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2021, un anno da ricordare: gli innovatori politecnici

Continuiamo il nostro percorso del Best of 2021: da Forbes al Corriere della Sera, la stampa internazionale e le imprese di tutto il mondo celebrano i più grandi professionisti dell’anno. Tra questi tante menti politecniche. 

Un anno da ALUMNI! – commenta il Presidente Enrico Zio – Un anno che posso osare dire “normale”, vista l’eccezionalità della nostra comunità di Alumni. La serietà, la professionalità, l’etica e la dedizione degli Architetti, dei Designer e degli Ingegneri del Politecnico di Milano, uniti alla qualità delle loro competenze, portano “naturalmente” a questi grandi risultati. Allora, continuiamo a sorprendere il mondo con il nostro lavoro “normale”: io sono il Presidente di questa comunità, e me ne faccio vanto.

Mentre scriviamo, l’anno non è ancora finito e la lista potrebbe allungarsi. Sicuramente, poi, qualcuno ce lo saremo perso per strada: in quel caso, segnalatecelo e correggeremo. Certo è che queste cartoline dai podi del mondo, firmate da Alumni e studenti del Politecnico, sono una testimonianza della forza di questa community nei campi più svariati.  

Marzo 

11 politecnici nella lista Forbes dei giovani innovatori  

È la celebre lista degli under 30 da tenere d’occhio per le loro idee e l’impatto che avranno sul mondo. Tra loro anche diversi politecnici: Giovanni Pandolfi Bortoletto, Ingegneria Aeronautica, 29 anni, fondatore di Leaf Space, per la categoria Science; Matteo Marzorati, 26 anni, categoria Games, fondatore di Cordens Interactive e Alumnus in Product Service System Design; Domitilla Rapisardi, 29 anni, categoria Art&style, fondatrice di IINDACO e Alumna in Design della Moda; Francesca Bona, per la categoria Energy, 29 anni, esperta di transizione energetica, Ingegneria Energetica; ​Andrea Evangelista e Chiara Riente, entrambi 27 anni, Alumni in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie e Design della Comunicazione, fondatori di Piantando, per la categoria Social Impact; Marco Laganà, 29 anni, categoria e-commerce, ha fondato Dog Heroes, Alumnus in Design della Moda; Elisa Piscitelli, 30 anni, e Mariapaola Testa, Ingegneria Gestionale, 29 anni, categoria Education, hanno fondato Orientami; Enrico Bertino, Mathematical Engineering, e Gianluca Maruzzella, Ingegneria Gestionale, fondatori di Indigo.ai, categoria Enterprise technology.

Aprile 

World’s top 50 best designers of 2021 secondo Marie Claire 

Tra i migliori 50 designer al mondo secondo la storica rivista c’è anche Elena Salmistraro, Alumna in Disegno Industriale, designer, pittrice e illustratrice per grandi nomi quali Apple, Disney e Ikea­­­­.

Plasmare il futuro del business attraverso l’AI: le 40 nella lista di IBM 

Nell’olimpo delle 40 donne dell’intelligenza artificiale troviamo due politecniche, entrambe Alumnae in Ingegneria Elettronica: Donatella Sciuto, prorettrice del Politecnico di Milano e delegata del rettore alla Ricerca e alla Diversity, e Elisabetta Burei, Alumna in Ingegneria Elettronica e Senior manager demand&project di CheBanca!

I guru della sicurezza informatica in Italia 

La Repubblica seleziona in una lista i 50 maggiori esperti italiani della cyber security, a livello internazionale. Tra loro, 4 Alumni: Vincenzo Iozzo, Ingegneria Informatica, Senior Director di CrowdStrike, azienda leader nel campo della cyber-security; Luigi Rebuffi, segretario generale dell’European Cyber Security Organisation, Alumnus Ingegneria Nucleare (è stato ospite della 10° edizione della Convention Alumni Politecnico di Milano il 13 novembre 2021); Giovanni Vigna, Ingegneria Elettronica e Phd, docente presso il Dipartimento di Informatica dell’Università della California a Santa Barbara (UCSB), fondatore del gruppo hacker Shellphish (le sue lezioni sull’hacking sono disponibili su YouTube); Stefano Zanero, Alumnus Ingegneria Informatica, professore associato al Politecnico Milano.

A proposito di cyber: lo sapevi che quest’anno si sono laureati i primi studenti in Cyber Risk Strategy and Governance?.

Settembre 

5 Alumnae politecniche tra le “inspiring 50” italiane  

Le donne ai vertici del mondo tecnologico in Italia: dal digitale, all’intelligenza artificiale, alla robotica, alle life sciences e via dicendo. Nella lista, 5 Alumnae internazionali: Cristina Canavesi, Ingegneria delle Telecomunicazioni, Co-founder & President at LighTop Tech Corp; Elena Bottinelli, Ingegneria Elettronica, oggi Head of Innovation, Digitalization and Sustainability del Gruppo San Donato;  Guendalina Cobianchi, SVP Business Development & Partnerships in V-Nova, Ingegneria Gestionale; Monica Dalla Riva, VP Design & CX at Deutsche Telekom, Disegno Industriale; Patrizia Casali, Ingegneria Biomedica, innovation developer e team leader. Nella lista UK troviamo invece Marzia Bolpagni, Alumna PhD in Architettura. È specializzata nella digitalizzazione del patrimonio edilizio (Building Information Modelling), è stata premiata anche come young engineer of the year dalla Royal Academy of Engineering, che ogni anno premia i 5 migliori ingegneri, e ha ricevuto la prestigiosa Sir George Macfarlane Medal, attribuita ai giovani professionisti.

Ottobre 

Le 100 “wonder women” 

Ancora Forbes, per il quarto anno consecutivo celebra le 100 leader italiane di successo, selezionate tra scienziate, campionesse dello sport, visionarie imprenditrici e manager. Tra loro, due Alumnae:

Emanuela Trentin, Ingegneria Gestionale, CEO di Siram Veolia (è stata ospite della 10° edizione della Convention Alumni Politecnico di Milano) e Virginia Magliulo, Ingegneria Elettronica, President Global View HCM in ADP (la ritroviamo nel libro VERSO IL 2099 – 87 Consigli dai grandi Alumni del Politecnico di Milano”)

Tra i 100 migliori manager secondo Forbes Italia 

C’è anche Giuseppe Di Franco, Group Executive Vice President – Global Head of Resources & Services and CEO of Italy in Atos. Troviamo anche lui nel libro VERSO IL 2099 – 87 Consigli dai grandi Alumni del Politecnico di Milano”.

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Made in Polimi: la mascherina Narvalo si qualifica per il Compasso d’oro

Narvalo: una mascherina a uso urbano dotata di un sistema che regola il flusso d’aria per fornire sempre il massimo comfort respiratorio combinato con la miglior protezione filtrante contro polveri sottili, smog, pollini, virus e batteri. Così si legge sul sito dedicato all’ADI DESIGN INDEX 2021. Lo conosciamo tutti come la selezione annuale del miglior design italiano, realizzata dall’Osservatorio permanente del Design, in sostanza il girone di qualificazione per il Compasso D’Oro.

narvalo
Credits: https://narvalo.design/

Narvalo è stata appunto selezionata nell’ADI Design Index 2021. Ma è una nostra vecchia conoscenza (vecchia per modo di dire: è arrivata sul mercato nel 2020): vi abbiamo parlato di lei anche nel MAP #7 (potete leggere tutta la storia di Narvalo Urban Mask a questo link), con un’intervista esclusiva a Ewoud Westerduin, Alumnus Integrated Product Design e fondatore della start-up che ha sviluppato il prodotto.

«Il tessuto 3D viene ottenuto da un processo di tessitura a tre livelli, in cui lo strato superiore e quello inferiore vengono uniti ad uno strato intermedio, denominato spacer layer, dallo spessore variabile a seconda dell’esigenza», spiega Westerduin. «La parte filtrante è composta da vari strati di tessuto non tessuto a base di polipropilene che, uniti ad uno strato trattato con il carbone attivo, sono in grado di filtrare il 99,9% di particolato, smog, pollini, batteri, virus ed odori. La parte esterna è idrorepellente, mentre la fascia interna, a contatto con la pelle, oltre ad essere anche questa idrorepellente, è in materiale anallergico e autosanificante». Noi aggiungiamo: serve anche a non far appannare gli occhiali, e in questa stagione non è poco.

A proposito dell’ADI Design Index, l’Alumnus commenta su LinkedIn: “Sono molto felice di poter condividere questo con tutto il team della nostra startup! Nell’ambito del riconoscimento, la nostra Narvalo Urban Active Mask è esposta all’ADI Design Museum nella mostra temporanea, e presto sarà esposta anche a Roma”. 

Il coronamento di un anno tutto con il turbo per la squadra Narvalo, che all’inizio di quest’anno ha vinto anche un Red Dot Design Award Product Design, uno dei premi del design più prestigiosi a livello internazionale dal 1954 e che sceglie ogni anno progetti di design da tre ambiti della disciplina: Product Design, Brand & Communication Design e Design Concept. La giuria è composta da 50 membri internazionali rappresentanti delle tre categorie che testano e valutano singolarmente i vari progetti candidati. Quest’anno hanno partecipato progetti provenienti da oltre 60 paesi.

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2021, un anno da ricordare: il medagliere politecnico

In questo primo “assaggio” del Best of 2021, vogliamo ricordare le vittorie che ci hanno fatti tifare al ritmo di #orgoglioPolitecnico. 

Un anno da ALUMNI! – commenta il Presidente Enrico Zio – Un anno che posso osare dire “normale”, vista l’eccezionalità della nostra comunità di Alumni. La serietà, la professionalità, l’etica e la dedizione degli Architetti, dei Designer e degli Ingegneri del Politecnico di Milano, uniti alla qualità delle loro competenze, portano “naturalmente” a questi grandi risultati. Allora, continuiamo a sorprendere il mondo con il nostro lavoro “normale”: io sono il Presidente di questa comunità, e me ne faccio vanto.

Mentre scriviamo, l’anno non è ancora finito e la lista potrebbe allungarsi. Sicuramente, poi, qualcuno ce lo saremo perso per strada: in quel caso, segnalatecelo e correggeremo. Certo è che queste cartoline dai podi del mondo, firmate da Alumni e studenti del Politecnico, sono una testimonianza della forza di questa community nei campi più svariati.  

medagliere

OLIMPIADI DI TOKYO 

Un anno fantastico per lo sport italiano, anche quello Made in Polimi, che, tra le molte vittorie, contribuisce al medagliere olimpionico con 7 medaglie. 

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Manfredi Rizza, Alumnus Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie, porta a casa l’argento nel K1 200 metri alle Olimpiadi di Tokyo 

Alberto Amodeo, studente di Ingegneria dell’Automazione, medaglia d’argento nei 400m stile libero alla Paralimpiadi 

Simone Barlaam, studente di Ingegneria Meccanica, oro nei 50m stile libero, argento nella staffetta 4×100 stile libero, argento nei 100m farfalla e bronzo nella staffetta 4×100 mista alle Paralimpiadi 

Giulia Ghiretti, studentessa di Ingegneria Biomedica, argento nei 100m rana alle Paralimpiadi 

La squadra maschile di inseguimento su pista ha vinto la medaglia d’oro e stabilito un nuovo record del mondo (3:42:032) in una gara all’ultimo secondo. L’impresa passa anche per il Politecnico di Milano, in particolare dalla Galleria del Vento. 

“Per preparare le Olimpiadi di Tokyo, i quartetti dell’inseguimento su pista maschile e femminile sono venuti in Galleria del Vento per ottimizzare le prestazioni dal punto di vista aerodinamico, verificando i materiali e la posizione in sella”, ha commentato il prof. Marco Belloli, direttore scientifico della Galleria del Vento.  

NON SOLO OLIMPIADI: UN ANNO DI PODI  

Febbraio 

Luna Rossa domina la Prada’s Cup battendo 7-1 l’equipaggio britannico: è in Coppa America per la prima volta dopo 21 anni. Nel team italiano anche quattro Alumni del Politecnico di Milano: 

Alessandro Franceschetti, Head of Structural Engineering, Alumnus Polimi Ingegneria dei Materiali
Fabrizio Marabini, Performance, Alumnus Polimi Ingegneria Aeronautica
Stefano Baruffaldi, Drone – Electronics, Alumnus Polimi Disegno Industriale
Andrea Romani, Base Operations Manager, Alumnus Polimi Architettura

Sfortunati durante la finale, l’equipaggio italiano rende onore agli avversari: “Abbiamo mostrato a tutto il mondo che possiamo farcela”, commenta il timoniere Francesco Bruni. “Non è finita la corsa di Luna Rossa in Coppa America, ci riproveremo con maggiore esperienza”. 

Luglio 

Grandissimo risultato per i ragazzi e le ragazze del team Polimi Motorcycle Factory nella competizione Moto Student VI edition: dopo tre anni di duro lavoro con Nyx, il prototipo #electric, si sono aggiudicati il primo posto come Best Industrial Project, il primo posto nella prova di accelerazione e la velocità più alta del campionato raggiungendo i 200.0 km/h. 

Ilaria Burattin, Alumna Product Design, che con le compagne ha centrato il titolo e il record italiano per club nella staffetta 4×400, con il tempo di 3’31”16. 

Ottobre 

Dopo la vittoria dello scorso anno, la squadra del Poli ha vinto anche la seconda edizione del “Leonardo Drone Contest. An Open Innovation Challenge”, competizione unica in Italia, lanciata da Leonardo per promuovere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale applicata all’ambito dei sistemi senza pilota. 

Indy Autonomous Challenge: oro mancato d’un soffio per il team Polimove, che conquista il terzo posto e il record di velocità: “252 km/h, col motore che andava a 6000 giri: abbiamo fatto il record e ci siamo schiantati 10 secondi dopo”, commenta il prof. Savaresi, capogruppo del progetto. Sulla pista di Indianapolis si sono sfidati 28 team di oltre 500 studenti universitari appartenenti a 39 atenei di 11 Paesi.

Novembre 

Football americano, un altro bellissimo risultato per l’Italia: Alessandro Vergani e Tommaso Finadri; Alumni Ingegneria Aerospaziale, insieme a Riccardo De Mas; Alumnus Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie, si sono laureati campioni agli europei battendo in casa la Svezia 41 a 14.

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Al Politecnico di Milano nasce il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré

Nasce il Centro Ricerche Gianfranco Ferré, che raccoglie l’immenso patrimonio lasciato dallo stilista laureatosi al Politecnico di Milano nel 1969. All’evento di presentazione hanno partecipato il Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, il Presidente della Fondazione Gianfranco Ferré Alberto Ferré e il Direttore Generale della Fondazione Rita Airaghi.

La famiglia Ferré, dopo aver dato vita alla Fondazione nel 2008, ha deciso oggi di donare al Politecnico di Milano l’archivio e la sede di via Tortona, progettata da Franco Raggi.

fondazione Ferré
Credits: polimi.it/Fondazione Ferré

Il Rettore Resta ha commentato:

Il valore del patrimonio è quello di resistere, crescere e guardare al futuro. Conservare significa continuare a fare in modo che pensieri ed oggetti rivivano in forme nuove. Questo l’obiettivo del Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, che inauguriamo oggi, con l’intento di promuovere l’innovazione digitale delle industrie creative e culturali.

L’attuale patrimonio della Fondazione, quasi interamente catalogato in una banca dati digitale, è caratterizzato da più di 150.000 documenti e artefatti, tra schizzi, disegni tecnici, foto, abiti e accessori, oggetti, libri, riviste, filmati, rassegne stampa, scritti, lezioni e appunti dello stilista.

L’archivio, riconosciuto patrimonio “di particolare interesse culturale” da parte del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, oggi entra a far parte del sistema Archivi Storici del Politecnico di Milano.

Coordinato dal Dipartimento di Design, il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré intende fondere le abilità, le conoscenze tecnico-scientifiche e la cultura del progetto del Politecnico di Milano con il patrimonio materiale e immateriale relativo alla storia, alla cultura e alle tecniche della moda conservato e valorizzato dalla Fondazione Gianfranco Ferré.

Gianfranco Ferré, grande stilista ed artista, è stato un ambasciatore dell’Italia e del nostro ateneo nel mondo: uno di quei nomi che ci rende fieri. Delle sue opere colpisce il rigore, forse dovuto alla progettualità insita nella sua formazione di architetto, e l’emozione. Un connubio tra tecnica e arte, tra metodo e inventiva, che incentiviamo nelle nostre aule e nei nostri laboratori attraverso la sperimentazione, che oggi passa dall’intersezione sempre più stretta tra tecnologia e creatività.

ha aggiunto Resta.

Il Centro si fonda su una visione interdisciplinare in grado di coniugare tradizione con innovazione e tecnologia, e integra una profonda conoscenza nell’ambito del design e della moda con competenze digitali.

Aspetto distintivo è quindi l’innesto di tecniche e conoscenze tipiche della cultura sartoriale, artigianale e tecnica delle industrie creative con soluzioni tecnologiche avanzate – come realtà aumentata e realtà virtuale; reverse modeling, digital prototyping e stampa 3D; haptic and sonic perception; holographic rendering, grafica animata, e movie production.

Le tecnologie digitali sono già state ampiamente applicate nel settore della moda, ma manca tuttora un approccio integrato che possa esplorare tutto il potenziale dell’ibridazione tra la dimensione fisica e quella virtuale, per ripensare la fruizione degli artefatti di moda anche in un’ottica di valorizzazione culturale e “narrazione aumentata”.

Il Centro di Ricerca si propone di avviare una serie di sperimentazioni interdisciplinari che, sotto il coordinamento del Laboratorio Fashion in Process del Dipartimento di Design, coinvolgeranno numerose componenti disciplinari dell’Ateneo, dall’ingegneria meccanica, all’ingegneria dell’informazione e bioingegneria, all’ingegneria matematica, per esplorare alcune traiettorie di ricerca e innovazione.

Il primo anno di attività si concluderà con un’iniziativa aperta al pubblico che metterà in scena alcuni pezzi unici dell’archivio Ferré nel contesto dei nuovi scenari di trasformazione digitale delle industrie creative e culturali. 

 La costituzione del Centro di ricerca Gianfranco Ferré presso il Politecnico di Milano mi rende particolarmente felice e orgoglioso di aver onorato il mio impegno teso a mantenere vivi nel tempo la memoria e il valore di mio fratello Gianfranco.

commenta Alberto Ferré.

Da ora in poi il testimone passa a chi saprà certamente utilizzare gli strumenti più avanzati per far conoscere e diffondere ulteriormente un patrimonio culturale di immenso valore, grazie a progetti e sperimentazioni diverse, con il supporto di nuovi linguaggi. Un ritorno a casa, nel ‘suo’ Politecnico dove didattica e ricerca sono frutto di continue sperimentazioni, dove le più nuove tecnologie possono far leggere e far vivere in chiave contemporanea il frutto della poesia, della creatività, del sogno che stanno alla base della moda di Gianfranco, che ha sempre coniugato questi valori con il metodo e la progettualità made in Politecnico.

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PNRR, serve una cordata università-imprese per vincere le prossime sfide

Sfide tecnologiche sempre più complesse e in evoluzione sempre più rapida, questo il quadro descritto dai vertici di Ateneo alle 62 aziende che si sono incontrate il 1° dicembre al Politecnico di Milano.

Nell’Aula Magna Pesenti, nel nuovo Campus di Architettura dove, ci ricorda il rettore Ferruccio Resta, si incontrano periodicamente Ateneo, istituzioni, imprese e Alumni, si è tenuto infatti il primo JRC Annual Meeting, un momento di confronto con i partner dell’Ateneo per valorizzare i risultati raggiunti grazie agli accordi con le imprese. All’ordine del giorno le linee guida del PNRR e la necessità di investire su ricerca, istruzione e innovazione. In che modo?

“La complessità ci richiede, oggi, di fare sistema”, commenta Daniele Rocchi, delegato del rettore alle Corporate Relations, in apertura dell’evento. Sul palco insieme al rettore, presenti anche la prorettrice e delegata alla Ricerca Donatella Sciuto, l’Alumnus Renato Lombardi (VP Huawei Italia e R&D Director Huawei Italia), l’Alumnus Renato Mazzoncini (CEO di A2A), l’Alumnus Andrea Ruckstuhl (Director EMEA di LENDLEASE), Roberto Tomasi (CEO di Autostrade per l’Italia) e Francesca Zarri (Direttore Technology, R&D & Digital di ENI). 

UN PO’ DI CONTESTO (E DI VOCABOLARIO)

“Il Politecnico ha nel suo DNA l’inclinazione alla ricerca applicata che coinvolge il mondo industriale: in gergo accademico la chiamiamo Terza Missione (le prime due sono didattica e ricerca), è la capacità di trasferire la ricerca dai laboratori al contesto sociale”, commenta Rocchi.

Foto di Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design POLIMI (progettazione, produzione e gestione di prodotti comunicativi) Dipartimento di DESIGN, Politecnico di Milano – 02-2399.7805/06 – labimmagine-design@polimi.it

Dai dipartimenti, quindi, cuore dello sviluppo scientifico, al trasferimento tecnologico, il Poli si avvale di diversi strumenti come il concorso di idee Switch2Product e il Polihub, uno dei migliori acceleratori di impresa al mondo, oltre a una serie di iniziative di venture capital che servono a sostenere la necessaria crescita dei volumi di investimento.

L’obiettivo di questi strumenti è misurabile: far crescere il TRL (Technology Readiness Level, indice che misura la maturità di una tecnologia rispetto al mercato) delle invenzioni politecniche e non solo, visto che si tratta di iniziative che coinvolgono start-up e imprenditorialità da tutto il territorio.

Tra i vari modelli di collaborazione con le imprese, una particolare importanza ricoprono i Joint Research Centre, partnership strategiche con ricadute immediate sia sul piano della ricerca che su quello della formazione (in particolare con il supporto a dottorati di ricerca e giovani ricercatori).

UNA ROADMAP PER IL PNRR

Da qui ai prossimi 3 mesi si gioca la prima partita del PNRR, per 6 miliardi di euro”, commenta il rettore Ferruccio Resta. “Le prime linee guida emesse dal Governo per la Misura 4, quella destinata all’università, pongono particolare attenzione al rapporto università-impresa. Indicano strumenti concreti di avvicinamento alla società civile e al mondo produttivo in un’ottica di filiera attraverso la creazione di partenariati pubblico-privati su temi trasversali; l’istituzione di centri nazionali dedicati a tecnologie chiave; il potenziamento di ecosistemi per lo sviluppo dei territori e una maggiore integrazione tra infrastrutture di ricerca e innovazione per accrescere la competitività su scala nazionale ed europea. Un passo decisivo di apertura e di collaborazione estesa che il nostro ateneo persegue da tempo.”

Foto di Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design POLIMI (progettazione, produzione e gestione di prodotti comunicativi) Dipartimento di DESIGN, Politecnico di Milano – 02-2399.7805/06 – labimmagine-design@polimi.it

Ad oggi, infatti, sono attivi 185 accordi di ricerca tra imprese e Politecnico, per un valore compressivo 150 milioni di euro all’anno. Una tradizione per l’Ateneo, che con l’incontro del 1° dicembre ha voluto condividere con il territorio: in sostanza, aprire i lavori per creare una cordata di università e aziende che permettano di intercettare risorse e investimenti previsti nei prossimi mesi, con un approccio condiviso, multidisciplinare e multi-stakeholder. Resta guarda al futuro del Paese: “L’obiettivo è andare oltre al PNRR e fare in modo che questo contributo crei valore per il sistema in modo duraturo, anche oltre il 2026”.

LEGGI ANCHE “Investire in ricerca e innovazione: cosa ne pensano i politecnici? Il rettore alla 10° edizione della Convention Alumni Politecnico di Milano: Fare ricerca vuol dire puntare sulle persone. Focus su PNRR e sostenibilità”

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Chi sono i 10 politecnici “Future Makers” secondo Boston Consulting Group

Lanciato nel 2016, il progetto “The Future Makers” della società di consulenza BCG – Boston Consulting Group ha l’ambizione di offrire a 100 talenti (50 ragazzi e 50 ragazze) tra i 23 e i 26 anni, rappresentativi delle università più prestigiose, gli strumenti per rafforzare la loro leadership e prepararli a essere voci autorevoli della futura classe dirigente italiana. 

Durante la quinta edizione di quest’anno, i ragazzi e le ragazze selezionate tra oltre 10.000 candidature hanno avuto la possibilità di confrontarsi a Milano con le più autorevoli voci dell’economia e della società, con un particolare focus sulle personalità impegnate nelle varie forme di sostenibilità a livello globale. 

Tra i talenti di quest’anno ci sono 10 politecnici, studenti e Alumni che si sono distinti non solo per il loro curriculum accademico, ma anche per intraprendenza, capacità di lavorare in gruppo, comunicazione e ascolto. 

future makers
Credits: Jacopo Farina

CONOSCIAMO I 10 FUTURE MAKERS POLITECNICI

Benedetta Beltrami – Alumna magistrale Integrated Product Design 2020  

“Due giornate ricche di stimoli e di condivisione insieme ad ospiti internazionali esponenti del settore pubblico e privato. Abbiamo parlato molto di sostenibilità e di come ognuno di noi è chiamato ad essere agente attivo del cambiamento in questi anni delicati di transizione.”

benedetta beltrami
Fonte: Linkedin

Jacopo Farina – Alumnus magistrale Ingegneria Gestionale 2019

Avere gli altri 99 migliori talenti Under 26, 49 ragazzi e 50 ragazze, selezionati dal team TFM tra oltre 10.000 candidature ricevute, nella stessa stanza è già un elemento adrenalina o e di carica che ti spinge a fare sempre meglio. 

jacopo farina
Fonte: Linkedin

Salvatore Pio Ferro – Studente magistrale Ingegneria Gestionale

Il mio pensiero va ai 99 under 26 che hanno preso parte a questa edizione insieme a me: dal primo giorno ho capito il grande potenziale di queste persone, l’impregno che mettono nella loro formazione (accademica e extra-curriculare), lo straordinario background che hanno e la ricchezza di pensiero che mettono a disposizione nei dibattiti.

salvatore pio ferro
Fonte: Linkedin

Alberto Gentili – Alumnus triennale Ingegneria Aerospaziale 2018 

alberto gentili
Fonte: Linkedin

Yiwei Huang – Alumna magistrale Ingegneria Gestionale 2019 

Quello che TFM mi ha insegnato però, va molto oltre alle mie aspettative iniziali. Essere una future maker significa avere una mindset di crescita, un’ossessione delle nostre passioni e una determinazione a farle diventare realtà. 

yiwei huang
Fonte: Linkedin

Valentina Jerusalmi – Alumna triennale Ingegneria Matematica 2019   

Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con gli speaker in streaming dalla COP26 di Glasgow, esperti che hanno a che fare con la sostenibilità da prospettive di business, social e ambientali.

valentina jerusalmi
Fonte: Linkedin

Federico Lesca – Alumnus magistrale Ingegneria Gestionale 2020 

federico lesca
Fonte: Linkedin

Ksenija Maksimovic – Alumna magistrale Ingegneria dei Materiali e Nanotecnologie 2020  

Grazie BCG per averci dato l’opportunità di diventare ambasciatori del cambiamento.

ksenia Maksimovic
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Emma Marioni – Studentessa magistrale Food Engineering  

Sono onorata di essere parte di questo bellissimo gruppo di 100 studenti e professionisti italiani che stanno provando a far diventare la sostenibilità una realtà.

emma marioni
Fonte: Linkedin

Lisa Marie Talia – Alumna triennale Ingegneria Matematica 2019 

lisa marie Talia
Fonte: Linkedin
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L’Alumna Marzia Bolpagni riceve il Women of the Future award nel Regno Unito

Il 2021 di Marzia Bolpagni, Alumna dottorata al Politecnico di Milano nel 2018, è stato ricco di premi e riconoscimenti: l’ultimo conquistato è stato il britannico Women of the Future Award nella categoria Real Estate, Infrastructure & Construction.

marzia bolpagni
Credits: www.womenofthefuture.co.uk

Bolpagni vive nel Regno Unito da 4 anni e, dopo la gavetta, all’inizio del 2021 è diventata la guida dell’implementazione digitale internazionale in Mace, azienda edile e di consulenza che, tra gli altri progetti, ha anche costruito il celebre London Eye. In pochissimo tempo si è fatta notare nel settore diventando – come la definisce Forbes in una recente intervista– “una stella in Inghilterra”.

Oltre al riconoscimento come Woman of the Future, ci sono infatti da aggiungere alla palmarès dell’Alumna anche la nomina a ingegnere dell’anno per la Royal Academy of Engineering, la vittoria come professionista emergente decretata dall’Associazione di consulenza e ingegneria inglese (Ace), la medaglia Sir George Macfarlane per l’eccellenza del suo lavoro nella digitalizzazione delle costruzioni e la presenza nella lista delle 50 donne più influenti nella tecnologia nel Regno Unito secondo il Financial Times.

“Il mio intento è quello di continuare a motivare i giovani e cambiare in loro la percezione del settore delle costruzioni, far capire che è un settore aperto a tutti e c’è molto da fare non solo in cantiere ma a livello di gestione delle informazioni e digitalizzazione durante l’intero ciclo di vita delle opere”, commenta Bolpagni in un’intervista.

Quella a cui si riferisce l’Alumna è una digitalizzazione che non si limita al passaggio dal cartaceo al virtuale, ma che diventa fondamentale in termini di sostenibilità, dal momento che il settore edile è responsabile del 40% delle emissioni di CO2.

marzia bolpagni
Credits: forbes.it

“Entro il 2050 il pianeta conterà 10 miliardi di persone, di cui il 70% nelle città. L’impatto del settore delle costruzioni sarà molto forte. – continua Bolpagni su Forbes -. Faccio un esempio. Alla Cop26 è stato spiegato che, per un edificio commerciale di nove piani, sostituire una facciata in alluminio con una mista alluminio-legno ha lo stesso impatto ambientale di 350 persone che passano a una dieta vegana per due anni e mezzo. Il settore delle costruzioni è molto imprevedibile, mentre per rispondere alla crisi climatica è necessario un processo prevedibile e controllato, simile a quanto accade nella manifattura. La digitalizzazione permette di gestire e controllare questo processo.”

Si tratta, in pratica, di un’evoluzione del progettare e del costruire che passa da una gestione delle informazioni attraverso un approccio digitale.

Davanti all’osservazione che “quando si parla di ingegneri, la mente corre a un uomo di mezza età con la pettorina gialla”, l’Alumna non ha dubbi:

“Proprio per questo dobbiamo cambiare questa percezione. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni vedano il nostro settore come accogliente. Dobbiamo attrarre nuovo talento per affrontare problemi complessi come il cambiamento climatico.”

Girls@Polimi: con una donazione libera (scegli tu la cifra!) contribuisci insieme ad altri donatori a creare borse di studio per sostenere una o più studentesse che inizieranno a frequentare il primo anno di Laurea Magistrale dei corsi di Ingegneria che oggi hanno una bassa frequenza femminile. Dona ora

Credits header: BIM portale

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Yasmine Granata, giovane imprenditrice da Milano alla Sicilia

La startup “FRIDA” è una delle startup siciliane premiate durante il concorso “La tua idea di impresa in Sicilia”, bandito dalla Presidenza della Regione Siciliana e dall’Irfis, dedicato alle delle dieci migliori proposte di autoimprenditorialità presentate da giovani siciliani.

Frida nasce al Politecnico di Milano, dall’idea e dal brevetto di Yasmine Granata, 32 anni, Alumna magistrale in Design del prodotto per l’innovazione: si tratta di un’ortesi (ossia un apparecchio correttivo) per il trattamento della scoliosi idiopatica, realizzata con un materiale innovativo e brevettato per essere più leggero e confortevole, specificamente pensato per adattarsi alle abitudini degli adolescenti che devono portare il corsetto correttivo per ragioni mediche.

frida
https://www.98zero.com/

“Dall’età di 12 anni ho dovuto indossare un corsetto ortopedico, un’armatura in plastica che non mi ha permesso di vivere appieno la mia adolescenza”, racconta Granata a 98Zero (guarda la video intervista a questo link). Durante la tesi al Poli avvia quindi uno studio, coinvolgendo le officine ortopediche sul territorio, che la porta a sviluppare il progetto di un “corsetto” per adolescenti: “caratterizzato da un maggiore confort rispetto a quelli classici, grazie a un materiale da me stessa brevettato, ha maggiore traspirabilità e leggerezza”.

La forma e la struttura del corsetto inoltre ne aumentano l’efficacia, adattandosi a chi lo indossa e accelerando il processo di cura, grazie a un elettrodo interno posteriore per la stimolazione del tessuto paravertebrale e un elemento dinamico di spinta configurato per esercitare un’azione sul gibbo costale dell’utente.

Il progetto è stato incubato da PoliHub (leggi su MAP 8 come funziona l’incubatore del Politecnico di Milano): “qui ho potuto testare e verificare tutte le ipotesi su cui si basava il progetto. Avvierò la mia impresa in Sicilia, sperando di poter dare lavoro soprattutto alla gente del mio paese”.

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Artiness: la spin off del Poli per operare al cuore da remoto con il 5G

All’Ospedale San Raffaele è iniziato il trial clinico innovativo per la riparazione della valvola mitrale per via percutanea, che prevede l’utilizzo di un sistema di remote proctoring – supporto da remoto al medico a fini di apprendimento o supporto in sala operatoria – basato sulla rete 5G e software di realtà aumentata.  

Il sistema di remote proctoring è stato sviluppato da Artiness, spin off del Politecnico di Milano incubata da Polihub e fondata nel 2018 da ricercatori e professori del Dipartimento di Elettronica, informazione e Bioingegneria del nostro Ateneo.

Grazie alla vittoria del secondo bando Vodafone “Action for 5G” (ne abbiamo parlato anche su MAP 9, a pagina 34), Artiness è riuscita a sviluppare la sua soluzione proprietaria che consente di supportare da remoto il primo operatore durante l’esecuzione di procedure percutanee, integrando immagini mediche paziente-specifiche e dettagliati modelli 3D visualizzabili, attraverso l’uso di visori, dall’equipe medica in forma di ologrammi in Mixed Reality.

Dalla sua nascita ad oggi, Artiness ha intrapreso un percorso di sperimentazione del software sviluppato per l’ambito chirurgico in collaborazione con alcuni istituti ospedalieri, testandone il valore clinico. 

Questa tecnologia che abbiamo sviluppato entrerà in tutte le sale operatorie del mondo – dichiara Filippo Piatti, Ceo e co-fondatore Artiness -. Lo stiamo già vedendo con le nostre collaborazioni e sperimentazioni e con il consenso che ha suscitato anche da parte di grandi aziende come Vodafone e Microsoft che attraverso i loro programmi ci aiuteranno ulteriormente a raggiungere i nostri obiettivi. Tra questi puntiamo a diventare uno dei grandi player a livello internazionale.” 

COME FUNZIONA IL SISTEMA MESSO A PUNTO DA ARTINESS? 

Normalmente, il proctoring avviene in presenza, con il supporto di personale esperto all’interno della sala operatoria. Il sistema di remote proctoring realizzato da Artiness rende questo supporto possibile da remoto grazie a un software installato su due visori di realtà aumentata connessi e gestiti sull’architettura di edge computing (MEC) della rete 5G Vodafone.   

Durante l’esecuzione del trial clinico al San Raffaele, il sistema di remote proctoring è a disposizione del primo operatore in sala operatoria e del proctor, lo specialista del dispositivo medicale, da remoto. Nel corso del trial il proctor, grazie al visore, visualizza in realtà aumentata sia i segnali medicali provenienti dalla sala operatoria sia un modello 3D del cuore del paziente, realizzato grazie al software di Artiness.   

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Credits: www.corriere.it./

“Nel trial clinico condotto all’Ospedale San Raffaele la rete 5G Vodafone, l’edge computing e la realtà aumentata stanno consentendo all’equipe medica di condurre veri interventi chirurgici da remoto –commenta Sabrina Baggioni, direttrice programma 5G di Vodafone Italia-. Il 5G e la tecnologia stanno scrivendo una nuova pagina della storia della medicina e della sanità: il futuro è sempre più a portata di mano”. 

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