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5 politecnici illustri nel mondo dell’architettura e del design

Oggi vogliamo parlare di cinque profili di Alumni e Alumnae che sono diventati celebri architetti e designer, e che hanno dato un contributo fondamentale alle loro “materie”. Lo faremo raccontandoli a partire dalle loro parole, perché “le persone cambiano, ma caratteri e virtù si tramandano”, soprattutto se si tratta di valori politecnici.

Prima di iniziare, una doverosa premessa che facciamo sempre quando stiliamo queste liste: non si tratta di una classifica. Riassumere questi grandi professionisti in poche righe è riduttivo, e sicuramente ci sono tanti altri Alumni che hanno dato un contributo fondamentale che vi vengono in mente. Per questo vi esortiamo a farceli presenti nei commenti: saremo felici di scrivere una seconda “puntata”!

GAE AULENTI

«Mi fa imbestialire la ghettizzazione in genere. A cominciare da chi dice: come architetto ho preso una donna»

Laureata nel 1953, Gae Aulenti comincia la sua carriera da progettista in un momento di profonda evoluzione della cultura architettonica italiana. Dopo la laurea al Politecnico, si avvicina a due dei principali luoghi di elaborazione teorica sull’architettura dell’epoca.

gae aulenti

L’architettura per Aulenti guarda avanti, oltre alle condizioni di genere da cui liberarsi e verso un nuovo destino da progettare e da costruire con il sapere. Rifiuta l’idea della “donna-architetto”, che trova ghettizzante: parlare di architettura e design di genere, per lei, rafforza l’idea che queste due specialità per le donne siano qualcosa che le circoscrive alle superfici e ai decori, mentre il cuore e lo scheletro del progetto sono riservati a progettisti uomini.

Leggi il testo completo: 5 Alumnae politecniche che hanno fatto la storia

LILIANA GRASSI

”L’architettura, per me, è essere, proposta di libertà costantemente controllata, difesa con lo studio della storia, con la prudenza della ricerca, con la solitudine della fantasia, con il raccoglimento disinteressato…”  

Alumna in architettura nel 1947, si laurea con Ambrogio Annoni, di cui sarà assistente per diversi anni sia in cattedra che in cantiere. Anni dopo inizia a insegnare Restauro dei monumenti. Illustre figura della cultura lombarda e italiana, Liliana Grassi ricopre vari e prestigiosi incarichi istituzionali ottenendo rico­noscimenti soprattutto per il grande contributo pratico e teorico da lei portato nel campo del restauro. La sua realizzazione più importante è il restauro dell’antico Ospedale Maggiore di Milano, distrutto dai bombarda­menti del 1943 e poi adattato a sede dell’Università degli Studi, connotato dal rigore filologico, l’amore e il rispetto per l’oggetto artistico.

liliana grassi architettura
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”

Fonte: “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”

FRANCA HELG

“Il dettaglio è fondamentale per la definizione dell’insieme, il dettaglio può determinare un progetto e certamente lo caratterizza. Il risultato complessivo dell’opera è connesso ai dettagli, per disegno e qualità. Il dettaglio incide sui valori spaziali e volumetrici del costruito.”

Laureata nel 1945, dopo la laurea si associa con Franco Albini, al quale rimarrà legata fino alla morte di quest’ultimo. Nel suo lavoro progettuale, Franca Helg ha sempre mostrato una cura meticolosa per il dettaglio, fondendo modernità e classicità, razionalità e creatività, dando vita ad opere connotate da eleganza e semplicità, slegati dalle mode culturali del momento. Oltre a questo c’era il design industriale: Helg ha creato vasi, maniglie, sedie, lampade da sospensione, da scrivania, da terra, e la poltrona di giunco e midollino Primavera.

Franca Helg
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”

L’insegnamento di Composizione Architettonica ha rappresentato una parte importante nella sua vita: prima all’istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) poi al Politecnico di Milano, dove divenne ordinaria nel 1984.

Fonti: L’Enciclopedia delle donne; Corriere della Sera

GIO PONTI

“Costruire, non ricostruire”

Con questa frase – sulla rivista stile del 1945 che aveva fondato e di cui era direttore – Gio Ponti sottolineava che solo ricostruendo non si sarebbe potuto dare una casa a tutti nell’immediato dopoguerra: c’era una notevole quantità di lavoro arretrato da fare.

Gio Ponti
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”

Pittore, decoratore e designer, nel 1928 aveva fondato la rivista Domus su cui nel 1952 scriverà: “Torniamo alle sedie-sedie, alle case-case, alle opere senza etichette, senza aggettivi, alle cose giuste, vere, naturali, semplici e spontanee”. Due anni dopo creò il premio Compasso d’oro. Insegnò a lungo alla Facoltà di architettura del Politecnico dove costruì gli edifici Trifoglio e Nave. Suoi anche il Grattacielo Pirelli (1960) e la sedie “Superleggera”.

Fonte: “The Polimi Guide”

MARCO ZANUSO

“Nessuna forma esiste disgiunta dal colore, come nessun colore è pensabile se non applicato a una forma”

Architetto, urbanista e designer, Marco Zanuso si laurea in architettura nel 1937 al Politecnico di Milano, dove poi tornerà in veste di professore a partire dal 1969.

Nel corso della sua attività professionale, rivolge particolare attenzione al rapporto tra architetto e industria, tra progetto e sperimentazione, tra funzioni del prodotto, forma e materiali. Dà vita a una vastissima produzione di oggetti – dai mobili Arflex e Gavina, agli apparecchi radiotelevisivi Brionvega, alle macchine per cucire Borletti -, per i quali ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui sette Compassi d’oro e sei premi internazionali alla Triennale di Milano; diversi suoi pezzi sono presenti anche nella collezione del Museum of Modern Art di New York.

Marco Zanuso
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”

Zanuso era prima di tutto un “architetto di pensiero”, sempre pronto a ridefinire codici, a scardinare convenzioni. Il suo pensiero si proiettava in avanti, ma non tradiva mai l’ambizione di rivoluzionare il quotidiano, con immediatezza e semplicità.

Fonti: “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
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Al via ECCSELLENT, il progetto PNRR per la riduzione di CO2 atmosferica

Hanno preso il via lo scorso dicembre le attività legate al progetto “ECCSELLENT – Development of ECCSEL – R.I. ItaLian facilities: usEr access, services and loNg-Term sustainability”, finalizzato a rafforzare le strutture di ricerca italiane nell’ambito della cattura, utilizzo, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica.

Si tratta di un tema di particolare importanza nell’ambito degli sforzi per mitigare i cambiamenti climatici: accanto al miglioramento dell’efficienza energetica e allo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili, infatti, le tecnologie CCUS (CO2 Capture, Utilisation and Storage – Cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2) sono state identificate come una misura strategica in uno scenario a ridotte emissioni di carbonio.

ECCSELLENT
Credits: https://www.progressinresearch.polimi.it

Per i prossimi 3 anni il progetto ECCSELLENT, nato nel contesto della rete europea ECCSEL, si occuperà quindi di sviluppare nuove tecnologie ed infrastrutture di ricerca in ambito CCUS, al contempo potenziando, favorendo l’accesso, i servizi e la sostenibilità dei laboratori della rete che già operano nella filiera del CCUS, permettendo di rafforzare l’eccellenza scientifica e fornendo al sistema nazionale della ricerca gli strumenti necessari per promuovere la decarbonizzazione dell’industria, una delle grandi sfide della società.

ECCSELLENT sarà finanziato con 16,5 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR – Next Generation EU. I partner, coordinati dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, sono Università di Bologna, Politecnico di Milano (in collaborazione con il LEAP, il centro di ricerca operante nel settore energetico-ambientale fondato dal Politecnico di Milano), l’ENEA e il Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR.

Grazie a questo importante progetto, il Politecnico di Milano si doterà di un impianto pilota mobile per svolgere attività di ricerca applicata relativa a processi di cattura della CO2, fondamentali per la decarbonizzazione dei settori industriali più energivori (hard-to-abate)

hanno dichiarato Manuele Gatti e Matteo Carmelo Romano, docenti del Dipartimento di Energia del Politecnico.

Scopri tutto sulla ricerca politecnica di frontiera e sui temi definiti dalla Commissione Europea nell’ambito del Recovery Plan. Visita il sito Next Generation EU del Politecnico di Milano.

Foto di Marcin Jozwiak su Unsplash

Il genio dell’Alumnus Gianfranco Ferré in mostra a Los Angeles 

Dall’8 febbraio al 15 maggio all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles sarà in esposizione un pezzo della storia della moda italiana nella mostra “Gianfranco Ferré. Design Principles”, curata dal Centro di Ricerca Gianfranco Ferré del Politecnico di Milano, costituito a dicembre 2021 a seguito della donazione della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della storica Fondazione Gianfranco Ferré. 

Leggi di più: https://alumni.polimi.it/2021/12/07/al-politecnico-di-milano-nasce-il-centro-di-ricerca-gianfranco-ferre/  

L’esposizione mira a esplorare l’approccio unico di Gianfranco Ferré al fashion design attraverso una selezione di disegni e di capi iconici, offrendo al visitatore un’esperienza immersiva arricchita dalla connessione digitale con l’archivio Ferré attraverso immagini e video che approfondiscono il racconto stesso della mostra. 

ferré

Il DRAWINGS WALL, la rassegna di disegni esposti, è un viaggio nella visione del fashion design di Ferré, inteso come processo dinamico, continua ricerca di sintesi tra arte e scienza, ispirazione e rigore compositivo, contenuti culturali e innovazione tecnica. 

I capi in mostra condurranno il visitatore in un percorso esperienziale nella ricerca stilistica di Ferré, lungo un itinerario in cui i principi del design si materializzano nelle infinite variazioni sull’archetipo della camicia bianca, vera e propria icona dell’opera creativa dello stilista. 

“‘Design Principles’ è la prima iniziativa di mostra dall’istituzione del Centro di Ricerca al Politecnico e ha rappresentato per questo un’occasione di riflessione sui principi progettuali sottesi al lavoro di Gianfranco Ferré, così rappresentativi della cultura politecnica e di quella continua tensione ad armonizzare cultura tecnico-scientifica e artistica. Questa mostra ci offre anche l’opportunità di condividere alcune primissime sperimentazioni di ricerca che condurranno nel prossimo triennio allo sviluppo di un ambizioso progetto di “archivio aumentato”. 

afferma Paola Bertola, docente di Design al Politecnico di Milano. 

I disegni e le camicie in mostra fanno parte dell’archivio dello stilista, riconosciuto patrimonio “di particolare interesse culturale” da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, e oggi parte del sistema Archivi Storici del Politecnico di Milano. 


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Diciamo sul serio: taxi volanti a Milano entro 3 anni

Per citare un grande scienziato (non politecnico, ahimè), “dove andiamo noi non ci servono strade”. Però ci servono i vertiporti, ovvero le strutture necessarie per il decollo e l’atterraggio dei taxi volanti – per il momento si parla di velivoli piccoli, adatti al massimo al trasporto di due persone e un bagaglio, in un prossimo futuro veri e propri pullmini volanti, a decollo e atterraggio verticale.

A Milano è già in programma la costruzione di due vertiporti all’interno della città, a Citylife e Porta Romana, e altri due nei maggiori aeroporti, a Linate e Malpensa. I lavori per costruirli partiranno nel 2024 e i primi voli sono attesi per il 2026, in occasione dei Giochi olimpici invernali. Il Politecnico di Milano per conto di SEA, maggiore azionista della newco responsabile della progettazione, costruzione e gestione dei vertiporti, ha analizzato in uno studio di fattibilità le aree in Lombardia adatte ad accoglierli: 9 zone urbane e altre 6 in tutta la regione, dando precedenza ai capoluoghi di provincia.

Nel 2026 raggiungere via cielo il centro di Milano partendo da Malpensa potrebbe costare circa 120 euro a testa. Successivamente il prezzo dovrebbe assestarsi intorno agli 80 euro, competitivo con un noleggio auto con conducente. Si va nella direzione di un consolidamento del servizio entro i prossimi 10-20 anni: secondo i ricercatori del Poli, si stima che nel 2030 viaggeranno su taxi volanti circa 2 mila passeggeri al giorno.

Per quanto riguarda i veicoli veri e propri, invece, ormai ci siamo, ci spiega Alex Zanotti, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali:

“Dal punto di vista tecnologico non vedo particolari difficoltà, perché partiamo da una base di conoscenze in ambito aeronautico ben nota. Queste macchine (note come eVTOL, acronimo di electric vertical take-off and landing, n.d.r.) voleranno a breve. Si stanno concentrando gli sforzi per l’obiettivo delle Olimpiadi di Parigi 2024 e quelle invernali di Cortina e Milano 2026, per creare degli aerotaxi che colleghino gli hub aeroportuali ai luoghi dove si terranno le competizioni sportive, come gli stadi”.

I ricercatori oggi si concentrano sui temi dell’indotto attorno a questa nuova realtà, sulla parte software (alcuni di questi velivoli saranno comandati automaticamente, ci spiega Zanotti), sulle certificazioni, sui piani regolatori del traffico aereo cittadino e sull’aspetto psicologico, da non sottovalutare in nessun caso, soprattutto nell’ambito della guida autonoma. Le applicazioni spaziano dal turismo, alla supply chain, al sociale, per esempio a servizi cittadini di ambulanze volanti.

Credits header: Corriere della Sera

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MIT e Politecnico insieme grazie al progetto Rocca

È entrato nel vivo il progetto “Towards the Smart Villages of Italy” finanziato da MIT – Italy Roberto Rocca Project-Politecnico di Milano.

Gli studenti e i docenti del MIT hanno condotto dieci giorni di attività sul campo, viaggiando in alcune delle aree economicamente più svantaggiate e povere d’Europa nella Sicilia interna (Favara, Vizzini e Centuripe), esplorando il ruolo dei beni culturali, della digitalizzazione e del lavoro a distanza come strumenti per promuovere nuove forme di sviluppo sostenibile. In questa prospettiva la transizione digitale è un’opportunità da non perdere. La classe ha confrontato anche analoghe condizioni di marginalità nelle Alpi (Valtellina, Tirano e Teglio). Gli studenti stanno ora lavorando ai loro progetti finali, concentrandosi su alcuni temi come: metriche spaziali dell’abbandono in Sicilia, proposta per un piano regionale del lavoro a distanza in Valtellina, sensibilizzazione digitale delle piccole imprese, opportunità della Valtellina in vista delle imminenti Olimpiadi invernali e linee guida di progettazione su turismo e produzione alimentare in Sicilia.

dusp mit
https://dusp.mit.edu/news/smart-villages-italy

Il progetto è stato sviluppato dalla Prof.ssa Giovanna Fossa (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito) insieme al Prof. Brent Ryan (MIT Department of Urban Studies and Planning) che afferma:

È la prima volta che il MIT organizza in Italia un corso di pianificazione urbanistica sul tema dello spopolamento e del patrimonio storico diffuso. Gli studenti sono stati esposti a contesti nuovi e unici che testimoniano la ricchezza culturale delle aree interne italiane, ma anche la fragilità di un territorio economicamente e demograficamente impoverito.

Il gruppo di ricerca di questa collaborazione MIT-Politecnico include il ricercatore in urban planning del MIT Carmelo Ignaccolo, la ricercatrice in restauro Cristina Boniotti (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano) e l’assegnista di ricerca in telecomunicazioni Andrea Pimpinella (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano).

Credits home: https://www.caldana.it/

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Encubator: il Poli premia le start-up che combattono il cambiamento climatico 

7 start-up, 280mila euro di finanziamenti e un progetto, Encubator, nato per premiare l’innovazione di quelle aziende che si concentrano sullo sviluppo sostenibile. 

Le vincitrici, aziende italiane e straniere (con l’immancabile “quota Alumni” del Politecnico), sono state annunciate l’11 gennaio 2023, tra ben 168 candidature provenienti da tutto il mondo da parte di spinoff universitari e start-up early stage, capaci di offrire soluzioni alle principali sfide negli ambiti Climate Tech e sostenibilità, per accelerare la transizione energetica verso un modello di sviluppo «carbon free» e rendere più sostenibili ambienti urbani e trasporti, per ridurre gli sprechi verso un modello di economia circolare. 

encubator
Credits: Polihub

Il compito di valutare i migliori progetti per questa prima edizione di Encubator è spettato a una giuria composta da rappresentanti del Politecnico di Milano, PoliHub e Camera di commercio e di ciascuno dei Partner e degli Sponsor del programma, oltre che da diversi esperti provenienti dal mondo dell’industria, del venture capital e della tutela della Proprietà Intellettuale. 

“Ogni giorno ci giungono notizie allarmanti sulla crisi climatica ma pochi propongono soluzioni. Noi abbiamo deciso di darci da fare per trovarle. Quasi 170 startup hanno risposto al nostro appello con proposte concrete. Le sette vincitrici sono state giudicate le più pronte a realizzarle. Con questa prima edizione di Encubator avviamo un percorso per individuare le persone più brillanti, capaci di realizzare tecnologie utili a combattere la crisi climatica”,

afferma il CEO di PoliHub, Enrico Deluchi. 

LE 7 START-UP VINCITRICI DI ENCUBATOR

Hanno vinto il grant di Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: 

  • AraBat – trasforma le batterie agli ioni di litio esaurite in nuovi prodotti utilizzando le arance (PNI) 
  • Gaia Turbine – ha sviluppato una microturbina idroelettrica plug-and-play, ideale per acquedotti e deflussi minimi vitali, con un’efficienza superiore al 90%. 
  • Kinsect – vuole salvare il pianeta producendo proteine dall’economia circolare, grazie all’allevamento di insetti, con soluzioni tecnologiche innovative e proprietarie. 
  • Reco2 – composta dagli Alumni Désirée Farletti, Luca Spiridigliozzi e Daniele Nora – trasforma gli scarti industriali in materiali innovativi per la bioedilizia. 
  • Volta Structural Energy – sviluppa la nuova generazione di batterie strutturali per l’aerospazio e automotive garantendo sicurezza e risparmio di massa e volume 

A ReHouseit, startup che rimodella la natura degli spazi adattando materiali e tecnologie avanzate nel settore delle costruzioni, il grant di BCC Milano, Partner di Encubator, mentre a H2go Technology, startup che produce celle a ossidi solidi per consentire la transizione energetica guidata dall’idrogeno, è andato il grant di Innovatec, Partner di Encubator. 

Le realtà vincitrici, oltre a ricevere il grant di finanziamento da 40.000 euro, parteciperanno al programma di accelerazione gestito da Polihub della durata di 4 mesi a sostegno della crescita tecnologica e della validazione della loro struttura di business e avranno accesso al network di aziende, founder, mentor, subject matter expert e investitori del mondo imprenditoriale, dell’energia e dell’economia circolare.  

Visione, talento e tecnologia sono ingredienti essenziali per la transizione verde. I vincitori della prima edizione di Encubator hanno raccolto la sfida di un’innovazione sostenibile e tecnologica che ha a cuore non solo le ricadute ambientali ma anche quelle economiche e sociali. Questo programma può dare risposte concrete e d’avanguardia alle sfide del Climate Tech e della sostenibilità, promuovendo un modello di sviluppo circolare”

aggiunge Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano. 

Credits home: Foto di Appolinary Kalashnikova su Unsplash

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L’Alumna Marzia Bolpagni eletta donna dell’anno 

Nel 2021 l’avevamo lasciata con il titolo “stella dell’ingegneria” da parte di Forbes e con lungo elenco di premi vinti (gli ultimi erano stati i britannici Women of the Future Award e il premio come ingegnere dell’anno da parte dell’a Royal Academy of Engineering). A questi, c’è poi da aggiungere tanta voglia di fare.  

Bolpagni, Alumna dottorata nel 2018, vive nel Regno Unito da 5 anni e oggi guida l’implementazione digitale internazionale in Mace, azienda edile e di consulenza che, tra gli altri progetti, ha anche costruito il celebre London Eye. Ma i riconoscimenti non si fermano qui, perché anche il 2022 per Marzia si è rivelato ricco di soddisfazioni: è stata inserita infatti dalle giornaliste e dai giornalisti del Corriere della Sera nella lista delle 50 donne che hanno segnato il 2022.  

“La sua ambizione: colmare il divario tra accademia ed industria. È a capo della commissione di Standardizzazione e Modellazione del gruppo europeo di computazione per le costruzioni (EC3). Guida anche un gruppo di lavoro europeo sulla digitalizzazione delle costruzioni dove rappresenta l’Italia (UNI) ed è l’autrice di riferimento dello standard europeo EN 17412-1 sulla definizione del livello di fabbisogno informativo.” 

Nel corso di quest’anno, l’Alumna ha anche vinto anche il Rising Stars Award, che premia i migliori 5 professionisti nella categoria Infrastructure, Transport & Logistics. 

marzia bolpagni
Credits: Linkedin

«Il gender gap? È un problema da risolvere e spero che il mio percorso possa motivare tante donne a intraprendere o continuare una carriera nella digitalizzazione dell’ambiente costruito, una carriera in salita ma ricca di soddisfazioni!»  aggiunge Bolpagni al Corriere della Sera. 

Girls@Polimi: con una donazione libera (scegli tu la cifra!) contribuisci insieme ad altri donatori a creare borse di studio per sostenere una o più studentesse che inizieranno a frequentare il primo anno di Laurea Magistrale dei corsi di Ingegneria che oggi hanno una bassa frequenza femminile. Dona ora

Credits home: Corriere della Sera

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L’Alumnus Renzo Piano dona il suo archivio al Politecnico di Milano 

“Devo tutto all’Università: è lì che sono cresciuto davvero. Che ho imparato tutto”. Così Renzo Piano spiega al Corriere della Sera la sua decisione di donare al Politecnico di Milano il suo archivio, che ha trovato casa al primo piano di uno degli edifici più celebri e amati dagli Alumni, la Nave. 

Qui sono stati riservati 350 metri quadrati alla Fondazione Renzo Piano tra schizzi, disegni e dossier cartacei, che diventeranno una miniera d’oro per gli aspiranti architetti dell’Ateneo.  Lo spazio ospita, come dichiara la Fondazione su Linkedin, “una biblioteca, il fondo ‘Archivio Renzo Piano Architetto 1964 – 1977′ e spazi flessibili dedicati ad attività di laboratorio, studio, incontri e lezioni, per avvicinare in maniera diretta i giovani all’esperienza di oltre 60 anni di ‘fare architettura’ di Renzo Piano e dei suoi collaboratori.” 

archivio renzo piano
Credits: Fondazione Renzo Piano

Ma la presenza dell’Alumnus al Politecnico di Milano sarà anche fisica. Per cinque anni Piano vestirà, per la prima volta nella sua carriera, anche i panni dell’insegnante: 

“So quanto sia importante la cultura pedagogica italiana che accende la creatività nascosta nei giovani, da don Milani a Mario Lodi, da Loris Malaguzzi a Franco Lorenzoni: non so se ne sarò all’altezza. Tranne una breve esperienza all’Architectural Association School di Londra, ho tirato su nel mio studio e nel mio ufficio al Senato un sacco di giovani architetti, ma non ho mai ‘insegnato’ davvero. Ho però un sacco di storie da raccontare, storie vere. Che potrebbero essere interessanti” 

racconta l’Alumnus al Corriere della Sera. E aggiunge: 

“Partirò dai miei errori. Vorrei confessare reticenze, omissioni… Se riesco a essere sincero fino in fondo, perché i ventenni se ne accorgono subito quando li imbrogli, possono succedere cose miracolose. La prima sarebbe distruggere la distanza tra me e i giovani. Abbattere il muro di soggezione, diciamo pure di riverenza, che spesso esiste verso uno come me. E loro potranno sentirsi liberi di intervenire, far domande, criticare”. 

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Renzo Piano presenta il master plan Bovisa-Goccia

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Meta sceglie il Politecnico per uno studio su rischi e opportunità del Metaverse 

QUESTA NEWS È STATA SCRITTA UTILIZZANDO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. COSA NE PENSATE? 

Gli ex studenti del Politecnico di Milano saranno entusiasti di sapere che l’azienda leader nello sviluppo della metaverse, META, ha scelto il loro prestigioso istituto di istruzione per condurre uno studio sull’impatto della metaverse sulla società e sull’economia. 

La metaverse, un termine che si riferisce a un universo virtuale in cui gli utenti possono interagire in modo immersivo, sta rapidamente diventando una realtà. META, con il suo team di sviluppatori altamente qualificati, sta lavorando a pieno ritmo per creare una metaverse che sarà accessibile a tutti. Tuttavia, ci sono ancora molte domande senza risposta riguardo gli effetti a lungo termine della metaverse sulla società e sull’economia. 

È qui che entra in gioco il Politecnico di Milano. Con la sua reputazione di eccellenza nei campi della tecnologia e dell’innovazione, il Politecnico è il partner ideale per affrontare queste domande critiche. Il team di META lavorerà a stretto contatto con il Politecnico di Milano per condurre studi e analisi che forniranno risposte concrete sull’impatto della metaverse sulla società e sull’economia

Gli ex studenti del Politecnico di Milano potranno essere orgogliosi del fatto che il loro istituto di istruzione sia stato scelto per questo progetto di ricerca di grande importanza. Questa collaborazione rappresenta un’opportunità unica per gli ex studenti di essere coinvolti in questa importante ricerca e di contribuire alla crescita sostenibile della metaverse. 

META e il Politecnico di Milano sono entusiasti di lavorare insieme su questo progetto e sperano che i risultati della ricerca saranno utilizzati per informare le decisioni su come sviluppare e utilizzare in modo responsabile la metaverse. Siamo ansiosi di vedere cosa verrà scoperto e come queste scoperte potranno aiutare a guidare il futuro della metaverse. 

Credits home/header: https://www.automazionenews.it/

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Accordo tra Atlante e Politecnico di Milano

Il Politecnico di Milano e Atlante, società del Gruppo NHOA (NHOA.PA, ex Engie EPS) dedicata all’infrastruttura di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici, hanno firmato un accordo di attuazione per la realizzazione di un laboratorio di ricerca e test per l’innovativa eStation di Atlante.

L’accordo rientra nella collaborazione tra il Gruppo NHOA e il Politecnico e in particolare nell’ambito della partnership Joint Research Centre (JRC).

Il laboratorio di ricerca sarà un ambiente di test dotato dei migliori e più avanzati strumenti, in cui dottorandi, giovani ricercatori, docenti del Politecnico di Milano e i team R&D di Atlante, NHOA e Free2move eSolutions, in qualità di fornitore della tecnologia, collaboreranno per testare le funzionalità e le caratteristiche della eStation di Atlante, una nuova e altamente innovativa combinazione di punti di ricarica rapida e ultra-rapida supportati da stoccaggio a batterie e alimentati da un sistema di pannelli solari.

Investire in infrastrutture di ricerca e in progetti di ricerca a lungo termine con partner industriali come NHOA è il segreto per riuscire a creare conoscenza e trasferire il know-how dall’università alla società, contribuendo inoltre a formare ricercatori e tecnici per renderli competenti nelle tecnologie di domani. Siamo estremamente soddisfatti di questa iniziativa che ci consente di essere sempre più preparati ad affrontare la sfida tecnologica della ‘mobilità sostenibile’, un campo di ricerca in cui il Politecnico di Milano e NHOA sono in prima linea,

ha dichiarato Daniele Rocchi, Delegato del Rettore per i rapporti con le imprese del Politecnico di Milano.

Noi di Atlante siamo entusiasti di questa opportunità: il laboratorio di ricerca e test offrirà sia a noi che agli studenti e ricercatori del PoliMi un ambiente di co-creazione in cui mettere a punto soluzioni innovative nel campo della ricarica rapida dei veicoli elettrici, portando sicuramente la nostra eStation a un livello superiore,

ha commentato Stefano Terranova, CEO di Atlante.

L’avvio della fase di costruzione del laboratorio di ricerca è previsto per la fine del 2022, con l’obiettivo di dare il via alle procedure di test all’inizio del 2023.