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Giorgio Locatelli vince un IPMA Global Research Award 2023
Giorgio Locatelli, professore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, ha vinto un IPMA Global Research Award 2023.
Gli IPMA Awards sono un riconoscimento per i project manager che danno il meglio per raggiungere i risultati desiderati dagli stakeholder, dalle organizzazioni o dalla società, affrontando complessità e volatilità sempre crescenti. I giudici hanno valutato le candidature in base ai seguenti criteri: problema di ricerca, processi di ricerca, risultati di ricerca e persone nella ricerca.
Il decennale lavoro di ricerca del professor Locatelli trova un compendio nel progetto “Il successo nella progettazione e consegna di Megaprogetti: una prospettiva di breve e lungo termine”.
I megaprogetti sono progetti caratterizzati da: enormi investimenti (spesso superiori a 1 miliardo di dollari), grande complessità (soprattutto in termini organizzativi) e impatto duraturo sull’economia, l’ambiente e la società.
La ricerca di Locatelli è finalizzata a identificare le caratteristiche dei megaprogetti che influenzano indicatori di successo di breve termine (rispetto dei tempi, costi, qualità – fase 1) e indicatori di successo del progetto di lungo termine (sostenibilità, creazione di valore per gli stakeholder ecc. – fase 2).
Nella fase 1 è stata sviluppata e applicata una metodologia che combina analisi qualitative e quantitative per raccogliere, selezionare e indagare best practices e metodologie per trasferire conoscenze a livello di portfolio. La metodologia è stata applicata alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto, centrali elettriche e smantellamento di impianti nucleari.
Nella fase 2 è stata sfruttata una gamma più ampia di teorie e approcci, ad esempio: “a social identity perspective” per studiare l’impatto della responsabilità ambientale del megaprogetto, una prospettiva di “microfoundations” per studiare l’esperienza delle persone nel megaprogetto; metodi statistici quantitativi quali il “structural modelling approach” per studiare il nesso tra innovazione nell’azienda e innovazione nei megaprogetti.
Giovani ricercatori al Poli, girone “eccellenza”: puntata 1
La ricerca scientifica e tecnologica al Politecnico di Milano ha diverse fonti di finanziamento: in quanto Ateneo pubblico, una gran parte dei fondi proviene dal Ministero; sempre maggiore importanza stanno acquisendo però anche i finanziamenti “esterni”, cioè quelli che provengono da istituzioni o da imprese, che pesano per circa 147 milioni di euro all’anno (un terzo del finanziamento totale della ricerca).
Tra le istituzioni più coinvolte nel finanziamento alla ricerca c’è la Commissione europea. Dal 2014, attraverso il programma Horizon 2020 e Horizon Europe, il Politecnico ha ricevuto circa 262 milioni di euro dalla Commissione, che hanno finanziato 580 progetti di ricerca.
La maggior parte sono progetti di collaborazione tra diversi centri di ricerca. Una parte invece è dedicata ai ricercatori di eccellenza: tra questi, il Politecnico ha accolto 54 ERC e 46 Marie Curie Postdoctoral Fellowship. Si tratta di “grant” che vengono concessi a singoli ricercatori per progetti particolarmente promettenti, che riguardano campi scientifici di frontiera o tecnologie emergenti con grande potenziale di innovazione e di interesse collettivo.
Gli ERC sono destinati a ricercatori affermati, già ai vertici dei loro campi scientifici (se vi interessa scoprire di più sui progetti ERC che portano avanti la ricerca scientifica di frontiera al Politecnico di Milano: ne abbiamo parlato su MAP qui). I grant Marie Curie sono destinati invece alla “seconda generazione” e sono pensati per incentivare i giovani ricercatori che si occupano di questi temi cruciali.
I giovani ricercatori che si candidano per una “Marie Curie Postdoctoral Fellowship” (MSCA-PF) possono presentare una proposta progettuale in collaborazione con enti accademici o non accademici europei e sotto la supervisione di un responsabile scientifico che ne faccia parte.
I migliori atenei attirano i candidati migliori, anche grazie al supporto dei supervisor: scienziati “più anziani”, con esperienza nel campo specifico, in grado di guidare i vincitori nei vari step del progetto di ricerca, che di solito dura 2 o 3 anni.
MSCA MASTER CLASS
Per supportare giovani ricercatori di eccellenza, il Poli ha avviato un programma di talent development per sostenere i giovani e renderli più competitivi nell’acquisizione di grant europei e in generale sul panorama internazionale della ricerca. Una delle azioni previste dal piano strategico è la MSCA Master Class, un percorso di formazione pensato per i potenziali MSCA Postdoc, che possono ottenere supporto dall’Ateneo e da supervisor esperti durante la fase di scrittura della proposta e di sottomissione della stessa in risposta alla call della Commissione Europea.
Solo i migliori candidati vengono ammessi alla Master Class, che massimizza le loro possibilità di successo e allo stesso tempo li incentiva a appoggiarsi al Politecnico di Milano.
Dal 2014 sono 46 i grantee MSCA che hanno scelto il Politecnico per sviluppare le loro attività di ricerca. Ve li raccontiamo nella prossima puntata!
Fili Pari: un nuovo brevetto per la start-up che crea vestiti dal marmo
“È il momento di vestirci nel modo in cui vogliamo vivere, la nostra idea di moda è lontana anni luce dal concetto di usa-e-getta’. Al contrario, l’intero ciclo di vita dei nostri prodotti è pensato per migliorare il benessere del pianeta e delle persone. Utilizzando i sottoprodotti dell’industria del marmo, rendiamo la pietra indossabile e, soprattutto, trasformiamo lo scarto in una meravigliosa opportunità”.
Così Alice Zantedeschi, Alumna in Design per il Sistema Moda, commenta a Quotidiano Nazionale la sua moda sostenibile promossa insieme alla socia, Alumna ed ex compagna di studi Francesca Pievani in Fili Pari, start-up sostenibile ad alto contenuto di innovazione, nata come idea tra i banchi del Poli e poi diventata “reale” anche grazie al percorso di incubazione con Polihub (ne abbiamo parlato qui).
Il loro prodotto, brevettato nel 2014, si chiama MARM\MORE, ed è il primo tessuto al mondo realizzato con polvere recuperata dagli scarti del marmo. Le sue caratteristiche permettono di creare abiti impermeabili, traspiranti e antivento, coniugando performance tecniche a caratteristiche estetiche.
FILI PARI: DOPO MARM\MORE, UN NUOVO BREVETTO
Dopo un ultimo round di investimento nel 2022, in cui il Politecnico è entrato a far parte di Fili Pari come socio, per le due Alumnae, poche settimane fa, si è aggiunto un altro brevetto su un nuovo progetto che ha avuto il sostegno dell’Unione europea: la realizzazione di una tintura a basso impatto ambientale, che utilizza polvere di pietra per dare colore direttamente al filato, risparmiando notevoli quantità d’acqua.
Ma come funziona?
Se il metodo tradizionale necessita di almeno 150 litri d’acqua per tingere un chilo di filato, il procedimento brevettato da Fili Pari in partnership con Dyeberg (storica azienda della Bergamasca che si occupa di tintura dei tessuti) ne richiede soltanto uno.
“Quando l’innovazione di una start-up si incontra con la solidità produttiva di un’azienda manifatturiera, la condivisione di know-how genera una spinta al cambiamento» spiegano Pievani e Zantedeschi, insieme a Chiara Greco di Dyeberg. «Il risultato finale è un prodotto innovativo, industrializzato e scalabile, che racconta le eccellenze del territorio».
Premio Kramer 2022 al prof. Stefano Consonni
L’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere ha assegnato al prof. Stefano Consonni, Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, il prestigioso “Premio Kramer 2022” per i significativi risultati applicativi basati su principi dell’economia circolare.
Laureato in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano nel 1983, Consonni nel 1992 ha conseguito il Ph.D. in Mechanical and Aerospace Engineering presso l’Università di Princeton. A partire dal 1990 è stato docente di vari corsi nell’ambito Macchine e Sistemi Energetici.
“Sono onorato di ricevere questo premio, che riconosce trent’anni di ricerca e impegno per la valorizzazione dei rifiuti e la cattura di CO2. Due strade obbligate nel difficile percorso verso la sostenibilità, che grazie all’Istituto Lombardo e alla Fondazione Kramer continuerò a percorrere con accresciuta soddisfazione!”
ha affermato.
Dopo iniziali studi su turbine a gas, cogenerazione e gasificazione, il prof. Consonni ha perseguito attività di ricerca e consulenza su produzione di energia da biomasse e rifiuti, cattura di CO2, analisi e simulazione di sistemi energetici, impatto ambientale della produzione di energia.
Dal 2005 è presidente di LEAP (Laboratorio Energia Ambiente Piacenza), centro di ricerca senza fini di lucro operante nel settore energetico-ambientale fondato e tuttora partecipato dal Politecnico di Milano.
È stato promotore e coordinatore scientifico di numerosi progetti collaborativi nazionali e internazionali, tra cui i progetti Horizon CLEANKER e HERCCULES per sperimentazione pilota di cattura, utilizzo e stoccaggio di CO2. Dal 2011 è direttore di MatER (Materia ed Energia da Rifiuti), centro studi promosso dal Politecnico di Milano e sostenuto dalle maggiori aziende italiane del settore, che intende porsi come punto di riferimento autorevole sotto il profilo della ricerca scientifica e dell’individuazione delle soluzioni tecniche nell’ambito del recupero da rifiuti.
Chi sono i 7 giovani politecnici nella classifica Forbes dei giovani innovatori
Si arricchisce di nuovi talenti politecnici la classifica di Forbes Italia dedicata ai giovani innovatori under 30, che per il sesto anno consecutivo ha selezionato 100 innovatori divisi in 20 categorie. 7 menti brillanti che hanno sviluppato idee e progetti rivoluzionari in grado di influenzare positivamente l’economia del Paese.
Conosciamoli meglio!
LEONARDO BERTELLI – 26 anni – categoria Science
Leonardo Bertelli, Alumnus ingegneria dell’automazione, è un ingegnere robotico che lavora come consulente in Leonardo, dove si occupa dello sviluppo di un braccio robotico per la Mars Sample Return Campaign.
CAMILLA CECILIA CONTI – 28 anni – categoria Manufacturing & Industry
Camilla Cecilia Conti, Alumna ingegneria energetica, guida la parte esecutiva di Adaptronics, che produce dispositivi meccatronici adattivi per una logistica sostenibile.
Approfondisci nella nostra news: Adaptronics: il “polpastrello elettronico” inventato da due Alumni del Politecnico
RACHELE DIDERO – 26 anni – categoria Consumer Technology
Didero è designer del Politecnico di Milano e co-founder di Cap_able, start-up italiana di fashion high-tech che ha brevettato gli abiti che non permettono il riconoscimento facciale da parte dei sistemi di sorveglianza.
Ne abbiamo parlato anche qui: Proteggere i dati biometrici: dovremmo stare più attenti quando mostriamo la faccia
ALESSANDRO FANNI – 29 anni – categoria Science
Alumnus triennale in ingegneria informatica, Fanni ha creato un’azienda – CShark Solutions – specializzata nella progettazione di sistemi integrati di impianti IoT e comunicazione satellitare.
LISA IANNELLO – 26 anni – categoria Healthcare
Lisa Iannello è Alumna in integrated product design e co-founder di This-Unique, una startup offre box in abbonamento di assorbenti compostabili, 100% cotone organico, che si degradano in sei mesi (contro i 500 anni di quelli tradizionali).
FRANCESCA MADONINI – 27 anni – categoria Science
Francesca Madonini, durante il dottorato di ricerca in Elettronica, ha sviluppato una fotocamera sensibile ai singoli fotoni per applicazioni quantistiche, basata su un innovativo sistema di rilevamento che è stato depositato come brevetto nazionale e internazionale, che l’ha poi portata al MIT di Boston, dove ha proseguito la sua ricerca per sei mesi. Oggi lavora a Empatica, azienda tecnologica italiana in ambito medicale.
GUIDO PUTIGNANO – 20 anni – categoria Science
Guido Putignano, Alumnus triennale ingegneria biomedica, è ricercatore e bioingegnere con la missione di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per ingegnerizzare le cellule staminali in oncologia.
QS Ranking: il Politecnico di Milano è tra le prime 20 università al mondo
Il Politecnico di Milano è tra le prime 20 università al mondo in Design, Architettura e Ingegneria, secondo la classifica QS World University Rankings by Subject 2023, la graduatoria mondiale delle migliori università per ambito disciplinare.
In Design e Architettura il Politecnico si conferma tra le prime 10 università a livello globale, rispettivamente all’8° e 10° posto. Per quanto riguarda Ingegneria il Politecnico si posiziona nella top 20 mondiale, attestandosi in 18° posizione, in un contesto internazionale molto competitivo, dove è difficile rimanere stabili nelle prime posizioni in classifica. In questo modo l’Ateneo, confermando il trend degli ultimi 10 anni, ribadisce di essere un’università capace di guidare la ricerca e l’innovazione scientifica e tecnologica, per contribuire a uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Per quanto riguarda il confronto con il 2022, il Politecnico ha registrato un avanzamento importante in graduatoria in: Computer Science (+16); Mechanical, Aeronautical & Manufacturing (+6), Engineering – Electrical & Electronic (+1) Mathematics (+25), Material Sciences (+20), Environmental Sciences (+21), Physics & Astronomy (+29).
Questo risultato è stato possibile soprattutto grazie alla ottima reputazione del Politecnico (Academic ed Employer Reputation), confermando le opinioni positive di datori di lavoro e di altre università nazionali e internazionali. In particolare l’indicatore Academic Reputation è il più rilevante del ranking (compone il 40% della valutazione finale) ed è basato sulle valutazioni di oltre 150.000 accademici da tutto il mondo. Rilevante è stato anche il risultato ottenuto grazie al nuovo indicatore introdotto quest’anno da QS: IRN, che misura il livello di collaborazione internazionale della ricerca.
Le classifiche mondiali sono strumenti che hanno assunto un valore importante nell’orientare i talenti, a livello globale, verso percorsi formativi di qualità e contesti ricettivi. Il tema dell’attrattività è uno dei punti chiave del Piano Strategico del Politecnico di Milano per il prossimo triennio. Per questo l’Ateneo, già forte di un buon posizionamento, lavorerà per dare maggiori opportunità di studio e di ricerca per i giovani, con particolare attenzione alle pari opportunità. Strumenti chiave verso un approccio inclusivo anche in prospettiva internazionale.
In Italia il Politecnico di Milano si conferma primo assoluto in Architettura e Design e nella quasi totalità delle materie di Ingegneria (Computer Science & Information Systems; Chemical Engineering; Civil & Structural Engineering; Electrical & Electronic Engineering; Mechanical, Aeronautical & Manufacturing Engineering).
Per produrre la classifica 2023, QS ha preso in considerazione 1597 università, in 161 paesi.
ARTCAST4D: la tecnologia immersiva incontra l’arte
Combinare arte e tecnologia immersiva per consentire alle persone di interagire con la cultura e liberare la creatività. Questo è l’obiettivo di Artcast4D, un progetto triennale finanziato dal programma Horizon Europe che vede il Politecnico di Milano e 10 partner provenienti da 7 paesi europei collaborare con artisti, organizzazioni culturali, imprese creative, musei, città e autorità locali per sviluppare nuove esperienze immersive negli spazi pubblici.
Le tecnologie immersive concorrono a migliorare l’ampiezza, la profondità e l’intensità delle performance artistiche e le esperienze dei visitatori nelle aree pubbliche e presso le istituzioni artistiche e culturali. Tuttavia, tali tecnologie non sono oggi né facilmente disponibili, né accessibili a tutti. Artcast4D si propone di sviluppare una soluzione open-source basata sul collaudato software real-time 2D/3D AAASeed.
Il progetto contribuirà a sviluppare il potenziale delle industrie culturali e creative, favorendo il contenimento dei costi di progettazione e sviluppo e permettendo di realizzare esperienze utente non invasive, immersive e interattive, integrando fin dall’inizio tecniche di valutazione e misurazione dell’impatto online.
La tecnologia di Artcast4D verrà sperimentata in 4 progetti pilota a Issy-les-Moulineaux (Francia), Hounslow (Regno Unito), Valencia e Atene, ciascuno focalizzato su temi ed esperienze diversi e che coinvolgeranno creativi e partner industriali insieme alla società civile.
Per maggiori informazioni Il sito di Artcast4D Society @polimi
Su Nature la ricerca che ha portato il Politecnico sulla sonda DART della NASA
Deviare la traiettoria di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, mediante un impatto controllato a massima velocità con una sonda spaziale. È stata questa la sfida della missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA conclusa con successo il 26 settembre 2022, nella quale il Politecnico ha avuto un coinvolgimento diretto come parte del team scientifico (leggi la news qui).
I primi risultati scientifici sulla missione DART sono stati pubblicati sull’autorevole rivista Nature all’interno di tre articoli, di cui il ricercatore Fabio Ferrari del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano è co-autore.
“DART rappresenta un momento storico per l’esplorazione spaziale: non è solo il primo test di difesa planetaria, ma è anche la prima volta in cui visitiamo un asteroide binario (un sistema dove due asteroidi orbitano attorno ad un centro di gravità comune) e in cui abbiamo la possibilità di osservare come un asteroide possa reagire ad una sollecitazione esterna – spiega Fabio Ferrari, coautore degli studi scientifici su DART-. Questo ci ha permesso, e ci permetterà ancora nei prossimi mesi, di studiare la struttura e la storia evolutiva di questi corpi celesti, così vicini a noi ma ancora così poco conosciuti. Il Politecnico di Milano fa parte del team scientifico della missione DART e ha contribuito allo studio degli aspetti legati alla dinamica evolutiva del sistema binario Didymos. Questi riguardano il moto e la stabilità del sistema binario, nonché la struttura interna dei due asteroidi Didymos e Dimorphos. Il Politecnico ha avuto anche un ruolo decisivo nella caratterizzazione del moto dei frammenti espulsi a seguito dell’impatto, e della loro morfologia osservata tramite telescopi orbitali e da Terra”.
L’articolo descrive la riuscita del test di tecnologia di impatto cinetico sull’asteroide Dimorphos. La missione DART è stata la prima a testare questa tecnologia a piena scala, dimostrando che è una tecnica efficace per la difesa planetaria, contro eventuali minacce asteroidali.
Nello studio vengono descritte le osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble sul materiale espulso dall’impatto di DART con l’asteroide Dimorphos. Le osservazioni hanno mostrato una complessa morfologia del materiale espulso, condizionata dall’interazione gravitazionale tra l’asteroide e la polvere sotto l’influenza della pressione della radiazione solare.
L’articolo – di cui è coautrice anche la professoressa di Meccanica del Volo del Politecnico Michèle Lavagna – contiene la dimostrazione dell’efficacia dell’impatto cinetico di un satellite nell’evitare una potenziale collisione con la Terra. Nell’articolo viene quantificato l’effetto di deflessione prodotto dall’impatto ad alta velocità sull’orbita del sistema binario Didymos, mostrando come l’espulsione dei frammenti generati a seguito dell’impatto abbia contribuito ad aumentare l’efficienza dello scambio di energia tra la sonda e l’asteroide.
“È la prima volta che si tenta di deviare un corpo celeste dal suo percorso orbitale naturale in modo percettibile e significativo e di misurarne l’efficacia – aggiunge Michèle Lavagna-. Ed è soprattutto la prima volta che, ad assistere all’impatto, ci sia un satellite di taglia estremamente piccola, LICIACube, prima sonda Europea a viaggiare nello spazio profondo. Il suo ruolo è stato fondamentale nell’acquisire immagini durante e dopo l’impatto di DART: immagini che hanno contribuito alla comprensione della composizione e della struttura di Dimorphos e della dinamica del sistema binario asteroideo, avendo registrato la sequenza di formazione dei frammenti post impatto e la loro espansione nello spazio circostante nei minuti a seguire lo scontro di DART. Il Politecnico di Milano, insieme all’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), ha contribuito alla progettazione e alla guida di questo piccolo satellite scientifico ed è fattivamente coinvolto nelle attività scientifiche correlate all’analisi delle immagini acquisite per ricostruire l’evoluzione del moto dei frammenti generatisi”.
Forse non sapevi che…il Politecnico in numeri
15/03/2023
1863: una data che alla maggior parte delle persone non dice nulla, ma che per i politecnici risulta familiare. La si può leggere, infatti, sulla facciata del rettorato, il celebre edificio e sede storica del nostro Ateneo, in piazza Leonardo da Vinci, che ha visto tanti studenti e professori fare avanti e indietro tra lezioni, esami e sessioni di laurea.
Da quel mitico 1863 sono (quasi) passati 160 anni, e quale modo migliore per “festeggiare” questa ricorrenza (che a onor del vero cade esattamente il 29 novembre), se non vedere da dove siamo partiti e dove siamo arrivati, in tutto questo tempo?
Vogliamo farvelo vedere a parole e numeri: iniziamo!
GLI STUDENTI
Il primo rettore, Francesco Brioschi, divenne subito celebre per la sua severità e la rigidità disciplinare con cui guidava l’Ateneo, che allora si chiamava Regio Istituto Tecnico Superiore e contava appena una trentina di iscritti, tutti ingegneri e tutti maschi.
Bisognerà aspettare più di 20 anni per vedere le prime donne tra i banchi: la prima iscritta, Tatiana Wedenison, è del 1888, ma per avere la prima laureata, Gaetanina Calvi, ingegnera civile, si deve attendere il 1913; qualche anno dopo, nel 1918, si laurea in Ingegneria Industriale Maria Artini, la prima elettrotecnica italiana.
In Architettura, le prime laureate, Carla Maria Bassi e Elvira Morassi, sono del 1928. Negli anni seguenti la presenza femminile al Politecnico diviene una costante, seppur numericamente esigua e alla metà degli anni Quaranta su circa novemilacinquecento laureati, le donne sono un centinaio.
Nell’anno accademico 2021/2022 invece la popolazione studentesca iscritta al Politecnico è nell’ordine delle migliaia: si contano 47.170 studenti iscritti (a.a. 2021/2022, aggiornamento: febbraio 2022), di cui
- 7.231 architetti
- 4.294 designer
- 35.645 ingegneri
Di questi, circa un terzo sono donne (36,8% nel 2021 per le lauree magistrali rispetto al 31,8% delle lauree triennali). C’è poi un consistente gap tra le iscritte a ingegneria rispetto alle iscritte ad architettura e design:
“il dato delle iscrizioni di ingegnere al POLIMI – si legge sul bilancio di genere 2022 – è in linea con la media nazionale, che vede per il settore Engineering and Technology una percentuale di iscritte nel 2021 pari al 27,2% (dato praticamente invariato rispetto a quello dell’anno precedente, 27,1%). Ad Architettura e Design vi è una popolazione studentesca prevalentemente femminile sia nella Laurea Triennale sia nella Laurea Magistrale. Inoltre, in tutte le aree la presenza femminile aumenta nel passaggio dalla Laurea Triennale alla Laurea Magistrale”.
Superare gli stereotipi: cosa fa il Politecnico per incentivare le iscrizioni di giovani ragazze a ingegneria?
I CORSI
Inizialmente limitato al triennio di applicazione e ai due indirizzi in Ingegneria Civile e Industriale, l’Istituto nel 1865, per iniziativa di Camillo Boito e attraverso l’interazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, si arricchisce della Scuola per Architetti e nel 1875 si completa con la Scuola preparatoria biennale.
Oggi il Politecnico è un’eccellenza nel panorama universitario italiano e mondiale: nella classifica QS 2023 di giugno 2022, l’Ateneo si posiziona al 1° posto in Italia e al 139° posto nel mondo, entrando nel top 10% delle università eccellenti. Oggi anche l’occupazione dei nostri laureati segna un trend molto positivo: il 98% dei magistrali lavora infatti già a un anno dal titolo, con la quasi totale l’occupazione degli ingegneri (99%), ma anche degli architetti e dei designer (rispettivamente 97% i primi; 94% i secondi) e si confermano al 99% gli occupati a 5 anni (dati 2022).
LE SEDI DEL POLITECNICO
La prima sede si trovava nel Collegio Elvetico di via Senato a Milano mentre due anni dopo, nel 1865, si spostò in piazza Cavour, nel Palazzo della Canonica. Nei decenni successivi l’espansione dell’Ateneo (che arrivò ad occupare 10.000 metri quadri) portò lo Stato, il Comune e la Camera di Commercio di Milano alla decisione di decentrare il Politecnico per poterlo accorpare in un unico luogo: la scelta cadde sull’area periferica delle Cascine Doppie, “nella distesa dei parti di Lambrate”, come la descrisse l’Alumnus Carlo Emilio Gadda. La sede, che poi sarebbe diventata la sede storica di Piazza Leonardo da Vinci, venne inaugurata ufficialmente nel 1927.
Ma in poco tempo il Politecnico divenne più della “sola” piazza Leonardo. Negli anni successivi venne realizzata la sede della facoltà di architettura, che poi venne ampliata negli anni ‘80 in via Ampère, con un edificio progettato da Vittoriano Viganò e la costruzione dei palazzi per i dipartimenti di matematica e meccanica che poi divennero celebri con il nome di “Nave” e Trifoglio”.
Nel 1987 è poi partito un processo di diffusione territoriale dell’Ateneo, il “Politecnico Rete”, che ha portato all’apertura dei poli regionali di Como (1987, attivo fino al 2018) e di Lecco (1989) e delle sedi territoriali di Cremona (1991), di Mantova (1994) e di Piacenza (1997), con lo scopo di stabilire un rapporto più diretto con gli studenti e di interagire con le comunità e con le realtà produttive locali.
Inoltre, nella zona di Milano Bovisa, dove c’erano alcuni capannoni dismessi e i vecchi gasometri, sono sorti a partire dal 1989 un campus universitario con le nuove Facoltà di Architettura Civile, di Design e di Ingegneria Industriale e una serie di laboratori tra i più avanzati e innovativi d’Europa: la Galleria del Vento, per lo sviluppo della ricerca in ambito fluidodinamico; il Laboratorio di Sicurezza dei Trasporti, con le spettacolari prove di crash; i Laboratori del Design.
Nel 2021 è stato inaugurato, a Milano Leonardo, il nuovo campus di Architettura progettato da Renzo Piano nell’area di via Bonardi, che ha portato a un incremento degli spazi aperti e di studio a disposizione degli studenti e a un miglioramento della qualità ambientale attraverso la creazione di ampi spazi verdi.
RICERCA E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
Nel corso degli anni l’Ateneo si è distinto per essere un punto di riferimento nella ricerca nazionale e internazionale.
Il Politecnico di Milano è la prima università in Italia e la settima in Europa per numero di progetti Horizon Europe.
- 281 progetti finanziati dall’UE (FP7) (2007-2013)
- dal 2021 a oggi, ha raggiunto lo straordinario risultato di 126 progetti vinti, di cui 17 ERC, per un valore di oltre 64 milioni di euro (leggi qui).
Il Politecnico di occupa anche di trasferimento tecnologico: attraverso il TTO e Polihub, gestisce le fasi iniziali/l’analisi della sfruttabilità della ricerca, i contatti con gli inventori, il processo di brevettazione, e l’avvio degli spin-off aziendali), per poi intervenire a sostegno delle azioni avviate dal offrendo ai giovani imprenditori e ricercatori i servizi necessari all’avvio della prima fase della loro azienda.
- spin-off: 105 società costituite e accreditate dal 2000 a oggi, di cui 82 attive [agg. 31/12/2022]
- 2671 brevetti [agg. 31/12/2021]
- 949 famiglie brevettuali [agg. 31/12/2021]
IMPATTO SOCIALE
Da non dimenticare poi i progetti ad alto impatto sociale che l’Ateneo sviluppa e che vengono finanziati, ogni anno, dalle donazioni del 5 per mille (scopri qui come donare).
Nel 2022, con 985.530 €, l’Ateneo si classifica al 1° posto tra le università nella classifica degli enti ammessi al beneficio della donazione relativamente all’importo delle donazioni, mentre arriva al 6° posto tra tutti gli enti di ricerca (leggi qui).
L’Ateneo ha investito questi fondi in progetti di ricerca ad alto impatto sociale, integrandoli con una parte di co-finanziamenti stanziati dai dipartimenti stessi o da enti pubblici e sponsor, secondo la visione politecnica di sviluppo sostenibile che promuove il coinvolgimento di privato, pubblico, società civile, mondo della ricerca e istituzioni finanziarie.
Ambiente, energia, salute, rigenerazione urbana, sostegno a popolazioni e territori fragili (ma l’elenco potrebbe continuare) sono sfide globali che riguardano tutti e che pongono domande a cui la ricerca scientifica è chiamata a rispondere. È un impegno che il Politecnico di Milano ha nel proprio DNA.
Fonti:
Rinnovato l’accordo con Snam
Snam e Politecnico di Milano, anche attraverso la propria Fondazione, hanno rinnovato oggi l’accordo di collaborazione su attività congiunte di ricerca dedicate al ruolo del sistema gas per la sicurezza e la transizione energetica del Paese, con un focus specifico sulle potenzialità delle molecole verdi, come idrogeno e biometano, e sull’innovazione.
L’accordo quadro si concentrerà sullo sviluppo di studi e progetti in più ambiti: dalla sicurezza delle infrastrutture, a partire da monitoraggio e manutenzione degli asset, ai gas verdi (idrogeno e biometano) e alle tecnologie per la decarbonizzazione, come la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS – Carbon Capture and Storage).
“Un’intesa chiave in un contesto, quello della transizione energetica, che è centrale per i bisogni delle imprese, fondamentale per lo sviluppo di nuove competenze, aperto a potenzialità inesplorate sul fronte della ricerca. Un tema al centro di ogni politica di riqualificazione del Paese“.
commenta Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano.
La sostenibilità è una delle priorità del nostro ateneo, in prima linea sulle tematiche verdi e sulle tecnologie per la decarbonizzazione. La condivisione di strategie, obiettivi e risorse con una grande impresa leader di settore come Snam traccia un percorso chiaro di crescita“.
La collaborazione prevede inoltre ricerche congiunte su modelli innovativi di sviluppo del biometano, che consentano di accelerarne la produzione su larga scala, e di misure di efficienza energetica per i settori della pubblica amministrazione, dell’edilizia residenziale, del terziario e industriale.
Sul fronte dell’idrogeno, si svolgeranno studi di fattibilità sulle tecnologie adoperabili nelle varie fasi della catena del valore (produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzo), approfondimenti sull’impatto delle miscele di idrogeno e gas naturale sulla rete esistente, e analisi di mercato sui potenziali utilizzi del vettore energetico pulito nei settori industriale, residenziale e della mobilità.
L’accordo include anche iniziative di ricerca sulla digitalizzazione applicata alle infrastrutture gas (dati satellitari radar e ottici, intelligenza artificiale, machine learning, algoritmi predittivi e dispositivi robotici per ispezioni e monitoraggio), sulla finanza sostenibile, sulla formazione del personale e sull’attrazione dei talenti.
“L’accordo con Snam punta a ribadire la necessità di affrontare in modo sinergico i temi della transizione energetica in un’ottica di sostenibilità e innovazione“
sottolinea Andrea Sianesi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano.
“Un sodalizio che mira a consolidare rapporti duraturi per la realizzazione di ricerche all’avanguardia. La collaborazione nasce dal dialogo costante tra impresa e università, una partnership che sta diventando una prassi consolidata per il Politecnico di Milano e la sua Fondazione e che condivide con le aziende coinvolte fabbisogni, strategie e visioni“.