“Milano: quartiere che vai, Alumni che trovi”. No, non siamo impazziti, abbiamo solo letto questo articolo di Urban File, che annuncia i vincitori della seconda edizione del “Premio Architettura e Urbanistica 2021” per la città di Milano e abbiamo scoperto che ben 7 degli 8 progetti portano una firma politecnica. Non male, vero?
Vediamoli insieme: chissà che non siate passati davanti ad alcuni di questi senza saperlo…
Il nostro nuovo Campus, inaugurato a giugno dell’anno scorso, vince nella categoria “Arredo Urbano – Spazi pubblici – Ciclabili – Verde”.
La riqualificazione del campus di architettura del Politecnico è un progetto che viene da lontano e di cui si comincia a parlare nella primavera del 2017 (l’inizio della storia lo trovate su MAP #1) grazie all’idea donata da Renzo Piano al Politecnico, in seguito progettata da un altro grande Alumnus, Ottavio Di Blasi – ODB&Partners (la sua intervista su MAP #7).
I due architetti hanno ideato e sviluppato una radicale riorganizzazione degli spazi di via Bonardi sulla filosofia che Piano definisce del “rammendo”: “ricucire” e collegare, infatti, sono tra le funzioni del nuovo Campus, pensato come uno spazio aperto a tutta la città, un parco urbano che mette in comunicazione il parco Ponzio con il sistema verde di Piazza Leonardo da Vinci.
Nelle parole di Urban File:
“Gli spazi prima utilizzati solo come attraversamento e di servizio, dall’aspetto privo di identità e asettico, si sono trasformati in un luogo bello, vivibile e soprattutto verde”.
Il progetto di Asti Architetti (studio dell’architetto e Alumnus Paolo Asti) in via Alserio 10 ha trasformato la sede degli in un raffinato edificio residenziale ribattezzato “Isola 10”.
“Le sinuose curve delle ampie terrazze disegnate da Asti Architetti, i rivestimenti in legno sintetico, hanno restituito un’immagine molto più sofisticata a questo edificio dalla forma particolare, nato [nel 1970] per essere sede del Reader’s Digest”.
Parlando di rigenerazione di edifici esistenti ma di tipo direzionale, Urban File ritiene che il progetto più interessante realizzato nel 2021 in questa categoria sia il Vetra Building, in Piazza Vetra 17.
L’edificio originario nacque nei primi anni ‘60 su progetto di Ferdinando Reggiori allo scopo di creare una nuova sede per l’Esattoria di Milano, insediandolo in un quartiere che doveva risorgere dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Col tempo però il contesto si fece sempre più degradato, fino a quando, negli anni ‘90 il parco venne recintato per poter essere chiuso nelle fasce orarie in cui la vigilanza non poteva essere garantita, mentre tutto il fronte dell’immobile a contatto con il parco diventava una zona d’ombra e di microcriminalità.
L’intervento della società internazionale di architettura e design Il Prisma e Artelia – che vede l’Alumnus e ingegnere edile Carlo Carone tra i suoi partner principali – ha rinnovato lo spazio pubblico attraverso la riqualificazione dell’edificio, “per ripristinare un nuovo dialogo con la città, anche attraverso l’architettura e l’arte, rivitalizzando anche i portici abbandonati al loro destino negli anni passati, aprendo anche un varco nel mezzo che unisce due lati del quartiere, inserendovi anche un’opera d’arte spettacolare di Patrick Tuttofuoco”.
Calzoni Architetti, studio dell’Alumna e docente della Scuola del Design del Politecnico Sonia Calzoni, ha progettato Casa Borio, il piccolo ed elegante edificio in via Monte Rosa 66.
Dal gusto anni ‘60 e dalle linee semplici ed efficaci, l’edificio ha ampie terrazze poste sul lato rivolto a meridione e sul piccolo giardino che riscaldano e rassicurano coi loro colori ambrati.
Interessante il trattamento “diverso delle facciate: più urbano sulle vie pubbliche e maggiormente aperto, con ampi serramenti in cristallo, inserimento di balconi continui e facciate rivestite da legno ricomposto per dialogare e appartenere al giardino stesso”.
Progetto CMR dell’Alumnus Massimo Roj firma il complesso per uffici “The Sign”, che vince nella categoria “Edilizia direzionale di nuova costruzione”.
Si tratta di un’opera che ha “risolto e ravvivato un’area altrimenti depressa di Milano, creando uno spazio lavorativo piacevole e una piazza, Piazza Fernanda Pivano, perfetta per passeggiare e rilassarsi nelle pause lavorative”.
Il complesso comprende due edifici per uffici di 9 e 11 piani, un edificio di produzione di 3 piani e una vasta piazza pedonale e pubblica per una superficie totale di 20.400 mq.
Dietro la nuova scuola primaria di Via Viscontini a Milano c’è la Tecnicaer Engineering, che vede come architetto responsabile l’Alumna Margherita Carabillò.
Si tratta di un progetto che ha messo in gioco un percorso condiviso e partecipato che ha coinvolto insegnanti, genitori, collaboratori scolastici e bambini.
“La scuola ha una struttura all’avanguardia, a basso impatto ambientale, con pannelli fotovoltaici sul tetto e ridotti consumi di energia. L’edificio è stato progettato per garantire un’ottimale qualità acustica e assicurare una qualità dell’illuminazione naturale interna”.
Il complesso scolastico, denominato “la scuola dei colori”, può ospitare 600 bambini ed è dotato di palestra, auditorium e biblioteca accessibili anche al di fuori dell’orario scolastico. L’edificio principale ha 20 classi e dispone di 8 laboratori.
Il progetto, a opera dell’Alumnus Pasquale Francesco Mariani Orlandi, ha permesso la riapertura delle porte del teatro lirico dopo più di vent’anni di inattività.
“Nato come Teatro della Cannobiana nel 1779, un anno dopo La Scala, il Lirico con un restauro da 16 milioni di euro ospita nella sua nuova conformazione 1.517 spettatori – 798 in platea, 505 in galleria, 120 e 36 rispettivamente nella prima e nella seconda balconata. Inoltre ospita anche un ristorante con vista sul palco, una sala multimediale da 100 posti al foyer del primo piano e altre sale laterali. Sono presenti nuovi camerini e anche una sala prove con vista sul Duomo. Un teatro del popolo, come lo definisce il direttore Matteo Forte, destinato ad arricchire sensibilmente l’offerta culturale cittadina”.
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