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Giovani ricercatori al Poli, girone “eccellenza”: puntata 3

Nei prossimi anni, i ricercatori del Politecnico di Milano si occuperanno di temi “scottanti” come il riscaldamento globale, la transizione energetica, l’applicazione etica di algoritmi decisionali e molti altri temi che avranno un grande impatto sulla società e sulle vite di tutti.

È il caso di questi 17 giovani ricercatori che sono arrivati negli ultimi anni o stanno per arrivare nei dipartimenti del nostro Ateneo tramite una “Marie Curie Individual Fellowship”: un assegno di ricerca europeo pensato proprio per i giovani scienziati che si occupano di temi cruciali a livello internazionale. Ciascuno di loro è seguito da un supervisor, cioè un docente o un ricercatore esperto della materia che accompagna il grantee MSCA nello sviluppo del progetto di ricerca e allo stesso tempo ne arricchisce la formazione.

Scopriamo di cosa si occuperanno:

COME CONSERVARE L’ENERGIA?

Wietse M. Boon, 30 anni

MiDiROM: Deep learning enhanced numerical simulations of mixed-dimensional models for subsurface flow

2022-2024

Finanziamento: 171.473,28 €

DIPARTIMENTO DI MATEMATICA (DMAT)

Supervisor: Luca Formaggia

Keywords: fractured porous media; reduced order modelling; mixed-dimensional PDE

Usando tecniche di deep-learning, Boon vuole sviluppare nuovi e più efficienti modelli per descrivere e prevedere il comportamento del flusso nel sottosuolo per capire come stoccare energia da fonti rinnovabili in modo sicuro. Boon è uno dei ricercatori che si sono appoggiati alla MSCA Master Class del Politecnico, un percorso che affianca i migliori post-doc da tutto il mondo che vogliono candidarsi a un grant Marie Curie e scelgono il nostro Ateneo come host institution: “La masterclass mi ha insegnato come allineare la mia proposta con gli obiettivi principali della MSCA Individual Fellowship e mi ha dato preziosi consigli”.      

CITTÀ PIÙ FRESCHE

Nicola Colaninno, 43 anni

MultiCAST: Multiscale Thermal-related Urban Climate Analysis and Simulation Tool

2022-2025

Finanziamento: 251.002,56 €

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E STUDI URBANI (DASTU)

Supervisor: Eugenio Morello

Keywords: urban heat island; climate-proof urban planning; giscience

Colaninno affronterà il fenomeno noto come Urban Heat Island e svilupperà un sistema di supporto alle decisioni per la pianificazione e la progettazione del clima con l’obiettivo di rendere vivibili le città nei periodi estivi. Il sistema sarà testato su tre aree urbane a Los Angeles, Amsterdam e Milano.

PARTICELLE E PROCESSI ULTRAVELOCI

Maurizio Reduzzi, 33 anni

HETRUSQ: HETeRoaromatic biomolecules Ultrafast Spectroscopy in liQuids

2021-2023

Finanziamento: 171.473,28

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Mauro Nisoli

Keywords: attosecond physics; ultrafast spectroscopy; ultrafast optics

Reduzzi lavorerà all’interno del gruppo del prof. Nisoli (abbiamo raccontato il suo progetto ERC, TOMATTO, nel numero 9 di MAP). “HETRUSQ ha l’obiettivo di esplorare studiare processi di charge transfer in materia organica su scale temporali nell’ordine dell’attosecondo e l’interazione tra le molecole e il loro ambiente circostante naturale, l’acqua”. Scopri di più a questo link

OTTENERE LASER USANDO POCHISSIMA ENERGIA

Armando Genco, 32 anni

ENOSIS: ENhancing and prObing Strong light-matter Interactions in 2D materials by ultrafaSt optical techniques

2021-2023

Finanziamento: 171.473,28 €

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Giulio Cerullo

Keywords: 2d heterostructures; ultrafast spectroscopy; microcavity polaritons

Genco studia polaritoni, particelle che possono essere sfruttate per ottenere sorgenti di luce coerente (laser) con materiali innovativi e a bassa soglia, che richiedono pochissima energia: “le potenziali ricadute nel mondo delle telecomunicazioni e del computing, per esempio, sono molto promettenti sia in termini di velocità che di impatto ambientale”. Scopri di più a questo link

UN ALGORITMO PUÒ ESSERE “EQUO”?

Michele Loi, 42 anni

FPH: Fair predictions in health

2021-2023

Finanziamento: 183.473,28

DIPARTIMENTO DI MATEMATICA (DMAT)

Supervisor: Giovanni Valente

Keywords: statistical predictions; fairness; algorithms

“Il modo in cui si guarda ai dati porta a conclusioni diverse. E non si basa soltanto su considerazioni scientifiche ma anche morali. Sono le nostre idee, i nostri valori che ci dicono come leggere i dati per tirarne fuori un giudizio sull’equità dell’algoritmo”. Scopri di più a questo link

ENERGIE RINNOVABILI E PROBLEMI DI INTERMITTENZA

Mark A. Bajada, 30 anni

SSEFR: Single-Site Electrocatalytic Flow Reactor for C-C Coupling

2021-2023

Finanziamento: 171.473,28

DIPARTIMENTO DI CHIMICA, MATERIALI E INGEGNERIA CHIMICA “GIULIO NATTA” (DCMC)

Supervisor: Gianvito Vilé (abbiamo parlato di lui su MAP #9, a pag. 22)

Keywords: catalysis; flow chemistry; green chemistry

Bajada ha l’obiettivo di individuare e creare nuovi materiali in grado di convertire energia da fonti rinnovabili in energia chimica per risolvere i problemi di intermittenza associati alle energie rinnovabili. Scopri di più a questo link

LA CRISI DEL SONNO

Diletta De Cristofaro, 34 anni

SCRAPS: writing the Sleep CRisis: 24/7 cAPitalism and neoliberal Subjectivity

2021-2024

Finanziamento: 257.209,92

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E STUDI URBANI (DASTU)

Supervisor: Simona Chiodo

Keywords: sleep crisis; mhealth; philosophy of technology

SCRAPS studierà quella che medici e psicologi in tutto il mondo chiamano “crisi del sonno”. De Cristofaro analizzerà opere di narrativa, saggistica e cultura digitale per indagare l’impatto dei tempi della produttività sulla salute e la relazione tra salute individuale e ideologie neoliberiste. Scopri di più a questo link

ESTRARRE MATERIALI PREZIOSI DALLE COMETE

Mirko Trisolini, 32 anni

CRADLE: Collecting Asteroid-Orbiting Samples: enabling a safer, sustainable, and autonomous exploration of asteroids

2021-2023

Finanziamento: 229.704,64

DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE AEROSPAZIALI (DAER)

Supervisor: Camilla Colombo (scoprila su MAP #5 a pag. 32)

Keywords: asteroid exploration; asteroid dust particle dynamics; dust in-orbit collection

Trisolini lavorerà allo sviluppo di un sistema innovativo e autonomo per l’estrazione di materiali rari e preziosi che potrebbero trovarsi all’interno di asteroidi e comete. “Ho scelto il Politecnico come host institution per l’esperienza e il background tecnico del gruppo di ricerca in cui sono inserito e le radicate collaborazioni, anche internazionali, a cui ha accesso”. Scopri di più a questo link

PREVENIRE I RISCHI DELLO SFRUTTAMENTO DEL SUOLO

Michele Botti, 30 anni

PDGeoFF: Polyhedral Discretisation Methods for Geomechanical Simulation of Faults and Fractures in Poroelastic Media

2020-2022

Finanziamento 171.473,28

DIPARTIMENTO DI MATEMATICA (DMAT)

Supervisor: Paola Antonietti

Keywords: Polyhedral discretization methods; Geomechanics; Numerical modelling

Tramite simulazioni numeriche è possibile prevedere gli effetti dello sfruttamento del suolo. Il progetto PDGeoFF ha l’obiettivo di sviluppare un quadro matematico e numerico per prevenire i rischi connessi a diverse attività geologiche umane come la produzione di energia geotermica e la raccolta e lo stoccaggio di CO2.

AGRICOLTURA RESISTENTE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Sandra Ricart, 37 anni

MODFaBe: Modelling individual farmer behaviours in Coupled Human Natural Systems under changing climate and society

2020-2022

Finanziamento 171.473,28

DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA, INFORMAZIONE E BIOINGEGNERIA (DEIB)

Supervisor: Andrea Castelletti

Keywords: Farmers; Climate change; Modelling; Behaviour; Muzza system

Aumento delle temperature, diminuzione delle precipitazioni, alluvioni e siccità mettono a rischio la produttività del settore agricolo. Ricart lavora modelli che descrivano il comportamento degli agricoltori e intende capire come questi modelli possano rendere l’agricoltura sostenibile, flessibile e adattabile ai cambiamenti climatici.

NANOANTENNE PER GENERAZIONE DI SECONDA ARMONICA

Thorsten Feichtner, 40 anni

PoSHGOAT: Potential-dependent Second-Harmonic Generation in Optical Antennas measured Time-resolved

2020-2021

Finanziamento 137.604,96

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Paolo Biagioni

Keywords: Optical antenna; Plasmonics; Second harmonic generation

La generazione di seconda armonica è un processo ottico con applicazioni promettenti nella spettroscopia, nella commutazione ottica ultraveloce e nell’elaborazione ottica delle informazioni. Feichtner sta studiando come massimizzarne la generazione fabbricando nanoantenne a contatto elettrico con punte ultrasottili e spazi ultra-stretti e svilupperà modelli numerici per ottimizzare le geometrie delle nanoparticelle.

BIOGAS AL CENTRO DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Imteyaz Alam, 37 anni

Biogas2Syngas: Rational Design for Coke-resistant Dry Reforming Catalyst using Combined Theory and Operando Raman Experiments

2019-2021

Finanziamento: 171.473,28

DIPARTIMENTO DI ENERGIA (DENG)

Supervisor: Matteo Maestri (ne abbiamo parlato su MAP #6 a pag.30) Keywords: Biogas; Syngas; Coke-resistant catalyst          

Il biogas rappresenta un’importante fonte energetica che svolge un ruolo centrale nella rivoluzione energetica. Il progetto Biogas2Syngas studia e sviluppa tecnologia e modelli per sfruttare questa risorsa affrontandone alcune delle sfide principali, come il miglioramento del ciclo di vita e delle prestazioni del catalizzatore.

GUARDARE LE MOLECOLE MOLTO DA VICINO

Soumen Ghosh, 32 anni

CHIRALSCOPY: Probing Ultrafast Stereochemical Dynamics by Femtosecond Electronic Circular Dichroism Spectroscopy

2019-2021

Finanziamento 171.473,28

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Giulio Cerullo

Keywords: Molecular Handedness; Ultrafast Chirality; Femtosecond Dynamics

Ghosh sta sviluppando una tecnica spettroscopica di nuova generazione molto sensibile alla struttura tridimensionale delle bio-molecole, per osservarne il movimento in tempo reale mentre la loro struttura cambia nel corso di un processo biologico. Tra le varie applicazioni, nel campo della chimica strutturale, questa tecnica offrirà strumenti per la lotta all’Alzheimer, al Parkinson e al fotodanneggiamento del DNA.

OTTENERE IDROCARBURI DAL METANOLO

Torstein Fjermestad, 41 anni

EMPaTHY: use of multiscale modElling to Minimize coke ProducTion during the methanol-to- HYdrocarbon process

2019-2021

Finanziamento: 171.473,28

DIPARTIMENTO DI ENERGIA (DENG)

Supervisor: Matteo Maestri

Keywords: Multiscale modelling; Computational fluid dynamics; Molecular dynamics; Density functional theory calculations

Il metanolo può sostituire i combustibili fossili come fonte di idrocarburi validi, offrendo una via verso combustibili e prodotti chimici più sostenibili. È un processo conosciuto dagli anni ’70, ma è stato implementato industrialmente solo nell’ultimo decennio e deve ancora superare diverse sfide tecniche, di cui si occuperà Fjermestad con il progetto EMPaTHY.

UN MODELLO DI ORGANO SU CHIP PER L’OSTEOARTRITE

Paola Occhetta, 34 anni

uKNEEversal: a miniaturized 3D in vitro model of human joint to gain new knowledge on Osteoarthritis pathophysiology

2019-2021

Finanziamento: 171.473,28

DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA, INFORMAZIONE E BIOINGEGNERIA (DEIB)

Supervisor: Marco Rasponi

Keywords: Organs-on-Chip; Osteoarthritis; In vitro models

Occhetta userà la tecnologia degli organi su chip per creare un modello di articolazione colpita da osteoartrite che possa ricreare la complessità di questa malattia, utilizzabile per studiare i meccanismi che la regolano e la risposta ai farmaci.

GUIDA SPAZIALE AUTONOMA

Gabriella Gaias, 41 anni

ReMoVE: Rendezvous Modelling Visiting and Enhancing

2019-2021

Finanziamento: 168.277,20

DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE AEROSPAZIALI (DAER)

Supervisor: Marco Lovera

Keywords: Active debris removal; Multi-satellite mission; Spacecraft guidance navigation and control

Gaias sta sviluppando una soluzione tecnologica per la rimozione di grandi satelliti difettosi che inquinano le orbite strategiche terrestri. La sfida più grande è lo sviluppo di un sistema di navigazione e controllo di guida spaziale autonomo robusto e avanzato, per il quale Gaias collabora con D-Orbit, azienda leader nel settore fondata dall’Alumnus Luca Rossettini.

FANTASMI IN SALA OPERATORIA

Antonio Forte, 36 anni

ALPHA-STEM: Advanced Laboratory Phantoms for Soft Tissues in Engineering and Medicine

2018-2021

Finanziamento 244.269,00

DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA, INFORMAZIONE E BIOINGEGNERIA (DEIB)

Supervisor: Elena De Momi

Keywords: Mechanical Metamaterials; Soft Matter; Hydrogels

Ad oggi, l’addestramento dei chirurghi presenta diversi limiti. Una potenziale soluzione è l’uso di modelli sintetici artificiali, noti anche come “Phantoms”: riproduzioni di parti e organi umani che consentono al chirurgo di esercitarsi nel posizionamento delle strutture anatomiche e nella coordinazione della mano. Forte ha l’obiettivo di migliorare questi supporti con feedback tattile affidabile e di modelli di deformazione dei tessuti reali.

Dal 2014 a oggi

In totale sono 24 i ricercatori MSCA che, dal 2014, hanno scelto il Poli come “host institution”. La Commissione europea li ha finanziati per un totale di circa 4 milioni e mezzo di euro e il loro lavoro ha generato pubblicazioni scientifiche, creazione di nuove linee di ricerca e consolidamento di importanti collaborazioni scientifiche internazionali. I ricercatori che seguono hanno concluso i loro progetti MSCA, alcuni hanno proseguito le loro ricerche nei nostri laboratori, tra cui Edoardo Albisetti, del dipartimento di Fisica, ha recentemente vinto un grant ERC. Altri si sono spostati in altre università in tutto il mondo, portandosi dietro un pezzo del DNA politecnico.

Wordcloud msca

Daniele Ancora, 35 anni

HI-PHRET: High-resolution Imaging with Phase Retrieved Tomography

2019-2021

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS) Supervisor: Antonio Pifferi

Fabian Holzmeier, 33 anni

CHARISMA: CHARge transport in Intermediate-Sized Molecules on Attosecond time scales

2018-2020

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS) Supervisor: Mauro Nisoli

Edoardo Albisetti, 34 anni

SWING: Patterning Spin-Wave reconfIgurable Nanodevices for loGics and computing

2016-2019

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Riccardo Bertacco

Margherita Maiuri, 33 anni

PHOEBUS: PHOto-induced Energy flow in Bio-inspired molecular circuits probed with Ultrafast two-dimensional Spectroscopy

2015-2018

DIPARTIMENTO DI FISICA (DFIS)

Supervisor: Giulio Cerullo

Tommaso Lotti, 38 anni

POLIS: Studying the bricks of microbial cities: characterization and structural properties of exopolysaccharides and their interaction with proteins and cations in anammox granular sludge

2015-2017

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE (DICA)

Supervisor: Francesca Malpei

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Renzo Piano per Emergency: inaugurato il nuovo ospedale pediatrico in Uganda

Dopo quasi due anni di lavori è stato inaugurato in Uganda il nuovo ospedale pediatrico di Emergency, progettato pro bono dall’Alumnus Renzo Piano e dal suo studio, con la collaborazione di da TAMassociati e dalla Building division di EMERGENCY. Il progetto unisce le esigenze pratiche-sanitarie a un’idea di architettura razionale, moderna e sostenibile, pronta a diventare un modello per future strutture mediche in giro per il mondo.

«Mi piace pensare all’Africa come un laboratorio per il futuro e non solo come uno scenario di sofferenza e di guerre dimenticate. Gino mi ha sempre chiesto di disegnare un ospedale “scandalosamente bello” – spiega Renzo Piano, architetto e Alumnus del Politecnico, in un’intervista. – Parla dello scandalo della bellezza perché per certe persone è uno scandalo offrire bellezza ed eccellenza a tutti, in particolare ai più svantaggiati ed emarginati. D’altronde è risaputo che in tutte le lingue africane, lo swahili per primo, l’idea di bello è sempre accompagnata all’idea di buono: non c’è bellezza senza bontà.»

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Credits: Emergency
UN OSPEDALE PER BAMBINI

La struttura, che sorge poco lontano dalle rive del Lago Victoria, con i suoi oltre 9000 metri quadri vuole diventare un punto di riferimento per tutto il continente, in particolare nel campo della chirurgia pediatrica: i bambini e i ragazzi di età inferiore a 18 anni verranno infatti accolti gratuitamente e il personale sanitario avrà a disposizione 3 sale operatore e 72 posti letto per curarli.

A questi spazi si aggiungono poi ambulatori, radiologia, TAC, un laboratorio con banca del sangue, una farmacia e servizi ausiliari per garantire un’assistenza di prima qualità, sempre ospitati nel sistema “a crociera” dell’ospedale, che si rifà a quello della Ca’ Granda milanese del Filarete.

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Credits: Emergency

Commenta così Gino Strada, chirurgo e fondatore di Emergency:

«Il modo migliore per aiutare l’Africa è fare lì quelle stesse cose che vorremmo avere anche qui da noi, in Italia. Siamo andati in Uganda con tutte le competenze, gli equipaggiamenti, le tecnologie necessarie a fare una chirurgia di alto livello e con una struttura straordinaria. Facciamo tutti parte della comunità umana: siamo “uguali in dignità e diritti”, come è scritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Abbiamo la responsabilità di curare un bambino africano esattamente come faremmo con un bambino italiano.»

UNA STRUTTURA TRA TRADIZIONE E SOSTENIBILITÀ

Oltre ad essere all’avanguardia nel campo sanitario, l’ospedale si caratterizza per la sostenibilità garantita dall’utilizzo di materiali locali e di tecnologie avanzate: i muri sono edificati in pisè, una tecnica di costruzione tradizionale che utilizza la terra cruda, che riesce a mantenere costanti la temperatura e l’umidità dell’edificio, mentre 2500 pannelli solari fotovoltaici producono energia che copre gran parte del fabbisogno energetico dell’ospedale, e che viene divisa anche con la città vicina.

ospedale renzo piano pannelli
Credits: Emergency

«Quando Gino Strada mi ha chiesto di partecipare a questa nuova sfida di EMERGENCY non ci ho pensato due volte, ho detto immediatamente sì! – aveva dichiarato Piano a Emergency, prima della costruzione – Questo ospedale sarà un modello di eccellenza medica, sostenibilità ambientale, indipendenza energetica e armoniosa distribuzione dello spazio. Vogliamo utilizzare le risorse della terra, l’acqua e il sole, i migliori traguardi della modernità, quelli veri. L’ospedale sarà edificato sulle rive del Lago Victoria, circondato da natura e alberi. La vegetazione sarà l’orizzonte dei piccoli ospiti, gli alberi come metafora del processo di guarigione”.»

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Politecnico prima università italiana per il 7°anno consecutivo

Il Politecnico di Milano è la migliore università italiana nella classifica delle migliori università al mondo per il settimo anno consecutivo, secondo QS World University Rankings 2022.

Nella classifica mondiale generale si piazza al 142° posto; ottimo risultato poi per quanto riguarda l’Employer Reputation, cioè l’opinione che i datori di lavoro hanno degli Alumni, che fa schizzare il Poli al 67° posto nel mondo. Merito della preparazione degli Alumni, secondo  il rettore Ferruccio Resta, che commenta: “È proprio in questo momento di incertezza che dobbiamo mettere in moto le migliori energie del paese, quelle dei giovani. Le imprese lo sanno e sono al nostro fianco”.

L’analisi QS University Ranking analizza 1300 tra le migliori università al mondo e tiene conto di vari indicatori: il Politecnico, come si è visto, è particolarmente forte nell’Employer Reputation un sondaggio internazionale in cui 40 mila datori di lavoro indicano quali sono le università dalle quali preferiscono assumere talenti.

Il “secondo capitolo” dell’indagine di QS è il Ranking by Subject, che uscirà nei primi mesi del prossimo anno. La classifica by Subject del 2020 ci ha visto al 5° posto in Design, al 10° in Architettura e al 20° in Ingegneria, nel mondo; ancora primo in Italia. (Scopri i dettagli sul QS ranking by subject del 2020 su MAP #9 a questo link).

Alumni Politecnico di Milano, attraverso la community e le diverse attività ed eventi, offre infinite opportunità di contatto, relazioni professionali e confronto tra gli ex studenti del tuo Ateneo. Se ti piacciono le nostre attività, puoi donare per sostenerle.

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Milano inaugura il Museo del Compasso d’Oro, con un’anima politecnica

È stato inaugurato a Milano l’ADI Design Museum, nuovo riferimento internazionale del design, allestito dagli architetti e designer Ico Migliore e Mara Servetto, docenti del Politecnico, insieme all’Alumnus Italo Lupi, icona del design Made in Italy.

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Credits: Adi Design Museum

Con più di 5000 metri quadri e circa 2000 oggetti in mostra (gli oggetti vincitori del prestigioso Compasso d’Oro dal 1954 a oggi), è il più grande museo in Europa dedicato a questo tema e conferma il ruolo della città di Milano come capitale internazionale del Design.

L’esposizione racconta oltre 60 anni di storia della società e dei costumi in una selezione di oggetti, mobili, accessori, mezzi di trasporto, manifesti, concept pubblicitari o di comunicazione. Un “dietro le quinte” di oggetti come macchine da cucire, auto, lampade, sedie, caffettiere che ormai sono entrati nell’uso comune o lo faranno nel futuro (tra cui anche la Panchina smart firmata dall’Alumnus Antonio Lanzillo e “Hannes”, la mano protesica che restituisce oltre il 90% delle funzionalità perdute, disegnata da Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti e Filippo Poli, tre Alumni Designer).

La panchina E-lounge disegnata da Antonio Lanzillo, premiata con il Compasso d’Oro 2020.
Hannes, la mano protesica firmata da tre Alumni che ha ricevuto il XXVI Compasso d’Oro
UN MUSEO IN EVOLUZIONE

«Abbiamo definito – spiegano Migliore, Servetto e Lupi, a loro volta vincitori di compassi d’oro – una sequenza ritmata e articolata di scenari di racconto piuttosto che mere strutture espositive, per rendere il museo un “museo narrante”, capace di essere luogo inclusivo di approvvigionamento e arricchimento personale e sociale». L’obiettivo è quello di valorizzare il Made in Italy e il ruolo del premio Compasso d’Oro, nato dall’idea del grande politecnico Gio Ponti, con un’esposizione che ci parla del passato e del presente e che continuerà a evolvere accogliendo i nuovi oggetti premiati, in una sorta di racconto del mondo e della società attraverso il design.

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Credits: Adi Design Museum
ADI MUSEUM E “LA CITTÀ DEI 15 MINUTI”

Per gli spazi del Museo è stato recuperato un luogo storico degli anni ’30, ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante, nel quartiere di Porta Volta, secondo il progetto curato dagli architetti Giancarlo Perotta (anche lui Alumnus del Politecnico) e Massimo C. Bodini.

Accanto alla mostra permanente, il museo ospita temporanee di approfondimento e iniziative trasversali destinate al grande pubblico, per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cultura del design a livello nazionale e internazionale.

Ma, tra i suoi vari primati, c’è anche quello di essere il primo museo italiano a collegarsi all’idea di “città dei 15 minuti”, un’idea di città più sostenibile nei ritmi e nel rapporto con l’ambiente.

Non solo un museo internazionale ma anche, quindi, un museo di quartiere, facilmente raggiungibile, con un ruolo di aggregazione sul territorio: un luogo dove incontrarsi, condividere esperienze, costruendo una comunità di interesse radicata intorno alla cultura e alla sostenibilità come motore per la riqualificazione dei quartieri, la riduzione dell’inquinamento e la creazione di aree socialmente ed economicamente inclusive.

Il MAP è la rivista degli Alumni del Politecnico di Milano. È una mappa per ritrovare, scoprire e conoscere tutto quello che è nato, partito e cresciuto nel nostro Ateneo. Qui sotto trovi un articolo correlato: se ti piace quello che stai vedendo, sostienici. Potrai ritirare la tua copia gratuitamente.

green deal bauhaus news

Il Politecnico prima università italiana partner per il Green Deal europeo

Il Politecnico di Milano è la prima università italiana a diventare partner della New European Bauhaus, l’iniziativa dell’Unione europea che ha l’obiettivo di avvicinare i cittadini al Green Deal europeo – il programma per rendere sostenibile l’economia dell’UE-, trasformandolo in un’esperienza culturale, positiva e concreta.

new european bauhaus
Credits europa.eu

L’iniziativa vuole fare in modo che i cittadini vivano un’esperienza diretta di come la trasformazione in senso “green” e “digital” possa migliorare la qualità di vita di ciascuno, definendo futuri modi di vivere in modo interdisciplinare e costruendo un dialogo tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia.

Per farlo, la New European Bauhaus prevede il coinvolgimento diretto della cittadinanza su una piattaforma dedicata, per accelerare la transizione verde, contribuire alla ripresa e garantire una migliore convivenza per tutti, sfruttando il patrimonio esistente di conoscenze, esperienze e capacità per ricercare nuove visioni, idee e soluzioni.

Nella pratica, il progetto agevolerà il dialogo tra esperti, imprese e istituzioni per rendere gli spazi di vita di domani più economici e accessibili, mobilitando progettisti, architetti, ingegneri, scienziati, studenti e menti creative di tutte le discipline per ripensare un modo di vivere sostenibile in Europa e nel mondo.

COSA FARÀ IL POLITECNICO IN QUESTO PROGETTO?

In qualità di partner, il Politecnico di Milano si impegnerà in tre macro aree:

  • creerà occasioni di dibattito e confronto che possano essere di stimolo per generare idee nuove idee intorno a questi temi;
  • identificherà progetti, pratiche o concetti ispiratori;
  • raccoglierà i bisogni e le aspettative dei cittadini.

Gli Alumni del Politecnico di Milano sono un supporto fondamentale per la crescita dell’Ateneo in Italia e in un contesto internazionale. Rappresentano l’eccellenza politecnica nel mondo, sono parte fondamentale dello sviluppo sociale e tecnologico del Paese. Se ti piacciono le nostre attività, puoi donare per sostenerle.

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SUPPLY CHAIN & LOGISTICS

Due chiacchere informali con i fondatori per capire cos’è, come è nato, come funziona, ma soprattutto perché da cinque anni continua a crescere con nuove idee e nuovi membri. Parliamo di supply chain, ma parliamo anche di una community di Alumni e Alumnae del nostro Politecnico.

Cristina Rossi-Lamastra, Delegata del Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano per le Relazioni con Alumni e Alumnae intervista Luca Saporetti e Luigi Binelli, fondatori del Club Alumni “Supply Chain Management & Logistics”

Cristina: Iniziamo allora! Da chi è composto questo Club?
Luca & Luigi: Siamo un gruppo di director che lavorano in giro per il mondo nell’ambito della supply chain, della logistica e delle operations con responsabilità rilevanti e globali. Amiamo confrontarci supportati dalla faculty del Politecnico di Milano su tematiche relative al nostro lavoro, sia tra di noi, con una cadenza di 4-6 mesi, sia condividendo una volta all’anno la nostra esperienza con tutta la community del Politecnico di Milano. Nel fare questo abbiamo una particolare attenzione alla relazione con gli studenti e le studentesse.

Cristina: Presentatevi e diteci perché lo fate. Tra l’altro siete sempre impegnati in giro per il mondo, in una delle call di organizzazione se ricordo bene Luigi era collegato dalla Polonia e Luca da Singapore.
Luca: Io sono Luca Saporetti, faccio il global Vice President della Supply Chain di una grande azienda del Medical Device (Livanova), quotata al Nasdaq e con quartier generale a Londra, prima gestivo la logistica e il planning del gruppo Campari.
Quando ci siamo laureati con Alessandro Perego – ora Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale – e un gruppo di amici (ad esempio, Alberto Lupano a quel tempo in Coca Cola, Marco Radaelli, Alberto DelGrossi) una volta al mese, mangiando una pizza, facevamo quello che definivamo il “logistic point”. Uno scambio informale in cui chi in quel periodo aveva fatto l’esperienza più interessante la condivideva con gli altri. Lo spirito iniziale della “condivisione dell’esperienza” è rimasto lo stesso. Poi con gli anni l’evento si era un po’ perso, io ero andato a lavorare in Svizzera, Alberto in Olanda e poi a Dubai, Alessandro era sempre più impegnato con la sua attività di ricercatore e docente del Politecnico di Milano.
Nel frattempo, tutti avevamo messo su famiglia e non eravamo più neo-laureati con contratto di formazione, ma persone con posti di responsabilità. Inoltre, il gruppo si allargava ed era sempre più difficile trovare pizzerie abbastanza capienti da contenere tutti.
Circa 5 anni fa, il Politecnico ha avviato una serie di iniziative per valorizzare la community dei suoi Alumni e, in questo contesto, ci venne chiesto di raccontare l’esperienza del “logistic point” a una reunion di laureati e laureate di Ingegneria Gestionale. Apparve così evidente la voglia di riprendere tale esperienza supportati dal Politecnico e dalla sua School of Management (SoM). In particolare, si sono attivamente impegnati nel progetto Nora Marabelli, allora responsabile Alumni Relations della SoM e vari docenti dell’area di riferimento, come Marco Melacini, Andrea Sianesi, Federico Caniato, Alessandro Brun e, naturalmente, Alessandro Perego, che nel frattempo era stato eletto Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
Oggi il gruppo ha ripreso slancio grazie all’attività di Valentina Goglio, nuova responsabile Alumni Relations e della nomina di Cristina Rossi a Delegata del Direttore per Alumni Relation. In tutto questo ho sempre lavorato in strettissimo contatto con Luigi Binelli che con me ha fondato e fatto crescere il Club.
L’inizio è stato impegnativo e divertente. Mi animava ricostruire quello spirito di community che avevo incontrato sia in SDA Bocconi sia al MIT di Boston (quest’ultimo mi è rimasto nel cuore: ogni volta che per lavoro sono lì vicino torno sempre a qualche loro evento), il senso di appartenenza e riconoscenza verso il Politecnico che tanto mi ha insegnato, e amore incondizionato verso la supply chain. Come una volta mi disse un manager dell’area HR “lei è fortunato: fa per lavoro quello che farebbe anche nel tempo libero per amore”.

Luigi: io sono Luigi Binelli, una vita – 23 anni – passati nell’italianissimo gruppo Artsana sempre in ruoli di responsabilità crescente nel mondo della supply chain e delle operations. Da 2 anni sono diventato Chief Supply Chain Officier di MTD, un nuovo gruppo che produce e commercializza Medical Devices, noto per il marchio PIC.
Mi sono immediatamente innamorato dell’idea avere una community in cui potersi scambiare idee ed esperienze in modo assolutamente informale e divertente con persone che arrivano da settori differenti; sicuro di trovare tra gli alumni e le alumnae professionisti di grande competenza. Ho dato subito la disponibilità, senza pensarci tanto, certo di poter ritrovare tanti amici e animato dalla gratitudine che ho sempre avuto per il Politecnico di Milano per avermi dato quella forma mentis che mi ha permesso di diventare quello che sono.

Cristina: Potete fare degli esempi degli argomenti trattati nel Club?
Luca & Luigi: Ciascun incontro verte su un tema specifico, di volta in volta diverso: si parte da un inquadramento accademico tenuto da un docente particolarmente esperto dell’argomento, poi il tema viene sviscerato da due o più membri del Club che offrono dei business case interessanti. Ad esempio, abbiamo trattato argomenti come la pianificazione globale con Luxottica e Syngenta, il “mestiere” della supply chain con Campari e Burberry , la supply chian nel fashion con Bulgari e Hugo Boss, la complessità delle operations con Pirelli e Chicco Artsana. Abbiamo anche affrontato gli argomenti più attuali della nostra professione, come la sostenibilità con Heineken e il Banco Alimentare della Lombardia, le consegne dell’ultimo miglio con Amazon e Just Eat, mentre nell’ultimo anno abbiamo dedicato due incontri alla gestione della emergenza Covid-19 raccontata, con differenti prospettive, da chi l’ha gestita in prima persona.
Abbiamo sempre un occhio di riguardo per il made in Italy che è sempre scuola di eccellenza come il Politecnico. A questo proposito amo (ndr: Luca) raccontare che al MIT di Boston nella prima lezione sul disegno delle reti distributive mi presentarono il Caso Barilla.

Cristina: Da quali realtà aziendali arrivano i membri del Club?
Luca & Luigi: Abbiamo riscontrato con piacere che gli Alumni e le Alumne sono molto versatili e li troviamo in tantissime aziende differenti. Abbiamo tante eccellenze Italiane come Pirelli, Barilla, Prysmian, Campari, Bulgari, Zambon, ma anche tanti gruppi globali fra cui Amazon, Heineken, LivaNova, Sandoz, Syngenta, Levis’s, Hugo Boss. La lista è molto lunga e, come si vede, molto varia: spazia dalla moda all’industria manifatturiera, dal “pharma” all’alimentare per arrivare alle aziende di servizi e del lusso. Una tale varietà è una grande ricchezza per il nostro Club.

Cristina: Quali difficoltà avete incontrato e come le avete superate?
Luigi & Luca: Con Luigi abbiamo sempre avuto le idee chiare di cosa cercavamo. Volevamo confrontarci tra persone esperte su problemi attuali, farlo in modo informale e riservato, in un clima che favorisse il networking, la semplicità, il rigore scientifico, in un ambito di community con persone che hanno in comune l’aver frequentato il Politecnico.
È stato e continua a essere molto difficile “non fare entrare” chi voleva “vendere” sia fumo sia prodotti; è normale, infatti, che una community così selezionata e di un profilo cosi alto attiri “venditori”. Li abbiamo allontanati, rinunciando anche a location amene per gli incontri e pranzi con cuochi blasonati. Siamo per natura persone semplici e concrete, come spesso sono gli ingegneri. Il nostro punto di forza è la nostra forma mentis e la nostra dedizione al lavoro. Ad oggi, ci stiamo aprendo verso coloro che hanno tutti i titoli e l’esperienza per partecipare a questa community, anche se non necessariamente alumni del Politecnico.
L’altra difficoltà iniziale era trovare un format che interessasse contemporaneamente gli studenti e le studentesse del Politecnico e i global director che gestiscono team di 1.000 persone.
Alla fine, come detto, abbiamo disegnato due tipi di momenti di interazione. Abbiamo due-tre incontri all’anno, riservati alla community degli iscritti, pensati per un pubblico senior e poi abbiamo eventi di divulgazione, aperti e diretti anche a studenti e studentesse. Nell’ultimo di questi eventi, tenutosi on line, a gennaio 2021, abbiamo avuto più di 200 partecipanti. Quando serve uniamo questi due format.

Cristina: Diteci qualcosa di più su formato degli incontri del Club
Abbiamo consolidato un formato che riteniamo molto efficace, pensato per professionisti e professioniste che hanno spesso agende fitte di impegni e, quindi, poco tempo a disposizione. Ci si ritrova quindi nel tardo pomeriggio. Prima della pandemia, gli incontri si tenevano in presenza, spesso nell’impresa di uno dei membri della community che ci presentava un caso di studio. Abbiamo avuto modo di osservare da vicino la filiera di recupero del Banco Alimentare della Lombardia, i magazzini di Amazon e Artsana, il centro ricerche di Prysmian.
Intorno alle 19.00 ci si fermava ad ascoltare le testimonianze di manager ed esperti e si concludeva con un bel dibattito, davanti a una cena informale moderata da un membro della faculty SoM, che fa ricerca sull’argomento trattato. Ad oggi, abbiamo avuto il piacere di avere 8 differenti moderatori e moderatrici.
Con la pandemia siamo passati al formato online. Gli incontri stanno funzionando anche in questa forma: abbiamo avuto una buona partecipazione e siamo stati in grado di organizzare anche eventi ludici in remoto, come una degustazione di vini, consegnati a casa dei partecipanti. Passata l’emergenza contiamo di adottare un formato “misto”, così da dare la possibilità anche a coloro che sono lontani di prendere parte virtualmente agli eventi.

Cristina: Cosa rappresenta il Club per il Politecnico?
Il Club è un elemento importante del più ampio progetto “AlumniPolimi” che intende rafforzare i legami ex-studenti e ex-studentesse e consolidarne il senso di appartenenza alla loro Alma Mater. All’interno di questo ampio progetto si è compresa l’importanza di creare dei “gruppi ” attorno a specifici ambiti di interesse, pensati come centri di conoscenza, confronto e condivisione di esperienze. Il Club è maturato proprio in questo contesto: è il primo nato e il più longevo nell’ambito della School of Management del Politecnico di Milano, che si sta impegnando per crearne altri. Oggi è certamente un centro attivo e un riferimento per chi opera in ambito supply chain e logistica, un forum per lo scambio di competenze, esperienze, idee e informazioni fra chi lavora nel settore.

Cristina: Come è possibile partecipare?
La partecipazione al Club è su invito, occorre far parte della comunity degli Alumni del Politecnico di Milano ed essere appassionati dei temi del Club. Si può inviare una richiesta di adesione, che verrà condivisa con il board del Club, a Valentina Goglio (alumnirelations@mip.polimi.it).

Credits header: https://www.kmsenpai.it/supply-chain-management/supply-chain-resiliente-4-drivers-indispensabili-e-6-azioni-tattiche/

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I progetti finanziati dal 5 per mille: HANDS

La ricerca promuove innovazione nei programmi di “slum upgrading” attraverso la sperimentazione multidisciplinare di azioni a lungo periodo rivolte a mitigare la vulnerabilità igienico sanitaria strutturale degli abitanti del quartiere di Chamanculo a Maputo, coniugando progetti igienico sanitari e ambientali in forma olistica e sistemica.

La recente pandemia ha evidenziato la vulnerabilità della popolazione che vive a Chamanculo, che tuttavia era preesistente a causa della mancanza di servizi sanitari, così come ha fatto emergere l’inadeguatezza della gestione dei rifiuti, il limitato approvvigionamento d’acqua sicura, sia negli ambiti privati che pubblici, e l’impossibilità di garantire un’adeguata igiene personale.

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Credits: Polisocial
HANDS: COSA PREVEDE IL PROGETTO?

HANDS si propone di attivare un “Laboratorio Sociale” dedicato alla produzione di Polichina, il liquido igienizzante Made in Politecnico; e di promuovere una migliore gestione dei rifiuti e un modello di produzione energetica appropriato sia alla scala urbana che domestica, trasferendo infine competenze tecnologiche a stakeholder locali.

«Immaginiamo un sistema automatizzato poco più grande di una macchinetta da caffè», spiega l’Alumnus e ricercatore Mattia Sponchioni, «a questo colleghiamo quattro serbatoi diversi contenenti gli elementi per produrre la Polichina: acqua, etanolo, acqua ossigenata e glicerolo. Si imposta una precisa quantità e il sistema la produce. Ambiamo ad arrivare ad un prototipo da installare in alcuni punti nevralgici di Chamanculo: una scuola, una piazza, un mercato». Delle vere e proprie stazioni di rifornimento quindi, da integrare con un sistema di gestione intelligente dei rifiuti generatisi in seguito all’emergenza sanitaria: dalle mascherine ai dispenser di Polichina.

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Credits Nguyen Dang Hoang Nhu on Unsplash

Nel “Laboratorio Sociale” si sperimenteranno inoltre nuovi metodi di produzione di energia elettrica per l’alimentazione dei distributori di Polichina e per l’approvvigionamento locale delle materie prime da fonti rinnovabili in situ.

In questa particolare situazione, l’uso di Polichina ha un impatto positivo anche in termini di risparmio di acqua.

«Riduciamo il consumo dalla scala dei litri a quella dei millilitri», commenta Sponchioni, «nel lavaggio delle mani si consumano litri di acqua potabile, con la Polichina basta una nebulizzazione di pochi millilitri, andando a risparmiare oltre il 95% di acqua che, soprattutto nei luoghi più degradati e dove c’è il pericolo di altre patologie come la tubercolosi, scarseggia».

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STEM Sciuto Home

Il futuro delle STEM per il Politecnico: interdisciplinare e inclusive

 «La scienza non ha genere: il motivo per cui alle bambine a volte non piace è perché non vengono incoraggiate. Per questo il Politecnico da anni organizza eventi aperti ai più piccoli (tra cui La notte dei ricercatori), per spiegare loro in maniera semplice cos’è la ricerca scientifica».

Così parla ad Elle la prorettrice del Politecnico di Milano e delegata alla Ricerca e alla Diversity Donatella Sciuto, intervistata sui mestieri delle STEM che, ancora oggi, ricevono una resistenza culturale imposta dalla società, che continua a vedere queste professioni come “cose da uomini”.

 «Nell’immaginario collettivo le professioni tecniche sono forse ancora un dono naturale per gli uomini, una grande conquista per le donne. Capita ancora che le donne ingegnere sentano il bisogno di giustificare o sminuire il proprio ruolo. Credo che il vero passo in avanti verrà compiuto quando la maggior parte di noi penserà che la scelta di dedicarsi a una professione tecnica sia, semplicemente, un’aspirazione legittima. Una risposta alla curiosità, all’interesse e ai desideri della persona», come scritto dalla prorettrice nella prefazione del libro “Alumnae. Ingegnere e tecnologie”.

STEM, UN APPROCCIO (ANCHE) UMANISTICO

Sempre ad Elle, Sciuto parla del futuro dei nuovi professionisti e nuove professioniste delle STEM, che privilegerà sempre più un approccio interdisciplinare, unendo quello “matematico” a quello “umanistico”: al giorno d’oggi infatti non bastano solo le competenze tecnologiche per sviluppare nuove tecnologie.

«Servono capacità innovativa, creatività e un approccio umanistico, perché bisogna essere in grado di capire l’impatto sociale e personale di ciò che si realizza».

È questo il caso delle professioni in crescita, come quelle nell’ambito della cybersecurity, che richiedono competenze informatiche ma anche gestionali e di diritto, insegnate al Politecnico in due corsi magistrali (Ingegneria Informatica e Cyber Risk Strategy and Governance), e lo studio e la gestione della mobilità efficiente per i cittadini, approfondita nel corso di laurea in Mobility Engineering, che unisce competenze tecnologiche a quelle di logistica e pianificazione.

STEM
Credits: https://money.usnews.com/investing/portfolio-management/slideshows/investing-tips-from-cathie-wood
IL BILANCIO DI GENERE: UN’ISTANTANEA DELL’ATENEO E LE AZIONI ADOTTATE RISPETTO ALLA PROSPETTIVA DI GENERE

In accordo con le azioni strategiche del Politecnico di Milano a favore di una maggiore diversità e inclusione, il Bilancio di Genere scatta ogni anno un’istantanea dell’Ateneo rispetto alla prospettiva di genere nei percorsi di studio e di lavoro, tra gli studenti e all’interno del corpo docente e del personale tecnico-amministrativo.

Da questa analisi emergono le politiche e le azioni positive da mettere in atto per favorire le pari opportunità, tracciando così nuovi traguardi e punti di arrivo.

Credits header: Io Donna

Nel libro “ALUMNAE, Ingegnere e tecnologie” abbiamo raccolto le storie di 67 ingegnere della nostra community. L’obiettivo? Raccontare un insieme di esempi positivi per le ragazze “STEM” di oggi e di domani. Questo libro è una delle tante iniziative creata da Alumni Politecnico di Milano. Se ti piacciono le nostre attività, puoi donare per sostenerle.

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24H Design Conversations

La pandemia ci costringe a reinventare i paradigmi secondo i quali viviamo, lavoriamo, abitiamo, pensiamo: il design ha un ruolo centrale in questo processo.

Su questo tema, docenti, professionisti ed Alumni del Politecnico di Milano si confrontano sulla cultura del progetto: come riorientare la riflessione alla luce dell’attualità? Attraverso conversazioni di 30 minuti, promosse e realizzate dal POLIMI Design System del Politecnico di Milano con il coinvolgimento di designer da tutto il mondo, 48 ospiti hanno sviluppato i propri interventi intorno a un termine, parola chiave considerata significativa nella definizione del progetto e dei suoi cambiamenti.

Vi proponiamo i punti di vista degli Alumni che hanno partecipato a questo giro del mondo in 24 ore.

Intro | IN-EQUALITY

Il primo appuntamento è con gli Alumni Alessandro Biamonti, Alessandro Deserti, Anna Barbara e Matteo Ingaramo che hanno aperto l’evento dialogando sul termine In-Equality.

ILHA

L’Alumna Francesca Piredda ha dialogato con Susana Gonzaga e le Alumnae Elisa Bertolotti e Valentina Vezzani sul concetto di “Ilha” nel mondo del Design.

VULNERABILIDADE

Le professoresse e Alumnae Beatrice Villari e Carla Cipolla dialogano sul concetto di “vulnerabilidade” nel Design.

DISRUPTION

Davide Fassi, professore associato al Politecnico di Milano, conversa con l’Alumna Teresa Franqueira, professoressa associata all’Universidade de Aveiro sul tema “disruption” – la “rottura”- nel Design e nell’era post-Covid.

SPECULATION

Francesco Scullica, Alumnus, professore ordinario e membro della giunta dipartimento di design del Politecnico di Milano dialoga con Francesca Murialdo, Alumna del Politecnico e professoressa alla Middlesex University sul concetto di “speculation”.

BOUNDARIES

Alessandro Biamonti, Alumnus e Design researcher al Politecnico di Milano, conversa sui boundaries nel Design con l’Alumna Elena Pacenti, dean della School of Design at NewSchool.

APAPACHAR

Silvia Maria Gramegna, Alumna e Postdoctoral researcher al Politecnico di Milano, intervista Erik Ciravegna, Alumnus del Politecnico e professore di Design alla Pontificia Universidad Católica de Chile sul significato di “apapachar” e di come si può accogliere nel mondo post-pandemico.

PEOPLE

Alessandro Biamonti, Alumnus e Design researcher al Politecnico di Milano, dialoga con Mauro Porcini, Alumnus, Senior Vice President e Chief Design Officer di PepsiCo su “people”, ovvero su come il mondo del lavoro post-pandemia e del Design potranno in futuro focalizzarsi davvero sulle persone.

DATUM

Beatrice Villari, Alumna e professoressa al Dipartimento di Design al Politecnico di Milano, e Paolo Ciuccarelli, Alumnus al Politecnico e professore alla Northeastern University conversano sul concetto di “datum”.

PASSIONE

Alessandro Biamonti, Alumnus e Design researcher, conversa con Raffaella Colombo, Alumna e professoressa del Politecnico di Milano sul significato di “passione”.

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Giovani ricercatori al Poli, girone “eccellenza”: puntata 2

Etica, salute, fisica dei processi ultraveloci, esplorazione spaziale, energia e sostenibilità: sono solo alcuni dei temi portati avanti dai giovani ricercatori del Politecnico di Milano, nell’ottica sempre più centrale della ricerca responsabile e dell’impatto delle tecnologie nella società.

La Commissione europea in particolare è uno dei maggiori alleati della ricerca in Ateneo in questo senso e offre diversi strumenti per il reclutamento di giovani e bravi ricercatori con un profilo internazionale. Uno dei più importanti è quello dei grant “Marie Curie Individual Fellowship”: assegni di ricerca dedicati a giovani ricercatori che si occupano di temi cruciali per la società.  

Dal 2014, attraverso il programma europeo Horizon 2020, il Politecnico ha accolto 24 ricercatori MSCA fellows. Sei di loro iniziano il loro progetto al Poli nel 2021: ve li raccontiamo.

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E STUDI URBANI

Cosa significa essere un soggetto nel XXI secolo? Se lo chiede Diletta De Cristofaro, 34 anni. Il suo progetto, SCRAPS: writing the Sleep CRisis: 24/7 cAPitalism and neoliberal Subjectivity , studierà quella che medici e psicologi in tutto il mondo chiamano “crisi del sonno”. La ricercatrice analizzerà opere di narrativa, saggistica e cultura digitale per indagare l’impatto dei tempi della produttività sulla salute e la relazione tra salute individuale e ideologie neoliberiste.

DilettaDeCristofaro

La sua base sarà il META, gruppo di ricerca del Politecnico che si occupa di questioni filosofiche, epistemologiche, etiche e sociali relative ai processi della scienza, della tecnologia e dell’innovazione.

De Cristofaro ha una laurea in filosofia a Milano e un dottorato in studi americani in Inghilterra, dove ha vissuto e fatto ricerca 10 anni prima di approdare al Politecnico: “è il posto giusto per esplorare il rapporto tra essere umano e tecnologia – commenta De Cristofaro – rapporto fondante delle nostre identità”.

È una dei ricercatori che si sono appoggiati alla MSCA Master Class del Politecnico, un percorso che affianca i migliori post-doc da tutto il mondo che vogliono candidarsi a un grant Marie Curie e scelgono il nostro Ateneo come host institution: “è stata un’opportunità inestimabile. Attraverso questa masterclass, ho sviluppato una comprensione più approfondita dell’applicazione e del processo di valutazione MSCA e ho appreso i migliori suggerimenti e strategie che mi hanno aiutato a dare forma a un’applicazione di successo”, ha commentato la ricercatrice.       

DIPARTIMENTO DI MATEMATICA

Anche Michele Loi arriva da un background umanistico: 42 anni, laurea in filosofia a Cagliari e dottorato alla Luiss di Roma. Da 5 anni In Svizzera, prima in ETH e poi all’Università di Zurigo, si occupa di etica applicata ai dati, in particolare dati medici, big data e algoritmi.

“I dati non sono tutto”, commenta Loi. “Il modo in cui si guarda ai dati porta a conclusioni diverse. E non si basa soltanto su considerazioni scientifiche ma anche morali. Sono le nostre idee, i nostri valori che ci dicono come leggere i dati per tirarne fuori un giudizio sull’equità dell’algoritmo”.

Il dibattito è particolarmente rilevante in rifermento all’assistenza clinica, dove gli algoritmi di apprendimento automatico vengono utilizzati per migliorare le diagnosi, le scelte terapeutiche e, in generale, le azioni del sistema sanitario. Proprio su questo si concentrerà il progetto MSCA di Loi: “Fair predictions in health”.

MicheleLoi

Poiché infatti i modelli di apprendimento automatico dipendono dalle informazioni raccolte storicamente, le popolazioni che hanno subito o subiscono discriminazioni strutturali rischiano ulteriori danni a causa di proiezioni imprecise che, per esempio, possono determinare scelte inique nell’allocazione di risorse, rafforzando le disuguaglianze nell’accesso ai servizi della salute.

“Il mio obiettivo è quello di sviluppare un framework di lavoro condiviso che permetta di tradurre alcuni assunti morali in vincoli di programmazione. Questi assunti morali devono essere resi espliciti e comunicati in modo comprensibile agli stakeholders. Dovremo identificare una serie di problemi di equità nei modelli utilizzati, ad esempio, per prevedere come un paziente reagirà ad una cura e capire come collegare alcuni principi etici con alcune formulazioni matematiche tipiche della computer science.

Vorrei anche lavorare alla costituzione di un “Fairness Lab”, un laboratorio che visualizzi i possibili significati e modi diversi di leggere i dati sotto la guida di principi etici. Per questo ho scelto il Poli: mi sono reso conto che, per poter dare un reale contributo alla società, da filosofo mi devo confrontare con persone che si occupano di matematica e statistica. Oggi non è possibile fare etica senza confrontarsi con ciò che è matematicamente impossibile”.

DIPARTIMENTO DI FISICA

Maurizio Reduzzi, 33 anni, Alumnus ingegneria fisica e PhD, dopo il Politecnico ha lavorato a UC Berkeley, California, e all’ICFO – The Institute of Photonic Sciences di Barcellona. Si è sempre occupato di fisica dei processi ultraveloci (in particolare di attosecond science), disciplina in cui il Politecnico è storicamente all’avanguardia.

Questo ha riportato Reduzzi alla sua Alma Mater con un grant MSCA per il progetto HETRUSQ: HETeRoaromatic biomolecules Ultrafast Spectroscopy in liQuids. Lavorerà all’interno del gruppo del prof. Nisoli (abbiamo raccontato il suo progetto ERC, Tomatto, nel numero 9 di MAP).

“Tomatto si occupa di studiare processi di charge transfer su scala temporale molto breve (da pochi femtosecondi a poche decine di attosecondi) in materia organica”, spiega Reduzzi. “Con HETRUSQ userò tecniche simili, con l’obiettivo di esplorare l’interazione, sulle stesse scali temporali estreme di TOMATTO, tra le molecole e il loro ambiente circostante naturale, l’acqua”.

Gli esperimenti riguarderanno soprattutto molecole eteroaromatiche che costituiscono i componenti fondamentali del DNA e di tanta parte della materia organica. Il passaggio finale sarà quello di paragonare i risultati degli studi in stato gassoso con quelli in ambiente liquido, al quale le molecole reagiscono.

“Sarà cruciale lo sviluppo della tecnologia ottica, che ci permetterà di sintetizzare impulsi di luce accordabili in frequenza nell’ultravioletto allo stato dell’arte (della durata di pochi femtosecondi). L’integrazione di questa sorgente di luce con un monocromatore per l’estremo ultravioletto (strumento molto avanzato già presente nei laboratori del prof. Nisoli) consentirà studi di spettroscopia risolta in tempo che non sono mai stati realizzati prima”.

MaurizioReduzzi

Armando Genco, 32 anni, ha studiato ingegneria dei materiali all’Università del Salento, ha fatto il dottorato al Centro di ricerca per le nanotecnologie di Lecce e il post-doc alla University of Sheffield.

È esperto di polaritoni, particelle composte da un fotone e un eccitone (ossia un elettrone energeticamente eccitato in un materiale luminescente) che, in condizioni molto particolari, all’interno di dispositivi di dimensione micro- o nanometrica, possono legarsi.

“Questo tipo di condizione si chiama regime di accoppiamento forte”, spiega Genco. “Ha delle caratteristiche che si possono sfruttare per ottenere sorgenti di luce coerente (laser) con materiali innovativi e a bassa soglia, che richiedono pochissima energia: le potenziali ricadute nel mondo delle telecomunicazioni e del computing, per esempio, sono molto promettenti sia in termini di velocità che di impatto ambientale”.

Il progetto MSCA di Genco, ENOSIS: ENhancing and prObing Strong light-matter Interactions in 2D materials by ultrafaSt optical techniques, studierà le proprietà dei materiali 2D (cioè dello spessore di pochi atomi) e in particolare l’accoppiamento tra 2 strati diversi di questi materiali in relazione alla possibilità di creare le condizioni per l’emissione di polaritoni: “In regime di accoppiamento forte e in funzione dell’angolo di twist (cioè torsione reciproca), questi bi-layers possono creare condizioni molto favorevoli per produrre luce coerente tramite polaritoni. Per andare avanti nella mia ricerca avevo bisogno di una prospettiva nel campo della spettroscopia ultrafast, per guardare cosa succede a elettroni e fotoni poche decine di femtosecondi dopo l’accoppiamento, e il gruppo del prof. Cerullo al Politecnico è all’avanguardia in questo campo”.

Oggi ancora pochi gruppi al mondo hanno studiato materiali 2D con angolo “twistato” e servono tecniche di caratterizzazione specifiche per questi dispositivi: per studiarli, Genco si appoggerà alla tecnica “hyperspectral imaging” (sfruttando un brevetto del Poli), che permette di ottenere una analisi spettrale della luce per ogni singola lunghezza d’onda in modo quasi simultaneo per ogni punto del campione analizzato.

ArmandoGenco
DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE AEROSPAZIALI


Mirko Trisolini
, 32 anni, si occupa di dinamica di corpi celesti, satelliti e detriti spaziali, in particolare del moto di frammenti e particelle attorno a corpi minori del nostro Sistema Solare, come asteroidi e comete.

Dopo la laurea all’Università di Pisa e il dottorato all’Università di Southampton, ha iniziato a collaborare con il gruppo di ricerca della prof.ssa Colombo al Politecnico, dove ha ottenuto un post-doc e ha messo le basi per il progetto MSCA CRADLE (Collecting Asteroid-Orbiting Samples: enabling a safer, sustainable, and autonomous exploration of asteroids).

MirkoTrisolini

“Ho scelto il Politecnico come host institution per l’esperienza e il background tecnico del gruppo di ricerca in cui sono inserito e le radicate collaborazioni, anche internazionali, a cui ha accesso”: Trisolini, infatti, lavorerà con l’Università di Padova e l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) allo sviluppo di un sistema innovativo e autonomo per l’estrazione di materiali rari e preziosi che potrebbero trovarsi all’interno di asteroidi e comete.

“Poter esplorare la composizione di questi corpi celesti ci permetterà di migliorare la conoscenza del Sistema Solare, ma anche di imparare come sfruttare le risorse dello spazio: risorse minerarie, per esempio, ma anche vitali per future missioni con equipaggio, come l’acqua che potrebbe trovarsi sotto la superficie”.

Lo step intermedio del progetto porterà Trisolini a sviluppare modelli più precisi per la raccolta e il comportamento in orbita dei materiali estraibili dagli asteroidi, con tecniche di image processing e ricostruzione delle caratteristiche delle particelle. Lo sviluppo di questi modelli e algoritmi aiuterà a migliorare l’autonomia dei satelliti per le missioni a lungo raggio.

DIPARTIMENTO DI CHIMICA, MATERIALI E INGEGNERIA CHIMICA

Un’altra delle maggiori sfide del nostro tempo è quella della transizione energetica e, in particolare, di mettere a punto processi di produzione che siano “energeticamente intelligenti”. Di questo si occupa Mark Bajada, 30 anni: laurea in chimica e fisica alla University of Malta, master in ingegneria energetica a Cambridge, dove ha proseguito anche con il dottorato focalizzandosi sulla fotosintesi artificiale.

Il suo progetto MSCA, SSEFR: Single-Site Electrocatalytic Flow Reactor for C-C Coupling, ha l’obiettivo di individuare e creare nuovi materiali in grado di convertire energia da fonti rinnovabili in energia chimica per risolvere i problemi di intermittenza associati alle energie rinnovabili.

MarkBajada

“La fornitura in eccesso potrebbe essere diretta e immagazzinata in un legame chimico stabile. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, sono necessari elettrocatalizzatori efficienti e selettivi”. Bajada lavorerà su catalizzatori di tipo single site, “un campo di studio nuovo e stimolante”.

Il primo obiettivo sarà quello di progettare e sviluppare una comprensione di sistemi elettrocatalitici single-site che possano essere prodotti con materiali economici e disponibili, privi di metalli preziosi.
Il passaggio successivo sarà quello di progettare reattori a flusso catalitico che utilizzino questo tipo di carburante al posto delle celle elettrochimiche convenzionali: l’obiettivo è progettare un modello di reattore più efficiente per la produzione di carburanti da fonti rinnovabili senza rischi di oscillazioni della disponibilità.

“Ho scelto il Politecnico per l’eccellente reputazione: mi interessa la cultura italiana e questo è il posto migliore per quello che voglio fare”.

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