Il futuro dell’università non è a distanza

A un anno dal “paziente zero”, il Rettore ripercorre i mesi alla ricerca di un nuovo equilibrio

“Ormai siamo a un anno dal paziente zero, il primo caso a Codogno. È stato un anno difficile e complesso, ma che ci ha anche dato la sensibilità di avere il privilegio della decisione, della responsabilità”, dichiara il Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta in un’intervista a askanews.

Il Politecnico ci ha messo 15 giorni a trasferire la didattica sulle piattaforme digitali, con l’obiettivo prioritario di mettere al sicuro le carriere degli studenti. Fatto questo, l’Ateneo ha iniziato a pianificare per il futuro. “Bisognerà ora trovare un equilibrio, capire quanto questi strumenti sono ancora validi”.

Tornare in presenza, secondo il rettore, è importante “perché la relazione e il confronto sono la base di ogni processo di formazione”: se è vero che la pandemia, come Ateneo, ci ha trovati preparati e reattivi, adesso è importante guardare avanti e progettare i prossimi passi, per mettere a terra quanto imparato e quanto ci è mancato in questi mesi.

“Noi abbiamo bisogno di fare un percorso di formazione che non sia semplicemente nozionistico, ma sia una crescita personale”, commenta il Rettore. Il valore della formazione universitaria sta insomma anche nell’esperienza, nel progetto, nel lavoro congiunto, in comunità multiculturali e multisociali. “Ogni volta che uno riesce a riordinare le proprie idee, a confrontarsi con altre persone, a esporle, a raccontarle, ad ascoltare le critiche, cresce e tutte le volte che questo viene meno stiamo perdendo un pezzo importante della formazione, ma anche della vita”.

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