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PNRR, serve una cordata università-imprese per vincere le prossime sfide

Sfide tecnologiche sempre più complesse e in evoluzione sempre più rapida, questo il quadro descritto dai vertici di Ateneo alle 62 aziende che si sono incontrate il 1° dicembre al Politecnico di Milano.

Nell’Aula Magna Pesenti, nel nuovo Campus di Architettura dove, ci ricorda il rettore Ferruccio Resta, si incontrano periodicamente Ateneo, istituzioni, imprese e Alumni, si è tenuto infatti il primo JRC Annual Meeting, un momento di confronto con i partner dell’Ateneo per valorizzare i risultati raggiunti grazie agli accordi con le imprese. All’ordine del giorno le linee guida del PNRR e la necessità di investire su ricerca, istruzione e innovazione. In che modo?

“La complessità ci richiede, oggi, di fare sistema”, commenta Daniele Rocchi, delegato del rettore alle Corporate Relations, in apertura dell’evento. Sul palco insieme al rettore, presenti anche la prorettrice e delegata alla Ricerca Donatella Sciuto, l’Alumnus Renato Lombardi (VP Huawei Italia e R&D Director Huawei Italia), l’Alumnus Renato Mazzoncini (CEO di A2A), l’Alumnus Andrea Ruckstuhl (Director EMEA di LENDLEASE), Roberto Tomasi (CEO di Autostrade per l’Italia) e Francesca Zarri (Direttore Technology, R&D & Digital di ENI). 

UN PO’ DI CONTESTO (E DI VOCABOLARIO)

“Il Politecnico ha nel suo DNA l’inclinazione alla ricerca applicata che coinvolge il mondo industriale: in gergo accademico la chiamiamo Terza Missione (le prime due sono didattica e ricerca), è la capacità di trasferire la ricerca dai laboratori al contesto sociale”, commenta Rocchi.

Foto di Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design POLIMI (progettazione, produzione e gestione di prodotti comunicativi) Dipartimento di DESIGN, Politecnico di Milano – 02-2399.7805/06 – labimmagine-design@polimi.it

Dai dipartimenti, quindi, cuore dello sviluppo scientifico, al trasferimento tecnologico, il Poli si avvale di diversi strumenti come il concorso di idee Switch2Product e il Polihub, uno dei migliori acceleratori di impresa al mondo, oltre a una serie di iniziative di venture capital che servono a sostenere la necessaria crescita dei volumi di investimento.

L’obiettivo di questi strumenti è misurabile: far crescere il TRL (Technology Readiness Level, indice che misura la maturità di una tecnologia rispetto al mercato) delle invenzioni politecniche e non solo, visto che si tratta di iniziative che coinvolgono start-up e imprenditorialità da tutto il territorio.

Tra i vari modelli di collaborazione con le imprese, una particolare importanza ricoprono i Joint Research Centre, partnership strategiche con ricadute immediate sia sul piano della ricerca che su quello della formazione (in particolare con il supporto a dottorati di ricerca e giovani ricercatori).

UNA ROADMAP PER IL PNRR

Da qui ai prossimi 3 mesi si gioca la prima partita del PNRR, per 6 miliardi di euro”, commenta il rettore Ferruccio Resta. “Le prime linee guida emesse dal Governo per la Misura 4, quella destinata all’università, pongono particolare attenzione al rapporto università-impresa. Indicano strumenti concreti di avvicinamento alla società civile e al mondo produttivo in un’ottica di filiera attraverso la creazione di partenariati pubblico-privati su temi trasversali; l’istituzione di centri nazionali dedicati a tecnologie chiave; il potenziamento di ecosistemi per lo sviluppo dei territori e una maggiore integrazione tra infrastrutture di ricerca e innovazione per accrescere la competitività su scala nazionale ed europea. Un passo decisivo di apertura e di collaborazione estesa che il nostro ateneo persegue da tempo.”

Foto di Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design POLIMI (progettazione, produzione e gestione di prodotti comunicativi) Dipartimento di DESIGN, Politecnico di Milano – 02-2399.7805/06 – labimmagine-design@polimi.it

Ad oggi, infatti, sono attivi 185 accordi di ricerca tra imprese e Politecnico, per un valore compressivo 150 milioni di euro all’anno. Una tradizione per l’Ateneo, che con l’incontro del 1° dicembre ha voluto condividere con il territorio: in sostanza, aprire i lavori per creare una cordata di università e aziende che permettano di intercettare risorse e investimenti previsti nei prossimi mesi, con un approccio condiviso, multidisciplinare e multi-stakeholder. Resta guarda al futuro del Paese: “L’obiettivo è andare oltre al PNRR e fare in modo che questo contributo crei valore per il sistema in modo duraturo, anche oltre il 2026”.

LEGGI ANCHE “Investire in ricerca e innovazione: cosa ne pensano i politecnici? Il rettore alla 10° edizione della Convention Alumni Politecnico di Milano: Fare ricerca vuol dire puntare sulle persone. Focus su PNRR e sostenibilità”

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Chi sono i 10 politecnici “Future Makers” secondo Boston Consulting Group

Lanciato nel 2016, il progetto “The Future Makers” della società di consulenza BCG – Boston Consulting Group ha l’ambizione di offrire a 100 talenti (50 ragazzi e 50 ragazze) tra i 23 e i 26 anni, rappresentativi delle università più prestigiose, gli strumenti per rafforzare la loro leadership e prepararli a essere voci autorevoli della futura classe dirigente italiana. 

Durante la quinta edizione di quest’anno, i ragazzi e le ragazze selezionate tra oltre 10.000 candidature hanno avuto la possibilità di confrontarsi a Milano con le più autorevoli voci dell’economia e della società, con un particolare focus sulle personalità impegnate nelle varie forme di sostenibilità a livello globale. 

Tra i talenti di quest’anno ci sono 10 politecnici, studenti e Alumni che si sono distinti non solo per il loro curriculum accademico, ma anche per intraprendenza, capacità di lavorare in gruppo, comunicazione e ascolto. 

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Credits: Jacopo Farina

CONOSCIAMO I 10 FUTURE MAKERS POLITECNICI

Benedetta Beltrami – Alumna magistrale Integrated Product Design 2020  

“Due giornate ricche di stimoli e di condivisione insieme ad ospiti internazionali esponenti del settore pubblico e privato. Abbiamo parlato molto di sostenibilità e di come ognuno di noi è chiamato ad essere agente attivo del cambiamento in questi anni delicati di transizione.”

benedetta beltrami
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Jacopo Farina – Alumnus magistrale Ingegneria Gestionale 2019

Avere gli altri 99 migliori talenti Under 26, 49 ragazzi e 50 ragazze, selezionati dal team TFM tra oltre 10.000 candidature ricevute, nella stessa stanza è già un elemento adrenalina o e di carica che ti spinge a fare sempre meglio. 

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Salvatore Pio Ferro – Studente magistrale Ingegneria Gestionale

Il mio pensiero va ai 99 under 26 che hanno preso parte a questa edizione insieme a me: dal primo giorno ho capito il grande potenziale di queste persone, l’impregno che mettono nella loro formazione (accademica e extra-curriculare), lo straordinario background che hanno e la ricchezza di pensiero che mettono a disposizione nei dibattiti.

salvatore pio ferro
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Alberto Gentili – Alumnus triennale Ingegneria Aerospaziale 2018 

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Yiwei Huang – Alumna magistrale Ingegneria Gestionale 2019 

Quello che TFM mi ha insegnato però, va molto oltre alle mie aspettative iniziali. Essere una future maker significa avere una mindset di crescita, un’ossessione delle nostre passioni e una determinazione a farle diventare realtà. 

yiwei huang
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Valentina Jerusalmi – Alumna triennale Ingegneria Matematica 2019   

Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con gli speaker in streaming dalla COP26 di Glasgow, esperti che hanno a che fare con la sostenibilità da prospettive di business, social e ambientali.

valentina jerusalmi
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Federico Lesca – Alumnus magistrale Ingegneria Gestionale 2020 

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Ksenija Maksimovic – Alumna magistrale Ingegneria dei Materiali e Nanotecnologie 2020  

Grazie BCG per averci dato l’opportunità di diventare ambasciatori del cambiamento.

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Emma Marioni – Studentessa magistrale Food Engineering  

Sono onorata di essere parte di questo bellissimo gruppo di 100 studenti e professionisti italiani che stanno provando a far diventare la sostenibilità una realtà.

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Lisa Marie Talia – Alumna triennale Ingegneria Matematica 2019 

lisa marie Talia
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L’Alumna Marzia Bolpagni riceve il Women of the Future award nel Regno Unito

Il 2021 di Marzia Bolpagni, Alumna dottorata al Politecnico di Milano nel 2018, è stato ricco di premi e riconoscimenti: l’ultimo conquistato è stato il britannico Women of the Future Award nella categoria Real Estate, Infrastructure & Construction.

marzia bolpagni
Credits: www.womenofthefuture.co.uk

Bolpagni vive nel Regno Unito da 4 anni e, dopo la gavetta, all’inizio del 2021 è diventata la guida dell’implementazione digitale internazionale in Mace, azienda edile e di consulenza che, tra gli altri progetti, ha anche costruito il celebre London Eye. In pochissimo tempo si è fatta notare nel settore diventando – come la definisce Forbes in una recente intervista– “una stella in Inghilterra”.

Oltre al riconoscimento come Woman of the Future, ci sono infatti da aggiungere alla palmarès dell’Alumna anche la nomina a ingegnere dell’anno per la Royal Academy of Engineering, la vittoria come professionista emergente decretata dall’Associazione di consulenza e ingegneria inglese (Ace), la medaglia Sir George Macfarlane per l’eccellenza del suo lavoro nella digitalizzazione delle costruzioni e la presenza nella lista delle 50 donne più influenti nella tecnologia nel Regno Unito secondo il Financial Times.

“Il mio intento è quello di continuare a motivare i giovani e cambiare in loro la percezione del settore delle costruzioni, far capire che è un settore aperto a tutti e c’è molto da fare non solo in cantiere ma a livello di gestione delle informazioni e digitalizzazione durante l’intero ciclo di vita delle opere”, commenta Bolpagni in un’intervista.

Quella a cui si riferisce l’Alumna è una digitalizzazione che non si limita al passaggio dal cartaceo al virtuale, ma che diventa fondamentale in termini di sostenibilità, dal momento che il settore edile è responsabile del 40% delle emissioni di CO2.

marzia bolpagni
Credits: forbes.it

“Entro il 2050 il pianeta conterà 10 miliardi di persone, di cui il 70% nelle città. L’impatto del settore delle costruzioni sarà molto forte. – continua Bolpagni su Forbes -. Faccio un esempio. Alla Cop26 è stato spiegato che, per un edificio commerciale di nove piani, sostituire una facciata in alluminio con una mista alluminio-legno ha lo stesso impatto ambientale di 350 persone che passano a una dieta vegana per due anni e mezzo. Il settore delle costruzioni è molto imprevedibile, mentre per rispondere alla crisi climatica è necessario un processo prevedibile e controllato, simile a quanto accade nella manifattura. La digitalizzazione permette di gestire e controllare questo processo.”

Si tratta, in pratica, di un’evoluzione del progettare e del costruire che passa da una gestione delle informazioni attraverso un approccio digitale.

Davanti all’osservazione che “quando si parla di ingegneri, la mente corre a un uomo di mezza età con la pettorina gialla”, l’Alumna non ha dubbi:

“Proprio per questo dobbiamo cambiare questa percezione. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni vedano il nostro settore come accogliente. Dobbiamo attrarre nuovo talento per affrontare problemi complessi come il cambiamento climatico.”

Girls@Polimi: con una donazione libera (scegli tu la cifra!) contribuisci insieme ad altri donatori a creare borse di studio per sostenere una o più studentesse che inizieranno a frequentare il primo anno di Laurea Magistrale dei corsi di Ingegneria che oggi hanno una bassa frequenza femminile. Dona ora

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Yasmine Granata, giovane imprenditrice da Milano alla Sicilia

La startup “FRIDA” è una delle startup siciliane premiate durante il concorso “La tua idea di impresa in Sicilia”, bandito dalla Presidenza della Regione Siciliana e dall’Irfis, dedicato alle delle dieci migliori proposte di autoimprenditorialità presentate da giovani siciliani.

Frida nasce al Politecnico di Milano, dall’idea e dal brevetto di Yasmine Granata, 32 anni, Alumna magistrale in Design del prodotto per l’innovazione: si tratta di un’ortesi (ossia un apparecchio correttivo) per il trattamento della scoliosi idiopatica, realizzata con un materiale innovativo e brevettato per essere più leggero e confortevole, specificamente pensato per adattarsi alle abitudini degli adolescenti che devono portare il corsetto correttivo per ragioni mediche.

frida
https://www.98zero.com/

“Dall’età di 12 anni ho dovuto indossare un corsetto ortopedico, un’armatura in plastica che non mi ha permesso di vivere appieno la mia adolescenza”, racconta Granata a 98Zero (guarda la video intervista a questo link). Durante la tesi al Poli avvia quindi uno studio, coinvolgendo le officine ortopediche sul territorio, che la porta a sviluppare il progetto di un “corsetto” per adolescenti: “caratterizzato da un maggiore confort rispetto a quelli classici, grazie a un materiale da me stessa brevettato, ha maggiore traspirabilità e leggerezza”.

La forma e la struttura del corsetto inoltre ne aumentano l’efficacia, adattandosi a chi lo indossa e accelerando il processo di cura, grazie a un elettrodo interno posteriore per la stimolazione del tessuto paravertebrale e un elemento dinamico di spinta configurato per esercitare un’azione sul gibbo costale dell’utente.

Il progetto è stato incubato da PoliHub (leggi su MAP 8 come funziona l’incubatore del Politecnico di Milano): “qui ho potuto testare e verificare tutte le ipotesi su cui si basava il progetto. Avvierò la mia impresa in Sicilia, sperando di poter dare lavoro soprattutto alla gente del mio paese”.

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Artiness: la spin off del Poli per operare al cuore da remoto con il 5G

All’Ospedale San Raffaele è iniziato il trial clinico innovativo per la riparazione della valvola mitrale per via percutanea, che prevede l’utilizzo di un sistema di remote proctoring – supporto da remoto al medico a fini di apprendimento o supporto in sala operatoria – basato sulla rete 5G e software di realtà aumentata.  

Il sistema di remote proctoring è stato sviluppato da Artiness, spin off del Politecnico di Milano incubata da Polihub e fondata nel 2018 da ricercatori e professori del Dipartimento di Elettronica, informazione e Bioingegneria del nostro Ateneo.

Grazie alla vittoria del secondo bando Vodafone “Action for 5G” (ne abbiamo parlato anche su MAP 9, a pagina 34), Artiness è riuscita a sviluppare la sua soluzione proprietaria che consente di supportare da remoto il primo operatore durante l’esecuzione di procedure percutanee, integrando immagini mediche paziente-specifiche e dettagliati modelli 3D visualizzabili, attraverso l’uso di visori, dall’equipe medica in forma di ologrammi in Mixed Reality.

Dalla sua nascita ad oggi, Artiness ha intrapreso un percorso di sperimentazione del software sviluppato per l’ambito chirurgico in collaborazione con alcuni istituti ospedalieri, testandone il valore clinico. 

Questa tecnologia che abbiamo sviluppato entrerà in tutte le sale operatorie del mondo – dichiara Filippo Piatti, Ceo e co-fondatore Artiness -. Lo stiamo già vedendo con le nostre collaborazioni e sperimentazioni e con il consenso che ha suscitato anche da parte di grandi aziende come Vodafone e Microsoft che attraverso i loro programmi ci aiuteranno ulteriormente a raggiungere i nostri obiettivi. Tra questi puntiamo a diventare uno dei grandi player a livello internazionale.” 

COME FUNZIONA IL SISTEMA MESSO A PUNTO DA ARTINESS? 

Normalmente, il proctoring avviene in presenza, con il supporto di personale esperto all’interno della sala operatoria. Il sistema di remote proctoring realizzato da Artiness rende questo supporto possibile da remoto grazie a un software installato su due visori di realtà aumentata connessi e gestiti sull’architettura di edge computing (MEC) della rete 5G Vodafone.   

Durante l’esecuzione del trial clinico al San Raffaele, il sistema di remote proctoring è a disposizione del primo operatore in sala operatoria e del proctor, lo specialista del dispositivo medicale, da remoto. Nel corso del trial il proctor, grazie al visore, visualizza in realtà aumentata sia i segnali medicali provenienti dalla sala operatoria sia un modello 3D del cuore del paziente, realizzato grazie al software di Artiness.   

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Credits: www.corriere.it./

“Nel trial clinico condotto all’Ospedale San Raffaele la rete 5G Vodafone, l’edge computing e la realtà aumentata stanno consentendo all’equipe medica di condurre veri interventi chirurgici da remoto –commenta Sabrina Baggioni, direttrice programma 5G di Vodafone Italia-. Il 5G e la tecnologia stanno scrivendo una nuova pagina della storia della medicina e della sanità: il futuro è sempre più a portata di mano”. 

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3 Alumnae ricevono il Nellie Award, il premio dedicato al merito e alle donne

Un premio indirizzato a giovani laureate e dottorate che si sono distinte non solo per i risultati accademici, ma anche in campo sociale: è il Nellie Award Italia, che nella sua prima edizione ha designato tre vincitrici, delle ragazze “con doti straordinarie che coltivano il loro sogno da scienziate con forza e determinazione, con una forte vocazione a sviluppare soluzioni innovative a beneficio di altri.

Tracy Bassil, Marine Kerdaffrec ed Elena Redaelli hanno presentato progetti di tesi molto diversi tra loro, ma tutti accomunati dalla volontà di promuovere l’empowerment femminile e una sensibilità sempre maggiore nei confronti dell’ambiente e della società, interpretando perfettamente i valori dell’iniziativa.   

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Credits: Alessandro Bianchi

Il conferimento dei premi è stato deliberato da una Commissione composta da membri di The Circle Italia Onlus, di Tiffany & Co. Italia e del Politecnico di Milano. La commissione ha individuato, tra le oltre settanta domande ricevute, le tre laureate che hanno ricevuto il premio.

“L’impegno del Politecnico di Milano a favore del merito – commenta Donatella Sciuto, Prorettore del Politecnico di Milano – si arricchisce grazie a questa iniziativa che, non a caso, ha riscosso un ampio successo all’interno del nostro ateneo. Hanno infatti risposto oltre settanta ragazze impegnate in progetti di ricerca e di studio che esprimono non solo il loro talento, ma anche e soprattutto la capacità e la volontà di metterlo a servizio degli altri.
Il successo riscontrato dal bando mostra la voglia di affermazione di una nuova generazione di laureate e dottorande conscia delle proprie ambizioni e pronta a mettersi in gioco. È tempo che le donne diano voce alle donne e questa collaborazione con The Circle Italia e Tiffany & Co. Italia ne è la chiara dimostrazione”.

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Credits: Alessandro Bianchi

DUE CHIACCHIERE CON LE VINCITRICI

“Oltre alla tesi di laurea, per partecipare ho dovuto inviare un video e una lettera di motivazione. – ci spiega Tracy Bassil, Alumna Product Service Design e Ingegneria Gestionale originaria del Libano -. I criteri della giuria non erano limitati solo ai successi accademici delle partecipanti ma anche al loro ruolo in campo sociale e di come le loro soluzioni si applicassero nell’aiutare gli altri”.

Nella sua tesi “AFTERMATH”, Bassil si è concentrata su elaborare una soluzione in grado di affrontare la crisi abitativa dopo l’esplosione del porto di Beirut del 2020.

“Ho molti progetti per il futuro, ma una delle cose che vorrei realizzare è sviluppare il mio progetto di tesi in una piattaforma pienamente funzionante. Questo potrebbe essere possibile unendo le forze e trovando la squadra giusta che possa renderlo realtà.”

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Credits: Alessandro Bianchi

Elena Redaelli, Alumna ingegneria biomedica, con la sua tesi ha sviluppato un metodo per migliorare la vita delle persone operate con tecnica TEVAR (un’operazione chirurgica che consiste nell’inserire uno stent-graft auto espandibile all’interno dell’aorta), scegliendo il dispositivo adatto alla particolarità della persona. Il metodo è infatti paziente-specifico, cioè applicabile ad ogni paziente basandosi sui propri parametri clinici.

“Io ho deciso di partecipare in quanto dalle esperienze di volontariato in campo educativo-parrocchiale e in Caritas ambrosiana ho compreso come sia fondamentale operare con uno sguardo aperto all’individualità dell’altro – aggiunge Redaelli -. Inoltre, lavorare con gli altri e per gli altri fa emergere la parte migliore di me in ogni campo”.
Attualmente l’Alumna sta proseguendo il suo percorso con un dottorato a Saragozza, con lo scopo di studiare le proprietà biomeccaniche dell’occhio tramite lo stesso metodo computazionale su cui ha iniziato a lavorare durante la tesi.

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Marine Kerdaffrec, Alumna Integrated Product Design, ha conquistato il premio grazie alla sua tesi che ha esplorato i legami tra l’ambiente e la salute: progettando un dispositivo che serve a collegare il monitoraggio dell’asma e il rilevamento dell’inquinamento atmosferico, per il controllo congiunto dei livelli di qualità dell’aria e dei sintomi dell’asma.

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Le tre Alumnae hanno vinto per essere meritevoli “dal punto di vista professionale e per avere una grande sensibilità”, come afferma Adelaide Corbetta, presidente di The Circle Italia:  

“Grazie a loro, a tutte le candidate e al loro impegno, ritroviamo la speranza e l’entusiasmo; sono loro per The Circle, il network di donne che si impegna a favore delle donne, le migliori testimoni del futuro”. 

Sostenendo il progetto GIRLS @ POLIMI puoi contribuire insieme ad altri donatori a creare delle borse di studio per sostenere le ragazze che si iscrivono ai corsi di laurea in ingegneria a bassa frequentazione femminile. Dona ora.