Attivare cantieri scuola per riqualificare immobili confiscati alle mafie

È l’obiettivo di un progetto di ricerca del Poli: Co-WIN, finanziato con le vostre donazioni del 5 per Mille. In arrivo un modello replicabile in tutta Italia

Si stanno per concludere i cinque progetti di ricerca a tema «Equità e Ripresa» selezionati dal Polisocial Award 2021 e finanziati grazie alle donazioni del 5 per mille al Politecnico. L’emergenza sanitaria derivata dalla pandemia ha contribuito ad acuire squilibri e marginalità e a rendere concreto il rischio di un aumento delle disparità; per questo, i progetti finanziati hanno agito in una prospettiva di ripresa economica, sociale e culturale, promuovendo lo sviluppo di metodi, strategie, strumenti e tecnologie tesi a ridurre le disuguaglianze e a favorire l’accesso a risorse e opportunità da parte di persone, categorie sociali o comunità particolarmente vulnerabili. 

Il progetto Co-WIN ha messo a punto due esperienze pilota per il recupero e la valorizzazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata. Ce lo racconta Andrea Campioli, Preside della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle costruzioni del Politecnico di Milano e responsabile scientifico del progetto: “Abbiamo seguito i lavori di recupero di beni immobili confiscati alla mafia per restituirli alla società riqualificati dal punto di vista edilizio. Abbiamo attivato, in questi contesti, esperienze di cantiere-scuola, coinvolgendo, nel lavoro in cantiere, una quota di soggetti fragili (per esempio immigrati o persone che hanno perso l’impiego) a cui abbiamo offerto un percorso di riqualificazione professionale prima dell’inizio dei lavori, e una quota di studenti universitari per garantire loro un’esperienza “on the job””. 

COME FUNZIONA LA CONFISCA DEGLI IMMOBILI  

L’iter normativo è il seguente: a seguito di un processo giudiziario, i beni immobili vengono confiscati (generalmente l’intero procedimento richiede otto anni di tempo) e l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC)  li destina ai diversi comuni. I comuni lombardi (campo di indagine considerato nella ricerca) possono partecipare a un bando di finanziamento regionale per la riqualificazione dei beni immobili ricevuti in proprietà: “Regione Lombardia si fa carico di sostenere il 50% delle spese di ristrutturazione, all’interno di un budget prestabilito e previa presentazione di un progetto”, spiega Campioli. Gli immobili confiscati alla mafia sono generalmente di piccole dimensioni: box, autorimesse, appartamenti, ville bifamiliari e ville singole. Solo in Lombardia ce ne sono oltre 3.200, 1.242 dei quali assegnati ai comuni per la riqualificazione. 

Qui subentra Co-WIN, che propone la messa a punto di un rapporto di cooperazione “win-win” tra i diversi soggetti coinvolti: la pubblica amministrazione, i soggetti in formazione, gli enti di formazione, le imprese di costruzioni, la collettività). “Nei due progetti pilota di cui ci stiamo occupando, una serie di villette a schiera a Gerenzago (PV) e una masseria a Cisliano (MI), sono stati coinvolti come tirocinanti degli studenti del Politecnico di Milano, che si sono occupati di seguire – direttamente negli uffici comunali − la procedura necessaria alla riqualificazione dei beni e apprendere la professione in cantiere, affiancando il Direttore dei Lavori”. Una volta riqualificati, i beni vengono restituiti alla collettività: “Generalmente vengono ceduti a soggetti del Terzo Settore con una vocazione sociale, come ad esempio associazioni e ONLUS, oppure vengono concessi in uso a famiglie bisognose”, spiega Campioli. 

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE DI SOGGETTI FRAGILI 

Un importante aspetto sociale del progetto è quello del coinvolgimento di soggetti fragili nei lavori in cantiere: “La nostra idea è dare loro la possibilità di qualificarsi professionalmente per poi entrare nel mercato del lavoro”, ci dice Campioli. “Abbiamo stipulato una convenzione con ESEM-Cpt (Ente Scuola Edile Milanese) per garantire a queste persone di seguire a titolo gratuito corsi di formazione abilitanti e professionalizzati al lavoro nei cantieri edili”. Ma trovare soggetti disponibili non è stato così semplice come previsto: “In questa fase abbiamo coinvolto il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), un’associazione che si occupa della  accoglienza e dell’inserimento lavorativo di soggetti fragili, e l’ENAIP (enti di formazione professionale),ma forse abbiamo sbagliato la modalità di veicolazione delle proposte di tirocinio: ad esempio abbiamo proposto sei mesi di tirocinio, ma molti immigrati hanno  la possibilità di vivere nei centri di accoglienza per soli tre mesi prima di trovarsi a dover essere economicamente indipendenti, per cui non possono permettersi di partecipare a programmi di formazione così lunghi e per esigenza si rivolgono al mercato del lavoro in nero. Ora abbiamo riformulato i termini del percorso di tirocinio extra-curriculare in modo diverso e abbiamo ricevuto diverse candidature”. 

UN MODELLO VIRTUOSO E REPLICABILE 

Il progetto è in dirittura d’arrivo: il team di ricerca ha ottenuto una proroga di quattro mesi sulla scadenza ufficiale (fissata per il prossimo 15 giugno), per poter così seguire i lavori nei due cantieri-pilota. Entro ottobre tutto dovrebbe essere definitivamente concluso. 

L’idea del progetto Co-WIN è produrre un modello replicabile poi in tutta Italia, per consentire l’attivazione sistematica di ulteriori esperienze di cantieri-scuola: “Vogliamo che si possa prescindere dalla presenza del Politecnico: stiamo cercando di produrre la documentazione necessaria da presentare a Regione Lombardia affinché il nostro progetto non rimanga un unicum”.  

Tra i partner coinvolti ve n’è anche uno industriale, che ha donato materiale edile alle imprese che si occupano dei lavori: per le industrie è un ritorno di immagine in termini di sostenibilità sociale. “L’idea, in futuro, è anche quella di costituire un albo delle industrie disponibili a cedere materiale gratuitamente”. Il progetto verrà presentato il 21 e 22 aprile a Napoli, nell’ambito del Secondo Forum Espositivo sui beni confiscati

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