Eni e Politecnico di Milano, un fronte per la decarbonizzazione

Eni e Politecnico di Milano hanno siglato un nuovo accordo quadro per la realizzazione del primo Centro Congiunto per l’accelerazione dell’applicazione di tecnologie innovative per la transizione energetica e la Carbon Neutrality. L’accordo, della durata di 5 anni, estendibili a 7, fornirà la cornice per sviluppare progetti individuati mediante iniziative di Technology Foresight, e di analisi dedicate all’accelerazione dei percorsi di sviluppo delle tecnologie e al loro deployment, grazie al lavoro di ricercatori, tecnologi ed esperti di accelerazione del time-to-market dei prodotti della ricerca di entrambe le parti.

Iniziata nel 2008, la collaborazione tra Eni e Politecnico di Milano ha potuto contare su investimenti in attività di ricerca per circa 50 milioni di euro, portando a soluzioni innovative in diversi campi, tra i quali l’Economia Circolare, la Carbon Neutrality e i sistemi di monitoraggio impiegati nell’Asset Integrity Management. Il nuovo accordo quadro mira a consolidare questa importante partnership per uno sviluppo sostenibile e si inserisce all’interno del progetto Innovation District che il Politecnico di Milano sta sviluppando nel suo polo milanese di Bovisa, per il quale ha già ricevuto nel 2019 un importante finanziamento da parte di Regione Lombardia.

“L’accordo siglato oggi tra Politecnico di Milano e Eni si inserisce in un quadro di sviluppo che punta alla creazione di un vero e proprio distretto di innovazione a nord di Milano. Il Centro è parte integrante di un progetto ambizioso: il Parco dei Gasometri, che già vede un impegno significativo da parte di Regione Lombardia. Istituzioni e imprese dunque impegnate su un fronte di ricerca e di innovazione, quello della transizione energetica e delle nuove tecnologie per l’ambiente, che è centrale per la ripresa del Paese, come indicato dal Piano Next Generation EU”, ha commentato il rettore Ferruccio Resta.

L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, aggiunge: “Abbiamo rinnovato un accordo di importanza strategica che ci dà grande forza per accelerare la transizione verso un’energia sempre più sostenibile. Il nostro è un percorso ambizioso e concreto, per il quale abbiamo già compiuto passi importanti, ma non possiamo portarlo a termine solo con il nostro impegno: occorre fare sistema a livello Paese, promuovere la cultura della circolarità e della Carbon Neutrality e mettere a fattore comune possibilità di investimento e know-how. L’intesa di oggi grazie alla realizzazione del primo Centro Congiunto di Innovazione e Ricerca pone le basi perché questo possa accadere”.

Nel 2020 grazie al supporto della Community degli Alumni siamo riusciti a creare 87 borse di studio che hanno permesso ad altrettanti studenti meritevoli di studiare al Politecnico di Milano.
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Cosa accade nelle molecole immediatamente dopo l’interazione con la luce?

Al professor Mauro Nisoli (Dipartimento di Fisica, Direttore dell’Attosecond Research Center del Politecnico di Milano), insieme a Fernando Martín (IMDEA e Universidad Autónoma de Madrid) e Nazario Martín (Universidad Complutense de Madrid), è stato assegnato un ERC Synergy Grant per il progetto TOMATTO (The ultimate time scale in organic molecular opto-electronics, the attosecond).

I ricercatori esploreranno cosa accade all’interno delle singole molecole immediatamente dopo l’interazione con la luce. Si tratta di un territorio ancora largamente inesplorato, dal momento che la luce innesca eventi non facilmente osservabili che avvengono su scale temporali estremamente brevi, nell’ordine degli attosecondi. L’obiettivo di TOMATTO è quello di studiare e, possibilmente, controllare il moto degli elettroni negli istanti immediatamente seguenti all’interazione con impulsi luminosi; i ricercatori si propongono inoltre di capire come l’interazione con la luce è influenzata dalla struttura molecolare, al fine di capire se e come sia possibile progettare tale struttura per ottenere specifici effetti.

Fonte: Politecnico di Milano

Questo progetto è frutto della stretta collaborazione tra le competenze provenienti da diversi centri di ricerca e università. La ricerca, coordinata da un team di esperti in tecnologie laser, affronterà la sintesi di nuovi materiali organici e metodi computazionali. Il team del Politecnico di Milano si concentrerà sulla validazione sperimentale del lavoro teorico utilizzando strumenti di ultima generazione. L’obiettivo finale è l’ingegnerizzazione della risposta molecolare per realizzare materiali con caratteristiche opto-elettroniche migliori.

TOMATTO verrà finanziato da un ERC Synergy Grant nell’ambito del programma Horizon 2020 e riceverà un finanziamento di quasi 12 milioni di euro in 6 anni. Di questi, 5 milioni verranno erogati al Politecnico di Milano.

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L’impegno del Politecnico per la digitalizzazione delle scuole milanesi

In collaborazione con Comune di Milano e Moncler, l’Ateneo fornirà supporto tecnico e corsi di formazione alle scuole primarie e secondarie di 1° grado per favorire integrazione delle nuove tecnologie nelle strategie didattiche

Nel quadro del progetto di collaborazione con Comune di Milano e Moncler, grazie al quale le scuole primarie e secondarie di 1° grado milanesi riceveranno una fornitura di 3.600 tra tablet, pc e connessioni, il Politecnico si occuperà di offrire supporto agli istituti scolastici e al personale docente, con l’obiettivo di favorire una progettazione didattica di qualità, che faccia leva su un utilizzo adeguato e intelligente della tecnologia.

Moncler ha donato alle scuole elementari e medie di Milano una fornitura di circa 3.600 tra tablet, pc e connessioni sulla base delle necessità segnalate oltre a supporto tecnologico e corsi di formazione per il corpo docente. Il servizio di supporto ed helpdesk, dedicato ai ragazzi, sarà gestito dal Politecnico di Milano attraverso i suoi studenti. Moncler offrirà inoltre, attraverso i professori dell’Ateneo, un percorso di formazione volto a supportare i docenti nella definizione di un modello formativo innovativo e integrato con le nuove tecnologie. Il progetto ha un valore complessivo di circa 2,1 milioni di euro.

In particolare, il Politecnico offrirà supporto agli istituti scolastici: 130 studenti universitari verranno selezionati per accompagnare ragazzi e docenti lungo tutto il 2021, fornendo supporto di natura tecnica all’utilizzo delle tecnologie per la didattica (device e software); inoltre i nostri docenti forniranno un percorso rivolto a 75 docenti delle scuole coinvolte affinché questi ultimi diventino agenti del cambiamento nelle proprie scuole di appartenenza. Obiettivo ultimo del corso è che i docenti possano promuovere tra i colleghi metodologie che prevedano l’integrazione delle nuove tecnologie nelle strategie didattiche “tradizionali”.

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La Commissione europea finanzia i test su un innovativo reattore ad idrogeno made in Polimi

Con il progetto ERC PoC INSTANT, il prof. Tronconi del dipartimento di Energia ottiene un nuovo finanziamento per esplorare le potenzialità di un reattore compatto, più efficiente e meno invasivo dal punto di vista dell’impatto ambientale

Il progetto europeo INSTANT (effIcieNt Small-scale uniT for distributed heAt and hydrogeN generaTion), condotto dal professor Enrico Tronconi del Dipartimento di Energia, si propone di sviluppare un catalizzatore innovativo per la produzione di idrogeno. A partire da celle a combustibile a idrogeno alimentate da gas naturale, aria e acqua, i ricercatori svilupperanno delle unità per la produzione combinata di calore ed elettricità (CHP) da utilizzare per applicazioni su piccola scala, come la cogenerazione di calore ed elettricità ad uso residenziale o il rifornimento di veicoli a celle a combustibile alimentate a idrogeno. La generazione sostenibile di idrogeno “on site” e “on demand” consentirà di ridurre o eliminare i costi di trasporto e stoccaggio associati alle tecnologie tradizionali di produzione, migliorandone sia l’efficienza energetica sia l’impronta ecologica.

INSTANT, finanziato con 150.000 euro nell’ambito del programma Horizon 2020, è un ERC Proof of Concept che nasce dal progetto ERC Advanced Grant INTENT. INTENT ha sviluppato una nuova generazione di reattori catalitici compatti, più efficienti e meno invasivi dal punto di vista dell’impatto ambientale. Con INSTANT, i ricercatori mirano a testare questa nuova configurazione su scala semi-industriale (TRL5). Gli indicatori che saranno valutati durante i test includono:

  1. Capacità di produzione di idrogeno per un dato carico di catalizzatore (obiettivo = +30%);
  2. tempo di avviamento a pieno carico (obiettivo = -30%);
  3. tempo di risposta alle variazioni del carico (obiettivo = -30%).

Sulla base dei risultati sperimentali, INSTANT valuterà inoltre il potenziale di riduzione dell’impatto in termini di produzione di CO2 dell’unità CHP, in quanto il volume del sistema rappresenta attualmente uno dei principali vincoli per le applicazioni di cogenerazione ad uso domestico, e il costo di produzione complessivo, compresi i costi del ciclo di vita.

In caso di esito positivo, INSTANT getterà le basi per una nuova generazione di sistemi CHP basati su celle a combustibile a idrogeno e favorirà l’esplorazione del potenziale commerciale e sociale del lavoro di ricerca.

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Dal Politecnico di Milano, le mascherine Narvalo arrivano su kickstarter

Sì, va bene anche contro il Coronavirus: Narvalo Urban Mask è un DPI certificato a norma di legge, una mascherina FFP3 dotata dei migliori standard di filtrazione e un Active Shield (patent pending) che ottimizza costantemente il flusso d’aria interno per il massimo comfort e per agevolare le performance respiratorie.

Sostieni le mascherine Narvalo su Kickstarter

La storia di Narvalo (potete leggerla per intero su MAP 8) inizia sui banchi della Scuola del Design del Politecnico di Milano dalla tesi di Ewoud Westerduin, con il contributo di Venanzio Arquilla (rivedi il Digital Talks in cui è stata raccontata anche la storia di Narvalo), Professore del Dipartimento di Design e suo relatore di tesi, passa per l’incubatore PoliHub e una serie di test e sperimentazioni all’interno di Polifactory. (Scopri di più sul sistema ricerca-territorio-incubazione del Politecnico di Milano nel Digital Talk degli Alumni: “Startup, motore per la ripartenza”)

Oggi la spin-off del Politecnico di Milano, Narvalo, lancia su Kickstarter la campagna per l’industrializzazione della seconda versione delle sue mascherine: “Active”, che contiene alcune importanti componenti elettroniche smart. Nel dispositivo c’è un sensore in grado di leggere tre parametri: la pressione, la temperatura e l’umidità, che forniscono una lettura precisa e in presa diretta della frequenza respiratoria dell’utente e regolano la velocità di una ventola. Questa ventola estrae il calore e l’umidità che di solito vi si accumulano all’interno, rendendo più confortevole la respirazione. La valvola può essere bloccata inserendo lo speciale “tappo” COVID-19. L’App Narvalo interagisce con i sensori della mascherina per riportare la frequenza respiratoria e monitorare la qualità dell’aria lungo gli spostamenti dell’utente. I filtri della Urban Active hanno un livello di filtrazione garantito al 99% e proteggono dalle polveri sottili, dallo smog, dai pollini, dai virus e dai batteri e, grazie allo strato di carbone attivo, sono in grado di filtrare gli odori.

Credits images: Narvalo Design

Ripensare Università e Ricerca per competere nell’Economia della Conoscenza

La buona notizia è che il 40% delle università italiane è tra le 1000 migliori al mondo. Ma le trasformazioni dell’economia che si sono succedute negli ultimi 40 anni sono state grandi e le nostre università fanno fatica ad adeguarsi. Oggi, l’economia della conoscenza ci mette di fronte alla necessità di un nuovo progetto per la formazione universitaria.

L’Alumnus Roger Abravanel, autore di Aristocrazia 2.0, una nuova élite per salvare l’Italia (edizioni Solferino), nel suo saggio descrive la necessità di uno spostamento verso un progetto di valorizzazione di una meritocrazia di massa, che incontri il desiderio dei giovani di migliorarsi e migliorare la propria condizione sociale attraverso gli studi universitari per accedere ai cosiddetti “high value jobs”. Nel saggio, lo scrittore analizza e racconta come il problema del rilancio dell’economia italiana dopo la crisi pandemica appaia particolarmente complesso e in questa complessità il sistema universitario giochi un ruolo chiave. Milioni di giovani oggi sanno che la laurea in un’ottima università è il passaporto per accedere alle migliori opportunità di crescita professionale. Questi giovani, che diventeranno i migliori scienziati, laureati e manager, rappresentano una risorsa vitale per il Paese.

Discutono le tesi del saggio, in diretta dal Politecnico di Milano, l’autore Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley).

“Perché le università italiane sono rimaste indietro?”, è la domanda di partenza di Abravanel, che nel saggio parla della necessaria differenza tra teaching universities e research universities invitando al confronto con il modello di mercato delle università americane, con un conseguente ripensamento del rapporto tra finanziamento pubblico e finanziamento privato. Nel dibattito si commenta un benchmark pubblicato nel saggio, in cui l’autore mette a confronto Politecnico, Imperial College e ETH. Spicca la differenza nell’accesso ai finanziamenti, 467 milioni di euro all’anno contro gli oltre 1000 delle competitor, e nel rapporto tra docenti “tenured”, cioè ordinari, giovani ricercatori e studenti.

“Al Politecnico, l’investimento pro-capite per singolo studente, ogni anno, è di circa 10 mila euro – commenta il Rettore Ferruccio Resta. Nelle scuole a confronto, parliamo di cifre intorno agli 80 mila euro all’anno”. È un punto di partenza da tenere presente “senza, aggiunge il Rettore, che diventi un alibi”. Ma è sul rapporto tra tenured, ricercatori e studenti che il dibattito si sofferma in particolare, cercando una mediazione tra sostenibilità economica, ruolo sociale e ruolo di motore d’innovazione del Politecnico e del sistema universitario nel suo insieme. E su questo il rettore aggiunge: L’Italia ha una primato nella capacità dei suoi ricercatori di attrarre fondi pro-capite per la ricerca, sia dall’Europa sia dalle imprese”. Una importante leva di sviluppo è quindi aumentare gli investimenti sui giovani ricercatori, commenta Resta: “Dal 2017 abbiamo investito gran parte delle risorse libere proprio su questo, aumentando del 50% il numero dei dottorandi e del 25% quello dei ricercatori”, e conclude aprendo alla discussione su alcune riforme strutturali possibili, in particolare quella di aumentare l’autonomia degli atenei nella gestione dei finanziamenti e quella di aprirsi sempre più a alleanze internazionali.

L’importanza dei giovani, e in particolare dei ricercatori, è un tema chiave del dibattito. Puntare su ricercatori di altissimo livello è il modo di creare un ecosistema virtuoso commenta Bottinelli, “per cui dalla contaminazione tra professionisti diversi si possa accelerare la ricerca e l’innovazione”.

Sangiovanni-Vincentelli sottolinea l’importanza delle persone, capaci di generare idee. Il capitale umano è il vero motore in grado di innovare capire e accompagnare il processo di sviluppo da dalle università alle imprese, che, dal canto loro, nutrono il sistema della ricerca di nuovi problemi e nuove domande. Parla inoltre di cross-fertilization, riferendosi alla mobilità dei ricercatori nelle università americane e nel resto del mondo, aggiungendo che è l’ecosistema che conta: senza grandi università, senza la prossimità di grandi imprese, PMI e startup, non c’è sviluppo.

Nel saggio, Abravanel propone un programma a lungo termine per rendere le università italiane sempre meno dipendenti dal funding pubblico, sottolineando al contempo l’importanza di continuare a garantire il diritto allo studio. Bertoluzzo commenta: “la diversificazione tra teaching universities e research universities può davvero essere una via per ricomporre la dicotomia tra la necessità di avere tanti, bravi, laureati da inserire nel mondo del lavoro ma allo stesso tempo ricercatori eccellenti”, che immettano idee nel sistema della ricerca e dell’innovazione. Nel sottolineare nuovamente l’importanza del diritto allo studio per tutti, centrale per non fermare l’ascensore sociale, Bertoluzzo si sofferma sull’importanza di fare sistema tra teaching e research universities. “È difficile separare le due missioni: dobbiamo evitare che questi due mondi si allontanino, deve esserci reciproca interazione. E anche interazione con il mondo delle imprese. La prossimità è essenziale per evitare che l’università prenda una via che la allontani da ciò che serve al paese, e viceversa, alle imprese serve essere vicine all’università”

Conclude il Rettore: Dobbiamo avere il coraggio di valorizzare le vocazioni, i rapporti con il territorio, e i punti di forza di ciascun ateneo”.

Politecnico: 1° università italiana e nella top 20 mondiale in ingegneria, architettura e design

La classifica generale QS World University Rankings posiziona il Politecnico 1° in Italia e 137° al mondo. L’analisi tiene conto di 6 indicatori: il Politecnico è particolarmente forte nell’Academic Reputation, cioè la valutazione delle università migliori da parte degli accademici di quel settore, e nell’Employer Reputation, un sondaggio internazionale in cui 40 mila datori di lavoro indicano quali sono le università dalle quali preferiscono assumere talenti. Gli altri indicatori sono il rapporto tra il numero degli studenti e quello dei docenti, il numero di citazioni scientifiche per ricercatore, la presenza di docenti e studenti internazionali.

“Il Politecnico di Milano cresce nelle classifiche internazionali e conferma una posizione di eccellenza. Ne siamo orgogliosi – commenta il Rettore, Ferruccio Resta – ma ora serve uno scatto in avanti. Il Covid ci ha messo di fronte a scelte che cambieranno il futuro dell’università. Il digitale, la collaborazione internazionale, le nuove modalità didattiche e di ricerca sono le leve su cui agire per riconfigurare la nostra posizione nel panorama globale e per indirizzare la crescita delle università e dei territori di riferimento”.

QS World University Rankings confronta inoltre le università in base al proprio ambito disciplinare: questo approccio è più rilevante per il Politecnico, perché è un’università tecnica e non generalista e quindi affronta un numero più ristretto di discipline. Nel panorama italiano, il Politecnico di Milano si conferma di nuovo primo sia in Ingegneria (in tutte le materie analizzate da QS: Computer Science & Information Systems; Chemical Engineering; Civil & Structural Engineering; Electrical & Electronic Engineering; Mechanical, Aeronautical & Manufacturing Engineering) che in Architettura e Design. Nella classifica globale ci posizioniamo in 5° posizione per design, 10° per architecture e 20° per engineering&technology.

Nella creazione dei ranking QS uno degli indicatori più rilevanti è l’opinione degli Employer a proposito dell’Ateneo. 
Per questo motivo invitiamo i nostri Alumni che fossero interessati ad esprimere la loro opinione al riguardo e a partecipare alla QS Global Employer Survey – Sign Up 2021.

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Corriere della Sera: il rilancio dell’Italia a partire dagli atenei d’eccellenza

“Per competere nell’economia della conoscenza, che è fatta di idee, innovazione e scienza, l’Italia deve ripensare profondamente il suo sistema universitario e di ricerca”: Corriere della Sera di martedì 2 marzo sintetizza così il dibattito di ieri, 1° marzo, in diretta con gli Alumni del Politecnico di Milano.

In aula (tra virtuale e digitale, in collegamento tra Milano e gli USA), ne hanno discusso Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley).

I relatori commentano sull’importanza di investire nel sistema università-ricerca-industria, con un focus sulla differenza tra teaching universities e research universities, e individuando nei giovani ricercatori una importante leva di sviluppo. Commenta Resta: “Dal 2017 abbiamo investito gran parte delle risorse libere proprio su questo, aumentando del 50% il numero dei dottorandi e del 25% quello dei ricercatori”, e conclude aprendo alla discussione su alcune riforme strutturali possibili, in particolare quella di aumentare l’autonomia degli atenei nella gestione dei finanziamenti e quella di aprirsi sempre più a alleanze internazionali.

Presto il video dell’evento, che si inserisce nel ciclo Alumni Politecnico di Milano Digital Talks: incontri con Alumni ed esperti da tutto il mondo per parlare di ricerca, evoluzioni professionali del mondo di oggi e temi di innovazione, capitale umano, imprenditoria e società.

I Digital Talks degli Alumni sono incontri gratuiti con Alumni ed esperti da tutto il mondo per parlare di ricerca politecnica, scoprire le evoluzioni professionali del mondo di oggi, vivere l’anima internazionale degli Alumni del Politecnico e confrontarsi su temi di innovazione, capitale umano, imprenditoria e società in un continuo scambio di conoscenze ed esperienze.
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Il futuro dell’università non è a distanza

“Ormai siamo a un anno dal paziente zero, il primo caso a Codogno. È stato un anno difficile e complesso, ma che ci ha anche dato la sensibilità di avere il privilegio della decisione, della responsabilità”, dichiara il Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta in un’intervista a askanews.

Il Politecnico ci ha messo 15 giorni a trasferire la didattica sulle piattaforme digitali, con l’obiettivo prioritario di mettere al sicuro le carriere degli studenti. Fatto questo, l’Ateneo ha iniziato a pianificare per il futuro. “Bisognerà ora trovare un equilibrio, capire quanto questi strumenti sono ancora validi”.

Tornare in presenza, secondo il rettore, è importante “perché la relazione e il confronto sono la base di ogni processo di formazione”: se è vero che la pandemia, come Ateneo, ci ha trovati preparati e reattivi, adesso è importante guardare avanti e progettare i prossimi passi, per mettere a terra quanto imparato e quanto ci è mancato in questi mesi.

“Noi abbiamo bisogno di fare un percorso di formazione che non sia semplicemente nozionistico, ma sia una crescita personale”, commenta il Rettore. Il valore della formazione universitaria sta insomma anche nell’esperienza, nel progetto, nel lavoro congiunto, in comunità multiculturali e multisociali. “Ogni volta che uno riesce a riordinare le proprie idee, a confrontarsi con altre persone, a esporle, a raccontarle, ad ascoltare le critiche, cresce e tutte le volte che questo viene meno stiamo perdendo un pezzo importante della formazione, ma anche della vita”.

Aristocrazia 2.0 | una nuova élite per salvare l’Italia

«Senza università high tech di eccellenza non nascono imprenditori high tech, quelli che fondano colossi aziendali che, a loro volta, creano high value jobs»
-ing. Abravanel, “Aristocrazia 2.0,una nuova élite per salvare l’Italia”.

Pochi giorni fa è stato pubblicato il saggio Aristocrazia 2.0, una nuova élite per salvare l’Italia dell’Alumnus e membro dell’Advisory Board del Politecnico di Milano Roger Abravanel.

Nel saggio, lo scrittore analizza e racconta come il problema del rilancio dell’economia italiana dopo la cri­si pandemica appare particolarmente complesso e in questa complessità il sistema universitario gioca un ruolo chiave. Milioni di giovani oggi sanno che la laurea in un’ot­tima università è il passaporto per accedere alle migliori opportunità di crescita professionale. Questi giovani, che diventeranno i migliori scienziati, laureati e mana­ger, rappresentano una risorsa vitale per il Paese.

In che modo il sistema universitario deve agire per coltivare questa “élite” e fermarne la fuga all’estero?

Ne parleremo Lunedì 1 Marzo, assieme all’autore Roger Abravanel (Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista), il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo Bertoluzzo (CEO Nexi), Elena Bottinelli (AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi) e Alberto Sangiovanni-Vincentelli (The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley)

In diretta Lunedì 1 Marzo 2021 | Ore 18:00 
Questo appuntamento sarà l’occasione per confrontarsi sul saggio dell’Alumnus ing. Roger Abravanel, “Aristocrazia 2.0,una nuova élite per salvare l’Italia” (edizioni Solferino).

Il saggio, scritto dall’Alumnus e membro dell’Advisory Board del Politecnico di Milano Roger Abravanel, racconta come le sfide del post Covid richiedano una profonda trasformazione del nostro paradigma economico per sfruttare le opportunità dell’accelerazione dell’economia della conoscenza e la nascita di una nuova classe dirigente, che l’autore definisce come una nuova aristocrazia del talento e dell’istruzione.

Abravanel delinea interessanti scenari di sviluppo del sistema universitario nell’economia della conoscenza.

Il confronto affronterà i seguenti temi:
Perché l’economia della conoscenza sta portando a una profonda trasformazione globale nel mondo dell’università e della ricerca?

Cosa manca alle migliori università italiane per competere con successo in questa trasformazione?

In conclusione, come avviare la trasformazione verso università di eccellenza? Quale proposta concreta è delineata nel saggio?

Insieme all’autore, l’Alumnus Roger Abravanel, saranno con noi anche il rettore Ferruccio Resta, il presidente Alumni Politecnico di Milano Enrico Zio e gli Alumni Paolo BertoluzzoElena Bottinelli e Alberto Sangiovanni-Vincentelli, che porteranno una prospettiva internazionale sull’impatto dell’economia della conoscenza sugli atenei, sul mondo del Venture capital delle grandi aziende digitali, della sanità e della scienza della vita.

I relatori:
Roger Abravanel | Director Emeritus McKinsey, advisor e saggista
Paolo Bertoluzzo CEO Nexi
Elena Bottinelli AD IRCCS Ospedale San Raffaele e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi
Ferruccio Resta| Rettore del Politecnico di Milano
Alberto Sangiovanni Vincentelli| The Edgar L. and Harold H. Buttner Chair of EECS, University of California, Berkeley

Moderatore:
Enrico Zio | Delegato del Rettore per gli Alumni e presidente Alumni Politecnico di Milano

4 Alumni del Politecnico nel team di Luna Rossa

L’equipaggio italiano ha battuto 7-1 quello britannico durante la scorsa Prada’s Cup, portando Luna Rossa in Coppa America per la prima volta dopo 21 anni.
Luna Rossa avrà l’occasione di sfidare il defender e padrone di casa Emirates Team New Zealand dal 6 marzo, nella 36ma edizione della Coppa America di vela, il trofeo sportivo più antico al mondo.

Le imbarcazioni utilizzate durante la finale sono un misto tra una barca a vela, un catamarano e un aliscafo. Chiamate, in maniera un po’ scherzosa «barche con i baffi», presentano appendici laterali il cui movimento permette allo scafo di navigare sollevato dalla superficie dell’acqua, raggiungendo quasi i 50 nodi di velocità, più di 90 km/h

I nuovi scafi sono frutto di tre anni di studio, prove ed esperimenti, eleganti nella loro aerodinamica perfetta, pronti a danzare sul campo di regata tra una manovra e l’altra, dovendo sempre fare i conti con i temutissimi cambi di vento. 

Nel team italiano anche quattro Alumni del Politecnico di Milano:

Alessandro Franceschetti, Head of Structural Engineering, Alumnus Polimi Ingegneria dei Materiali
Fabrizio Marabini, Performance, Alumnus Polimi Ingegneria Aeronautica
Stefano Baruffaldi, Drone – Electronics, Alumnus Polimi Disegno Industriale
Andrea Romani, Base Operations Manager, Alumnus Polimi Architettura

Cover photo © LM/DPPI/Chris Cameron / IPA

Credits home: https://it.fashionnetwork.com/news/Luna-rossa-vince-la-prada-cup,1281691.html

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