Si chiama Giorgio Panichi, è nato nel 2001, e proprio nel giorno del suo ventesimo compleanno si è laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria fisica, diventando il più giovane laureato in Italia.
Cresciuto ad Ascoli Piceno, ha frequentato la primina e si è diplomato al liceo al quarto anno, mentre stava frequentando l’anno all’estero negli Stati Uniti. Si è quindi trasferito a Milano giovanissimo, portando a termine il percorso di laurea in tre anni, con una tesi intitolata «Design e ottimizzazione di guide d’onda in tecnologia planare e tridimensionale», focalizzata su microchip che utilizzano la luce invece della corrente per trasmettere i dati, funzionali per lo sviluppo di computer quantistici.
“Fisica mi ha fatto innamorare da quando l’ho incontrata alle superiori. Anche se già da piccolo mi ricordo che guardavo delle lezioni su YouTube. Il Politecnico di Milano non solo ha una storia e una reputazione molto buona, ma proponeva questo corso di Ingegneria Fisica che metteva insieme degli argomenti molto interessanti”.
QUALCHE DOMANDA SUL POLITECNICO E IL FUTURO
I programmi per il futuro di Giorgio prevedono lo studio: “Continuerò in magistrale e poi con qualche master. Spero di lavorare nel mondo dei computer quantistici”.
Alla nostra richiesta di spiegarci quali sono le lezioni più importanti che ha imparato al Poli dentro e fuori il corso di studi, ha le idee chiare: “Ho imparato a mettere molto impegno fin da subito e a confrontarmi con i compagni di corso per studiare”. E, per quanto riguarda i consigli che si sente di dare alle nuove matricole adesso che il semestre è appena iniziato, non ha dubbi: “Passare tanto tempo al Politecnico, incontrare nuove persone e fare nuove esperienze!”.
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Le liste di who’s who vanno di moda: che piacciano o no, è un modo per scattare una fotografia di una realtà in modo semplice e immediato, dando ai lettori gli strumenti per approfondire il tema. Proprio nelle ultime settimane abbiamo parlato della lista Forbes degli Under 30 italiani, che conta ben 11 giovani innovatori politecnici, e di quella de La Repubblica dei guru della sicurezza informatica in Italia, in cui fanno la loro comparsa 4 Alumni di grande prestigio internazionale.
DUE ALUMNAE NELLA LISTA FORBES 2021: LEADER DI PERSONE, PRIMA ANCORA CHE DI AZIENDE
Emanuela Trentin (Alumna Ing. Gestionale) è CEO di Siram Veolia, gruppo multinazionale con cento anni di storia che opera nel settore della gestione delle risorse energetiche. In Italia conta quasi tremila lavoratori e ha chiuso il 2019 con un fatturato di 700 milioni di euro. “La manager che spiega come risparmiare risorse ed energia. Soprattutto negli ospedali”, titola in un approfondimento del 2020 La Repubblica Economia, a cui Trentin dichiara: “Credo che il successo delle società sia basato sull’organizzazione. Quella perfetta, disegnata sulla carta non esiste, deve essere adattata alle persone“.
Credits: www.repubblica.it
Di Virginia Magliulo (Alumna ing. Elettronica) parla invece Monza Today, che la descrive come “una delle 100 wonder women mondiali”. Magliulo ha alle spalle una carriera internazionale (ha lavorato come ingegnere di cantiere tra Londra, Parigi, Strasburgo e Israele) e una crescita lampo: arrivata in ADP nel 2015 è diventata direttore generale di ADP Italia in 5 mesi, general manager di tutta l’area del sud Europa nel 2017 e President Global View HCM nel 2019. Oggi guida oltre 1.000 persone.
Credits: www.datamanager.it
Da sempre impegnata nella lotta alla disparità salariale, in un’intervista ha dichiarato: “Ritengo che nelle aziende italiane ci sia ancora un bel passo da fare affinché diventino veramente specchio della società”. Perché, sostiene Magliulo, le aziende cambiano se sono le persone a cambiare. È questo il messaggio che passa nel suo contributo al libro degli Alumni “VERSO IL 2099 – 87 Consigli dai grandi Alumni del Politecnico di Milano”, dove descrive il ruolo dei giovani nell’avvicinare le aziende ai nuovi trend di consumo su scala globale.
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Una “svolta urbanistica”, come la definisce il Corriere della Sera, quella avvenuta questa settimana: è stata infatti firmata la prima convenzione nell’ambito dei progetti del bando internazionale Reinventing cities, quella per le Terme di San Siro nelle ex scuderie De Montel. “Per la prima volta”, scrive il giornalista Giacomo Valtolina, “è stato elaborato uno schema di accordi tra pubblico e privato che include una serie di caratteristiche ambientali (consumi energetici, monitoraggi, sistemi di compensazione, riforestazione, uso di specifici materiali) e sociali (fruibilità dei servizi per le fasce deboli) strutturato”. “È una nuova era per la città del futuro” spiega Gianluca Zanella alla guida del progetto di Vicom. “Lavoro di squadra e idee — aggiunge Maran — I concorsi virtuosi funzionano”.
Il cantiere verrà consegnato nel 2023. Secondo il progetto, si tratterà del più grande complesso termale italiano in una grande città, ma, soprattutto, delle prime terme green d’Europa, a zero emissioni di CO2. Il fulcro della generazione di energia al centro termale e SPA di San Siro sarà rappresentato da fonti rinnovabili: 110 m2 di pannelli solari termici in grado di coprire il 24% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, per una produzione di energia pari a 84.914 kWh/anno. Su tutte le falde del nuovo edificio con esposizione favorevole verranno inoltre installati pannelli fotovoltaici di ultima generazione che con efficienza minima del 21%, per la produzione di 72,9 kW di picco. Tale sistema sarà in grado di produrre 76.827 kWh/anno di energia elettrica (fonte qui).
Credits: www.marzoratiarchitettura.it
REINVENTARE LE CITTÀ
La società che svilupperà il progetto, J+S S.r.l. (a sua volta guidata da due Alumni, Andrea Iannone e Federico Pella), è risultata vincitrice di Reinventing cities, bando internazionale lanciato da Milano insieme alla rete di città green <C40>. L’obiettivo è quello di promuovere la rigenerazione di siti abbandonati e degradati applicando politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni causati dai cambiamenti climatici. Oggi la rete C40, di cui Milano fa parte, conta circa 100 centri urbani in tutto il mondo: tra le maggiori responsabili dell’emissioni di gas serra, le città sono anche importanti hub di innovazione che possono trovare soluzioni alla questione climatica.
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Il professor Pierangelo Metrangolo, del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, ha ricevuto la Medaglia Giorgio Modena per l’anno 2021.
La premiazione è avvenuta durante il XXVII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana. La Medaglia, istituita nel 2019, viene assegnata ogni due anni per onorare la memoria e il lavoro di Giorgio Modena, uno dei maestri e dei pionieri della ricerca in chimica fisica organica. Il Consiglio Direttivo della Divisione di Chimica Organica ha assegnato al prof. Metrangolo la prestigiosa onorificenza con la seguente motivazione:
“Per l’originalità e il rigore metodologico delle sue ricerche sulla chimica dei composti alogenati che, partendo da studi pioneristici sulle interazioni intermolecolari deboli a base del legame ad alogeno, ha permesso il controllo fine delle proprietà e funzionalità di materiali molecolari e supramolecolari con rilevanti ricadute innovative in settori applicativi che spaziano dalla scienza dei materiali alla biologia”.
“È un grande riconoscimento, per uno scienziato che si occupa di interazioni intermolecolari”, commenta il prof. Metrangolo, che prosegue: “ed è un onore che condivido con i colleghi del gruppo di ricerca. In particolare con Giuseppe Resnati (del quale abbiamo parlato su MAP 9, a pagina 40) con cui ho avuto la fortuna di scoprire qualcosa di nuovo nella chimica, che verrà studiato e approfondito per decenni”.
Nel 2013, la IUPAC ha definito il “legame ad alogeno” come l’interazione intermolecolare che coinvolge gli atomi di alogeno in una molecola come accettori di densità elettronica. Tale nomenclatura evidenzia le similitudini di questa nuova interazione intermolecolare con il ben più noto e diffuso legame a idrogeno, dal quale si distingue per una più spiccata direzionalità. Il legame ad alogeno può oggi essere considerato a tutti gli effetti come un nuovo strumento a disposizione dei chimici di tutto il mondo per progettare e realizzare nuovi materiali e nuovi farmaci (Figura 1).
Struttura a raggi X dell’inibitore delle chinasi, tetrabromobenzotriazolo legato con i suoi 4 atomi di bromo alla proteina bersaglio (tratto da Current Opinion in Solid State and Materials Science 13(3-4):36-45; DOI:10.1016/j.cossms.2009.05.001).
“Non l’abbiamo inventato noi: la natura era già al corrente del legame ad alogeno”, ironizza Metrangolo, che prosegue: “uno degli esempi più importanti dell’utilizzo del legame ad alogeno in natura è l’ormone tiroideo, la tiroxina, che presenta 4 atomi di iodio nella sua struttura chimica, che interagiscono via legame ad alogeno con le biomolecole del nostro organismo”. La scoperta del legame ad alogeno servirà a chimici e nanotecnologi per progettare nuovi materiali sfruttando questa interazione per legare tra loro le molecole, “come se fossero mattoncini molecolari”, spiega il ricercatore, “che permettono di modulare le proprietà del materiale: per esempio nuovi farmaci, da farmaci a supporto della tiroide a antitumorali che si leghino al bersaglio con legame ad alogeno, o anche per applicazioni in cosmetica e medicina riparativa” (Figura 2).
Ingegnerizzazione della tasca idrofobica di fibrille peptidiche amiloidi mediante legame ad alogeno (immagine realizzata da Alfonso Gautieri, Politecnico di Milano).
“Marva Griffin ha dimostrato con la sua storia personale e il suo percorso professionale di credere fortemente nell’educazione, nello studio e nelle possibilità che la conoscenza regala”. Sono queste le motivazioni elencate dal professor Giuseppe Finessi, docente del Dipartimento di Design, durante la cerimonia del conferimento della laurea ad honorem a Marva Griffin Wilshire.
Credits: Politecnico di Milano
Il Politecnico di Milano le ha assegnato la laurea magistrale in Product Service System Design – Design per il Sistema Prodotto Servizio per il contributo che ha dato al mondo del design, avendo ideato anche il SaloneSatellite.
A partire dal 1998 questo evento è diventato la vetrina del Salone del Mobile dedicata alla crescita e alla promozione dei designer under 35e di Università e Scuole di Design a livello nazionale e internazionale.
“L’attività di Marva Griffin rappresenta in modo emblematico la capacità di comprendere e governare tutte le espressioni e le fasi del design, dall’ideazione allo sviluppo, dalla realizzazione alla diffusione e comunicazione – aggiunge la professoressa Anna Meroni, coordinatrice del Consiglio di corso di studio in Design per il Sistema Prodotto Servizio del Politecnico di Milano -. Un design di cui valorizza contemporaneamente l’aspetto caratterizzante di una cultura, un paese, una generazione e le sue potenzialità industriali e, quindi, le ricadute produttive ed economiche. Sempre alla ricerca di idee, innovazioni, linguaggi e autori capaci di esprimere nuovi orizzonti e visioni, ha fatto e continua fare della loro valorizzazione la sua opera magistrale”.
Credits: Politecnico di Milano
Nel corso delle 22 edizioni, il SaloneSatellite ha portato a Milano più di 12mila talenti emergenti e 350 scuole e Università del mondo: “Avevo un solo obiettivo, aiutare i ragazzi che conoscevo e vedevo a entrare al Salone del Mobile di Milano. Farsi vedere e far vedere al mondo la loro creatività.” ha dichiarato Griffin Wilshire.
Il Politecnico di Milano è al primo posto tra le università italiane secondo il ranking QS – Graduate employability 2022, la classifica che valuta la capacità degli atenei di preparare gli studenti per il mondo del lavoro.
Il nostro Ateneo, che conquista il 9° posto in Europa e il 43° nel mondo, si posiziona bene nell’indicatore occupazionale e in quello delle partnership con le imprese: in entrambi gli indicatori, il Politecnico supera infatti i 95 punti su 100.
«Siamo fieri perché la formazione è la nostra prima missione – commenta il Rettore Ferruccio Resta al Sole24ore -. Il valore e la qualità dei nostri laureati è una condizione necessaria per il nostro Ateneo.» – E riguardo ai traguardi raggiunti aggiunge: «Ci si arriva integrando sempre più formazione e professione. Abbiamo messo in rete il Politecnico e il mercato del lavoro. E poi ci sono l’assessment center, i career day specializzati. Quello che è certo è che l’università può essere preparata alle sfide, nazionali e internazionali, del mondo del lavoro se si lega sempre di più al mondo delle imprese».
Il QS ranking ha analizzato 679 università, classificandole in base a 5 parametri:ilnumero di partnership aziendali, il numero di incontri organizzati tra aziende e studenti, il dato occupazionale, numero di aziende che indicano l’ateneo in analisi come università da cui reclutano, la percentuale di Alumni e Alumnae con carriere di grande impatto.
«Dobbiamo chiederci quale sarà il mercato del lavoro che avremo davanti, quali le competenze necessarie e quale il ruolo dell’università. Penso a energia e digitale che sono già nel DNA del nostro Ateneo ma anche a una maggiore contaminazione dei saperi».
Alumni Politecnico di Milano, attraverso la community e le diverse attività ed eventi, offre infinite opportunità di contatto, relazioni professionali e confronto tra gli ex studenti del tuo Ateneo.
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Domenica 19 settembre il Politecnico è tornato a correre: l’adidas Polimirun Spring 2021 ha accolto nelle sue file 4.580 partecipanti, aprendo ufficialmente la stagione delle maratone di quest’anno a Milano.
“Torna, dopo tanti mesi di attesa, la PolimiRun, un appuntamento fisso per Milano e per il Politecnico. Finalmente le persone ricominciano a correre nelle strade di una città che riprende vita” aveva affermato il Rettore Ferruccio Resta.
Credits: Polimi Sport
La corsa è partita da Piazza Leonardo, sede storica del Poli, per concludersi al Campus Bovisa, dove sono stati premiati i vincitori.
Anche gli Alumni e le Alumnae hanno fatto sentire la loro presenza partecipando in tanti alla corsa. Così ha commentato il professor Enrico Zio, Presidente degli Alumni del Politecnico di Milano:
La Polimirun è un momento di incontro per tutta la comunità politecnica. Ringrazio i quasi 1000 Alumni che si sono iscritti all’edizione 2021 contribuendo, insieme agli altri più di 4500 partecipanti, a raccogliere oltre 70 mila euro per rendere sempre più sostenibili i Campus del nostro Politecnico.
Credits: Polimi Sport
Ma non è finita qui: dopo l’edizione Spring, l’appuntamento per la prossima PolimiRun sarà il 7 novembre 2021, a Lecco, per l’edizione Winter! Riscaldatevi e tenetevi pronti per prenotare la vostra pettorina: prossimamente apriranno le iscrizioni!
“Al Politecnico di Milano, le attività di volo didattiche sono andate moltiplicandosi negli ultimi anni”, spiega il prof. Lorenzo Trainelli, docente del corso di Sperimentazione in Volo. “Lo scorso anno oltre 180 studenti sono stati coinvolti in missioni di volo su velivoli quadriposto operati da Aero Club Milano, con cui abbiamo instaurato da tempo una fruttuosa collaborazione.”
In quest’attività, gli studenti sperimentano direttamente le nozioni che acquisiscono nel corso di Fondamenti di Meccanica del Volo Atmosferico e degli altri corsi della Laurea in Ingegneria Aerospaziale.
Ma non è tutto: una caratteristica unica dell’offerta didattica del Politecnico di Milano è la campagna di prove di volo del corso di Sperimentazione in Volo.
“In quest’attività, offerta nella nostra Laurea Magistrale in Ingegneria Aeronautica, ogni studente progetta ed esegue una missione di prova di volo, agendo come Flight Test Engineer a fianco del pilota.”
Il corso infatti espone gli studenti al processo completo del Flight Testing: dalla pianificazione, all’esecuzione pratica, all’analisi dei dati e alla reportistica.
Lo chiamiamo affettuosamente P92DAER: è un velivolo ultraleggero basico Tecnam P92 Echo con motore Rotax 912 UL, operato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali (DAER) per oltre dieci anni e poi messo a terra in seguito a un’avaria.
In collaborazione con Aero Club Milano, l’Ateneo ne ha deciso il recupero in condizioni di volo che prevedono alcuni importanti interventi. L’operazione è già cominciata: il Dipartimento ha acquistato un nuovo motore Rotax nel maggio 2021 e a breve si provvederà alla sua installazione. Ma non finisce qui.
Credits: DAER Politecnico di Milano
P92: ABBIAMO ANCORA DA FARE!
Restano ancora da fare l’aggiunta di radio, transponder e paracadute balistico per il passaggio del P92 in categoria ‘VDS Avanzato’, la sostituzione cavi comandi di volo, una revisione generale della cellula e della struttura, più alcuni altri interventi minori. Il costo dell’operazione è di circa 25 mila euro: per portarla a termine abbiamo bisogno degli Alumni!
Una volta ultimato, il P92DAER diventerà un vero e proprio Laboratorio Volante strumentato in modo permanente per l’acquisizione di dati di volo e consentirebbe una riduzione dei costi delle ore di volo per le attività didattiche.
Avrebbe anche un forte impatto in termini di ricerca, in particolare sull’analisi dei dati sul volato per lo sviluppo di modelli predittivi, sia in ambito di progetti della Commissione europea, sia nella collaborazione con aziende e istituzioni nel comparto dell’aeronautica: sperimentazione su aerodinamica, materiali innovativi, sensori, leggi di controllo e automazione, tecniche di misura e molto altro.
Uno dei più autorevoli esperti di progettazione di sistemi e circuiti integrati e pioniere del computing a livello internazionale nasce al Politecnico di Milano. La sua carriera parte con un trauma al tavolo da disegno. Alberto Sangiovanni-Vincentelli, Alumnus ingegneria elettronica 1971, compie quest’anno 50 anni di laurea e ci racconta come tutto è iniziato…
“Credo di essere l’unica persona che si è laureata con lode ad avere due riprovati: Disegno 1 e Disegno 2.”
Ero un vero disastro, ero arrivato al punto che le tavole che ci davano da fare a casa le facevo con l’aiuto di mia madre. Lei era un’artista e la ricordo, oggi con allegria (all’epoca ero disperato), aiutarmi con il disegno di uno stabilimento in prospettiva, mentre io mi dicevo “non ce la farò mai!”. Avevo quasi ragione. Al primo esame di Disegno 1, l’assistente venne vicino a me e guardando il mio lavoro mi disse, sconsolato: “Sangiovanni, ma tu cosa ci fai al Politecnico? Non riesci neanche in disegno”.
All’esame di Disegno 1, dovevamo disegnare un trampolino in prospettiva al tecnigrafo, ma 5 minuti prima di consegnare mi accorsi che il foglio era finito…e completai il disegno sul banco. Quella volta fui uno dei 5 bocciati sui 2000 iscritti all’esame.
All’esame di Disegno 2, invece, ti davano un pezzo meccanico, estratto a sorte, da disegnare. Il mio era una coppa dell’olio. Faccio il disegno, andava anche abbastanza bene… avevo quasi finito… poi prendo il pezzo e lo metto a testa in giù per guardarlo. Ma indovinate cosa c’era nella coppa dell’olio? Olio, ovviamente. Una goccia d’olio nero colata sul mio foglio. Bocciato di nuovo. Il professor Zucchelli, ordinario di disegno, gran persona, si prese a cuore il mio caso e a settembre mi fece lezioni private di disegno nel suo ufficio. Alla fine, riuscii a prendere un bel 28, dopodiché non ne volli più sapere niente per tutta la vita. Da allora, mi sono costruito una carriera in modo tale che la parte grafica dei progetti fosse tutta fatta al calcolatore!
Credits: galileo.eu
Ai miei tempi avevamo dei professori che erano maestri del pensiero. Uno che ricordo è Giuseppe Grandori, che faceva Scienza delle Costruzioni, che non ci azzeccava molto con il mio corso di studi, ma lo seguii con grande impegno perché le sue lezioni erano splendide sia per contenuto tecnico sia per le implicazioni in grande della ingegneria. Precorrendo i tempi di 50 anni, già all’epoca parlava del valore etico delle decisioni che prendi in ingegneria, qualsiasi decisione che prendi ha un impatto sulla vita delle persone.
Oggi, questo è diventato un tema di grande attualità in tutto il mondo. E poi Mario Silvestri, ordinario di Fisica Tecnica. Lo ammiravo moltissimo perché, oltre a essere un ottimo fisico chimico, era anche uno storico di chiara fama, considerato come il miglior esperto della Prima guerra mondiale. La mia carriera ha radici anche in queste lezioni di cultura e di etica che solo al Poli si potevano avere, per non parlare delle lezioni di Francesco Carassa che forse sono state quelle che mi hanno spinto a cercare delle valenze industriali nella mia propensione alla teoria.
Ricordo con affetto il Dipartimento. Il professore con cui feci la tesi si chiamava Vito Amoia: fu lui a determinare, in un certo senso, quello che avrei fatto “da grande”. Amoia aveva notato che il mio compagno Santomauro, che divenne uno dei miei migliori amici, ed io eravamo interessati alla carriera universitaria, e quindi ci chiese di tenere le esercitazioni del suo corso su Teoria delle Reti.
Il prof. Alberto Sangiovanni-Vincentelli e il prof. Mauro Santomauro, il giorno della laurea
È così che ci ritrovammo a fare gli assistenti al quarto anno e io mi resi conto che mi piaceva molto insegnare, ma non mi pareva essere bravo a farlo, anzi pensavo di essere proprio un cane. In un certo senso, questa esperienza mi insegnò che in tutto ci si deve impegnare e ci si deve sacrificare fino a raggiungere un livello soddisfacente.
Infatti, dopo aver insegnato dal 1976 a Berkeley, feci riprendere in video le mie lezioni e studiai il modo di rendere la mia esposizione più fluida ed interessante. Come risultato, nel 1981 vinsi il “Distinguished Teaching Award” alla University of California, Berkeley, il più prestigioso tra i premi per l’insegnamento nella mia Università.
Ma la cosa che ricordo con maggior orgoglio è la vittoria in una competizione molto meno formale: il lancio degli aeroplanini di carta, dall’ultimo piano della Nave, competizione che si svolgeva prima delle esercitazioni del pomeriggio al biennio.
Anche tu festeggi il tuo anniversario di laurea nel 2021? Allora lascia una tua foto e una tua testimonianza sul nostro wall.
Ancora conferme da parte dei ranking mondiali per il Politecnico di Milano. Dopo i dati occupazionali e la classifica delle migliori università, il QS Business Masters Ranking posiziona l’offerta formativa specialistica del Mip – Politecnico di Milano, la Graduate School of Business che fa parte della School of Management del nostro Ateneo, tra le migliori al mondo.
In particolare, dopo essere stato preso in considerazione tra più di 600 master, è l’International Master in Digital Supply Chain Management (iMSCPM) che si posiziona al settimo posto su 62 istituti a livello globale e al quarto posto a livello europeo.
“La permanenza della nostra offerta formativa in un ranking accreditato a livello internazionale” – ha dichiarato Vittorio Chiesa, Presidente del Mip Politecnico di Milano, in una dichiarazione riportata dal Sole24ore – “è sicuramente motivo d’orgoglio e allo stesso tempo stimolo a migliorare i nostri Master rendendoli sempre più rispondenti alle esigenze di neo-laureati e manager con una carriera avviata nei più diversi settori”.
Credits: SOM Polimi
Ciascuna delle classifiche dei Business Masters è compilata in base alla performance dei programmi in cinque parametri chiave: occupabilità, imprenditorialità e percorso di carriera degli ex-studenti, ritorno sull’investimento, leadership di pensiero, e diversità della classe e della facoltà.
I punti di forza che contraddistinguono l’offerta del Politecnico di Milano sono l’alto grado di occupabilità degli iscritti (Employability), valutata in base a interviste a 54mila recruiter nel mondo, e il Return on Investment (ROI).
Photo by RUT MIIT on Unsplash
La business school del Politecnico è presente nei relativi ranking anche con i master specialistici in marketing (32° posto su 105) management (37° posto su 155), business analytics (43° posto su 120) e finance (65° posto su 179), dove ha scalato diverse posizioni rispetto allo scorso anno, con valutazioni sopra la media mondiale.
“Affidarci a QS per la misurazione della qualità dei nostri Mba e dei nostri Master specialistici – continua Chiesa – ci consente di confrontarci con centinaia di business school nel mondo sotto diversi punti di vista: per esempio la qualità scientifica della faculty, i progressi di carriera degli stendi e Alumni, il livello di diversity delle aule, per citarne alcuni tra i più significativi”.
La campagna di raccolta fondi 10 students | 10 stories, organizzata dalla School of Management del Politecnico di Milano, vuole aiutare 10 studentesse o studenti meritevoli che si trovano in condizioni di bisogno a realizzare il loro sogno: studiare ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Dona ora.
Credits home: Photo by RUT MIIT on Unsplash Credits header: Huffington Post
Il 19 settembre torna l’adidas Runners PolimiRun Spring 2021, la corsa non competitiva del Politecnico di Milano che, dopo la pausa forzata causa pandemia, rianimerà le strade della città in sicurezza. Le iscrizioni all’evento podistico, che sarà la prima importante corsa a svolgersi quest’anno a Milano, sono aperte fino al 17 settembre su www.polimirun.it.
La PolimiRun ha come obiettivo l’ecosostenibilità, attraverso tre principi chiave: la riduzione dell’utilizzo di carta e di allestimenti, il riuso delle strutture negli anni a seguire e soprattutto il riciclo della plastica prodotta durante l’evento.
“Torna, dopo tanti mesi di attesa, la PolimiRun, – commenta il rettore del Politecnico Ferruccio Resta – un appuntamento fisso per Milano e per il Politecnico, temporaneamente sospeso dalla pandemia. Finalmente le persone ricominciano a correre nelle strade di una città che riprende vita. Non solo una competizione, ma un momento dal forte valore simbolico. Il Politecnico di Milano, che con l’avvio del nuovo anno accademico riapre le proprie attività in presenza, non trascura lo sport, da sempre sinonimo di condivisione, di vitalità e di fiducia. Valori che quest’anno abbiamo declinato all’interno del grande tema della sostenibilità e del riciclo.”
La corsa quest’anno avrà un nuovo percorso: partirà dal Campus Leonardo e arriverà al Campus Bovisa, passando per il Centro Sportivo Giuriati – recentemente rinnovato – e dall’area Bovisa-Goccia, che in futuro riacquisterà nuova vita con l’ampliamento del Campus del Politecnico, il recupero di edifici di pregio come i due ex gasometri, la realizzazione di un grande sistema di verde attrezzato per il tempo libero e lo sport.
Studenti, dipendenti ma anche semplici appassionati di corsa possono iscriversi alla PolimiRun, ma noi ovviamente facciamo un appello speciale agli Alumni e alle Alumnae: mettetevi alla prova con questa 10 chilometri dedicata allo sport, al divertimento e alle novità della community politecnica!
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