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POLIQI: la prima rete di comunicazione quantistica è “made in Poli”

È stato firmato un accordo di collaborazione tra il Politecnico di MilanoRegione LombardiaARIA (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti), Intesa Sanpaolo e il 1° Reggimento Trasmissioni dell’Esercito: l’obiettivo principale è creare a Milano, prima città al mondo, una rete ultrasicura post-quantum (cioè sicura anche dopo l’avvento dei quantum computer), denominata POLIQI, che permetterà di sperimentare le più avanzate tecnologie per la trasmissione di dati e la cyber-sicurezza.

L’accordo è stato firmato alla presenza di Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, Fabrizio Sala, Assessore per l’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia, il Colonnello Valerio Golino, Comandante del 1° Reggimento Trasmissioni dell’Esercito Italiano, Lorenzo Gubian, Direttore Generale di ARIA SpA, e Fabio Ugoste, Responsabile Direzione Centrale Cybersecurity and Business Continuity Management di Intesa Sanpaolo.

Poliqi
Credits: DEIB

Il Politecnico di Milano e Regione Lombardia avevano firmato lo scorso marzo un accordo con il quale si impegnavano a realizzare, in co-finanziamento, una rete per lo scambio di “chiavi quantistiche” basata su 5 nodi disposti nel tessuto urbano di Milano e utilizzante come canale di comunicazioni le fibre ottiche già installate in città. Questa è la prima volta in assoluto che viene realizzata una vera e propria rete di comunicazione quantistica e non una semplice trasmissione punto-a-punto. Tre dei cinque nodi della rete verranno fisicamente collocati presso Intesa Sanpaolo, la Caserma Santa Barbara, sede del 1° Reggimento Trasmissioni dell’Esercito, e l’Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti della Regione Lombardia. Gli altri due nodi saranno collocati nei due Campus cittadini del Politecnico di Milano, Leonardo e Bovisa.

Il professor Mario Martinelli, docente di Comunicazioni Ottiche al Politecnico di Milano e responsabile scientifico del progetto, ha spiegato:

La rete POLIQI e i nodi quantistici innovativi che ne permettono la realizzazione sono stati completamente progettati dal Politecnico di Milano (che ha già depositato due brevetti a protezione della stessa) e verranno realizzati in collaborazione con partner tecnologici nazionali, molti dei quali con sede in Lombardia. Questa è la risposta concreta all’innalzamento dei livelli di minaccia ai dati sensibili che stanno avvenendo in tutti i settori strategici dell’economia e della società. Le sperimentazioni post-quantum che saranno rese possibili dalla partecipazione attiva dei tre partner con i quali oggi si firma l’accordo, tracceranno la strada per l’innalzamento della sicurezza digitale di tutto il Paese.

Questo Accordo rientra nel “Programma degli interventi per la ripresa economica: sviluppo di nuovi accordi di collaborazione con le università per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico” di Regione Lombardia.

Sono sempre più frequenti attacchi hacker sia alle istituzioni sia al mondo produttivo, investire in strumenti che possano mettere il territorio nelle condizioni migliori per tutelarsi è una nostra priorità. Con questo progetto, infatti, sarà possibile sviluppare e sperimentare le più avanzate tecnologie di sicurezza per applicazioni di trasferimento dati in ambito finanziario, amministrativo, sanitario e di intelligence

ha affermato l’assessore Fabrizio Sala.

La nuova rete utilizzerà il protocollo di crittografia BB84, che si basa sulla trasmissione di singoli fotoni, le particelle elementari della luce, e una codifica dell’informazione che sfrutta il principio quantistico della sovrapposizione degli stati (nel caso specifico, degli stati di polarizzazione posseduti dal fotone). La sicurezza da ogni intercettazione si appoggerà quindi su principi fisici e come tale sarà “incondizionatamente” sicura, un termine che sta a indicare che nessuna capacità di calcolo presente o futura potrà mai “aprire” il codice realizzato con questo protocollo.

Il protocollo BB84 sta diventando molto importante negli ultimi anni, proprio perché rappresenta una risposta alla minaccia che verrà portata presto ai protocolli di crittografia convenzionali (cioè basati su algoritmi matematici), dalla straordinaria capacità di calcolo rappresentata dai prossimi “quantum computer”.

Leggi anche: https://www.polimi.it/dettaglio-apertura/article/10/poliqi-politecnico-di-milano-quantum-infrastructure-10386/

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Politecnico prima università italiana per l’8° anno consecutivo

QS World University Rankings 2023: nella classifica generale degli atenei di tutto il mondo il Politecnico entra ufficialmente a far parte del top 10% delle università eccellenti, posizionandosi al 139° posto; primo in Italia. I risultati migliori riguardano due indicatori molto importanti: l’Academic Reputation, dove raggiungiamo la 96° posizione, e l’Employer Reputation, cioè l’opinione che i datori di lavoro hanno degli Alumni, che ci vede all’80° posto nel mondo.  

L’analisi QS University Ranking analizza quasi 2500 tra le migliori università al mondo e tiene conto di vari indicatori: il Politecnico, come si è visto, è particolarmente forte nell’Employer Reputation, un sondaggio internazionale in cui 40 mila datori di lavoro indicano quali sono le università dalle quali preferiscono assumere talenti, e nell’Academic Reputation, l’indicatore più importante dell’indagine per quanto riguarda la rilevanza internazionale dell’Ateneo come centro di ricerca, che misura la reputazione del Politecnico sulla base della valutazione di oltre 150.000 accademici da tutto il mondo. 

DATI IN EVIDENZA

QS World University Rankings 2023  
Oltre 1300 atenei analizzati 

  • Mondo | 139° posto 
  • Italia | 1° posto 

Employer Reputation 2023 
Indica quali sono le università dalle quali le aziende preferiscono assumere talenti 

  • Mondo | 80° posto 
  • Italia | 1° posto 

Academic Reputation 2023 
Reputazione del Politecnico sulla base della valutazione di oltre 130.000 accademici da tutto il mondo  

  • Mondo | 96° posto 
  • Italia | 1° posto 

Crescono anche gli indicatori che misurano l’attrattività del Politecnico nei confronti di docenti e ricercatori (+48 posizioni guadagnate in 3 anni) e studenti internazionali (+25 posizioni guadagnate in 3 anni) e la forza delle collaborazioni con imprese e accademie per portare avanti progetti di ricerca di ampio respiro. Su questi elementi gioca un ruolo importante il rapporto tra Ateneo, territorio, imprese e comunità internazionale, connessioni fondanti del DNA politecnico. 

Ancora primo posto tra le università italiane, questa volta nel QS Graduate employability 2022, la classifica che valuta la capacità degli atenei di preparare gli studenti per il mondo del lavoro, dove occupiamo il 9° posto in Europa e il 43° nel mondo. Il QS Graduate employability 2022 ranking ha analizzato 679 università, classificandole in base a 5 parametri: il numero di partnership aziendali, il numero di incontri organizzati tra aziende e studenti, il dato occupazionale, numero di aziende che indicano l’ateneo in analisi come università da cui reclutano, la percentuale di Alumni e Alumnae con carriere di grande impatto.  Ottimi risultati in tutti gli indicatori e, in particolare, spiccano l’indicatore occupazionale e quello delle partnership con le imprese, in cui il Politecnico supera i 95 punti su 100. 

QS Graduate employability 2022

679 atenei analizzati.
Valuta 5 parametri: il numero di partnership aziendali, il numero di incontri organizzati tra aziende e studenti, il dato occupazionale, numero di aziende che indicano l’ateneo in analisi come università da cui reclutano, la percentuale di Alumni e Alumnae con carriere di grande impatto.

  • Mondo | 43° posto 
  • Europa | 9° posto 
  • Italia | 1° posto 

Leggi anche: Ranking QS: Politecnico di Milano nella top 10 europea, primo in Italia

Anche il Rankings by Subject, la classifica delle università per ambito disciplinare, rafforza il trend di crescita del Politecnico di Milano.  

Per Ingegneria, negli ultimi 6 anni il nostro Ateneo ha scalato 11 posizioni in classifica, raggiungendo oggi il 13° posto al mondo (dal 24° posto del 2016). In Architettura e Design ha guadagnato 5 posizioni: rispettivamente, dal 15° e 10° posto del 2016, al 10° e 5° nell’ultimo anno. In Europa siamo al 7° posto nell’area Engineering and Technology, al 3° per Art & Design e al 5° per Architecture & Built environment.  

Nel panorama italiano, il Politecnico di Milano si conferma primo assoluto in Architettura, Design e per la quasi totalità delle materie di Ingegneria (Computer Science & Information Systems; Chemical Engineering; Civil & Structural Engineering; Electrical & Electronic Engineering; Mechanical, Aeronautical & Manufacturing Engineering). 

Questi risultati rispecchiano, tra i vari parametri presi in considerazione, la valutazione degli Alumni sulle competenze acquisite in relazione al contesto lavorativo e il consolidamento del rapporto con le aziende, che passa anche attraverso il sostegno alle start-up e allo sviluppo d’impresa, con la creazione di numerosi Joint Research Center. Anche nella reputazione accademica (indicatore basato sulle valutazioni di oltre 130.000 accademici da tutto il mondo) si rileva un miglioramento forte.  

QS World University Rankings by Subject 

Classifica delle università migliori al mondo per ambito disciplinare 

  • Architettura | 10° posto al mondo / 5° in Europa / 1° in Italia 
  • Design | 5° posto al mondo / 3° in Europa / 1° in Italia 
  • Ingegneria | 13° posto al mondo / 7° in Europa / 1° in Italia 

Leggi anche: QS Ranking: Politecnico 13° al mondo per ingegneria

La ricerca Italiana al servizio delle energie “low carbon”

In occasione delle celebrazioni della giornata della Ricerca Italiana del Mondo del 2022 l’Ambasciata d’Italia a Parigi in collaborazione con le associazioni Alumni Polimi Parigi, Alumni Polito Paris e RECIF ha realizzato un evento volto a mettere in valore il contributo dei ricercatori italiani, tra cui quelli operanti in istituzioni e aziende francesi, e degli enti di ricerca Italiani sulle tematiche dell’energia ‘low carbon’ e sulle potenzialità delle collaborazioni bilaterali.

In questa giornata sono state affrontate le grandi sfide ingegneristiche e gestionali connesse alla integrazione efficiente nella rete elettrica delle fonti energetiche disponibili immediatamente, e le prospettive scientifiche affinché si possano sviluppare nuove tecnologie, dei ‘game changer’ sul lungo periodo.

La ricerca necessaria per dare risposta a queste sfide è molto articolata: dai modelli matematici per la gestione ottimale dei flussi energetici ai big data per consumi e produzione fino alla necessità di sfruttare appieno sia le nuove tecnologie di comunicazione per le smart grids che le tecnologie di trasporto innovative ed i sistemi di accumulo. Inoltre, la natura intermittente delle rinnovabili e la loro mancanza di inerzia fisica implicano necessariamente di disporre anche di una capacità di produzione di back-up che sia regolabile a piacimento, per i momenti “senza sole e senza vento”, che sia capace di supportare la stabilità della rete quando necessario.

Oggi in molti paesi questa capacità è assicurata dai combustibili fossili, che vanno abbandonati ‘whatever it takes’. Il nucleare da fissione di quarta generazione potrebbe costituire una tappa intermedia, mentre la fusione promette un’energia inesauribile senza scorie e senza rischi di funzionamento o proliferazione, adatta a garantire la stabilità della rete, ma è lecito chiedersi quanto siamo distanti da queste due soluzioni.

Queste tematiche sono state affrontate in una tavola rotonda con alcuni dei maggiori attori della R&D nei settori di interesse.

Credits header: https://en.parisinfo.com/paris-museum-monument/71144/Jardins-du-Trocadero

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Una Design Week politecnica

Come ogni anno, la Milano Design Week torna ad animare la città meneghina con eventi e installazioni, e anche da parte di Alumni e del nostro Ateneo. Vediamo quali! 

FLOATING FOREST 
Darsena, Viale Gabriele D’Annunzio 20 – Milano – dal 7 al 12 giugno, dalle 10.00 alle 22.00 

L’Alumnus Stefano Boeri realizzerà una foresta galleggiante nel pieno centro di Milano, in Darsena. Si tratta di Floating Forest, foresta multisensoriale galleggiante, progettata per Timberland, come ecosistema indipendente sull’acqua della Darsena, dove 610 alberi e più di 30 specie (tra cui alberi Acero, Betulla e Melo; arbusti come Aronia Nera, Ortensia, Mahonia e Pittosporo; erbacee perenni come Stipa, Eulalia, Anemone, Emerocallide, Verbena viola e Pampa) intendono moltiplicare la biodiversità, attivando i benefici ambientali legati alla forestazione urbana, in connessione con gli altri spazi verdi di Milano. L’obiettivo dell’installazione Floating Forest non è solo trasmettere nuove forme di responsabilità ambientale e nuove modalità di occupazione e trasformazione degli spazi urbani, ma offrire un luogo di incontro e conciliazione tra la sfera naturale e i cittadini.  

VISITA AL CENTRO DI RICERCA GIANFRANCO FERRÉ 
Centro di Ricerca Gianfranco Ferrè – Via Tortona, 37 – Milano9 giugno 2022, dalle 15.00 alle 20.00 

Il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, situato all’interno della sede della storica Fondazione Gianfranco Ferré, è dedicato al lavoro dello stilista, laureato al Politecnico di Milano nel 1969. Guidati dai ricercatori del Politecnico, i visitatori potranno visitare lo spazio della ex Fondazione, progettato dall’Architetto Franco Raggi, e conoscere il prezioso archivio costituito da più di 150.000 documenti e artefatti come schizzi, disegni tecnici, foto, abiti e accessori. 

Per informazioni 

Leggi anche: Al Politecnico di Milano nasce il Centro di Ricerca Gianfranco Ferré

ARCTIC-NORDIC-ALPINE – STUDIO SNØHETTA 
Atrio della Scuola AUIC – Via Ampère, 2 – Milano. Inaugurazione: 7 giugno 2022 

Una mostra sull’architettura contemporanea in paesaggi vulnerabili, che presenta progetti pionieristici dello studio di architettura norvegese di fama internazionale “Snøhetta” e indaga l’impatto che le nuove creazioni potrebbero avere sugli ambienti geografici dal clima estremo. In occasione dell’inaugurazione, lezione del fondatore di Snøhetta Kjetil Trædal Thorsen: “Nature as the Client”. 

Per informazioni 

L’INVENZIONE DI UN LINGUAGGIO. FRANCO PURINI E IL TEMA DELL’ORIGINE, 1964-1976 
Galleria del Progetto della Scuola AUIC – Via Ampère, 2 – Milano. Inaugurazione: 7 giugno 2022 

In mostra tavole di progetti, ampie serie di schizzi e studi che identificano nel disegno lo strumento privilegiato per pensare la costruzione, la città, il paesaggio, nonché il luogo da dove hanno origine le idee di architettura. In occasione dell’inaugurazione, lezione di Franco Purini “L’invenzione di un linguaggio”. 

Per informazioni 

PIERLUIGI CERRI: ALLESTIMENTI. IDEE, FORME, INTENZIONI 
Spazio Mostre Archivi Storici del Politecnico di Milano – via Candiani, 72 – Milano 

La mostra propone una selezione di 32 allestimenti di Pierluigi Cerri, studiati e ridisegnati grazie a uno scrupoloso lavoro d’archivio. Laureatosi al Politecnico di Milano, Cerri ha qui insegnato con Umberto Eco “Semiotica dell’architettura” (Facoltà di Architettura, 1969-71) e dal 2000 al 2010 è stato titolare del Laboratorio di Architettura degli Interni alla Scuola di Architettura Civile. 

Per informazioni 

AUTORITRATTO CON QUARTIERE: CITTÀ STUDI 
Piazza Leonardo da Vinci – Milano. 9 giugno 2022, dalle 11.00 alle 18.00 

In Piazza Leonardo da Vinci un’azione partecipata durante la quale abitanti, visitatori e curiosi collaboreranno alla costruzione di un racconto collettivo che metterà in mostra, attraverso la ricomposizione di “frammenti”, l’identità del luogo, presente e futura. 

Per informazioni 

SITUATED VOCABULARIES. RE-FRAMING PARTICIPATION WITH FRAGILE COMMUNITIES 
OFF CAMPUS Nolo – Mercato Comunale, Viale Monza 54 – Milano 

Un programma di 4 giorni (mostra + attività ibride) riguardante “Vocabolario di Quartiere”, il progetto di progettazione partecipata sviluppato presso Off Campus Nolo. 

DESIGN X DESIGNERS 
Edificio B2 – Campus Bovisa – Via Durando 10 – Milano 

Una grande mostra di progetti didattici provenienti da tutto il Sistema Design del Politecnico di Milano (Scuola del Design, Dipartimento di Design e Poli.Design), che mette in luce molteplici settori progettuali: dal prodotto industriale alla moda, dal design degli interni e dell’arredo alla comunicazione, senza escludere servizi, brand e strategia, transportation e design engineering. 

WE ARE! POLIMI TALENTS 
Salone Satellite – Fiera Milano – Rho 

In mostra i talenti del design Politecnico, riconosciuti con premi e menzioni negli ultimi 4 anni, che sono stati chiamati a raccontarsi attraverso prototipi e progetti. 

FROM DIGITAL TO DIGITALL 
Salone del Mobile – Fiera Milano – Rho 

Il Sistema Design presenterà la sua offerta didattica e formativa e le opportunità di ricerca e servizi attraverso un’esposizione interattiva. Il pubblico troverà – e potrà collaborare con – studenti e collaboratori di Scuola e Dipartimento che saranno alle prese con la realizzazione e finalizzazione di un oggetto fisico legato al libro nella sua forma primitiva, quella analogica. 

Per informazioni sulle numerose altre iniziative: https://dipartimentodesign.polimi.it/it/magazine/salone-del-mobile-2022   

Credits header e home: https://www.finestresullarte.info/

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Robot che ci assomigliano sempre di più: è l’era delle macchine antropomorfe?

Scenario fantascientifico a parte, la robotica di frontiera (insieme alla sempre maggiore conoscenza dei meccanismi che regolano il corpo umano) ci offre già oggi tecnologie in ambito sanitario di grande utilità: protesi, esoscheletri e dispositivi per la riabilitazione e la cura della nostra salute, progettati da team che mescolano sapientemente ingegneria, medicina, design e dialogo con i pazienti (con coloro, cioè, che quei dispositivi li useranno).

Vi ricordate di Hannes, la mano robotica? Sviluppata da INAIL e Istituto Italiano di Tecnologia, restituisce alle persone con amputazione dell’arto superiore il 90% della funzionalità perduta. L’industrial design è a cura di ddpstudio, fondato da tre Alumni: Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti e Filippo Poli. E proprio il design dal DNA politecnico vale ad Hannes il premio per l’innovazione ADI Design Index 2018: «Per la qualità del vostro lavoro che, a ricaduta, rappresenta un valore per il design e per il nostro Paese»; e, nel 2020, l’ambito Compasso d’Oro.

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Credits: ddpstudio

“Il design” riporta la motivazione del premio, “si rivela uno strumento indispensabile per aiutare le persone in difficoltà a riappropriarsi del proprio futuro. Tecnologia ed estetica aiutano a superare un disagio psicologico e un deficit fisico”. Ed in effetti è proprio questo che fa Hannes, nelle parole di Marco Zambelli, che più di 40 anni fa, all’età di 16 anni, perse la mano destra in un incidente sul lavoro. È lui il “paziente zero” su cui è stata progettata Hannes. Ci ha raccontato della prima volta che l’ha indossata: “Mi sono emozionato. Mi sono reso conto che potevo riappropriarmi della mia mano”.

Scopri tutta la storia di Hannes su Map

Adesso Hannes avrà un fratellino, dal design nato in grembo allo stesso ddpstudio.

TWIN, L’ESOSCHELETRO PER TORNARE A CAMMINARE

Twin, l’esoscheletro robot, è un dispositivo per la riabilitazione neuromotoria di pazienti con deficit di locomozione ed equilibrio, emerse a seguito di lesioni spinali o ictus. Serve, insomma, per permettere ai pazienti con lesioni del midollo spinale di camminare in modo indipendente. È progettato, come Hannes, da INAIL, IIT e, per l’industrial design, ddpstudio. E di nuovo al design si deve la sua recente celebrità: è ancora in fase di sviluppo ma sta già collezionando riconoscimenti da tutto il mondo.

Da oltreoceano il prestigioso Good design Award nella categoria Robotics. Il premio è stato attribuito dal Chicago Athenaeum, di cui fanno parte il Museo di architettura e design della città statunitense e il Centro europeo di architettura, design e studi urbanistici. In “patria”, Twin entra nell’ADI Design Index 2021, nella categoria design per la persona , partecipa alla selezione finale del Compasso d’Oro 2022 e sarà in mostra all’ADI Design Museum da metà giugno.

E infine riceve il premio IF International Forum Design 2022, nella categoria Product Medicine/Health: attribuito ai designer che hanno collaborato allo sviluppo del dispositivo. L’IF Design Award è considerato uno dei premi per il design più prestigiosi al mondo. TWIN è stato selezionato tra 11.000 candidature presentate da 57 Paesi e valutato da una giuria di 132 membri, composta da esperti indipendenti provenienti da tutto il mondo.

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Credits: Inail

UNA RADIOGRAFIA DEL NOSTRO GEMELLO: COME È FATTO?

Twin è un dispositivo robotico indossabile, autonomo, che consente alle persone con lesioni spinali complete e parziali di camminare di nuovo. La sua tecnologia è in grado di valutare i progressi riabilitativi e di definire il livello di assistenza in ogni momento; utilizza il movimento residuo del paziente per assisterne la camminata, intervenendo, solo se è necessario, per sostenerlo e aiutarlo a completare correttamente il passo. Quando il paziente inclina il busto in avanti, Twin si muove. Per fermarsi, si esercita un movimento leggero nella direzione opposta, riportando il busto in posizione eretta. La velocità “di crociera” è più o meno metà di quella di un soggetto sano, circa 2 o 2,5 km/h.

È pensato per essere usato in combinazione con la sedia a rotelle, almeno per il momento. Permette di passare facilmente dalla posizione seduta a quella in piedi, è smontabile e può essere indossato facilmente, in pochi minuti, pur restando seduti. È regolabile in altezza e può supportare utenti fino a 110 kg di peso.

È composto da una struttura rigida che serve a mantenere il paziente in posizione eretta e ha 4 motori, due alle anche e due alle ginocchia. Il bacino è una scocca in fibra di carbonio e contiene il cervello e il cuore di Twin, cioè il sistema di controllo e le batterie. L’autonomia consente una camminata continua con fino a 4 ore.

Nasce da un processo di progettazione condiviso, che ha coinvolto un team multidisciplinare di pazienti, clinici, ricercatori, ingegneri e designer in tutte le fasi dello sviluppo.

“È un percorso molto lungo, iniziato nel 2014 e non ancora terminato”, commenta Gabriele Diamanti. “Ed è un progetto design-centrico, cioè parte dalle esigenze dei pazienti: infatti nel primo periodo abbiamo partecipato a diversi focus group con persone paraplegiche e visitato le strutture di cura. Da lì è nato il concept meccanico e poi, piano piano, è stata implementata la tecnologia”.

Nel corso degli anni sono stati prodotti diversi prototipi, ogni volta testati con i pazienti, per rilevare problemi e opportunità di implementazione. La strada per dare a Twin la scalpellata finale è ancora lunga: “Il prototipo premiato è già stato superato”, aggiunge De Bartolomeis. “Per noi è strano, perché ciò che agli occhi di tutti sembra nuovo, in realtà, ha già nuove forme e funzionalità. Essendo un progetto di ricerca il team di lavoro sta lavorando a una piattaforma che darà vita, nei prossimi tre anni, a soluzioni con applicazioni e funzioni differenti (ovviamente non sono ancora pubblicabili)”.

ANDRESTI IN GIRO, AL SUPERMERRCATO, AL BAR, INDOSSANDO UN ESOSCHELETRO?

Una volta completato, Twin affronterà la sperimentazione clinica, la certificazione e poi il mercato. E ancora una volta si confronterà con l’essere umano: come verrà accolto?

twin
Credits: Web Marketing Festival

“Lavorando in questo progetto da anni e parlando con tante persone, pazienti e medici, ci siamo accorti che la risposta può non essere scontata”, riprende Diamanti. “I pazienti possono avere preconcetti, sia esageratamente positivi che negativi, rispetto all’idea di usare un esoscheletro, e questo influenza moltissimo i risultati dei test. Ci sono i pazienti che lo rifiutano: perché, si chiedono, devo mettermi quella roba? Con la mia sedia vado molto più veloce di voi “bipedi”. Perché la tecnologia, quando nasce, è ancora indietro rispetto alla natura. Altri pazienti ci credono molto perché sblocca la possibilità di interagire guardando le persone negli occhi alla stessa altezza. Un po’ fa l’abitudine, un po’ l’atteggiamento verso l’innovazione. Un altro grosso tema è quello dei pregiudizi a livello sociale: la stessa sedia a rotelle ora è considerata normale, però, 50 anni fa, uno che passava per strada in sedia a rotelle lo guardavano tutti. L’innovazione non è solo tecnologica ma anche culturale. Quando tutti ti guardano a occhi sgranati mentre vai a fare la spesa con un esoscheletro robotico, può esserci un certo imbarazzo. Diverso è anche l’approccio di chi ha subito la lesione molto tempo fa e di chi, invece, l’ha appena subita. E dipende anche dal tipo di lesione e dalla posizione: a seconda di quale vertebra è coinvolta, cambia il controllo che hai del corpo”.

Conclude ancora Diamanti:

“In un team di lavoro così variegato e tecnico, la formazione che abbiamo ricevuto al Poli ci fa sentire a casa nostra”.

Credits home: Web Marketing Festival
Credits header: iF Design Award

Professioni del futuro: il Poli guarda avanti

Il mondo cambia e con esso cambiano anche le persone che lo fanno funzionare.  Se è vero che i corsi “storici” del Politecnico di Milano continuano a offrire gli strumenti per affrontare la crescente complessità della nostra epoca (come testimoniano i dati occupazionali che rappresentano gli Alumni tra i più apprezzati professionisti in tutto il mondo), è altrettanto vero che, dal confronto con il mondo delle aziende, della tecnologia e dell’innovazione e con le nuove generazioni di studenti, stanno emergendo nuove idee e nuove esigenze. L’Ateneo si chiede (anche) di cosa si occuperanno gli Alumni di domani, del prossimo decennio, nel corso della loro carriera, e come potranno continuare a dare un contributo significativo nella gestione delle grandi sfide che ci attendono. Questo porta sia all’aggiornamento dei corsi tradizionali, sia alla nascita di nuovi corsi di laurea: due partiranno nel prossimo semestre. 

LA PRIMA LAUREA IN ITALIA IN INGEGNERIA DEL SUPERCALCOLO… 

… o, più correttamente, in High Performance Computing Engineering. Sarà il primo corso di laurea magistrale in Italia dedicato al calcolo ad alte prestazioni e alle sue molteplici applicazioni, dalla sostenibilità energetica alla climatologia, dalla genomica alla medicina e alla farmacologia, dalla chimica alla finanza, dalla biomeccanica computazionale all’aerospazio. 

“La capacità di elaborare una grande quantità di dati ci permette infatti di definire nuovi scenari, di eseguire simulazioni, di sviluppare nuovi modelli, come accade, per esempio, in campo medico. Sono tanti i settori in cui l’HPC può fare la differenza. Servono quindi nuove competenze e nuove professionalità”,

commenta il Rettore. 

Caratterizzato per la forte interdisciplinarietà, il corso formerà ingegneri dalla solida preparazione nelle principali tecnologie e architetture informatiche per il supercalcolo, nel quantum computing e nella modellazione matematico-statistica di problemi complessi. L’insegnamento sarà in lingua inglese.  

MANAGER ORIENTATI AGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE  

Altro caso unico nel panorama della formazione universitaria in Europa, il nuovo Master of Science in Trasformative Sustainability nasce dalla collaborazione tra Politecnico di Milano e Università Bocconi. L’obiettivo è formare professionisti in gradi di guidare le imprese da una prospettiva fortemente integrata, innovativa e multidisciplinare sulla sostenibilità. 

“La tecnologia è il fattore abilitante delle grandi trasformazioni in atto, come nel caso della sostenibilità in tutte le sue accezioni”, commenta il Rettore. “Impatta in modo decisivo sui processi di business e orienta imprese ed enti pubblici verso piani di sviluppo complessi di cui gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono elementi fondativi. Da qui la necessità di combinare le competenze tecniche e formative dei nostri due atenei su tematiche chiave per la crescita economica e sociale”. 

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Robot che ci assomigliano sempre di più: è l’era delle macchine antropomorfe?

Scenario fantascientifico a parte, la robotica di frontiera (insieme alla sempre maggiore conoscenza dei meccanismi che regolano il corpo umano) ci offre già oggi tecnologie in ambito sanitario di grande utilità: protesi, esoscheletri e dispositivi per la riabilitazione e la cura della nostra salute, progettati da team che mescolano sapientemente ingegneria, medicina, design e dialogo con i pazienti (con coloro, cioè, che quei dispositivi li useranno).

Vi ricordate di Hannes, la mano robotica? Sviluppata da INAIL e Istituto Italiano di Tecnologia, restituisce alle persone con amputazione dell’arto superiore il 90% della funzionalità perduta. L’industrial design è a cura di ddpstudio, fondato da tre Alumni: Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti e Filippo Poli. E proprio il design dal DNA politecnico vale ad Hannes il premio per l’innovazione ADI Design Index 2018: «Per la qualità del vostro lavoro che, a ricaduta, rappresenta un valore per il design e per il nostro Paese»; e, nel 2020, l’ambito Compasso d’Oro.

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Credits: ddpstudio

“Il design” riporta la motivazione del premio, “si rivela uno strumento indispensabile per aiutare le persone in difficoltà a riappropriarsi del proprio futuro. Tecnologia ed estetica aiutano a superare un disagio psicologico e un deficit fisico”. Ed in effetti è proprio questo che fa Hannes, nelle parole di Marco Zambelli, che più di 40 anni fa, all’età di 16 anni, perse la mano destra in un incidente sul lavoro. È lui il “paziente zero” su cui è stata progettata Hannes. Ci ha raccontato della prima volta che l’ha indossata: “Mi sono emozionato. Mi sono reso conto che potevo riappropriarmi della mia mano”.

Scopri tutta la storia di Hannes su Map

Adesso Hannes avrà un fratellino, dal design nato in grembo allo stesso ddpstudio.

TWIN, L’ESOSCHELETRO PER TORNARE A CAMMINARE

Twin, l’esoscheletro robot, è un dispositivo per la riabilitazione neuromotoria di pazienti con deficit di locomozione ed equilibrio, emerse a seguito di lesioni spinali o ictus. Serve, insomma, per permettere ai pazienti con lesioni del midollo spinale di camminare in modo indipendente. È progettato, come Hannes, da INAIL, IIT e, per l’industrial design, ddpstudio. E di nuovo al design si deve la sua recente celebrità: è ancora in fase di sviluppo ma sta già collezionando riconoscimenti da tutto il mondo.

Da oltreoceano il prestigioso Good design Award nella categoria Robotics. Il premio è stato attribuito dal Chicago Athenaeum, di cui fanno parte il Museo di architettura e design della città statunitense e il Centro europeo di architettura, design e studi urbanistici. In “patria”, Twin entra nell’ADI Design Index 2021, nella categoria design per la persona , partecipa alla selezione finale del Compasso d’Oro 2022 e sarà in mostra all’ADI Design Museum da metà giugno.

E infine riceve il premio IF International Forum Design 2022, nella categoria Product Medicine/Health: attribuito ai designer che hanno collaborato allo sviluppo del dispositivo. L’IF Design Award è considerato uno dei premi per il design più prestigiosi al mondo. TWIN è stato selezionato tra 11.000 candidature presentate da 57 Paesi e valutato da una giuria di 132 membri, composta da esperti indipendenti provenienti da tutto il mondo.

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Credits: Inail

UNA RADIOGRAFIA DEL NOSTRO GEMELLO: COME È FATTO?

Twin è un dispositivo robotico indossabile, autonomo, che consente alle persone con lesioni spinali complete e parziali di camminare di nuovo. La sua tecnologia è in grado di valutare i progressi riabilitativi e di definire il livello di assistenza in ogni momento; utilizza il movimento residuo del paziente per assisterne la camminata, intervenendo, solo se è necessario, per sostenerlo e aiutarlo a completare correttamente il passo. Quando il paziente inclina il busto in avanti, Twin si muove. Per fermarsi, si esercita un movimento leggero nella direzione opposta, riportando il busto in posizione eretta. La velocità “di crociera” è più o meno metà di quella di un soggetto sano, circa 2 o 2,5 km/h.

È pensato per essere usato in combinazione con la sedia a rotelle, almeno per il momento. Permette di passare facilmente dalla posizione seduta a quella in piedi, è smontabile e può essere indossato facilmente, in pochi minuti, pur restando seduti. È regolabile in altezza e può supportare utenti fino a 110 kg di peso.

È composto da una struttura rigida che serve a mantenere il paziente in posizione eretta e ha 4 motori, due alle anche e due alle ginocchia. Il bacino è una scocca in fibra di carbonio e contiene il cervello e il cuore di Twin, cioè il sistema di controllo e le batterie. L’autonomia consente una camminata continua con fino a 4 ore.

Nasce da un processo di progettazione condiviso, che ha coinvolto un team multidisciplinare di pazienti, clinici, ricercatori, ingegneri e designer in tutte le fasi dello sviluppo.

“È un percorso molto lungo, iniziato nel 2014 e non ancora terminato”, commenta Gabriele Diamanti. “Ed è un progetto design-centrico, cioè parte dalle esigenze dei pazienti: infatti nel primo periodo abbiamo partecipato a diversi focus group con persone paraplegiche e visitato le strutture di cura. Da lì è nato il concept meccanico e poi, piano piano, è stata implementata la tecnologia”.

Nel corso degli anni sono stati prodotti diversi prototipi, ogni volta testati con i pazienti, per rilevare problemi e opportunità di implementazione. La strada per dare a Twin la scalpellata finale è ancora lunga: “Il prototipo premiato è già stato superato”, aggiunge De Bartolomeis. “Per noi è strano, perché ciò che agli occhi di tutti sembra nuovo, in realtà, ha già nuove forme e funzionalità. Essendo un progetto di ricerca il team di lavoro sta lavorando a una piattaforma che darà vita, nei prossimi tre anni, a soluzioni con applicazioni e funzioni differenti (ovviamente non sono ancora pubblicabili)”.

ANDRESTI IN GIRO, AL SUPERMERRCATO, AL BAR, INDOSSANDO UN ESOSCHELETRO?

Una volta completato, Twin affronterà la sperimentazione clinica, la certificazione e poi il mercato. E ancora una volta si confronterà con l’essere umano: come verrà accolto?

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“Lavorando in questo progetto da anni e parlando con tante persone, pazienti e medici, ci siamo accorti che la risposta può non essere scontata”, riprende Diamanti. “I pazienti possono avere preconcetti, sia esageratamente positivi che negativi, rispetto all’idea di usare un esoscheletro, e questo influenza moltissimo i risultati dei test. Ci sono i pazienti che lo rifiutano: perché, si chiedono, devo mettermi quella roba? Con la mia sedia vado molto più veloce di voi “bipedi”. Perché la tecnologia, quando nasce, è ancora indietro rispetto alla natura. Altri pazienti ci credono molto perché sblocca la possibilità di interagire guardando le persone negli occhi alla stessa altezza. Un po’ fa l’abitudine, un po’ l’atteggiamento verso l’innovazione. Un altro grosso tema è quello dei pregiudizi a livello sociale: la stessa sedia a rotelle ora è considerata normale, però, 50 anni fa, uno che passava per strada in sedia a rotelle lo guardavano tutti. L’innovazione non è solo tecnologica ma anche culturale. Quando tutti ti guardano a occhi sgranati mentre vai a fare la spesa con un esoscheletro robotico, può esserci un certo imbarazzo. Diverso è anche l’approccio di chi ha subito la lesione molto tempo fa e di chi, invece, l’ha appena subita. E dipende anche dal tipo di lesione e dalla posizione: a seconda di quale vertebra è coinvolta, cambia il controllo che hai del corpo”.

Conclude ancora Diamanti:

“In un team di lavoro così variegato e tecnico, la formazione che abbiamo ricevuto al Poli ci fa sentire a casa nostra”.

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