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Libro Bianco SSD – Smart Sustainable District

È stato pubblicato il Libro bianco SSD – Smart Sustainable Districts, un progetto promosso dal Politecnico di Milano e coordinato dal Consorzio Poliedra che ha come obiettivo individuare azioni efficaci per lo sviluppo sostenibile, la transizione ecologica, la resilienza dei sistemi territoriali e sociali a livello locale definendo un insieme di orientamenti, azioni e strumenti per affrontare le trasformazioni urbane a livello locale, in chiave smart e sostenibile.

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Credits: https://www.poliedra.polimi.it/ssd/

Il Libro bianco si propone come guida pratica per affrontare le varie fasi della trasformazione urbana nell’ambito di processi di transizione e rigenerazione. L’approccio integra discipline tecnico-scientifiche e umanistico-sociali, considera asset materiali e immateriali e suggerisce di guidare l’attuazione di processi di rigenerazione urbana con una logica di coordinamento delle progettualità, attraverso la messa a punto di strumenti integrati per la realizzazione di interventi articolati, in grado di attivare sinergie e produrre effetti positivi cumulati.

Il progetto SSD – Smart Sustainable Districts è nato nel 2021 ed è stato sviluppato coinvolgendo più di 100 ricercatori di vari dipartimenti dell’Ateneo e dei suoi Consorzi (il Sistema Polimi). Si rivolge in particolare agli Enti locali e a tutti i protagonisti della trasformazione delle città e dei quartieri.
Il progetto rientra tra le attività di ricerca che il Politecnico di Milano intraprende a favore di uno sviluppo sostenibile e, in particolare, è tra le attività legate all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 11 dell’Agenda ONU 2030: “Città e comunità sostenibili”.

Leggi anche su: polimi.it

Credits home/header: Poliedra

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“Emozioni e ingegneria” per l’Alumna Lucia Chierchia

Ingegneria e emozioni: sembrano due mondi che non possono incontrarsi, ma non per Lucia Chierchia. Intervistata dal Sole24ore, Chierchia – Alumna in ingegneria meccanica 1999 – descrive così la passione che l’ha spinta a perseguire la carriera ingegneristica che l’ha accompagnata fin da piccola: 

“Ti emozioni di fronte a qualcosa di bello, che ti fa stare bene, che crea del valore. A volte sembra ci sia una dicotomia tra tutto il mondo dell’arte ad esempio, il mondo che è emozione pura, e l’ingegneria. Invece durante il mio percorso di studi e la mia carriera, ho provato le stesse emozioni che si provano di fronte a un’opera d’arte”. 

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Credits: Linkedin

Ne aveva parlato anche con noi, nel libro ALUMNAE – Ingegnere e Tecnologie:  

La passione, l’entusiasmo, l’intuizione che “quella è la strada per noi” è qualcosa che nasce dalla nostra storia. Io, al liceo, ho fatto studi classici già sapendo però che avrei studiato ingegneria: era il mio sogno fin da piccola. Mia mamma per questo mi chiamava Grisù, come il draghetto che sognava di fare il pompiere, perché continuavo a ripetere: «Da grande farò l’ingegnere!»”. 

Dopo la laurea al Politecnico, l’Alumna ha iniziato a lavorare nel settore aerospaziale, per poi ricoprire ruoli manageriali in Whirpool ed Electrolux. Oggi è market ambassador & open innovation ecosystems lead in Gellify, la piattaforma B2B di innovazione che investe direttamente su startup e scaleup, accompagnandole nell’ingresso del mercato. L’obiettivo è quello di metterle in contatto con aziende con la volontà di innovare, che le aiutino a validare la loro soluzione tecnologica, implementandola in contesti industriali maturi. 

Per Chierchia in particolare l’innovazione digitale necessita di creatività, una caratteristica spesso “molto forte nei profili femminili”. Le aziende infatti sarebbero sempre più alla ricerca di donne che “sono inclini a empatia e capacità relazionali che permettono loro di muoversi anche in contesti in continua evoluzione, oltre che di apprendere in fretta”. 

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Credits: https://www.gellify.com/it/

Tuttavia è proprio sul lavoro (e soprattutto in Italia) che spesso le donne faticano a fare carriera nell’ambiente STEM, dove “sono ancora troppo poche”. Una situazione che purtroppo esiste anche in ambienti lavorativi giovani come quelli delle startup, sottolinea l’Alumna nell’intervista, dove si ritrova arretratezza anche in dirigenti giovani.  

Fondamentale, sostiene, è fare in modo che il cambiamento passi anche dagli uomini. Sono loro che, assieme alle donne che già lo fanno, non devono tacere. “Il problema sono sì le donne giovani ma anche gli uomini, perché se diventa una sfida solo delle donne non ce la faremo mai. Io in alcuni contesti ho visto colleghi che prendevano posizione, è quello che fa la differenza, il non stare zitti. Io non sono mai stata zitta, lo dovrebbero fare tutti.” 

Ma come incoraggiare le ragazze a seguire le proprie inclinazioni verso le STEM? 

“Le ragazze sono già innamorate delle materie STEM. È necessario ascoltare queste emozioni. Ma manca loro il supporto. I numeri sono importanti per la consapevolezza, ma il vero problema in alcuni contesti è un altro: le donne in alcuni casi non sono supportate nell’andare a fare una scelta. Se ti senti strana a fare ingegneria c’è qualcosa che non va nella tua famiglia, non in te”. 

I numeri infatti parlano chiaro: le ragazze che scelgono percorsi Stem all’università sono solo il 18% del totale, mentre al Politecnico la percentuale si alza al 23,6% per le lauree triennali e al 27,3% per le lauree magistrali (fonte: Bilancio di genere 2021). 

Ancora oggi purtroppo le professioni tecniche come l’ingegneria vengono considerate un “habitat naturale” per gli uomini e una conquista per le donne – come afferma anche la Prorettrice Sciuto nel libro Alumnae – Ingegnere e Tecnologie -. Spesso intraprendere la carriera ingegneristica richiede alle ragazze una motivazione in più a causa di pregiudizi scontati e modelli imposti dalla società conformista. 

ll sistema di supporto universitario è, in questo contesto, fondamentale: per questo il Politecnico ha creato le borse di studio Girls@Polimi, che sosterranno, per tutto il percorso triennale, ragazze che sceglieranno di studiare Ingegneria al Politecnico di Milano, frequentando i corsi con una bassa presenza femminile (Aerospaziale, Ingegneria dell’Automazione, Elettrica, Elettronica, Informatica, Meccanica e della Produzione Industriale).  

Le donne che studiano materie STEM e fondano startup sono, infatti, ancora costrette a rispondere alle domande sul come conciliare famiglia e carriera, continua nell’intervista l’Alumna. Il problema, quindi, esiste anche per quelle professioniste che decidono di investire sulle loro idee dando vita a un nuovo business. Gli esempi di Chierchia sono concreti, i motivi della presenza ancora stentata in quel mondo sono per lei due: “Il primo ostacolo è l’ambito STEM, il secondo è maschilismo del mondo degli investimenti” conclude l’ingegnera. 

La soluzione? Incentivare le ragazze a studiare e aspettare: “il cambiamento può e deve passare dalle nuove generazioni”. 

Sostenendo il progetto GIRLS @ POLIMI puoi contribuire insieme ad altri donatori a creare delle borse di studio per sostenere le ragazze che si iscrivono ai corsi di laurea in ingegneria a bassa frequentazione femminile. Dona ora.

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La stella gentile: l’intervista ad Amalia Ercoli-Finzi

Ci troviamo nell‘edificio B12 del Politecnico, nel cuore della Bovisa. Incontro la professoressa Amalia Ercoli Finzi al secondo piano. L’edificio è un labirinto: infatti mi ero perso, lei ha dovuto guidarmi fin lì con il telefonino, quasi fossi una sonda finita fuori rotta. È una signora minuta dai modi eleganti, gentile e curiosa. È anche una dei maggiori scienziati italiani. Eppure, uno dei primi argomenti che affrontiamo è la fantasia.

Amalia Ercoli Finzi
Credits: www.deabyday.tv

Noi lavoriamo di fantasia per riuscire a capire cosa vogliamo fare – comincia – il primo passo è immaginare questo mondo diverso sul quale vogliamo andare, immaginare una galassia talmente lontana da poter dire che siamo vicini al Big Bang. Non si tratta di un’immaginazione fine a se stessa, che fantastica su cose impossibili da realizzare; sto parlando di una fantasia ragionata che serve per individuare obiettivi e aspirazioni. Dopodiché, bisogna trovare gli strumenti per metterla in pratica”.

Come avete immaginato il Carousel, il sistema che avete montato su Rosetta? Chiedo, e lei sorride, mentre gli occhi le si illuminano di passione. “Dovevamo depositare all’interno di una serie di fornetti i campioni prelevati dalla cometa e avevamo due possibilità: o spostavamo il campione o spostavamo i fornetti. Spostare il campione voleva dire spostare il trapano, ma il trapano era attaccato al Lander. Far girare tutto il Lander è una cosa complicatissima. Quindi, abbiamo lavorato di fantasia. La soluzione è stata tenere fermo il trapano e fargli ruotare al di sotto i fornetti. Così quando il trapano trovava il fornetto giusto, il campione veniva depositato. Abbiamo fatto queste operazioni di rotazione con errori di decimo di minuto d’arco. È stata una bella soddisfazione”.

missione rosetta
Credits: Il Post

Eppure è impossibile immaginare tutti gli scenari verificabili. “Vero. Non abbiamo pensato di mettere un sensore di dispiegamento del sampling tube. Il nostro trapano dotato di un tubo che viene espulso e si introduce all’interno della cavità per raccogliere il materiale. Ho fatto test all’infinito in laboratorio, quasi posso sentire il “tac” che fa quando esce. In tutti i test ha sempre funzionato e ci siamo fidati, invece avremmo dovuto aggiungere un sensore che ci dicesse se si era dispiegato in modo corretto oppure no. L’altra cosa che non abbiamo messo era un sensore di contatto con il terreno. Non sappiamo esattamente quando avviene il contatto: lo possiamo ricostruire attraverso le forze che vengono esercitate, soprattutto attraverso la dinamica, perché imponendo una velocità di rotazione e di transazione, se queste variano è chiaro che il contatto con il suolo è avvenuto. Però ci sarebbe voluto proprio un bel sensore”.

Un sensore, sarà per la prossima volta. A proposito, cosa ci ha insegnato Rosetta, che ci servirà per le prossime volte? “Atterrare su un asteroide serve anche a dimostrare una cosa importante: con un piccolissimo propulsore, ma proprio piccolissimo, in grado di trasmettere una frazione di centimetro al secondo di velocità, è possibile deviare l’asteroide stesso! Questo potrebbe proteggerci da un eventuale impatto: se interveniamo abbastanza presto, diciamo una ventina d’anni prima dell’impatto previsto con la Terra, è sufficiente per cambiare la sua rotta. Perché in vent’anni di strada ne fa, e la deriva lo porta lontano dal nostro pianeta”.

amalia ercoli finzi
Credits: La Repubblica

Mi rincuora sapere che se dovessimo finire in rotta di collisione con un asteroide non dovremmo mandarci sopra Bruce Willis, ma non so se è il caso di dirlo alla Professoressa. Le chiedo invece quali sono le componenti fondamentali per una missione nello spazio. “Primo le idee, secondo gli uomini, che realizzano le idee, terzo i soldi. Ovvero: il contributo del cervello puro, il contributo della capacità umana e poi i soldi per mettere tutto in pratica. E le confesso che sulla questione economica invidio un po’ i cinesi, che decidono una cosa e la fanno. In Europa andiamo bene, siamo bravi, però siamo un po’ litigiosi e un po’ nazionalisti. Credo nell’Europa, ci ho sempre creduto, anche perché c’ero quando sono stati firmati i trattati di Roma. Recentemente, alla Comunità Europea, ho detto che noi scienziati avevamo pensato all’Europa della collaborazione, un‘Europa in cui la nazione più forte aiuta le altre. Questo era il concetto: la diffusione della conoscenza basata sulla collaborazione. Non c’è come lavorare insieme per insegnare agli altri e imparare noi stessi. Perché si impara tantissimo anche dall’ignoranza. Adesso in Europa le cose non sono proprio così”.

Imparare dall’ignoranza? “Sapesse quante cose ho imparato dagli errori dei miei studenti! Grazie ad essi, ho visto mettere in luce lati dello stesso argomento che non avevo mai affrontato da quella prospettiva. Dico sempre che, per fare una grande invenzione, i casi sono due: o si sa tutto, e quindi si arriva perché si ha questa base profonda, oppure non se ne sa niente e ci si lancia”.

Lanciamoci su Marte, allora. È un po’ un sogno proibito, vero? “Sì. Più della metà delle missioni su Marte, credo due terzi, sono fallite. Marte è difficile da raggiungere (tant’è vero che, quando lo raggiungono, poi ci rimangono), ma è l’unica possibilità che abbiamo per esplorare un pianeta dove ci sia stata vita e dove potremmo riportare la vita. Si può fare.

Questo articolo è stato pubblicato nel MAP , la rivista degli Alumni del Politecnico di Milano. Sfoglia la rivista e scopri tutti i contenuti e, se vuoi, sostienici.

Credits header: corriere.it

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Polisocial Award 2021: in partenza i progetti finanziati dal 5 per mille

Partiranno nei prossimi mesi i cinque progetti selezionati dal Polisocial Award 2021, dedicati al tema “Equità e Ripresa”. L’emergenza sanitaria ha contribuito ad acuire squilibri e marginalità e a rendere concreto il rischio di un aumento delle disparità. I progetti finanziati agiranno in una prospettiva di ripresa economica, sociale e culturale, promuovendo lo sviluppo di metodi, strategie, strumenti e tecnologie tesi a ridurre le disuguaglianze e favorire l’accesso a risorse e opportunità da parte di persone, categorie sociali o comunità particolarmente vulnerabili. 

SOSpesa: reti di vicinato per il recupero, la distribuzione e la valorizzazione dell’eccedenza alimentare 

Dipartimenti: DESIGN, DIG, DEIB 
Tag: recupero alimentare, contrasto alla povertà, reti di quartiere
Contesto: quartiere NoLo, Milano

5 per mille 2021 sospesa

In accordo con il tessuto associativo del quartiere Nolo a Milano, il progetto punta alla creazione di una rete di attori locali solidali che, mappando i flussi di cibo, offra prodotti alimentari a prezzi calmierati, recuperi il cibo in eccedenza e trasformi l’invenduto a favore di categorie deboli. 

RESTARTHealth: Renewable Energy Systems To Activate Recovery Through the Health sector 

Dipartimenti: DENG, DIG, DMEC 
Tag: efficienza energetica, sanità, Africa
Contesto: distretto di Gulu, Uganda 

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Il progetto mira a rafforzare le infrastrutture sanitarie e i servizi alle comunità nell’Africa sub-sahariana, studiando una gestione efficiente dell’energia elettrica per micro-reti ibride. Test e applicazioni dimostrative in un ospedale e tre centri sanitari in Uganda consentiranno di produrre linee guida di validità generale. 

EQUI_06: equità e qualità per l’infanzia. Orientamenti per realizzare il sistema integrato 0-6 anni  

Dipartimenti: DASTU, DIG, DESIGN 
Tag: servizi pre-scolari, educazione, quartieri marginali
Contesto: Milano

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A partire da uno studio pilota, che aiuterà ad approfondire il complesso quadro di bisogni e risorse relativi alla prima infanzia, la ricerca intende definire orientamenti per la realizzazione di poli territoriali integrati di servizi pre-scolari “0-6”. L’ambito di attenzione sono i contesti urbani, in particolare le aree a maggiore rischio di esclusione sociale e povertà educativa. 

coWIN: cantieri di cooperazione win-win per la riqualificazione degli immobili confiscati alle mafie  

Dipartimenti: DABC, DASTU, DIG 
Tag: legalità, occupazione, recupero immobili
Contesto: Lombardia/area metropolitana di Milano 

5 per mille 2021 co-win

Esperienze pilota per la messa a punto di un modello innovativo “hub and spoke” di recupero e valorizzazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata. Obiettivo è innescare dinamiche di rigenerazione sociale basate sulla formazione tecnica e l’integrazione lavorativa di categorie fragili, lasciando segni tangibili di equità e legalità.

Budd-e: Blind-assistive aUtonomous Droid Device  

Dipartimenti: DEIB, DIG, DESIGN, DABC 
Tag: disabilità visiva, accessibilità, robot-assistance
Contesto: Milano 

5 per mille 2021 BUDD-e

Si rivolge alle esigenze di persone ipovedenti, colpite dalle misure di contenimento del Covid-19 e dalle restrizioni poste alla fruizione quotidiana di spazi e servizi, ma non solo. Come renderli pienamente accessibili in modo che le persone ipovedenti possano utilizzarli in autonomia e sicurezza? L’approccio integrato coinvolge design inclusivo, robotica, Automazione e Architettura. I ricercatori prevedono un forte impatto su applicazioni di wayfinding in strutture mediche e di cura, centri e spazi commerciali, centri culturali (ad esempio musei) e centri sportivi. In particolare, il laboratorio E4sport supporterà il progetto Budd-e nel suo utilizzo all’interno del centro sportivo Giuriati per supportare l’allenamento di utenti ciechi e ipovedenti durante le attività sportive, ad esempio la corsa. 

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Credits images: http://www.polisocial.polimi.it/it/home/

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Healthcare e Design: dal Politecnico arriva Eolo

Tra le 26 soluzioni innovative, nuove tecnologie e idee di impresa vincitrici della XIII edizione di Switch2Product – la challenge proposta dal Politecnico di Milano, Deloitte e Polihub – c’è Eolo, della ricercatrice di design e Alumna Aurélie Glaser.

Il progetto ha ricevuto anche il grant da 30.000€ assegnato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi per le soluzioni maggiormente capaci di generare un impatto positivo sul sistema economico locale.

Ma cosa fa Eolo? E in cosa consiste la sua caratteristica innovativa? Lo abbiamo chiesto direttamente a Glaser.

Eolo è un dispositivo e un assistente per l’allenamento e il monitoraggio dei muscoli respiratori, il cui obiettivo è migliorare la capacità respiratorie dei suoi utenti, proponendo un nuovo modello di cura nella medicina più inclusivo, solidale e sistemico.

“Più che un semplice dispositivo medico, – aggiunge Aurélie – il nostro progetto mira a migliorare la qualità della vita di milioni di persone responsabilizzandole e sensibilizzandole sull’importanza della salute respiratoria.”

Più nel dettaglio, Eolo è un dispositivo palmare portatile per la cura a distanza che valuta e migliora la capacità respiratoria dei suoi utenti con semplici esercizi e test inspiratori ed espiratori. Basato sui principi RMT (Respiratory Muscle Training), Eolo si concentra sull’allenamento di vari muscoli essenziali alla funzione respiratoria come il diaframma, i muscoli intercostali esterni ed interni e altri muscoli accessori, sia in termini di resistenza, forza e flusso.

Eolo Handling
Courtesy of Aurélie Glaser

La salute respiratoria e le malattie respiratorie al giorno d’oggi – specialmente dopo il Covid-19 – sono ormai una priorità globale: in questo contesto, Eolo va quindi ad inserirsi come potenziale risorsa integrata e versatile nel settore della salute, sport e del wellness.

Si rivolge quindi principalmente a pazienti con condizioni che compromettono la loro capacità respiratoria e quindi si posiziona nel mercato dell’e-health e dei dispositivi medici. Si adatta perfettamente anche al mercato delle prestazioni e al mercato dei dispositivi sportivi in quanto è vantaggioso per atleti e dilettanti sportivi. Infine, poiché questo dispositivo insegna buone tecniche di respirazione e aiuta ad aumentare la forza respiratoria e la resistenza dei suoi utenti, questo prodotto rientra anche nel mercato del benessere.

eolo È stato presentato in conferenza stampa il progetto di riqualificazione urbana per il futuro dell’area Bovisa-Goccia, che prevede l’accordo tra Regione Lombardia, il Comune di Milano e il Politecnico. Le linee guida del progetto sono state illustrate dal Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dall'Assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione Stefano Bolognini, dall'Assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi e dal Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta
Hand Holding and app (Courtesy of Aurélie Glaser)

Abbiamo chiesto a Glaser perché abbia deciso di focalizzare la sua ricerca su questo argomento:

“Sono sempre stata molto interessata al settore sanitario e ai numerosi bisogni insoddisfatti che utenti e pazienti incontrano. Credo che il design possa colmare il divario tra gli utenti e la comunità medica aumentando la consapevolezza, responsabilizzando le persone e migliorando la loro qualità di vita. Credo fermamente che la ricerca e il design siano degli elementi chiave per fornire soluzioni a questi problemi seguendo il modello delle quattro P della medicina clinica (predittiva, preventiva, personalizzata, partecipativa) e per affrontare le numerose sfide attuali che la nostra società deve fronteggiare.”

EOLO E IL FUTURO

I prossimi passi del progetto all’interno dell’acceleration program aiuteranno Glaser e il team a definire meglio il mercato di riferimento, i bisogni dei potenziali utenti, a convalidare la precedente ricerca e creare il business model. Intanto continua lo sviluppo del dispositivo e, grazie al grant ricevuto, verrà creato il prototipo.

Tutto questo è successo al Politecnico: abbiamo quindi chiesto all’Alumna perché abbia deciso di trasferirsi in Italia dalla Francia per studiare qui.

“Dopo aver conseguito la laurea in Francia, ho voluto esplorare e apprendere nuove culture, anche nel design. Credo che questo tipo di esperienza sia fondamentale per aumentare le conoscenze e aprire mente. Milano offre un ambiente molto stimolante con un ricco background di design e know-how. Il Politecnico è un’università rinomata che propone un approccio educativo ricco, tecnico e multidisciplinare in linea con i miei valori e aspirazioni a crescere come ricercatore, designer e persona.”

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La Milano di domani: una galleria di opere politecniche 

“Milano: quartiere che vai, Alumni che trovi”. No, non siamo impazziti, abbiamo solo letto questo articolo di Urban File, che annuncia i vincitori della seconda edizione del “Premio Architettura e Urbanistica 2021” per la città di Milano e abbiamo scoperto che ben 7 degli 8 progetti portano una firma politecnica. Non male, vero? 

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Credits: Urban File

Vediamoli insieme: chissà che non siate passati davanti ad alcuni di questi senza saperlo… 

CITTÀ STUDI – NUOVO CAMPUS LEONARDO | RENZO PIANO E OTTAVIO DI BLASI 
Arredo Urbano – Spazi pubblici – Ciclabili – Verde 

Il nostro nuovo Campus, inaugurato a giugno dell’anno scorso, vince nella categoria “Arredo Urbano – Spazi pubblici – Ciclabili – Verde”. 

La riqualificazione del campus di architettura del Politecnico è un progetto che viene da lontano e di cui si comincia a parlare nella primavera del 2017 (l’inizio della storia lo trovate su MAP #1) grazie all’idea donata da Renzo Piano al Politecnico, in seguito progettata da un altro grande Alumnus, Ottavio Di Blasi – ODB&Partners (la sua intervista su MAP #7).  

I due architetti hanno ideato e sviluppato una radicale riorganizzazione degli spazi di via Bonardi sulla filosofia che Piano definisce del “rammendo”: “ricucire” e collegare, infatti, sono tra le funzioni del nuovo Campus, pensato come uno spazio aperto a tutta la città, un parco urbano che mette in comunicazione il parco Ponzio con il sistema verde di Piazza Leonardo da Vinci. 

Nelle parole di Urban File: 

“Gli spazi prima utilizzati solo come attraversamento e di servizio, dall’aspetto privo di identità e asettico, si sono trasformati in un luogo bello, vivibile e soprattutto verde”. 

Per approfondire leggi la news: Inaugurato il nuovo Campus alla presenza del Presidente della Repubblica 

ISOLA – ALSERIO 10 | ASTI ARCHITETTI  
Rigenerazione edifici esistenti: residenziale e ricettivo 

Il progetto di Asti Architetti (studio dell’architetto e Alumnus Paolo Asti) in via Alserio 10 ha trasformato la sede degli in un raffinato edificio residenziale ribattezzato “Isola 10”

“Le sinuose curve delle ampie terrazze disegnate da Asti Architetti, i rivestimenti in legno sintetico, hanno restituito un’immagine molto più sofisticata a questo edificio dalla forma particolare, nato [nel 1970] per essere sede del Reader’s Digest”. 

PORTA TICINESE – VETRA BUILDING | STUDIO IL PRISMA  
Rigenerazione edifici esistenti: direzionale 

Parlando di rigenerazione di edifici esistenti ma di tipo direzionale, Urban File ritiene che il progetto più interessante realizzato nel 2021 in questa categoria sia il Vetra Building, in Piazza Vetra 17.  

L’edificio originario nacque nei primi anni ‘60 su progetto di Ferdinando Reggiori allo scopo di creare una nuova sede per l’Esattoria di Milano, insediandolo in un quartiere che doveva risorgere dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Col tempo però il contesto si fece sempre più degradato, fino a quando, negli anni ‘90 il parco venne recintato per poter essere chiuso nelle fasce orarie in cui la vigilanza non poteva essere garantita, mentre tutto il fronte dell’immobile a contatto con il parco diventava una zona d’ombra e di microcriminalità. 

L’intervento della società internazionale di architettura e design Il Prisma e Artelia – che vede l’Alumnus e ingegnere edile Carlo Carone tra i suoi partner principali – ha rinnovato lo spazio pubblico attraverso la riqualificazione dell’edificio, “per ripristinare un nuovo dialogo con la città, anche attraverso l’architettura e l’arte, rivitalizzando anche i portici abbandonati al loro destino negli anni passati, aprendo anche un varco nel mezzo che unisce due lati del quartiere, inserendovi anche un’opera d’arte spettacolare di Patrick Tuttofuoco”. 

Credits: BAMS photo

FIERA – CASA BORIO | CALZONI ARCHITETTI 
Edilizia residenziale di nuova costruzione 

Calzoni Architetti, studio dell’Alumna e docente della Scuola del Design del Politecnico Sonia Calzoni, ha progettato Casa Borio, il piccolo ed elegante edificio in via Monte Rosa 66. 

Dal gusto anni ‘60 e dalle linee semplici ed efficaci, l’edificio ha ampie terrazze poste sul lato rivolto a meridione e sul piccolo giardino che riscaldano e rassicurano coi loro colori ambrati. 

Interessante il trattamento “diverso delle facciate: più urbano sulle vie pubbliche e maggiormente aperto, con ampi serramenti in cristallo, inserimento di balconi continui e facciate rivestite da legno ricomposto per dialogare e appartenere al giardino stesso”. 

BARONA – THE SIGN | PROGETTO CMR 
Edilizia direzionale di nuova costruzione 

Progetto CMR dell’Alumnus Massimo Roj firma il complesso per uffici “The Sign”, che vince nella categoria “Edilizia direzionale di nuova costruzione”. 

Si tratta di un’opera che ha “risolto e ravvivato un’area altrimenti depressa di Milano, creando uno spazio lavorativo piacevole e una piazza, Piazza Fernanda Pivano, perfetta per passeggiare e rilassarsi nelle pause lavorative”. 

Il complesso comprende due edifici per uffici di 9 e 11 piani, un edificio di produzione di 3 piani e una vasta piazza pedonale e pubblica per una superficie totale di 20.400 mq. 

TRENNO – NUOVA PRIMARIA VISCONTINI | TECNICAER ENGINEERING 
Edilizia Scolastica e dello Sport 

Dietro la nuova scuola primaria di Via Viscontini a Milano c’è la Tecnicaer Engineering, che vede come architetto responsabile l’Alumna Margherita Carabillò

Si tratta di un progetto che ha messo in gioco un percorso condiviso e partecipato che ha coinvolto insegnanti, genitori, collaboratori scolastici e bambini.  

“La scuola ha una struttura all’avanguardia, a basso impatto ambientale, con pannelli fotovoltaici sul tetto e ridotti consumi di energia. L’edificio è stato progettato per garantire un’ottimale qualità acustica e assicurare una qualità dell’illuminazione naturale interna”. 

Il complesso scolastico, denominato “la scuola dei colori”, può ospitare 600 bambini ed è dotato di palestra, auditorium e biblioteca accessibili anche al di fuori dell’orario scolastico. L’edificio principale ha 20 classi e dispone di 8 laboratori. 

CENTRO – TEATRO LIRICO GABER | PASQUALE FRANCESCO MARIANI ORLANDI 
Edilizia pubblica – di servizio – culturale 

Il progetto, a opera dell’Alumnus Pasquale Francesco Mariani Orlandi, ha permesso la riapertura delle porte del teatro lirico dopo più di vent’anni di inattività.  

“Nato come Teatro della Cannobiana nel 1779, un anno dopo La Scala, il Lirico con un restauro da 16 milioni di euro ospita nella sua nuova conformazione 1.517 spettatori – 798 in platea, 505 in galleria, 120 e 36 rispettivamente nella prima e nella seconda balconata. Inoltre ospita anche un ristorante con vista sul palco, una sala multimediale da 100 posti al foyer del primo piano e altre sale laterali. Sono presenti nuovi camerini e anche una sala prove con vista sul Duomo. Un teatro del popolo, come lo definisce il direttore Matteo Forte, destinato ad arricchire sensibilmente l’offerta culturale cittadina”. 

Credits header: canva.com

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5 per mille: Poli primo in Italia per donazioni ricevute

Sono usciti i dati relativi alle donazioni del vostro 5 per mille nel 2020: per una somma complessiva di 985.530 €, sono stati 7.921 i contribuenti, in larga parte Alumni, che hanno donato al Poli il loro 5 per mille. Nella classifica degli enti ammessi al beneficio della donazione, l’Ateneo si classifica al 1° posto tra le università, relativamente all’importo delle donazioni.

Tra gli enti di ricerca, compresi quelli non universitari, il Poli scala tre posizioni, dal 9° (2019) al 6° posto. Negli ultimi 9 anni il Politecnico di Milano ha ricevuto dalle donazioni del 5 per mille circa 5 milioni di euro.

Grafico 5 Per Mille 2020 Ita

VERSO UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E RESPONSABILE

L’Ateneo ha investito questi fondi in progetti di ricerca ad alto impatto sociale, integrandoli con una parte di co-finanziamenti stanziati dai dipartimenti stessi o da enti pubblici e sponsor, secondo la visione politecnica di sviluppo sostenibile che promuove il coinvolgimento di privato, pubblico, società civile, mondo della ricerca e istituzioni finanziarie.

Ambiente, energia, salute, rigenerazione urbana, sostegno a popolazioni e territori fragili (ma l’elenco potrebbe continuare) sono sfide globali che riguardano tutti e che pongono domande a cui la ricerca scientifica è chiamata a rispondere. È un impegno che il Politecnico di Milano ha nel proprio DNA.

I progetti di ricerca finanziati vengono selezionati ogni anno attraverso un concorso di proposte, il Polisocial Award. Primo in Italia tra le iniziative accademiche di questo tipo, ha l’obiettivo di sostenere e avviare progetti di ricerca e un approccio etico al lavoro accademico che valorizzino l’impatto sociale delle competenze politecniche, in un’ottica di sostenibilità nel tempo e con l’obiettivo di dare spazio ai giovani ricercatori.

SCOPRI LA RICERCA A ALTO IMPATTO SOCIALE DEL POLITECNICO DI MILANO

I progetti finanziati nel 2021, partiti in questi ultimi mesi, si concentrano su metodi, strategie e strumenti capaci di ridurre gli squilibri sociali aggravati dall’emergenza Covid-19, favorendo l’accesso a risorse e opportunità da parte di persone, categorie o comunità vulnerabili, in un’ottica di equità e sostenibilità. Nel 2020 abbiamo posto l’attenzione ai contesti di fragilità sanitaria e alle conseguenze sociali che si portano dietro.

Andando ancora più indietro nel tempo, abbiamo lavorato su progetti di attività sportiva come leva d’inclusione: per contrastare fenomeni di disagio giovanile e esclusione delle diversità, favorire il dialogo tra culture, promuovere la riqualificazione sociale e ambientale dei quartieri. Molti di più ve ne abbiamo raccontati, negli anni, sulla rivista MAP, il Magazine degli Alumni del Politecnico di Milano: scopri tutti i progetti politecnici finanziati con il tuo 5 per mille.

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QS Ranking: Politecnico 13° al mondo per ingegneria

Il QS World University Rankings by Subject 2022, la classifica delle università migliori al mondo per ambito disciplinare, rafforza il trend di crescita del Politecnico di Milano.

Per Ingegnerianegli ultimi 6 anni il nostro Ateneo ha scalato 11 posizioni in classifica, raggiungendo oggi il 13° posto al mondo (dal 24° posto del 2016).

In Architettura e Design ha guadagnato 5 posizioni: rispettivamente, dal 15° e 10° posto del 2016, al 10° e 5° dello scorso anno, confermati anche dalla nuova classifica.

In Europa siamo al 7° posto nell’area Engineering and Technology, al 3° per Art & Design e al 5° per Architecture & Built environment.

Questi risultati rispecchiano, tra i vari parametri presi in considerazione, anche la valutazione degli Alumni sulle competenze acquisite in relazione al contesto lavorativo.

Il risultato raggiunto è decisamente positivo e ne siamo orgogliosi. Non solo per le riconferme nei campi dell’Architettura e del Design, eccellenze mondiali, ma soprattutto a fronte delle posizioni scalate nell’ingegneria, contesto altamente competitivo e di più difficile posizionamento per gli atenei italiani.

commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano.

Rispetto allo scorso anno, all’interno della macrocategoria Ingegneria, il Politecnico ha guadagnato posizioni significative in ingegneria chimica (+7 posizioni), civile (+2), meccanica (+2), elettrica ed elettronica (+3), ingegneria dei materiali (+21) e ambientale (+8).

Un risultato possibile grazie ad azioni strategiche ben precise portate avanti dalla nostra università negli ultimi sei anni. Tra queste, il consolidamento del rapporto con le aziende, che passa anche attraverso il sostegno alle start-up e allo sviluppo d’impresa, con la creazione di numerosi Joint Research Center.

La reputazione accademica (Academic Reputation) è l’indicatore su cui si rileva un miglioramento forte ed è anche il più importante del ranking. Infatti, compone almeno il 40% della valutazione finale nelle discipline del Politecnico, ed è basato sulle valutazioni di oltre 130.000 accademici da tutto il mondo.

Non una piacevole sorpresa, piuttosto il meritato riconoscimento del valore delle politiche attivate in questi ultimi anni: dagli investimenti in infrastrutture di ricerca alle alleanze internazionali. Un indicatore importante della nostra reputazione e della nostra attrattività verso ricercatori e studenti di talento, dentro e fuori dai confini nazionali.

aggiunge Resta.

Il Politecnico di Milano ha costruito in questi anni un modello di strette alleanze tra le più importanti Università tecnologiche europee, con lo scopo di dare vita a un nuovo spazio accademico per l’interazione tra progresso tecnologico, società e ambiente. Grazie a questo processo di internazionalizzazione, siamo riusciti a raggiungere una delle nostre missioni primarie dell’ultimo triennio, diventando così una delle “European Leading University”, capace di guidare la ricerca e l’innovazione scientifica e tecnologica per contribuire a uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Nel panorama italiano, il Politecnico di Milano si conferma primo assoluto in Architettura, Design e per la quasi totalità delle materie di Ingegneria (Computer Science & Information Systems; Chemical Engineering; Civil & Structural Engineering; Electrical & Electronic Engineering; Mechanical, Aeronautical & Manufacturing Engineering).

Il nostro Paese, settima economia mondiale, dovrebbe aspirare ad avere almeno un’università tra le prime dieci al mondo in ogni disciplina.

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Politecnico e Bocconi insieme per formare i top manager della sostenibilità

È stato presentato ieri – in conferenza stampa dai Rettori di Bocconi e Politecnico di Milano, Gianmario Verona e Ferruccio Resta, con il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – il nuovo Master of Science in Trasformative Sustainability, nato dalla collaborazione tra Politecnico di Milano e l’Università Bocconi.

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Credits: tiresia.polimi.it

Il master of science congiunto – diretto dalla professoressa Raffaella Cagliano del Politecnico e dal professore Francesco Perrini della Bocconi – si pone come un unicum nel panorama della formazione universitaria in Europa proprio perché vuole formare i futuri top manager della sostenibilità, dei ‘manager-tecnologi’ sempre più richiesti dal mercato del lavoro con una prospettiva fortemente integrata, innovativa e multidisciplinare sulla sostenibilità.

“La trasformazione sostenibile è oggi una sfida imprescindibile per le imprese. La sostenibilità non è solo uno dei pilastri su cui si basano i piani per l’Europa del futuro, ma oggi deve entrare a far parte del dna di ogni modello di business affinché l’impatto delle imprese possa essere sempre più positivo. È fondamentale per noi formare futuri manager che abbiano questa visione.”

spiega il Rettore della Bocconi, Gianmario Verona.

“La tecnologia è, senza ombra di dubbio, il fattore abilitante delle grandi trasformazioni in atto, come nel caso della sostenibilità in tutte le sue accezioni. Impatta in modo decisivo sui processi di business e orienta imprese ed enti pubblici verso piani di sviluppo complessi di cui gli SDGs sono elementi fondativi. Da qui il contributo del Politecnico di Milano e la necessità di combinare le competenze tecniche e formative dei nostri due atenei su tematiche chiave per la crescita economica e sociale.”

aggiunge il Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta.

Il nuovo corso di laurea vedrà la realizzazione di una didattica congiunta, ma secondo le proprie aree di competenza: i docenti Bocconi si occuperanno degli insegnamenti più legati alle discipline delle scienze sociali, del management, dell’economia, della finanza e del diritto necessarie per gestire una transizione sostenibile circolare “giusta”, mentre i docenti del Politecnico formeranno gli studenti sulle tecnologie più avanzate, in particolare nelle aree dell’energia, dell’ambiente, della chimica e della mobilità, oltre a trasferire un approccio ingegneristico orientato a progettare, innovare e gestire sistemi sostenibili. Nel nuovo corso non mancheranno insegnamenti di data analytics, di etica, di diversity e di inclusione.

Il master of science in Trasformative Sustainability, che inizierà nell’anno accademico 2022/2023, è il secondo corso di laurea congiunto tra Politecnico e Bocconi dopo la laurea magistrale in Cyber risk strategy del 2019 (ne abbiamo parlato qui).

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