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La voce degli studenti: i rappresentanti 

Come si svolge la vita da rappresentante degli studenti? Cosa spinge alcuni studenti a candidarsi? Quali sono le istanze che portano avanti e come conciliano la vita da studente e quella da rappresentante? Abbiamo selezionate le risposte di alcuni di loro, per un piccolo racconto corale.

Quando e perché hai scelto di candidarti a rappresentante degli studenti?

  • Lorenzo Ghettini, 1° anno della Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica  

Ho scelto di candidarmi come rappresentante degli studenti a febbraio 2021. Dopo un anno di pandemia, un anno intero chiuso in casa, ho deciso che non appena ritornato al Politecnico avrei assolutamente dedicato la maggior parte del tempo possibile a dare a tutti ciò che io non ero riuscito ad avere per un anno e mezzo: una vita universitaria in presenza. Come rappresentante impari a lavorare in gruppo, a gestire situazioni di crisi, a discutere con i compagni in continuazione per trovare la strada vincente. La vita extra-studio è quel pezzo in più che rende completo il puzzle esperienziale dello studente, e lo rende sveglio.  

Come si svolge una giornata tipo da rappresentante?

  • Jonathan Wolff, Ingegneria della Mobilità,1° anno magistrale 

Sveglia presto al mattino e si va a lezione, qualche veloce occhiata al telefono per rispondere a mail da parte di qualche docente o membro del personale o messaggi su Instagram, Telegram o Whatsapp da parte degli studenti. Poi una pausa tra una lezione e un’altra e si chiacchiera coi propri compagni di corso, a volte anche di argomenti vissuti in prima persona come rappresentante (notizie, incontri, opinioni), si riprende la lezione e quando questa finisce si tira fuori la schiscetta e si mangia in compagnia (in caso di schiscetta dimenticata o non preparata: pranzo in qualche baracchino o bottega di street food). Poi caffè, partita a scopone scientifico o briscola a chiamata e si riprendono le lezioni. Altre pause, altri scambi di mail e messaggi. A fine lezioni c’è sempre una qualche attività da rappresentante: un incontro istituzionale, un’assemblea studentesca o un confronto – seguito o intermezzato da un aperitivo – con i compagni di lista, infine si torna a casa a cenare e forse ci si trova poi con gli amici. A fine giornata una stanchezza immensa, ma anche una gran bella soddisfazione! Ci sono poi occasioni che ci portano lontano dall’università, per parlare dell’università! Ultimamente siamo stati a Berlino per partecipa re allo Student Forum, l’organo di rappresentanza degli studenti di ENHANCE, un’alleanza di sette importanti università di tecnologia a livello europeo, e che comprende due studenti da ciascuna delle università aderenti. Ci riuniamo una volta al mese, solitamente online, eccetto due volte l’anno in cui ci troviamo in presenza per affrontare riunioni e workshop lungo uno o due giorni in una delle sedi. A Berlino abbiamo discusso della nostra struttura in vista dell’ingresso di tre nuove università nell’alleanza (Politecnico di Gdansk, ETH di Zurigo e TU Delft) e dell’avanzamento del progetto in generale.  

Quali sono gli incontri istituzionali da rappresentante?

  • Eva Parenti, Design della comunicazione, 2° anno laurea magistrale  

Nel mio caso gli incontri sono molti: ricopro contemporaneamente il ruolo da Consigliera di Amministrazione e quello da vicepresidente del Consiglio degli Studenti. Fra i vari incontri, circa due volte all’anno presenzio alla Commissione Permanente Studenti, un organo che coinvolge principalmente i sei rappresentanti degli organi centrali, il Rettore e il Direttore Generale. In questa sede valutiamo e approviamo ad esempio le attività culturali proposte dalle associazioni studentesche del Politecnico, decidendo dove e come investire i 500.000€ annuali che il Politecnico offre agli studenti attraverso il bando attività culturali. Ma c’è di più: il Consiglio degli Studenti, composto da ventisei membri, è l’organo dove si riuniscono i rappresentanti centrali insieme a tutti i rappresentanti delle facoltà. Tutto questo si aggiunge alla possibilità di partecipare a innumerevoli commissioni specifiche, come quella regolamenti o quella edilizia. C’è inoltre l’onorevole possibilità da parte mia di richiedere incontri specifici con Rettore, ProRettrice e con tutti i delegati e dirigenti di area che compongono la Governance di Ateneo. Spesso vengono creati tavoli di lavoro ad hoc per parlare di focus quali la sicurezza in Ateneo o il problema degli spazi.  

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Alcuni rappresentanti durante un Consiglio degli studenti, in basso a sinistra, Eva Parenti

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Prof. Matteo Maestri riceve la medaglia Gian Paolo Chiusoli 

“Per i contributi di particolare rilievo scientifico nell’ambito dell’analisi multiscala dei processi catalitici”. Con questa motivazione è stata assegnata al prof. Matteo Maestri – Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano – la Medaglia d’oro Gian Paolo Chiusoli 2022

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Credits: Matteo Maestri on Linkedin

Il prestigioso riconoscimento, istituito dalla Società Chimica Italiana su iniziativa della Divisione di Chimica Industriale e del Gruppo Interdivisionale di Catalisi, è attribuito a scienziati italiani di non oltre 45 anni di età – operanti in centri di ricerca universitari o industriali – per i contributi di particolare rilievo scientifico, innovativo o applicativo, nel settore della catalisi

“Sono molto onorato e grato di essere stato insignito della Medaglia d’Oro in Catalisi “Gian Paolo Chiusoli” dalla Società Chimica Italiana (Divisione di Chimica Industriale e Gruppo Interdivisionale di Catalisi).
Questa medaglia viene conferita a uno scienziato italiano, con un’età massima di 45 anni, che abbia dato contributi di particolare rilevanza scientifica nel campo della catalisi. Questo premio è il risultato degli ultimi dieci anni di lavoro sull’analisi multiscala delle reazioni catalitiche. Sono molto grato e in debito con i colleghi e i collaboratori con cui ho interagito durante queste attività di ricerca e, in particolare, con i diversi brillanti e motivati studenti che ho seguito su questi temi al Politecnico di Milano.” 

commenta il professore su Linkedin

Il premio è stato consegnato lo scorso 7 novembre durante il XXII Congresso Nazionale della Divisione di Chimica Industriale della Società Chimica Italiana tenutosi a Catania. 

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Questa non la sai: 3 cose che usi tutti i giorni inventate da politecnici

Ci sono invenzioni e opere politecniche celebri – una su tutte, la scoperta del polipropilene isotattico di Natta, che gli fece guadagnare il Nobel – e altre più sconosciute, che risalgono a molti anni fa e che sono fondamentali per la vita di tutti i giorni, così come la conosciamo oggi. Ne abbiamo scelte tre, ma aspettiamo i vostri commenti per poter allungare la lista. Cominciamo! 

VIDEOCONFERENZA | GIORGIO CORALUPPI 

Prendendola un po’ alla larga, possiamo dire che è merito dell’Alumnus e ingegnere Giorgio Coraluppi se oggi possiamo fare smartworking: è proprio lui infatti ad avere inventato l’algoritmo per la videoconferenza, che oggi ci permette di parlare con i nostri colleghi su Teams e Zoom e di comunicare con gli amici su Whatsapp. Andando indietro nel tempo, l’algoritmo di Coraluppi negli anni ‘70 e ‘80 ha reso anche possibile il collegamento di migliaia di tecnici e ingegneri in modo automatico per la pianificazione dei lanci delle missioni Apollo e poi degli Shuttle alla NASA.   

“Non è retorica dire che Coraluppi – aggiunge Wired nell’articolo sulla sua recente scomparsa – sia stato una delle persone chiave nello sviluppo dell’innovazione digitale”.   

coraluppi
Credits: Wired

AMUCHINA | ORONZIO DE NORA 

L’Amuchina, negli ultimi due anni, è diventata un mai-più-senza nelle nostre borse e tasche. Quello che forse non tutti sanno è che dietro il famoso liquido igienizzante c’è l’intuizione e lo studio di Oronzio De Nora, Alumnus in Ingegneria elettrotecnica, che nei primi anni ‘20 ne depositò il brevetto negli archivi tedeschi proprio con questo nome. In seguito lo cedette per dedicarsi ad altro, e nel 1923 fondò l’azienda De Nora, multinazionale italiana specializzata in elettrochimica, oggi leader nelle tecnologie sostenibili per la Green Economy.  

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Credits: Milano Today

Per uno strano caso del destino, quasi 100 anni dopo, sempre al Politecnico di Milano, nei laboratori del Dipartimento di chimica si è sperimentata e prodotta la Polichina, liquido igienizzante secondo la ricetta dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che è stata donata alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali, alle Protezioni Civili della Lombardia e alle carceri di Milano per arginare i contagi da Coronavirus. 

SEGNALETICA E ALLESTIMENTO DELLA METROPOLITANA DI MILANO | FRANCA HELG E FRANCO ALBINI  

Se durante gli anni al Politecnico vi siete mossi con i mezzi, allora sicuramente la segnaletica della metropolitana vi sarà familiare: ma lo sapevate che dietro a questa ci sono due Alumni? 
 
Il primo motore della Metropolitana Milanese S.p.A fu calato nei tunnel il 10 dicembre 1962. Nel frattempo, a Franco Albini (1905-1977) e a Franca Helg (1920-1989), con la collaborazione della ditta Tekne per la direzione lavori, fu affidato il compito di progettare le stazioni. 

franca helg franco albini
Credits: Olivari

A differenza di molte metropolitane estere, il progetto degli architetti è stato caratterizzato da criteri di uniformità e ripetitività: le pareti verticali ei soppalchi delle stazioni sono stati rivestiti con un sistema modulare smontabile, di facile reperibilità e non troppo costosi. 

Per quanto riguarda la segnaletica ferroviaria, un elemento innovativo è la ripetizione del nome della stazione sulla fascia metallica rossa, ben visibile attraverso i finestrini delle carrozze. La coerenza tra architettura e comunicazione grafica è il risultato della stretta collaborazione con il grafico Bob Noorda, coinvolto nel progetto fin dalle prime fasi. Il progetto sotterraneo valse ai progettisti il premio Compasso d’Oro nel 1964

Fonte: AA. VV., “Made in Polimi. Since 1863” 

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Un anno nei laboratori del Poli

Non possiamo raccontarvi tutti i traguardi dei nostri ricercatori, perché intaseremmo l’internet. Ecco una panoramica sui progetti che hanno fatto le prime pagine dei giornali (o quasi). 

GENNAIO 

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Daisen Kofun, veduta aerea (©Ministero del Territorio, Infrastrutture, Trasporti e Turismo)
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Credits: meafarma

FEBBRAIO 

MARZO 

massimo tavoni
Massimo Tavoni
sara bagherifard
Sara Bagherifard
intellectual property award
Credits: Associazione Netval

APRILE 

  • ERC Advanced Grant a Manuela Raimondi per lo studio BEACONSANDEGG, che combina meccanobiologia, bioingegneria, oncologia, genetica, microtecnologia, biofisica e farmacologia al fine di sviluppare nuovo metodo per la cura del tumore al seno 
manuela raimondi
Manuela Raimondi
daniele ielmini
Daniele Ielmini

MAGGIO 

Credits: DEIB

GIUGNO 

appia gicarus

LUGLIO 

Photo_Mirko Trisolini MSCA
Credits: Mirko Trisolini

SETTEMBRE 

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Credits: ansa

OTTOBRE 

  • Ai blocchi di partenza il progetto europeo UN-BIASED (UNcertainty quantification and modeling Bias Inhibition by an Agnostic Synergistic Exploitation of multi-fidelity Data per sviluppare nuove tecniche di modellazione di sistemi aerodinamici complessi
  • Come parte del Progetto SOS-Water, l’Environmental Intelligent lab studierà i limiti entro i quali il nostro pianeta continuerà ad essere in grado di compensare i cambiamenti e fornire supporto vitale.

NOVEMBRE 

  • Parte il progetto europeo ECOSENS (Economic and Social Considerations for the Future of Nuclear Energy in Society): analizzare le opinioni e le percezioni dei cittadini sul rischio, i benefici e le potenzialità legate all’uso delle tecnologie nucleari (attuali e future) in relazione alle principali sfide sociali
  • Dopo il successo della “fase A”, il Politecnico di Milano e l’Agenzia Spaziale Europea stanno sviluppando la “fase B” della missione LUMIO (Lunar Meteoroid Impacts Observer). L’obiettivo è monitorare il lato nascosto della Luna, per rilevare lampi di luce associati agli impatti di meteoriti.
  • Pubblicato sulla rivista “Nature Chemistry” lo studio che evidenzia una nuova classe di reazioni chimiche, la cui velocità è controllata da fenomeni quantistici.

DICEMBRE 

in aggiornamento

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Polimi Sailing Team: prototipi di barche a vela che prendono il volo 

DAL 2007 progettano e realizzano barche a vela da regata per partecipare a competizioni internazionali. Sono le ragazze e i ragazzi del Polimi Sailing Team: nell’ultima edizione della SuMoth Challenge, tenutasi quest’estate, con il loro prototipo Teti si sono aggiudicati il primo posto nella progettazione e il secondo posto nella regata, gareggiando con oltre centocinquanta squadre provenienti dai quattro angoli del mondo.  

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Courtesy of Polimi Sailing Team

Teti è una campionessa d’innovazione: a questo link possiamo vederla prendere il volo sulle acque del Garda. La valutazione si basa sulle capacità veliche durante la regata, sulla componente ingegneristica e progettuale e sulla sostenibilità.

«Quelli della SuMoth Challenge sono stati giorni stimolanti, stancanti ma bellissimi», racconta Beatrice Rimoldi, team leader. Frequenta l’ultimo anno di magistrale in Ingegneria Aeronautica. «Siamo stati in grado di fare davvero squadra perché ognuno credeva nell’obiettivo per il quale eravamo lì – vincere – e non si è tirato indietro. I ragazzi del team lavoravano fino a tarda notte per sistemare rotture della barca che si verificavano in acqua in modo tale che Teti fosse sempre pronta per scendere sul campo di regata il giorno successivo. Salire sul podio è stato il riconoscimento per mesi di lavoro intenso».  

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Courtesy of Polimi Sailing Team

Marta Zattoni, responsabile della logistica, al primo anno della magistrale in Ingegneria Biomedica nonché timoniere di Teti, ricorda alcuni momenti di quei mesi di lavoro:

«Durante le prove abbiamo avuto problemi perché è un prototipo realizzato con materiali di recupero, quindi facilmente soggetto a rotture; tu esci dall’acqua e fai il conto delle cose che si sono rotte. Per me, che nasco come velista e ho vissuto lo sport come qualcosa di solitario, è stato bellissimo vedere che quando tornavo a riva c’erano venti, trenta persone pronte ad aiutarmi, che non vedevano l’ora di mettere le mani sulla barca e sistemarla. Era davvero come essere in acqua con tutto il team perché tutti eravamo coinvolti».

Poi, rievoca il momento di svolta: «La fase più critica quando si naviga con le barche foilanti è il take off, ossia il momento nel quale si passa da un’andatura dislocante con lo scafo sull’acqua a un’andatura foilante con lo scafo staccato dall’acqua ed esclusivamente le appendici immerse. Quando si utilizza un prototipo c’è sempre l’incognita, ti chiedi sempre: “Ma volerà?”. È stato emozionante quando per la prima volta sono riuscita a volare con Teti perché è stato l’attimo nel quale tutti abbiamo capito che il prototipo era funzionante».  

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È arrivato l’11° numero di MAP, il magazine degli Alumni 

Torna il MAP, la rivista dedicata agli architetti, designer e ingegneri del Politecnico di Milano con il suo 11° numero, che come sempre è stato reso possibile grazie all’incessante sostegno economico dei soci

Troverete l’esperienza di lettura di questo numero molto interattiva e quindi più aggiornata, grazie alla presenza di QR code che vi porteranno a innumerevoli contenuti web, foto, video che vi permetteranno di approfondire le notizie. Ma questa novità non cambia il vero cuore di MAP: troverete infatti sempre la consueta attenzione nel raccontarvi il vostro Politecnico, gli ultimi aggiornamenti e i traguardi degli Alumni e delle Alumnae, che contribuiscono in modo sostanziale allo sviluppo dell’Ateneo.

Buona lettura!

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