Una fondazione e 12 aziende, gli Alumni del Politecnico di Milano e lo stesso Ateneo hanno donato per promuovere 25 borse di studio per un valore di 24.000€ l’una (8.000€ all’anno), destinate alle ragazze che vorranno scegliere di studiare Ingegneria al Politecnico di Milano, frequentando i corsi di laurea di primo livello di ingegneria con una bassa presenza femminile: Ingegneria Aerospaziale, Ingegneria dell’Automazione, Ingegneria Elettrica, Ingegneria Elettronica, Ingegneria Informatica, Ingegneria Meccanica e Ingegneria della Produzione Industriale.
Girls@Polimi è un’opportunità per incentivare le aspiranti ingegnere a iscriversi al Politecnico: il progetto infatti si rivolge alle studentesse che stanno ancora frequentando il quarto e quinto anno delle scuole superiori e stanno pensando al loro futuro universitario. Il progetto fa parte del programma POP-Pari Opportunità Politecnicheattraverso il quale l’Ateneo si impegna a creare un ambiente di studio e di lavoro inclusivo e rispettoso dell’unicità di tutte e tutti.
Dopo il successo delle edizioni passate, oltre al costante supporto degli Alumni, quest’anno una fondazione, Fondazione r.e.ACT ETS, e 12 aziende hanno deciso di donare le borse di studio: Gruppo Autostrade per l’Italia, Energy Dome, Esselunga, Fastweb, Hitachi Energy, Intesa Sanpaolo, Leonardo, Gruppo Lutech, MEDIOBANCA, Gruppo Nestlé in Italia, Reply e SIAE MICROELETTRONICA. La partecipazione delle aziende ha per il Politecnico l’obiettivo di coinvolgere la società e il territorio, in un’ottica di responsabilità sociale verso le tematiche di diversità, inclusione e pari opportunità.
“Questo progetto sostiene e promuove il talento femminile nei contesti STEM e vuole supportare, in particolare, la scelta di mettersi alla prova in settori chiave per uno sviluppo tecnologico di impatto globale in cui la presenza femminile è ancora purtroppo particolarmente bassa. Sostenerlo con tante aziende e una fondazione al nostro fianco conferma un’ampia condivisione di questi valori, e dimostra alle giovani donne e a tutta la società come questa scelta apra la porta a percorsi professionali di rilievo e all’indipendenza economica che ne deriva”
commenta la Prof.ssa Mara Tanelli, Delegata della Rettrice per la Diversità e l’Inclusione.
Tra i tantissimi nuovi progetti di ricerca che partiranno nel corso del prossimo anno al Politecnico di Milano ce ne sono 8, in particolare, selezionati dalla Commissione europea tra migliaia di proposte per ricevere un finanziamento ERC, che sta per European Research Council: ne abbiamo parlato spesso sui canali Alumni, si tratta di un importante strumento della Commissione europea che sostiene ricerche pionieristiche e di frontiera.
I grant (cioè i finanziamenti) ERC vengono assegnati ogni anno in base a alcuni criteri espressi dai programmi quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione: come Horizon Europe, il programma quadro ora in vigore, che copre il periodo 2021-2027. Il nostro Ateneo sta performando molto bene in questo contesto: in Horizon Europe, quindi dal 2021 a oggi, ha raggiunto lo straordinario risultato di126 progetti vinti, di cui 17 ERC, per un valore di oltre 64 milioni di euro.
Attualmente il tasso di successo delle “application” dei gruppi di ricerca politecnici è del 20,45% rispetto a circa il 15% a livello europeo: con questi nuovi finanziamenti, il Politecnico di Milano raggiunge un totale di 60 grant ERC. Nell’unione, il Politecnico è la quinta università per numero di progetti finanziati (dati Cordis al 16/01/2023).
Questi numeri sono importanti per il riconoscimento e le possibilità scientifiche che offrono, e anche in termini di attrazione dei talenti: il Politecnico è ai vertici delle classifiche mondiali delle università anche grazie alla ricerca scientifica di frontiera che porta avanti nei suoi laboratori. I protagonisti di questo primato italiano sono i tanti scienziati e ricercatori del Politecnico: circa 3500. Alcuni di questi sono “ricercatori ERC”: sono tra “le menti più brillanti d’Europa”, si dice, scienziati che potrebbero essere sulle tracce di scoperte scientifiche e tecnologiche nuove e imprevedibili.
I “FANTASTICI OTTO”
Otto nuovi grant di ricerca ERC, quindi. Questi 8 nuovi progetti affronteranno temi legati a spazio, energia, sostenibilità, guida autonoma, tecnologie per la medicina, tecnologie per lo spazio economico e culturale: alcune delle sfide più urgenti della contemporaneità.
Un Consolidator Grant va al gruppo di ricerca della prof.ssa Camilla Colombo, del DAER, con il progetto GREEN SPECIES (ne abbiamo parlato qui). I Consolidator Grant sono destinati a ricercatori con un curriculum scientifico consolidato, che hanno l’obiettivo di rafforzare il proprio gruppo di ricerca e sviluppare una carriera in Europa.
Quattro Starting Grant vanno a Fabio Ferrari, Margherita Maiuri, Paola Occhetta e Gianvito Vilé (scoprili a questo link). Gli Starting Grant sono assegni per ricercatori emergenti con pochi anni alle spalle. Altri 3 ricercatori hanno ottenuto il finanziamento per un ERC Proof of Concept (PoC). I Proof of Concept sono dedicati a ricercatori che abbiano che abbiano già un progetto ERC in corso o l’abbiano terminato di recente e mirano a trasformare la ricerca di base in ricerca applicata.
Oltre a questi, ci sono anche altri tipi di grant ERC, ancora non assegnati nella tornata 2022-2023: sono gli Advanced Grant, dedicati a scienziati eccezionali ed affermati, in grado di aprire nuove direzioni nei rispettivi campi di ricerca, e i Sinergy Grant (come TOMATTO, di cui abbiamo parlato qui), che promuovono progressi sostanziali nella frontiera della conoscenza e incoraggiano nuove linee di ricerca.
PROOF OF CONCEPT (POC): LA SCIENZA ALLA PROVA DEI FATTI
Il team coordinato dal prof. Carlo Spartaco Casari mira a sviluppare un nuovo sistema stampabile anticontraffazione (PYPAINT) basato su nanostrutture a base di carbonio con una specifica risposta optoelettronica, che consente di creare un codice identificativo univoco dell’opera d’arte invisibile all’occhio umano. Il progetto nasce dall’attività di ricerca svolta presso il NanoLab del Dipartimento di Energia nell’ambito del progetto ERC Consolidator grant EspLORE ed è in collaborazione con la startup studio DayOne con sede a Roma.
Applicazioni immediate si rivolgono al mercato dell’arte, da sempre alle prese con il problema della contraffazione. Le opere d’arte generalmente non sono protette con dispositivi di sicurezza dedicati che identificano univocamente l’opera. Il problema nasce storicamente dall’esigenza di non alterare visibilmente l’opera stessa e dalla relativa mancanza di sistemi di sicurezza non invasivi. PYPAINT punta a contribuire a soluzioni per garantire l’estremo valore delle opere d’arte in Europa e nel mondo.
Carlo Spartaco Casari
Il progetto CATALYSE del Professor Matteo Maestri propone lo sviluppo di un software per la modellazione multiscala di processi catalitici industriali, combinando un rigoroso approccio ai principi primi con avanzati algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale. Il software fornirà un framework plug-and-play per includere cinetiche dettagliate a livello atomistico in modelli avanzati di reattore chimica, ponendosi come uno strumento fondamentale per supportare lo sviluppo di nuove tecnologie per la transizione energetica e l’uso sostenibile delle risorse.
Matteo Maestri
Il Prof. Francesco Topputo ha ottenuto un finanziamento con il progetto GUIDO, che getterà le basi per la realizzazione di un’unità di guida autonoma per satelliti nello spazio profondo. Guidare un satellite significa pianificare e controllare la sua traiettoria oltre a decidere come orientare i suoi propulsori durante le manovre. Lelemento innovativo di GUIDO è la sua capacità di trovare traiettorie con algoritmi di ottimizzazione affidabili, in grado di girare su una scheda elettronica a basse prestazioni e basso consumo energetico. Lo sviluppo del PoC GUIDO avverrà al DART Lab, il laboratorio gestito da Topputo dove si sperimentano algoritmi di guida e navigazione per sonde spaziali tramite simulazioni con hardware integrato.
Il Politecnico di Milano sta intraprendendo un importante progetto per studiare la sostenibilità delle missioni spaziali. Con l’aumento delle attività negli ultimi anni, infatti, si è fatto sempre più pressante il problema della presenza di detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra. Questi detriti possono rappresentare un pericolo per le missioni spaziali future e per l’ambiente. A queste esigenze risponde il progetto GREEN SPECIES della Professoressa del Politecnico di Milano Camilla Colombo, che ha ricevuto per questo progetto un Consolidator Grant dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC).
GREEN SPECIES: COME FUNZIONA?
GREEN SPECIES, “Robust control of the space debris population to define optimal policies and an economic revenue model for sustainable development of space activities”, elaborerà un approccio interdisciplinare per la modellazione dei detriti spaziali e la previsione della sua evoluzione.
Verrà sviluppato un modello probabilistico dei detriti spaziali, nel quale saranno considerate tutte le variabili di natura fisica, economica e politica. Come elemento di novità, il progetto incorporerà la gestione dell’ambiente dei detriti attraverso un controllore robusto, applicato al modello dei detriti spaziali, descritto come un sistema dinamico complesso.
Le azioni ideali di controllo di feedback saranno trasformate in politiche e linee guida, attraverso indicatori quantitativi, valutando sia l’impatto ambientale che il beneficio sociale ed economico delle missioni spaziali attraverso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals.
UN SOSTEGNO CHIAMATO ERC
Il progetto è stato selezionato tra oltre 2200 proposte ricevute da ERC. Un grande risultato per l’Ateneo milanese, considerando che quest’anno solo il 14,4% dei progetti presentati hanno ottenuto il finanziamento. Il Politecnico di Milano raggiunge un totale di 60 ERC grant, di cui 14 Consolidator Grant.
In Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione 2021-2027, il Politecnico ha, a oggi, raggiunto lo straordinario risultato di 126 progetti vinti, di cui 17 ERC, per un valore di oltre 64 milioni di euro. Attualmente il tasso di successo del Politecnico è 20,45% rispetto a circa il 15% a livello europeo. Nell’Unione europea il Politecnico è la quinta università per numero di progetti finanziati (dati Cordis al 16/01/2023).
Gli ERC Consolidator Grant sono destinati a ricercatori con almeno 7 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato di ricerca e con un curriculum scientifico molto promettente. Si tratta di studiosi che hanno l’obiettivo di consolidare la propria indipendenza nella ricerca, rafforzando il proprio gruppo di ricerca e continuando a sviluppare una carriera in Europa. Il finanziamento può arrivare a 2 milioni di euro per singolo progetto, per una durata massima di 5 anni.
Politecnico di Milano, inizio degli anni ‘80: un gruppo di docenti – tra questi Umberto Bertelè, Francesco Brioschi, Armando Brandolese, Adriano De Maio, Francesco Jovane, Renato Wegner – inaugura il corso di laurea in “Ingegneria delle Tecnologie industriali ad indirizzo economico organizzativo”, che poi avrebbe dato vita al corso di “Ingegneria gestionale”.
Questo però è solo l’inizio della storia, che oggi potete vedere documentata per intero nella mostra permanente “Made in Polimi – Storie di Ingegneria Gestionale”. Il percorso espositivo – visitabile in Bovisa, all’edificio BL26/b – racconta la nascita e l’evoluzione dell’ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, in una prospettiva temporale di oltre 50 anni.
La mostra ripercorre le fasi più significative in cinque pannelli multimediali: corso di laurea, dipartimento, osservatori, graduate school. Un luogo sia fisico che digitale dove ritrovare quotidianamente la piena consapevolezza delle “radici” del corso, arrivato al suo 40° anniversario.
Ingegneria gestionale al Politecnico ha sempre avuto un grande successo: l’obiettivo era quello di creare una figura professionale ibrida che unisse “la serietà dell’ingegnere e la competenza economica”. Per anni le matricole dovettero studiare su appunti e dispense, perché la materia di studio era nuova e i libri di testo ufficiali ancora non esistevano.
“L’idea era quella di creare un ingegnere dell’innovazione, un manager che unisse la comprensione delle tecnologie e la conoscenza di tematiche organizzative e gestionali. Una figura universitaria con conoscenze che, in passato, richiedevano una laurea in ingegneria e un MBA (Master in Business Administration) in una business school”.
È partito ufficialmente al Politecnico di Milano il progetto RESTART, acronimo di “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart”: partenariato esteso, finanziato dalle risorse PNRR, che coinvolge 12 università, 3 enti nazionale di ricerca e 10 enti privati. Si prefigge l’obiettivo di creare una rete tra atenei, enti di ricerca, privati, industrie e pubbliche amministrazioni per migliorare la capacità del nostro Paese di utilizzare le telecomunicazioni in un’ampia varietà di settori, dall’agricoltura, al commercio, dalla produzione e distribuzione di energia, alla finanza, dall’industria, alla sanità e alla mobilità.
UN PO’ DI CONTESTO
I partenariati estesi nascono nell’alveo della Missione 4 – componente 2 del PNRR, con l’obiettivo di rafforzare le filiere della ricerca fondamentale e applicata, a livello nazionale, e di promuoverne l’impatto sulle catene di valore strategiche, europee e globali. Questa componente si focalizza sul trasferimento tecnologico e sulla creazione di un solido e strutturato ecosistema ricerca-innovazione che è cruciale per la competitività del Paese. Circa 6 miliardi di euro nei prossimi 5 anni saranno dedicati alla ricerca in filiera e al trasferimento tecnologico: la “componente 2” riguarda, appunto, il passaggio dei risultati scientifici e tecnologici dalla ricerca all’impresa. L’impatto di questo processo, a lungo termine, vuole rendere il Paese più competitivo dal punto di vista tecnologico, formativo e produttivo.
L’investimento di 116 milioni di euro renderà possibile il finanziamento di dottorati di ricerca e attività di ricerca fondamentale e applicata, progetti per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up e spin-off, e attività di formazione in sinergia tra università e imprese. Sono anche previste specifiche iniziative rivolte ai distretti industriali e al Mezzogiorno, tra cui il supporto alla progettazione e realizzazione di isole tecnologiche ed ecosistemi, quali reti private 5G/6G con relativi servizi e cloud edge; uno dei punti chiave sarà la trasformazione digitale delle industrie/amministrazioni e l’efficienza aziendale; la creazione di nuove imprese con il relativo aumento della dimensione media.
“I cambiamenti tecnologici degli ultimi anni hanno innescato una trasformazione delle infrastrutture di comunicazione che consentono di indirizzare la ricerca verso due direzioni promettenti in termini di impatto economico. Da un lato, la rete di comunicazione diventa programmabile spostando l’innovazione sullo sviluppo software nel quale ci sono meno barriere all’ingresso e le buone idee dalla ricerca possono generare alto impatto anche nel tessuto economico di un paese come l’Italia. Dall’altro, la disaggregazione della rete consente di sfruttare le competenze nelle tecnologie di base, anche di nicchia, per portare innovazione senza per questo dover competere con colossi internazionali del settore.”
commenta Capone durante l’evento di kick-off al Politecnico di Milano.
Oggi vogliamo parlare di cinque profili di Alumni e Alumnae che sono diventati celebri architetti e designer, e che hanno dato un contributo fondamentale alle loro “materie”. Lo faremo raccontandoli a partire dalle loro parole, perché “le persone cambiano, ma caratteri e virtù si tramandano”, soprattutto se si tratta di valori politecnici.
Prima di iniziare, una doverosa premessa che facciamo sempre quando stiliamo queste liste: non si tratta di una classifica. Riassumere questi grandi professionisti in poche righe è riduttivo, e sicuramente ci sono tanti altri Alumni che hanno dato un contributo fondamentale che vi vengono in mente. Per questo vi esortiamo a farceli presenti nei commenti: saremo felici di scrivere una seconda “puntata”!
GAE AULENTI
«Mi fa imbestialire la ghettizzazione in genere. A cominciare da chi dice: come architetto ho preso una donna»
Laureata nel 1953, Gae Aulenti comincia la sua carriera da progettista in un momento di profonda evoluzione della cultura architettonica italiana. Dopo la laurea al Politecnico, si avvicina a due dei principali luoghi di elaborazione teorica sull’architettura dell’epoca.
L’architettura per Aulenti guarda avanti, oltre alle condizioni di genere da cui liberarsi e verso un nuovo destino da progettare e da costruire con il sapere. Rifiuta l’idea della “donna-architetto”, che trova ghettizzante: parlare di architettura e design di genere, per lei, rafforza l’idea che queste due specialità per le donne siano qualcosa che le circoscrive alle superfici e ai decori, mentre il cuore e lo scheletro del progetto sono riservati a progettisti uomini.
”L’architettura, per me, è essere, proposta di libertà costantemente controllata, difesa con lo studio della storia, con la prudenza della ricerca, con la solitudine della fantasia, con il raccoglimento disinteressato…”
Alumna in architettura nel 1947, si laurea con Ambrogio Annoni, di cui sarà assistente per diversi anni sia in cattedra che in cantiere. Anni dopo inizia a insegnare Restauro dei monumenti. Illustre figura della cultura lombarda e italiana, Liliana Grassi ricopre vari e prestigiosi incarichi istituzionali ottenendo riconoscimenti soprattutto per il grande contributo pratico e teorico da lei portato nel campo del restauro. La sua realizzazione più importante è il restauro dell’antico Ospedale Maggiore di Milano, distrutto dai bombardamenti del 1943 e poi adattato a sede dell’Università degli Studi, connotato dal rigore filologico, l’amore e il rispetto per l’oggetto artistico.
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
Fonte: “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
FRANCA HELG
“Il dettaglio è fondamentale per la definizione dell’insieme, il dettaglio può determinare un progetto e certamente lo caratterizza. Il risultato complessivo dell’opera è connesso ai dettagli, per disegno e qualità. Il dettaglio incide sui valori spaziali e volumetrici del costruito.”
Laureata nel 1945, dopo la laurea si associa con Franco Albini, al quale rimarrà legata fino alla morte di quest’ultimo. Nel suo lavoro progettuale, Franca Helg ha sempre mostrato una cura meticolosa per il dettaglio, fondendo modernità e classicità, razionalità e creatività, dando vita ad opere connotate da eleganza e semplicità, slegati dalle mode culturali del momento. Oltre a questo c’era il design industriale: Helg ha creato vasi, maniglie, sedie, lampade da sospensione, da scrivania, da terra, e la poltrona di giunco e midollino Primavera.
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
L’insegnamento di Composizione Architettonica ha rappresentato una parte importante nella sua vita: prima all’istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) poi al Politecnico di Milano, dove divenne ordinaria nel 1984.
Con questa frase – sulla rivista stile del 1945 che aveva fondato e di cui era direttore – Gio Ponti sottolineava che solo ricostruendo non si sarebbe potuto dare una casa a tutti nell’immediato dopoguerra: c’era una notevole quantità di lavoro arretrato da fare.
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
Pittore, decoratore e designer, nel 1928 aveva fondato la rivista Domus su cui nel 1952 scriverà: “Torniamo alle sedie-sedie, alle case-case, alle opere senza etichette, senza aggettivi, alle cose giuste, vere, naturali, semplici e spontanee”. Due anni dopo creò il premio Compasso d’oro. Insegnò a lungo alla Facoltà di architettura del Politecnico dove costruì gli edifici Trifoglio e Nave. Suoi anche il Grattacielo Pirelli (1960) e la sedie “Superleggera”.
“Nessuna forma esiste disgiunta dal colore, come nessun colore è pensabile se non applicato a una forma”
Architetto, urbanista e designer, Marco Zanuso si laurea in architettura nel 1937 al Politecnico di Milano, dove poi tornerà in veste di professore a partire dal 1969.
Nel corso della sua attività professionale, rivolge particolare attenzione al rapporto tra architetto e industria, tra progetto e sperimentazione, tra funzioni del prodotto, forma e materiali. Dà vita a una vastissima produzione di oggetti – dai mobili Arflex e Gavina, agli apparecchi radiotelevisivi Brionvega, alle macchine per cucire Borletti -, per i quali ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui sette Compassi d’oro e sei premi internazionali alla Triennale di Milano; diversi suoi pezzi sono presenti anche nella collezione del Museum of Modern Art di New York.
Credits: Sara Calabrò (a cura di) “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti”
Zanuso era prima di tutto un “architetto di pensiero”, sempre pronto a ridefinire codici, a scardinare convenzioni. Il suo pensiero si proiettava in avanti, ma non tradiva mai l’ambizione di rivoluzionare il quotidiano, con immediatezza e semplicità.
Fonti: “Dal Politecnico di Milano protagonisti e grandi progetti” Area Arch
Hanno preso il via lo scorso dicembre le attività legate al progetto “ECCSELLENT – Development of ECCSEL – R.I. ItaLian facilities: usEr access, services and loNg-Term sustainability”, finalizzato a rafforzare le strutture di ricerca italiane nell’ambito della cattura, utilizzo, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica.
Si tratta di un tema di particolare importanza nell’ambito degli sforzi per mitigare i cambiamenti climatici: accanto al miglioramento dell’efficienza energetica e allo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili, infatti, le tecnologie CCUS (CO2 Capture, Utilisation and Storage – Cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2) sono state identificate come una misura strategica in uno scenario a ridotte emissioni di carbonio.
Per i prossimi 3 anni il progetto ECCSELLENT, nato nel contesto della rete europea ECCSEL, si occuperà quindi di sviluppare nuove tecnologie ed infrastrutture di ricerca in ambito CCUS, al contempo potenziando, favorendo l’accesso, i servizi e la sostenibilità dei laboratori della rete che già operano nella filiera del CCUS, permettendo di rafforzare l’eccellenza scientifica e fornendo al sistema nazionale della ricerca gli strumenti necessari per promuovere la decarbonizzazione dell’industria, una delle grandi sfide della società.
ECCSELLENT sarà finanziato con 16,5 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR – Next Generation EU. I partner, coordinati dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, sono Università di Bologna, Politecnico di Milano (in collaborazione con il LEAP, il centro di ricerca operante nel settore energetico-ambientale fondato dal Politecnico di Milano), l’ENEA e il Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR.
Grazie a questo importante progetto, il Politecnico di Milano si doterà di un impianto pilota mobile per svolgere attività di ricerca applicata relativa a processi di cattura della CO2, fondamentali per la decarbonizzazione dei settori industriali più energivori (hard-to-abate)
hanno dichiarato Manuele Gatti e Matteo Carmelo Romano, docenti del Dipartimento di Energia del Politecnico.
Dall’8 febbraio al 15 maggio all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles sarà in esposizione un pezzo della storia della moda italiana nella mostra “Gianfranco Ferré. Design Principles”, curata dal Centro di Ricerca Gianfranco Ferré del Politecnico di Milano, costituito a dicembre 2021 a seguito della donazione della famiglia Ferré dell’archivio e della sede della storica Fondazione Gianfranco Ferré.
L’esposizione mira a esplorare l’approccio unico di Gianfranco Ferré al fashion design attraverso una selezione di disegni e di capi iconici, offrendo al visitatore un’esperienza immersiva arricchita dalla connessione digitale con l’archivio Ferré attraverso immagini e video che approfondiscono il racconto stesso della mostra.
Il DRAWINGS WALL, la rassegna di disegni esposti, è un viaggio nella visione del fashion design di Ferré, inteso come processo dinamico, continua ricerca di sintesi tra arte e scienza, ispirazione e rigore compositivo, contenuti culturali e innovazione tecnica.
I capi in mostra condurranno il visitatore in un percorso esperienziale nella ricerca stilistica di Ferré, lungo un itinerario in cui i principi del design si materializzano nelle infinite variazioni sull’archetipo della camicia bianca, vera e propria icona dell’opera creativa dello stilista.
“‘Design Principles’ è la prima iniziativa di mostra dall’istituzione del Centro di Ricerca al Politecnico e ha rappresentato per questo un’occasione di riflessione sui principi progettuali sottesi al lavoro di Gianfranco Ferré, così rappresentativi della cultura politecnica e di quella continua tensione ad armonizzare cultura tecnico-scientifica e artistica. Questa mostra ci offre anche l’opportunità di condividere alcune primissime sperimentazioni di ricerca che condurranno nel prossimo triennio allo sviluppo di un ambizioso progetto di “archivio aumentato”.
afferma Paola Bertola, docente di Design al Politecnico di Milano.
I disegni e le camicie in mostra fanno parte dell’archivio dello stilista, riconosciuto patrimonio “di particolare interesse culturale” da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, e oggi parte del sistema Archivi Storici del Politecnico di Milano.
Per citare un grande scienziato (non politecnico, ahimè), “dove andiamo noi non ci servono strade”. Però ci servono i vertiporti, ovvero le strutture necessarie per il decollo e l’atterraggio dei taxi volanti – per il momento si parla di velivoli piccoli, adatti al massimo al trasporto di due persone e un bagaglio, in un prossimo futuro veri e propri pullmini volanti, a decollo e atterraggio verticale.
A Milano è già in programma la costruzione di due vertiporti all’interno della città, a Citylife e Porta Romana, e altri due nei maggiori aeroporti, a Linate e Malpensa. I lavori per costruirli partiranno nel 2024 e i primi voli sono attesi per il 2026, in occasione dei Giochi olimpici invernali. Il Politecnico di Milano per conto di SEA, maggiore azionista della newco responsabile della progettazione, costruzione e gestione dei vertiporti, ha analizzato in uno studio di fattibilità le aree in Lombardia adatte ad accoglierli: 9 zone urbane e altre 6 in tutta la regione, dando precedenza ai capoluoghi di provincia.
Nel 2026 raggiungere via cielo il centro di Milano partendo da Malpensa potrebbe costare circa 120 euro a testa. Successivamente il prezzo dovrebbe assestarsi intorno agli 80 euro, competitivo con un noleggio auto con conducente. Si va nella direzione di un consolidamento del servizio entro i prossimi 10-20 anni: secondo i ricercatori del Poli,si stima che nel 2030 viaggeranno su taxi volanti circa 2 mila passeggeri al giorno.
“Dal punto di vista tecnologico non vedo particolari difficoltà, perché partiamo da una base di conoscenze in ambito aeronautico ben nota. Queste macchine (note come eVTOL, acronimo di electric vertical take-off and landing, n.d.r.) voleranno a breve. Si stanno concentrando gli sforzi per l’obiettivo delle Olimpiadi di Parigi 2024 e quelle invernali di Cortina e Milano 2026, per creare degli aerotaxi che colleghino gli hub aeroportuali ai luoghi dove si terranno le competizioni sportive, come gli stadi”.
I ricercatori oggi si concentrano sui temi dell’indotto attorno a questa nuova realtà, sulla parte software (alcuni di questi velivoli saranno comandati automaticamente, ci spiega Zanotti), sulle certificazioni, sui piani regolatori del traffico aereo cittadino e sull’aspetto psicologico, da non sottovalutare in nessun caso, soprattutto nell’ambito della guida autonoma. Le applicazioni spaziano dal turismo, alla supply chain, al sociale, per esempio a servizi cittadini di ambulanze volanti.
Gli studenti e i docenti del MIT hanno condotto dieci giorni di attività sul campo, viaggiando in alcune delle aree economicamente più svantaggiate e povere d’Europa nella Sicilia interna (Favara, Vizzini e Centuripe), esplorando il ruolo dei beni culturali, della digitalizzazione e del lavoro a distanza come strumenti per promuovere nuove forme di sviluppo sostenibile. In questa prospettiva la transizione digitale è un’opportunità da non perdere. La classe ha confrontato anche analoghe condizioni di marginalità nelle Alpi (Valtellina, Tirano e Teglio). Gli studenti stanno ora lavorando ai loro progetti finali, concentrandosi su alcuni temi come: metriche spaziali dell’abbandono in Sicilia, proposta per un piano regionale del lavoro a distanza in Valtellina, sensibilizzazione digitale delle piccole imprese, opportunità della Valtellina in vista delle imminenti Olimpiadi invernali e linee guida di progettazione su turismo e produzione alimentare in Sicilia.
https://dusp.mit.edu/news/smart-villages-italy
Il progetto è stato sviluppato dalla Prof.ssa Giovanna Fossa (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito) insieme al Prof. Brent Ryan (MIT Department of Urban Studies and Planning) che afferma:
È la prima volta che il MIT organizza in Italia un corso di pianificazione urbanistica sul tema dello spopolamento e del patrimonio storico diffuso. Gli studenti sono stati esposti a contesti nuovi e unici che testimoniano la ricchezza culturale delle aree interne italiane, ma anche la fragilità di un territorio economicamente e demograficamente impoverito.
Il gruppo di ricerca di questa collaborazione MIT-Politecnico include il ricercatore in urban planning del MIT Carmelo Ignaccolo, la ricercatrice in restauro Cristina Boniotti (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano) e l’assegnista di ricerca in telecomunicazioni Andrea Pimpinella (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano).
Credits home: https://www.caldana.it/
Questo sito utilizza i cookies per le statistiche e per agevolare la navigazione nelle pagine del sito e delle applicazioni web.
Maggiori informazioni sono disponibili alla pagina dell’ informativa sulla Privacy policyOk