L’Alumnus che porta l’innovazione in Burkina Faso

La storia di Arsène Héma e del FabLab Inviis Lab

Leggiamo spesso storie di cervelli in fuga, menti brillanti che se ne vanno dai propri Paesi per cercare fortuna all’estero. Quella di Arsène Héma, co-fondatore del laboratorio di fabbricazione digitale InViis Lab, è la storia di un uomo che ha lasciato il suo Paese senza abbandonarlo mai davvero, ma con l’idea di studiare all’estero per poi tornare in Africa e mettere in pratica quanto appreso. Specializzatosi nel 2009 con un master in telecomunicazione al Politecnico e tornato in Burkina Faso nel 2010, Héma ammette che la sua idea iniziale “era quella di fare l’insegnante, non certo l’imprenditore”. Arrivando al Poli ha poi capito che una cosa non escludeva l’altra, e così ha deciso di aprire in Burkina Faso l’azienda “InViis Lab”, in collaborazione con Hubert N’Do che gestisce gli aspetti commerciali dell’impresa. Questo FabLab (un laboratorio di fabbricazione digitale) mette a disposizione di studenti e imprenditori attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare le loro competenze e dare vita alle loro idee innovative, accompagnandoli nello sviluppo di prototipi finanziabili e modelli di business sostenibili.

Gli inizi al Politecnico

Héma è nato e cresciuto in Costa d’Avorio, ma i suoi genitori sono del Burkina Faso. Dopo gli studi in elettronica, si interessa all’ambito della ricerca e lo sviluppo (nel 2004 per la mia tesi avevo sviluppato un telefono, ci racconta): “Un amico spagnolo mi parla del Politecnico di Milano: faccio richiesta per una borsa di studio tramite la Fondazione Rui e a settembre 2005 arrivo a Milano”, spiega. Superato il trauma del “freddo” (in Costa d’Avorio ero a 35 gradi, quando sono arrivato ce n’erano 17! Non avevo mai sentito un clima così freddo, sorride), inizia l’avventura italiana: “Ho dovuto imparare l’italiano da zero, ed ero iscritto a un master in telecomunicazione: il livello era alto, e la maggior parte degli altri studenti aveva già frequentato il Politecnico per la prima laurea”, racconta. “Inoltre la borsa di studio non copriva tutto, per cui ho dovuto lavorare e imparare a non procrastinare”.

L’incontro con Decina e il ritorno in Africa

Un incontro decisivo è quello con il professore Maurizio Decina: “Mi ha fatto capire che potevo essere un insegnante e un imprenditore, proprio come lui”, racconta Héma. Così, alla fine del suo percorso al Politecnico, Héma torna in Africa: “I miei genitori avevano deciso di tornare a vivere in Burkina Faso, io sono passato con l’idea di salutarli ma alla fine non me ne sono più andato: ho imparato a conoscere l’ambiente che, anche se vicino alla Costa d’Avorio, è molto diverso”. Forte dell’esperienza maturata a Milano, Héma lavora a sostegno di altri imprenditori, poi in ambito biomedico come responsabile delle operazioni, e infine come professore di tecnologia dello sviluppo dei servizi di telecomunicazioni all’università in Burkina Faso (incarico che mantiene tutt’ora).

Il contatto con Fondazione Aurora

Come spesso accade, è un amico in comune – Cleophas Adrien Dioma − che permette a Marta Sachy, direttrice di Fondazione Aurora ETS (un’organizzazione che si occupa di rafforzamento di iniziative imprenditoriali in Africa), e Arsène Héma di conoscersi: “La fondazione stava seguendo un progetto di accesso all’acqua nell’ovest del Burkina Faso, precisamente nel villaggio di cui sono originari i miei genitori”, ci spiega Héma. “Cercavano qualcuno che li supportasse nell’accompagnamento dell’impresa di perforazione avviata anche grazie al supporto di Fondazione Aurora, occupandosi in particolare delle relazioni con gli enti locali. E così ho conosciuto Marta”.
“Il lavoro di Arséne è davvero importante perché fa da ponte, anche culturale, tra Fondazione Aurora, l’impresa e le istituzioni africane”, afferma Sachy.

La nascita di InViis Lab

Quando Héma parla a Sachy di InViis Lab, Fondazione Aurora decide di collaborare. L’azienda è stata già presentata, tramite la Fondazione, due volte in Italia, la prima alla Borsa Valori a Milano, la seconda a Roma nell’ambito dell’Italia-Africa Business Week. “Il nome InViis Lab deriva dal latino in viis – in strada, in giro con la gente − ma anche dal latino vernacolare oltre il traguardo, oltre l’attesa”, ci spiega Héma.


“Il nostro obiettivo a InViis non è inventare cose nuove: vogliamo ispirarci a realtà che esistono già e migliorarle, evitando di commettere gli stessi errori”, sottolinea Héma. Per ora l’azienda si specializza in tre ambiti: elettronica, internet delle cose (di cui fanno parte, per capirci, smartphone e elettrodomestici intelligenti) e telecomunicazione.

Risolvere problemi concreti

“Vogliamo sviluppare progetti che rispondano a dei bisogni concreti della realtà locale del Burkina Faso, come l’agricoltura e la piscicoltura: la nostra idea è trovare soluzioni tecnologiche ma concrete per semplificare la vita ai lavoratori e aiutarli a guadagnare di più”, ci spiega Héma.
Oltre ad aiutare chi ha un’idea da sviluppare, InViis offrirà anche una formazione riconosciuta, rilasciando certificati validi anche al di fuori del Burkina Faso. “Il nostro sogno più grande è che InViis Lab diventi un punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo di innovazioni”, afferma Héma.

Chi può partecipare e quando si inaugura

Chi può usufruire dei servizi di InViis Lab? “Non c’è un minimo di età né di studi per proporre la propria idea: se è buona, la ascoltiamo”, risponde Héma. “Ci sarà un comitato scientifico che farà una prima scrematura, e poi offriremo diversi livelli di membership dedicati a studenti universitari, a privati o a imprese”.
InViis Lab si rivolge infatti a tre principali target di clienti:

  • il programma di membership è pensato per innovatori autonomi e permette di utilizzare direttamente la strumentazione del laboratorio, tra cui stampanti 3D, PC, frese CNC e incisori laser, stazioni di saldatura, oscilloscopi e multimetri, e kit di apprendimento Arduino;
  • studenti e dipendenti di imprese private e di uffici pubblici potranno ricevere corsi di formazione professionale e workshop per sviluppare competenze digitali e imprenditoriali, anche attraverso partenariati con università e centri di ricerca;
  • forti delle loro competenze ICT e business, il team di Arsène offrirà inoltre servizi di ricerca e sviluppo, ottimizzazione, prototipazione e validazione per conto di aziende e start-up con idee innovative.

InViis Lab ha avviato i primi progetti ad agosto 2023, in particolare la programmazione e installazione di un set di pannelli LED per un istituto bancario a Ouagadougou, anche grazie al supporto di tre tirocinanti di università di ingegneria locali. “Se tutto andrà bene, contiamo di passare alla produzione e commercializzare di questi e altri progetti già dopo un anno di test: risolverebbero problemi molto importanti in Burkina Faso, facendo inoltre risparmiare al governo parecchi soldi”, spiega Héma.

Come possiamo supportare?

È possibile contribuire alla buona riuscita di questo progetto? “Certo, condividendo questo articolo e spargendo la voce sulle attività di InViis Lab: con le vostre reti di contatti potrete aiutarci a stabilire nuove opportunità di collaborazioni e partnership internazionali, contribuendo quindi alla crescita dell’azienda” risponde Héma. “Invitiamo inoltre a mettersi in contatto con noi anche chi volesse supportare InViis Lab contribuendo agli investimenti che stiamo svolgendo per attrezzare ulteriormente il laboratorio, soprattutto con strumenti che offrano più mobilità per poter testare soluzioni sul campo”.

Contatti InViis Lab
Arsene Hèma – arsene.hema@inviis.com
Hubert N’Do – hubert.ndo@inviis.com

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