Buone notizie per bambini e genitori: il poli sta studiando gli asili nido

E non solo: il progetto Equi06, finanziato con le vostre donazioni del 5x1000, affronta l’annoso problema della discontinuità tra i servizi 0-6 anni

Si stanno per concludere i cinque progetti di ricerca a tema «Equità e Ripresa» selezionati dal Polisocial Award 2021 e finanziati grazie alle donazioni del 5 per mille IRPEF al Politecnico. L’emergenza sanitaria derivata dalla pandemia ha contribuito ad acuire squilibri e marginalità e a rendere concreto il rischio di un aumento delle disparità; per questo, i progetti finanziati hanno agito in una prospettiva di ripresa economica, sociale e culturale, promuovendo lo sviluppo di metodi, strategie, strumenti e tecnologie tesi a ridurre le disuguaglianze e a favorire l’accesso a risorse e opportunità da parte di persone, categorie sociali o comunità particolarmente vulnerabili. 

TRADOTTO DAL LINGUAGGIO BUROCRATICO, C’È UN GAP NEI SERVIZI ALL’INFANZIA 

Il punto di partenza del progetto Equi06 è il decreto legislativo 65/2017, che ha proposto la creazione di un “sistema integrato 0-6”, che integri i due segmenti nido d’infanzia-scuola dell’infanzia (quelle che una volta si chiamavano “scuole materne”), storicamente sviluppati in modo separato con un approccio educativo, gestori e enti istituzionali diversi. “Anche il livello di sviluppo dei due segmenti è disomogeneo”, sottolinea Stefania Sabatinelli, responsabile scientifica del progetto. “In Italia le scuole dell’infanzia sono frequentate dalla quasi totalità dei bambini tra i tre e i cinque anni, al contrario dei nidi 0-2”. 

Il sistema integrato 0-6 è ancora un work in progress: a livello pedagogico sono uscite alcune linee guida ministeriali, e il PNRR prevede dei finanziamenti per la realizzazione di poli 0-6, ovvero strutture dedicate all’educazione da zero a sei anni. Perché è necessario integrare questi due segmenti educativi? “La letteratura comparata ci dice che nei Paesi nei quali i servizi sono organizzati in un unico ciclo (quelli del nord Europa) i livelli qualitativi dell’offerta sono più elevati e più omogenei”, spiega Sabatinelli. “Il ciclo unico potrebbe inoltre favorire un accesso più precoce da parte dei bambini: al momento i costi di iscrizione ai nidi sono spesso molto elevati, a differenza di quelli delle scuole dell’infanzia, e questo è un ostacolo per molte famiglie”. L’accesso precoce a servizi di elevata qualità è importante perché nei primi anni di vita si impara ad imparare e a stare con gli altri: è in questa fase che è possibile contrastare più efficacemente le disparità che portano i bambini ad avere punti di partenza diseguali già all’inizio della scuola dell’obbligo. 

L’IMPATTO DI UN SISTEMA INTEGRATO 

Il progetto Equi06 ha tre obiettivi di ricerca principali: mappare i servizi 0-6 esistenti a Milano, approfondire le condizioni di un contesto territoriale specifico, sperimentare la trasformazione di uno spazio esistente per favorire l’integrazione 0-6. 

“Mappare i servizi 0-6 esistenti a Milano è stata un’azione di ricerca utile di per sé, che ci ha permesso di localizzarli su una mappa: questa operazione non era mai stata fatta”, sottolinea Sabatinelli. “Ora conosciamo anche le relazioni tra i nidi e le scuole dell’infanzia, i servizi pubblici e quelli privati, quelli comunali e quelli statali, quelli continuativi e quelli integrativi”. 

Con queste informazioni, i ricercatori hanno identificato un’area su cui concentrare il proprio studio: “Abbiamo scelto il quartiere Comasina perché qui abbiamo riscontrato un’alta domanda potenziale di servizi 0-6 e la presenza di indicatori di fragilità sociale”, spiega Sabatinelli. Restringendo ulteriormente il campo di ricerca, il team ha selezionato un riquadro di 1,5 km per 1,5 km nel quartiere, all’interno del quale si trovano servizi pubblici, privati, comunali, statali e anche una sede pluriservizio comunale nido-infanzia, dove i due cicli educativi funzionano separatamente ma vengono offerti nello stesso edificio. 

L’ultimo obiettivo, coordinato dal dipartimento di DESIGN e tutt’ora in corso, è quello di lavorare sulla sede pluriservizio Merloni con la coordinatrice dei servizi della zona, alcune educatrici e alcuni genitori, ragionando su come migliorare gli spazi interni ed esterni alla struttura e i percorsi per raggiungerla, per capire come l’ambiente educativo può essere trasformato e migliorato con interventi minimi. 

L’aspetto pedagogico non è trascurato: seppur non rientri nelle competenze politecniche dei dipartimenti coinvolti, viene integrato dai partner esterni – il Comune di Milano, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), Save the Children, il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, Legacoop Lombardia. 

L’obiettivo finale è definire un documento di orientamento riguardo agli apprendimenti realizzati: “La nostra ambizione è trarre insegnamenti generali, linee guida che possano essere utili al di là del contesto specifico. Sarà interessante replicare il progetto in altri contesti, e forse anche su altre scale”, conclude Sabatinelli. 

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