Cosa vedere alla Design Week 2023: una (parziale) guida politecnica

Per orientarci nell’eclettica kermesse milanese, abbiamo chiesto l’aiuto alla Scuola di Design del Poli e alla nostra Alumna, la designer Elena Salmistraro

La Milano Design Week può essere una vera e propria caccia al tesoro. Scegliere cosa vedere non è un gioco da ragazzi, noi abbiamo deciso di iniziare con l’aiuto del Sistema Design del Politecnico di Milano – cioè la Scuola del Design, il Dipartimento di Design e POLI.design, che partecipano a diversi appuntamenti con l’obiettivo di mettere in luce progetti e processi creativi degli studenti, veri protagonisti della nostra Accademia: un’occasione per scoprire il vostro Politecnico al di fuori delle “mura” dell’Ateneo. Ne trovate una guida (non esaustiva, sarebbe impossibile), a questo link.

UN TOUR PER GLI ALUMNI

Nell’attesa di questi sei giorni intensi, dal 17 al 23 aprile, abbiamo anche fatto una chiacchierata con l’Alumna e designer politecnica Elena Salmistraro, una delle figure più importanti del design contemporaneo internazionale, per (provare a) darvi una “guida tascabile” alla 61° edizione del Fuorisalone. Anche per lei, non è facile selezionare i posti più interessanti da vedere, viste le possibilità offerte dal Fuorisalone. Ci prova lo stesso: “Alcova ha tutte le novità, ed è un posto da visitare assolutamente anche perché lascia molto spazio alla sperimentazione”, inizia. Fondata nel 2018, Alcova è una piattaforma itinerante per il design indipendente e sostenibile che quest’anno, alla sua quinta partecipazione Fuorisalone, è ospitata dall’ex macello di Porta Vittoria, in Viale Molise 62 (che potrebbe essere la prossima hot zone di Milano, dopo l’espansione di NoLo). Qui troviamo anche una vecchia conoscenza della redazione, il designer Matteo Ragni.

“Anche il Brera Design District – aggiunge Salmistraro – rappresenta uno spazio consolidato, da non perdere”: Brera, tra il mistero dei suoi vicoli e la luce che invade le sue piazze, quest’anno ospita più di 200 eventi e installazioni. Tra un happening e l’altro, consigliamo una pausa rilassante all’Orto Botanico, dove potrete trovare, tra i protagonisti, anche il designer e architetto politecnico Italo Rota. Poi ci accompagna, metaforicamente, anche per i bellissimi chiostri dell’università Statale, che, come ormai da tradizione, ospitano numerose installazioni concettuali e interattive. Sempre per restare in tema “Poli”, qui troverete The Amazing Playground di Amazon, featuring Stefano Boeri Interiors.

Il nostro tour con Salmistraro (ma è solo uno dei mille possibili) si chiude nel luogo che sente più sente suo, legato indissolubilmente alla storia del Fuorisalone: il famoso Quadrilatero, che non ha bisogno di presentazioni. “Quest’anno Tortona è tornata in auge. Tra i moltissimi eventi, ospiterà anche una mostra di Giulio Cappellini alla quale partecipo anch’io”.

Elena Salmistraro. Credits: www.elenasalmistraro.com

UN APPUNTAMENTO FISSO, PER PASSIONE

Salmistraro ci racconta di come ha vissuto la Design Week da studentessa, attiva nel Fuorisalone, sino a diventare una figura di spicco del Salone stesso. “Quando ho iniziato a frequentare Industrial Design al Poli, aspettavo il Fuorisalone con grande entusiasmo e cercavo di vivere tutti gli eventi che si svolgevano nella zona di Via Tortona, partecipando attivamente con la distribuzione di biglietti e riviste. Per me il Fuorisalone era il Salone”. A guidarla era soprattutto la curiosità di osservare da vicino le nuove tecniche e i nuovi materiali, ma anche, soprattutto “da grande”, un’occasione di creare nuovi contatti e collaborazioni. “Ogni età ha la sua stagione”, spiega. Infatti, nel 2017 con I vasi dei Primati Elena vince il Premio come “Miglior Designer emergente del Salone del Mobile”, affermandosi come designer controcorrente in una fase in cui il minimale andava decisamente per la maggiore. Fu un rischio, ma finì tutto bene: “Si era creata una fila allo stand per vedere questi vasi che non ti dico. Sono passata dalla paura di un fallimento a vedere il mio nome sul palco come vincitrice del premio. Devo dire sinceramente che non ricordo nemmeno cosa ho detto nel discorso di premiazione ma l’emozione è stata unica.”

Primates, Ceramic vases for Bosa by Elena Salmistraro. Photo By: Tiziano Rossi. Credits: www.elenasalmistraro.com

LE COLLABORAZIONI DEL 2023

Nel corso della sei giorni della Design Week 2023, la nostra Alumna dovrà dividersi tra il Salone e il Fuorisalone. Si fa fatica a contare le iniziative che ospitano i suoi progetti, ve ne segnaliamo due. Per Tai Ping Carpets, azienda francese specializzata nella creazione di tappeti, ha realizzato una collaborazione esposta al Brera Design District, nel contesto del Fuorisalone: “Si tratta di una collezione di sei tappeti, che ho chiamato ‘Legami’, realizzati con tantissime tecniche diverse unite insieme: come un campionario di tutte le lavorazioni possibili che ricreano questi intrecci, formando dei nodi che vogliono rappresentare i legami umani. Per la Design Re-Evolution, l’installazione di Interni realizzata in zona Statale, invece ha collaborato con Hines, con un’installazione digitale sulla Torre Velasca, ancora in fase di ristrutturazione. Un’occasione unica per vedere questo storico simbolo milanese sotto una nuova luce. Ed è proprio questa una delle caratteristiche principali della Milano Design Week: quelli che sembravano capannoni abbandonati, magicamente prendono vita e luce, come moderne zucche magiche che ospitano non una Cenerentola, ma migliaia di persone.

È vero, non si trova un taxi, figuriamoci un parcheggio, ma non importa: meglio girare a piedi e godere della cornice, perché in questi giorni si aprono spazi che solitamente sono chiusi, come cortili, lussuosi loft, aree industriali, edifici storici. Se qualcuno lo chiedesse a noi, risponderemmo che il design è lo sforzo di portare la bellezza negli oggetti e nelle abitudini della vita quotidiana, un terreno dove si incontrano tecnica, estetica e funzionalità. E, ovviamente, progettualità politecnica. Per Elena, l’emozione è a tutti gli effetti una funzione dell’oggetto e forse è per questo che racchiude in queste poche parole il ‘senso’ del Fuorisalone: “per me, rappresenta la vita stessa di Milano”. Tutto sempre con concretezza, e, infatti, Salmistraro conclude così: “la cosa fondamentale per me è che le aziende con cui collaboro mantengano una qualità molto alta, in modo da facilitare il mio lavoro”.

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