L’Alumna Marzia Bolpagni riceve il Women of the Future award nel Regno Unito

Il premio è l’ennesimo di una lunga lista che ha fatto definire Bolpagni “una stella in Inghilterra”

Il 2021 di Marzia Bolpagni, Alumna dottorata al Politecnico di Milano nel 2018, è stato ricco di premi e riconoscimenti: l’ultimo conquistato è stato il britannico Women of the Future Award nella categoria Real Estate, Infrastructure & Construction.

marzia bolpagni
Credits: www.womenofthefuture.co.uk

Bolpagni vive nel Regno Unito da 4 anni e, dopo la gavetta, all’inizio del 2021 è diventata la guida dell’implementazione digitale internazionale in Mace, azienda edile e di consulenza che, tra gli altri progetti, ha anche costruito il celebre London Eye. In pochissimo tempo si è fatta notare nel settore diventando – come la definisce Forbes in una recente intervista– “una stella in Inghilterra”.

Oltre al riconoscimento come Woman of the Future, ci sono infatti da aggiungere alla palmarès dell’Alumna anche la nomina a ingegnere dell’anno per la Royal Academy of Engineering, la vittoria come professionista emergente decretata dall’Associazione di consulenza e ingegneria inglese (Ace), la medaglia Sir George Macfarlane per l’eccellenza del suo lavoro nella digitalizzazione delle costruzioni e la presenza nella lista delle 50 donne più influenti nella tecnologia nel Regno Unito secondo il Financial Times.

“Il mio intento è quello di continuare a motivare i giovani e cambiare in loro la percezione del settore delle costruzioni, far capire che è un settore aperto a tutti e c’è molto da fare non solo in cantiere ma a livello di gestione delle informazioni e digitalizzazione durante l’intero ciclo di vita delle opere”, commenta Bolpagni in un’intervista.

Quella a cui si riferisce l’Alumna è una digitalizzazione che non si limita al passaggio dal cartaceo al virtuale, ma che diventa fondamentale in termini di sostenibilità, dal momento che il settore edile è responsabile del 40% delle emissioni di CO2.

marzia bolpagni
Credits: forbes.it

“Entro il 2050 il pianeta conterà 10 miliardi di persone, di cui il 70% nelle città. L’impatto del settore delle costruzioni sarà molto forte. – continua Bolpagni su Forbes -. Faccio un esempio. Alla Cop26 è stato spiegato che, per un edificio commerciale di nove piani, sostituire una facciata in alluminio con una mista alluminio-legno ha lo stesso impatto ambientale di 350 persone che passano a una dieta vegana per due anni e mezzo. Il settore delle costruzioni è molto imprevedibile, mentre per rispondere alla crisi climatica è necessario un processo prevedibile e controllato, simile a quanto accade nella manifattura. La digitalizzazione permette di gestire e controllare questo processo.”

Si tratta, in pratica, di un’evoluzione del progettare e del costruire che passa da una gestione delle informazioni attraverso un approccio digitale.

Davanti all’osservazione che “quando si parla di ingegneri, la mente corre a un uomo di mezza età con la pettorina gialla”, l’Alumna non ha dubbi:

“Proprio per questo dobbiamo cambiare questa percezione. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni vedano il nostro settore come accogliente. Dobbiamo attrarre nuovo talento per affrontare problemi complessi come il cambiamento climatico.”

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