Consiglio Direttivo della Divisione di Chimica Organica ha assegnato al prof. Metrangolo la prestigiosa onorificenza con la seguente motivazione:

“Per l’originalità e il rigore metodologico delle sue ricerche sulla chimica dei composti alogenati che, partendo da studi pioneristici sulle interazioni intermolecolari deboli a base del legame ad alogeno, ha permesso il controllo fine delle proprietà e funzionalità di materiali molecolari e supramolecolari con rilevanti ricadute innovative in settori applicativi che spaziano dalla scienza dei materiali alla biologia”.

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Pierangelo Metrangolo

“È un grande riconoscimento, per uno scienziato che si occupa di interazioni intermolecolari”, commenta il prof. Metrangolo, che prosegue: “ed è un onore che condivido con i colleghi del gruppo di ricerca. In particolare con Giuseppe Resnati (del quale abbiamo parlato su MAP 9, a pagina 40) con cui ho avuto la fortuna di scoprire qualcosa di nuovo nella chimica, che verrà studiato e approfondito per decenni”.

Metrangolo si riferisce al legame ad alogeno, scoperto dai due scienziati proprio nei laboratori del dipartimento di Chimica del Politecnico di Milano alla fine degli anni 90, che ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nella nostra comprensione dei legami intermolecolari. La scoperta è stata poi approfondita al Politecnico di Milano anche attraverso diversi progetti di ricerca ERC finanziati dalla Commissione europea (per esempio, vi abbiamo raccontato di Minires, un nuovo bioelastomero peptidico, caratterizzato da eccezionali proprietà elastomeriche, nel numero 6 di MAP, a pagina 31) e sviluppata per l’applicazione industriale a partire dal 2017 grazie a Switch2Product (sempre su MAP 9, a pagina 32, vi raccontiamo cos’è l’Innovation Challenge del Politecnico di Milano e come si sviluppa il “technology readiness level” di un’invenzione).

COS’È IL LEGAME AD ALOGENO?

Nel 2013, la IUPAC ha definito il “legame ad alogeno” come l’interazione intermolecolare che coinvolge gli atomi di alogeno in una molecola come accettori di densità elettronica. Tale nomenclatura evidenzia le similitudini di questa nuova interazione intermolecolare con il ben più noto e diffuso legame a idrogeno, dal quale si distingue per una più spiccata direzionalità. Il legame ad alogeno può oggi essere considerato a tutti gli effetti come un nuovo strumento a disposizione dei chimici di tutto il mondo per progettare e realizzare nuovi materiali e nuovi farmaci (Figura 1).

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Struttura a raggi X dell’inibitore delle chinasi, tetrabromobenzotriazolo legato con i suoi 4 atomi di bromo alla proteina bersaglio (tratto da Current Opinion in Solid State and Materials Science 13(3-4):36-45; DOI:10.1016/j.cossms.2009.05.001).

“Non l’abbiamo inventato noi: la natura era già al corrente del legame ad alogeno”, ironizza Metrangolo, che prosegue: “uno degli esempi più importanti dell’utilizzo del legame ad alogeno in natura è l’ormone tiroideo, la tiroxina, che presenta 4 atomi di iodio nella sua struttura chimica, che interagiscono via legame ad alogeno con le biomolecole del nostro organismo”. La scoperta del legame ad alogeno servirà a chimici e nanotecnologi per progettare nuovi materiali sfruttando questa interazione per legare tra loro le molecole, “come se fossero mattoncini molecolari”, spiega il ricercatore, “che permettono di modulare le proprietà del materiale: per esempio nuovi farmaci, da farmaci a supporto della tiroide a antitumorali che si leghino al bersaglio con legame ad alogeno, o anche per applicazioni in cosmetica e medicina riparativa(Figura 2).

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Ingegnerizzazione della tasca idrofobica di fibrille peptidiche amiloidi mediante legame ad alogeno (immagine realizzata da Alfonso Gautieri, Politecnico di Milano).

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Il Politecnico conferisce la laurea ad honorem Marva Griffin Wilshire

“Marva Griffin ha dimostrato con la sua storia personale e il suo percorso professionale di credere fortemente nell’educazione, nello studio e nelle possibilità che la conoscenza regala”.
Sono queste le motivazioni elencate dal professor Giuseppe Finessi, docente del Dipartimento di Design, durante la cerimonia del conferimento della laurea ad honorem a Marva Griffin Wilshire.

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Credits: Politecnico di Milano

Il Politecnico di Milano le ha assegnato la laurea magistrale in Product Service System Design – Design per il Sistema Prodotto Servizio per il contributo che ha dato al mondo del design, avendo ideato anche il SaloneSatellite.

A partire dal 1998 questo evento è diventato la vetrina del Salone del Mobile dedicata alla crescita e alla promozione dei designer under 35 e di Università e Scuole di Design a livello nazionale e internazionale.

“L’attività di Marva Griffin rappresenta in modo emblematico la capacità di comprendere e governare tutte le espressioni e le fasi del design, dall’ideazione allo sviluppo, dalla realizzazione alla diffusione e comunicazione – aggiunge la professoressa Anna Meroni, coordinatrice del Consiglio di corso di studio in Design per il Sistema Prodotto Servizio del Politecnico di Milano -. Un design di cui valorizza contemporaneamente l’aspetto caratterizzante di una cultura, un paese, una generazione e le sue potenzialità industriali e, quindi, le ricadute produttive ed economiche. Sempre alla ricerca di idee, innovazioni, linguaggi e autori capaci di esprimere nuovi orizzonti e visioni, ha fatto e continua fare della loro valorizzazione la sua opera magistrale”.

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Credits: Politecnico di Milano

Nel corso delle 22 edizioni, il SaloneSatellite ha portato a Milano più di 12mila talenti emergenti e 350 scuole e Università del mondo: “Avevo un solo obiettivo, aiutare i ragazzi che conoscevo e vedevo a entrare al Salone del Mobile di Milano. Farsi vedere e far vedere al mondo la loro creatività.” ha dichiarato Griffin Wilshire.

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Ranking QS: Politecnico di Milano nella top 10 europea, primo in Italia

Il Politecnico di Milano è al primo posto tra le università italiane secondo il ranking QS – Graduate employability 2022, la classifica che valuta la capacità degli atenei di preparare gli studenti per il mondo del lavoro.  

Il nostro Ateneo, che conquista il 9° posto in Europa e il 43° nel mondo, si posiziona bene nell’indicatore occupazionale e in quello delle partnership con le imprese: in entrambi gli indicatori, il Politecnico supera infatti i 95 punti su 100. 

«Siamo fieri perché la formazione è la nostra prima missione – commenta il Rettore Ferruccio Resta al Sole24ore -. Il valore e la qualità dei nostri laureati è una condizione necessaria per il nostro Ateneo.» – E riguardo ai traguardi raggiunti aggiunge: «Ci si arriva integrando sempre più formazione e professione. Abbiamo messo in rete il Politecnico e il mercato del lavoro. E poi ci sono l’assessment center, i career day specializzati. Quello che è certo è che l’università può essere preparata alle sfide, nazionali e internazionali, del mondo del lavoro se si lega sempre di più al mondo delle imprese».

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Il QS ranking ha analizzato 679 università, classificandole in base a 5 parametri: il numero di partnership aziendali, il numero di incontri organizzati tra aziende e studenti, il dato occupazionale, numero di aziende che indicano l’ateneo in analisi come università da cui reclutano, la percentuale di Alumni e Alumnae con carriere di grande impatto.  

UNIVERSITÀ E MERCATO DEL LAVORO NEL FUTURO 

Questo risultato proietta l’Ateneo ancora più nel futuro e in Europa,  come commenta lo stesso Rettore:  

«Dobbiamo chiederci quale sarà il mercato del lavoro che avremo davanti, quali le competenze necessarie e quale il ruolo dell’università. Penso a energia e digitale che sono già nel DNA del nostro Ateneo ma anche a una maggiore contaminazione dei saperi». 

Alumni Politecnico di Milano, attraverso la community e le diverse attività ed eventi, offre infinite opportunità di contatto, relazioni professionali e confronto tra gli ex studenti del tuo Ateneo. Se ti piacciono le nostre attività, puoi donare per sostenerle.

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Polimirun Spring 2021: un messaggio dal Presidente Enrico Zio

Domenica 19 settembre il Politecnico è tornato a correre: l’adidas Polimirun Spring 2021 ha accolto nelle sue file 4.580 partecipanti, aprendo ufficialmente la stagione delle maratone di quest’anno a Milano.

“Torna, dopo tanti mesi di attesa, la PolimiRun, un appuntamento fisso per Milano e per il Politecnico. Finalmente le persone ricominciano a correre nelle strade di una città che riprende vita” aveva affermato il Rettore Ferruccio Resta.

Polimirun foto
Credits: Polimi Sport

La corsa è partita da Piazza Leonardo, sede storica del Poli, per concludersi al Campus Bovisa, dove sono stati premiati i vincitori.

Anche gli Alumni e le Alumnae hanno fatto sentire la loro presenza partecipando in tanti alla corsa. Così ha commentato il professor Enrico Zio, Presidente degli Alumni del Politecnico di Milano:

La Polimirun è un momento di incontro per tutta la comunità politecnica. Ringrazio i quasi 1000 Alumni che si sono iscritti all’edizione 2021 contribuendo, insieme agli altri più di 4500 partecipanti, a raccogliere oltre 70 mila euro per rendere sempre più sostenibili i Campus del nostro Politecnico.

polimirun foto
Credits: Polimi Sport

Ma non è finita qui: dopo l’edizione Spring, l’appuntamento per la prossima PolimiRun sarà il 7 novembre 2021, a Lecco, per l’edizione Winter!
Riscaldatevi e tenetevi pronti per prenotare la vostra pettorina: prossimamente apriranno le iscrizioni!

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Riportiamo in aria il P92, l’aula volante del Politecnico di Milano!

“Al Politecnico di Milano, le attività di volo didattiche sono andate moltiplicandosi negli ultimi anni”, spiega il prof. Lorenzo Trainelli, docente del corso di Sperimentazione in Volo. “Lo scorso anno oltre 180 studenti sono stati coinvolti in missioni di volo su velivoli quadriposto operati da Aero Club Milano, con cui abbiamo instaurato da tempo una fruttuosa collaborazione.”

In quest’attività, gli studenti sperimentano direttamente le nozioni che acquisiscono nel corso di Fondamenti di Meccanica del Volo Atmosferico e degli altri corsi della Laurea in Ingegneria Aerospaziale.

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Credits: aeroclub Milano

Ma non è tutto: una caratteristica unica dell’offerta didattica del Politecnico di Milano è la campagna di prove di volo del corso di Sperimentazione in Volo.

“In quest’attività, offerta nella nostra Laurea Magistrale in Ingegneria Aeronautica, ogni studente progetta ed esegue una missione di prova di volo, agendo come Flight Test Engineer a fianco del pilota.”

Il corso infatti espone gli studenti al processo completo del Flight Testing: dalla pianificazione, all’esecuzione pratica, all’analisi dei dati e alla reportistica.

Lo chiamiamo affettuosamente P92DAER: è un velivolo ultraleggero basico Tecnam P92 Echo con motore Rotax 912 UL, operato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali (DAER) per oltre dieci anni e poi messo a terra in seguito a un’avaria.

In collaborazione con Aero Club Milano, l’Ateneo ne ha deciso il recupero in condizioni di volo che prevedono alcuni importanti interventi. L’operazione è già cominciata: il Dipartimento ha acquistato un nuovo motore Rotax nel maggio 2021 e a breve si provvederà alla sua installazione. Ma non finisce qui.

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Credits: DAER Politecnico di Milano

P92: ABBIAMO ANCORA DA FARE!

Restano ancora da fare l’aggiunta di radio, transponder e paracadute balistico per il passaggio del P92 in categoria ‘VDS Avanzato’, la sostituzione cavi comandi di volo, una revisione generale della cellula e della struttura, più alcuni altri interventi minori. Il costo dell’operazione è di circa 25 mila euro: per portarla a termine abbiamo bisogno degli Alumni!

Una volta ultimato, il P92DAER diventerà un vero e proprio Laboratorio Volante strumentato in modo permanente per l’acquisizione di dati di volo e consentirebbe una riduzione dei costi delle ore di volo per le attività didattiche.

Avrebbe anche un forte impatto in termini di ricerca, in particolare sull’analisi dei dati sul volato per lo sviluppo di modelli predittivi, sia in ambito di progetti della Commissione europea, sia nella collaborazione con aziende e istituzioni nel comparto dell’aeronautica: sperimentazione su aerodinamica, materiali innovativi, sensori, leggi di controllo e automazione, tecniche di misura e molto altro.

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Uno studente di 50 anni fa: tra gare d’aeroplanini e disastri al tecnigrafo

Uno dei più autorevoli esperti di progettazione di sistemi e circuiti integrati e pioniere del computing a livello internazionale nasce al Politecnico di Milano. La sua carriera parte con un trauma al tavolo da disegno. Alberto Sangiovanni-Vincentelli, Alumnus ingegneria elettronica 1971, compie quest’anno 50 anni di laurea e ci racconta come tutto è iniziato…

“Credo di essere l’unica persona che si è laureata con lode ad avere due riprovati: Disegno 1 e Disegno 2.”

Ero un vero disastro, ero arrivato al punto che le tavole che ci davano da fare a casa le facevo con l’aiuto di mia madre. Lei era un’artista e la ricordo, oggi con allegria (all’epoca ero disperato), aiutarmi con il disegno di uno stabilimento in prospettiva, mentre io mi dicevo “non ce la farò mai!”. Avevo quasi ragione. Al primo esame di Disegno 1, l’assistente venne vicino a me e guardando il mio lavoro mi disse, sconsolato: “Sangiovanni, ma tu cosa ci fai al Politecnico? Non riesci neanche in disegno”.

All’esame di Disegno 1, dovevamo disegnare un trampolino in prospettiva al tecnigrafo, ma 5 minuti prima di consegnare mi accorsi che il foglio era finito… e completai il disegno sul banco. Quella volta fui uno dei 5 bocciati sui 2000 iscritti all’esame.

All’esame di Disegno 2, invece, ti davano un pezzo meccanico, estratto a sorte, da disegnare. Il mio era una coppa dell’olio. Faccio il disegno, andava anche abbastanza bene… avevo quasi finito… poi prendo il pezzo e lo metto a testa in giù per guardarlo. Ma indovinate cosa c’era nella coppa dell’olio? Olio, ovviamente. Una goccia d’olio nero colata sul mio foglio. Bocciato di nuovo. Il professor Zucchelli, ordinario di disegno, gran persona, si prese a cuore il mio caso e a settembre mi fece lezioni private di disegno nel suo ufficio. Alla fine, riuscii a prendere un bel 28, dopodiché non ne volli più sapere niente per tutta la vita. Da allora, mi sono costruito una carriera in modo tale che la parte grafica dei progetti fosse tutta fatta al calcolatore!

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Credits: galileo.eu

Ai miei tempi avevamo dei professori che erano maestri del pensiero. Uno che ricordo è Giuseppe Grandori, che faceva Scienza delle Costruzioni, che non ci azzeccava molto con il mio corso di studi, ma lo seguii con grande impegno perché le sue lezioni erano splendide sia per contenuto tecnico sia per le implicazioni in grande della ingegneria. Precorrendo i tempi di 50 anni, già all’epoca parlava del valore etico delle decisioni che prendi in ingegneria, qualsiasi decisione che prendi ha un impatto sulla vita delle persone.

Oggi, questo è diventato un tema di grande attualità in tutto il mondo. E poi Mario Silvestri, ordinario di Fisica Tecnica. Lo ammiravo moltissimo perché, oltre a essere un ottimo fisico chimico, era anche uno storico di chiara fama, considerato come il miglior esperto della Prima guerra mondiale. La mia carriera ha radici anche in queste lezioni di cultura e di etica che solo al Poli si potevano avere, per non parlare delle lezioni di Francesco Carassa che forse sono state quelle che mi hanno spinto a cercare delle valenze industriali nella mia propensione alla teoria.

Ricordo con affetto il Dipartimento. Il professore con cui feci la tesi si chiamava Vito Amoia: fu lui a determinare, in un certo senso, quello che avrei fatto “da grande”. Amoia aveva notato che il mio compagno Santomauro, che divenne uno dei miei migliori amici, ed io eravamo interessati alla carriera universitaria, e quindi ci chiese di tenere le esercitazioni del suo corso su Teoria delle Reti.

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Il prof. Alberto Sangiovanni-Vincentelli e il prof. Mauro Santomauro, il giorno della laurea

È così che ci ritrovammo a fare gli assistenti al quarto anno e io mi resi conto che mi piaceva molto insegnare, ma non mi pareva essere bravo a farlo, anzi pensavo di essere proprio un cane. In un certo senso, questa esperienza mi insegnò che in tutto ci si deve impegnare e ci si deve sacrificare fino a raggiungere un livello soddisfacente.

Infatti, dopo aver insegnato dal 1976 a Berkeley, feci riprendere in video le mie lezioni e studiai il modo di rendere la mia esposizione più fluida ed interessante. Come risultato, nel 1981 vinsi il “Distinguished Teaching Award” alla University of California, Berkeley, il più prestigioso tra i premi per l’insegnamento nella mia Università.

Ma la cosa che ricordo con maggior orgoglio è la vittoria in una competizione molto meno formale: il lancio degli aeroplanini di carta, dall’ultimo piano della Nave, competizione che si svolgeva prima delle esercitazioni del pomeriggio al biennio.

Anche tu festeggi il tuo anniversario di laurea nel 2021? Allora lascia una tua foto e una tua testimonianza sul nostro wall.