Il Politecnico di Milano ha sviluppato un innovativo dispositivo tecnologico, per utilizzo industriale, destinato allo studio di nuovi farmaci per il trattamento di patologie cerebrali come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson. È il principale risultato del progetto europeo DIANA (Organ-on-a-chip Drug screenIng device to tArget braiN diseAse), finanziato nel 2019 dal bando Proof-of Concept dell’ERC (Consiglio Europeo della Ricerca).
DIANA ha riunito università e aziende in un consorzio tra il Politecnico di Milano e la PMI innovativa Neuro-Zone srl, specializzata in attività di discovery a supporto dello sviluppo di farmaci nell’ambito delle malattie neurologiche e neurodegenerative. Il progetto è stato potenziato dal coinvolgimento di Diego Albani, ricercatore in neuroscienze dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, esperto di approcci farmacologici innovativi per le malattie neurodegenerative.
La piattaforma Chip4D Brain sviluppata da DIANA è basata su una tecnologia d’avanguardia nota come “organ-on-a-chip” che consente di riprodurre funzionalità complesse di organi su sistemi della dimensione di un vetrino da microscopio.
spiega Carmen Giordano, docente di Bioingegneria al Politecnico di Milano.
Si tratta di un ulteriore tassello verso lo sviluppo di modelli in vitro evoluti, che possono riprodurre alcune delle caratteristiche fondamentali dei sistemi biologici, come ad esempio la tridimensionalità o la presenza contemporanea di diversi tipi di cellule, proprio come nel nostro cervello, per valutare il potenziale di nuovi farmaci di attraversare la barriera ematoencefalica e raggiungere efficacemente il tessuto cerebrale.
La piattaforma miniaturizzata innovativa è in grado di integrare in un unico sistema in vitro la barriera emato-encefalica, che protegge il nostro cervello dall’aggressione di molecole ed agenti esterni, ed un modello di tessuto cerebrale.
Chip4D Brain ha permesso anche l’implementazione dei modelli cellulari di barriera ematoencefalica e cervello, già in uso presso Neuro-Zone, rendendoli più prossimi al profilo biologico di un paziente grazie all’uso di cellule staminali umane commerciali.
Carmen Giordano aggiunge:
In uno scenario internazionale dove le restrizioni o le valutazioni etiche verso l’uso di modelli animali anche nell’ambito delle neuroscienze sono molto articolate, sono sempre più urgenti i modelli in vitro predittivi ed avanzati.
La missione che DIANA ha affrontato è di forte attualità: nei prossimi decenni le patologie cerebrali come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson avranno un notevole incremento, ma sfortunatamente lo sviluppo di farmaci efficaci richiede un processo decennale, investimenti di miliardi di euro a fronte di un tasso di fallimento, che, per la sola malattia di Alzheimer, è prossimo al 95%.
In Italia, nonostante le donne siano oltre la metà dei laureati (il 58,7% del totale nel 2020), solo 16 su 100 hanno un titolo in discipline STEM, contro 35 uomini (Istat, 2021): un gap importante se si considera che le carriere connesse agli ambiti scientifici sono quelle dei cosiddetti “lavori del futuro”, in grado di influire su innovazione, benessere sociale, crescita inclusiva e sviluppo sostenibile.
È dunque nella direzione del sostegno della presenza femminile in corsi di laurea Stem che si è mosso il Gruppo 24 ORE con la propria borsa di studio destinata a ragazze iscritte a ingegneria presso il Politecnico di Milano: inserito nella più ampia iniziativa del Politecnico “Girls@Polimi”, il bando “STEM 4 Women @Gruppo 24 ORE”, apertosi lo scorso 4 ottobre, si è concluso con l’assegnazione della borsa di studio a Valeria Pantè, studentessa di Ingegneria Informatica.
“Ringrazio infinitamente il Gruppo 24 ORE ed il Politecnico di Milano per questa meravigliosa iniziativa, che incentiva l’inclusione in ambito STEM e ne sottolinea l’importanza. In questo ambito di studi si fa ancora fatica ad avere una parità di genere in termini di iscritti, nonostante non esista alcuna barriera per superare questo ostacolo: uomini e donne hanno le stesse abilità e capacità. L’inclusività e la diversità sono elementi essenziali per avere punti di vista differenti e trovare soluzioni più efficaci.”
Credits: Polimi
Questa borsa di studio si inserisce tra le iniziative – anche in sinergia con aziende e Alumni – del Politecnico che si propongono di favorire la presenza femminile nei corsi di studio di ingegneria in cui le donne sono al di sotto del 35%, come spiega il rettore Ferruccio Resta:
“La collaborazione con il Sole 24 Ore si inserisce in un percorso che il Politecnico di Milano ha tracciato con chiarezza tra le sue linee strategiche, quello di aumentare la presenza femminile all’interno di corsi di studio in cui le donne sono al di sotto del 35%. È fondamentale che la questione di genere sia condivisa dalle imprese in una sorta di passaggio del testimone tra l’aspetto formativo e la crescita professionale. I due devono andare a braccetto. Riconoscere e incentivare il talento è il primo passo in questa direzione.”
Puoi sostenere anche tu le borse di studio Girls@Polimi con una donazione a partire da 10 euro. Clicca qui.
Il Parco Archeologico dell’Appia Antica è stato istituito nel 2016 e rappresenta l’area urbana tutelata più estesa d’Europa, con 4.500 ettari di paesaggio con aree archeologiche che si susseguono, costeggiando gli oltre 16 km della Via Appia Antica ‘Regina Viarum’.
Da oggi il Parco non temerà più lo scorrere del tempo: grazie al lavoro effettuato con Politecnico di Milano è stato possibile creare un vasto progetto organico e sistematico di rilievo e di digitalizzazione del territorio, allo scopo di dare forma a un moderno Atlante geografico.
L’obiettivo è quello di creare un “living digital twin 4D”, cioè un gemello digitale vivo da accrescere e monitorare nel tempo, a disposizione di esperti, curatori e fruitori, che si occupano di restaurare e conservare l’area urbana sotto tutela più estesa d’Europa.
“Un gemello digitale vivo (digital twin) – commenta Raffaella Brumana del laboratorio GIcarus ABCLab del Politecnico di Milano, che si è occupato del coordinamento – che si estende nel tempo passato e futuro a n-dimensioni, fatto da modelli informativi a supporto dei progetti e del monitoraggio conservativo, dei piani di vulnerabilità sismica, collegabile a sensori IOT wifi. Implementabile, aggiornabile e interrogabile, consente correlazioni sincroniche e diacroniche, aggiunge conoscenza via via che cresce. Ri-usabile per la divulgazione dei contenuti e la fruizione interattiva, immersiva e da remoto”.
ATLANTE GEOGRAFICO DIGITALE IN 4D: COME FUNZIONA?
L’Atlante a oggi comprende oltre 200.000 immagini e 20 Tera di dati e modelli, dove poter estrarre le informazioni correlate ai modelli tridimensionali nello spazio geografico del Parco.
Il rilievo di elevata precisione è stato condotto tramite laser scanner terrestri (TLS) e portatili (MMS – Mobile Mapping System), fotogrammetria terrestre e aerea, droni, camere sferiche e sensori multispettrali e ha permesso di ottenere un modello HBIM a 4 dimensioni (spazio e tempo) che, correlato a informazioni storiche, ai materiali e ai sensori di monitoraggio di dissesto e degrado, consente di comparare le tecniche costruttive succedutesi nei secoli.
Firmato l’atto costitutivo del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile: 25 università, e relativi centri di ricerca, hanno unito le forze con 24 grandi imprese attive nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture, con l’obiettivo di accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale e supportando le istituzioni locali nell’implementazione di soluzioni moderne, sostenibili e inclusive.
Si tratta di un progetto ambizioso, che prevede un investimento di 394 milioni di euro per i primi 3 anni (2023-2025), con il coinvolgimento di 696 ricercatori degli enti partner e di 574 neoassunti, e che vuole rappresentare uno strumento reale per la crescita e lo sviluppo in un settore chiave come quello della mobilità, che si stima raggiungerà un valore complessivo a livello nazionale di 220 miliardi di euro nel 2030, assorbendo il 12% della forza lavoro.
Le attività del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile saranno focalizzate su cinque ambiti tecnologici di maggiore interesse: mobilità aerea; veicoli stradali sostenibili; trasporto per vie d’acqua; trasporto ferroviario; veicoli leggeri e mobilità attiva, puntando a rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione.
Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale a Milano e 14 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale, a garanzia di quel riequilibro territoriale che è tra le priorità del PNRR.
Il Centro Nazionale per la Mobilità risponde a una delle missioni chiave del PNRR: passare dalla ricerca all’impresa in un’ottica di filiera e di collaborazione estesa. Punti di forza saranno progetti ad alta maturità tecnologica con il preciso intento di dare una risposta concreta ai bisogni del Paese in una prospettiva di lungo termine che superi la scadenza del 2026. È questo il nostro impegno. È questa l’occasione per attuare riforme strutturali. Una partita che siamo disposti a giocare fino in fondo
commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, ente proponente del Centro per la Mobilità Sostenibile.
Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile è il primo a partire tra i 5 Centri Nazionali previsti dal PNRR: si tratta di reti diffuse di università ed altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, riconosciuti come altamente qualificati, che hanno l’obiettivo di sviluppare infrastrutture, progettualità e soluzioni immediatamente fruibili per tutto il contesto sociale in settori coerenti con le priorità dell’agenda della ricerca europea e con i contenuti del PNRR: Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; Tecnologie dell’Agricoltura (Agritech); Sviluppo di farmaci con tecnologia a RNA e terapia genica; Mobilità sostenibile; Bio-diversità.
I soggetti coinvolti sono:
Enti di ricerca promotori
Politecnico di Milano, Cnr, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, Università di Bergamo, Università di Parma, Università di Torino, Università di Palermo, Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Cagliari, Università di Roma La Sapienza, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università di Salerno, Università Napoli Parthenope, Università del Salento, Università di Padova, Università di Pisa
Enti di ricerca aderenti
Università Bicocca, Università di Brescia, Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Università di Firenze, Università di Genova, Università di Reggio Calabria, Università Politecnica delle Marche
Sviluppo – sostenibile – responsabile: sono i tre concetti chiave che l’ADI Design Index indica come fondamentali per il design contemporaneo e che hanno guidato la selezione dei vincitori della XXVII edizione del Compasso d’Oro, annunciati il 20 giugno 2022.
Tra questi, anche Alumni e Alumnae che si sono distinti per i loro progetti e carriere, e che hanno portato alto il nome del Design made in Italy nel nostro Paese e nel mondo.
“Le profonde trasformazioni che il design è chiamato a interpretare, dalla crisi ambientale alle diseguaglianze economiche e sociali, spingono la cultura del progetto a impegnarsi su una molteplicità di direzioni, dall’uso consapevole delle risorse a disposizione del pianeta alla realizzazione di oggetti capaci di includere e valorizzare le diverse componenti della società civile.”,
commenta la giuria del premio.
Vediamo insieme chi sono i politecnici vincitori di quest’anno.
Antonio Citterio – Compasso d’oro alla carriera
Citterio, Alumnus Architettura e fondatore dello studio Citterio-Viel, riceve il premio per “Un percorso esemplare per coerenza e qualità, un percorso che ha contribuito ad evolvere l’offerta professionale italiana verso un modello metodologico sempre più evoluto. Antonio Citterio ha materializzato durante la propria carriera vere e proprie icone dello stile di vita italiano nel mondo”.
Credits: vitra.com
Giulio Cappellini – Compasso d’Oro alla carriera
Secondo le motivazioni della giuria “Il percorso di Giulio Cappellini – Alumnus Architettura – è una continua lettura e rilettura dei fenomeni del design; capace di proiettare le sue azioni nella contemporaneità attraverso la propria personale poetica, quanto attraverso il rapporto con i tanti giovani talenti da lui sostenuti”.
Un premio che vuole omaggiare la profonda curiosità, lungimiranza e audacia dell’Alumnus, noto a livello internazionale come uno dei più grandi trend setter e talent scout del settore.
Credits: https://slidedesign.it/
Cini Boeri – Compasso d’Oro alla Carriera del Prodotto
La poltrona Ghost progettata da Cini Boeri insieme a Tomu Katayanagi, un oggetto di design presente sul mercato con una carriera ultradecennale, riceve il premio Compasso d’Oro alla Carriera del Prodotto.
Ghost è, secondo la giuria, una “perfetta di sperimentazione tecnologica e ricerca formale, che rappresenta il desiderio di dematerializzare la percezione della funzione a favore del fruitore, che diventa così protagonista assoluto dello spazio”.
Credits: fiamitalia.it
Bilancia per la donazione del Sangue “Milano” | Cefriel
La nuova bilancia per la donazione del sangue “Milano” è un dispositivo nato dalla collaborazione tra Delcon, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di dispositivi medicali e software per la filiera del sangue, Cefriel, centro d’eccellenza per l’innovazione digitale nato al Politecnico di Milano, e il New York Blood Center.
“La bilancia premiata con il compasso d’oro è la conferma che fare innovazione di prodotto di valore è oggi possibile affiancando design e tecnologia digitale” – afferma Alfonso Fuggetta, CEO Cefriel, Alumnus e professore del Politecnico di Milano -. Nella progettazione di Milano abbiamo seguito un approccio design thinking e agile, che si è avviato con l’analisi delle esigenze degli utilizzatori per arrivare alla soluzione attuale. Seguendo i principi del design thinking sono state identificate le vere esigenze e bisogni del cliente finale”.
Cefriel è un centro di innovazione digitale che crea prodotti, servizi e processi digitali, partecipa a programmi di ricerca nazionali e internazionali, e sviluppa le competenze e la cultura digitali. È un team multidisciplinare di oltre 130 persone con un mix di competenze tecniche, di business e di design. Fondato nel 1988 dal Politecnico di Milano, oggi include tra i soci anche l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi dell’Insubria, la Regione Lombardia e aziende multinazionali.
Secondo la motivazione della giuria dell’ADI Design Index:
Design e tecnologia ridefiniscono la gestione e il controllo delle donazioni di sangue: un incentivo ad aumentare la platea di chi dona.
Goliath CNC | Springa
Goliath CNC, la macchina utensile a controllo numerico per lavorazioni di taglio e incisione, dovunque e senza limiti, nasce dalla startup italiana e spinoff del Politecnico di Milano Springa, fondata nel 2016 dall’idea dei tre Alumni Davide Cevoli, Lorenzo Frangi e Alessandro Trifoni.
L’innovazione di Goliath consiste nella portabilità, che permette di posizionare la macchina utensile direttamente sul pezzo da lavorare, sul quale questa esegue la lavorazione spostandosi in maniera autonoma.
Credits: Goliath
RH120 | Ricehouse
Ricehouse è una realtà focalizzata nella trasformazione degli scarti della produzione risicola in materiali per l’edilizia e le costruzioni. L’azienda, co-fondata dall’Alumna Tiziana Monterisi, utilizza tutti i materiali naturali che solitamente finiscono negli scarti per la creazione delle infrastrutture edilizie. A vincere il Compasso d’Oro è RH120, una miscela naturale da intonaco in calce e lolla di riso, appositamente studiata per essere levigata e trattata al fine di mettere in risalto l’effetto estetico del prodotto.
“È un materiale, specchio dei nostri tempi, una finitura di pregio che ridà bellezza in perfetto equilibrio tra natura e tecnologia. RH120 è una finitura per interni bella, elegante, tecnologica e sostenibile.” commenta l’Alumna.
Credits: www.innovazionesociale.org
LAMBROgio, LAMBROgino | Makio Hasuike & Co
Gli Alumni Naomi Hasuike, Luca Catrame e Andrea Sechi fanno parte del team di Makio Hasuike & Co che ha creato LAMBROgio, LAMBROgino, “una brillante ridefinizione dei tradizionali veicoli leggeri per una nuova mobilità elettrica urbana destinata al trasporto di persone e alla consegna delle merci”.
Pensato per accogliere ospiti e spostare merci in modo versatile e sostenibile grazie a un sistema a pedalata assistita e una struttura robusta e funzionale dalle linee inconfondibili, LAMBRO può spostarsi agilmente sia in spazi urbani sia in contesti privati come resort e campeggi di pregio, marine, quartieri fieristici e non solo.
Credits: Andrea Sechi
E-Worker | Merlo
Nel team di lavoro che ha progettato E-Worker c’è l’Alumnus Felice Contessini. E-Worker è la rivisitazione 100% elettrica del classico muletto destinato ad ambienti agricoli e industriali, che consente un’area di lavoro superiore a quella consueta.
Credits: Merlo Group
Designing in dark times | Virginia Tassinari (Editor) – Politecnico di Milano, Eduardo Staszowski (Editor), Clive Dilnot (Editor), Andrew LeClair (Graphic Design Director), Laura Wing (Managing Editor), Lesley Onstott, Lucas Teixeira Vaqueiro (Social Media Designers)
Eduardo Staszowski è tra gli editor di Designing in Dark Times, “un libro e una nuova collana per avviare una riflessione sulle ragioni e le responsabilità del design oggi”.
Il Politecnico di Milano ha siglato una nuova partnership con la maison CHANEL.
L’obiettivo della prestigiosa casa di moda francese è quello di fare leva sulle competenze del nostro Ateneo per sviluppare nuovi modelli che tengano conto dei rapidi e profondi cambiamenti nelle attività manifatturiere del mondo del lusso, oltre che sostenere e accelerare l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di materiali e processi produttivi più sostenibili nei settori essenziali della sua attività.
La conduzione di questo lavoro di ricerca applicata, in stretta collaborazione con i nostri ricercatori, contribuirà ad arricchire il corpus accademico dell’università. Contestualmente, CHANEL avvierà iniziative di recruitment, valorizzazione dei talenti e formazione continua per i propri collaboratori.
L’annuncio è stato dato in occasione della sfilata Métiers d’art 2021/22 a Firenze del 7 giugno e ha visto la partecipazione di 220 studenti specializzati in moda e design del Politecnico di altri atenei italiani.
CHANEL si dice orgogliosa di legarsi al Politecnico di Milano, in linea con altre partnership focalizzate sul savoir-faire e sulla sostenibilità avviate dalla maison.
Trasformare i risultati della ricerca scientifica in una startup è forse il modo più ambizioso e stimolante per dimostrare che la propria idea ha la capacità di risolvere concretamente un problema. Lo sanno bene i 21 team che, martedì 14 giugno, hanno animato la mattinata al MADE Competence Center Industria 4.0 con il “Demo Day” dell’edizione 2021 di Switch2Product. Grazie al lavoro compiuto durante i 4 mesi di accelerazione coordinato da PoliHub, le startup che l’anno scorso hanno vinto l’edizione di Switch2Product hanno illustrato ad alcuni fra i principali fondi di Venture Capital e aziende partner dell’iniziativa come intendono portare sul mercato le loro innovazioni tecnologiche e scientifiche.
Nella stessa giornata è stata, inoltre, presentata la XIV edizione di Switch2Product – Innovation Challenge, la cui fase di raccolta candidature si chiuderà il 15 luglio.
I 21 Team vincitori dell’edizione 2021 – Credits: s2p
MA CHE COS’È SWITCH2PRODUCT?
S2P è il Programma d’Innovazione organizzato da PoliHub, Technology Transfer Office del Politecnico di Milano e Officine Innovazione di Deloitte, nato per supportare la creazione di startup innovative, valorizzando l’attività di ricerca e promuovendo l’imprenditorialità.
Per raccogliere le idee di quante più persone possibili, l’iniziativa si rivolge a un’ampia platea: studenti, ricercatori, dottorandi di ricerca, docenti e Alumni del Politecnico di Milano, POLIMI Graduate School of Management, Poli.design, oltre ad alumni o studenti iscritti ad altre università e/o enti di ricerca affiliati.
Credits: s2p
Coloro che verranno selezionati avranno al proprio fianco esperti che li guideranno lungo un percorso di empowerment imprenditoriale. I team accederanno, inoltre, a grant e percorsi di accelerazione su misura, ma soprattutto potranno, alla fine del percorso, entrare in contatto con investitori e partner industriali che consentiranno di realizzare un PoC e ottenere investimenti mirati a trasformare l’idea in una startup.
Le categorie di application sono quattro: Health&Med Tech, Climate Tech & Circular Economy, Industries Transformation, New ways of working and living.
“L’idea di per sé non basta. Anche se buona ha bisogno di concretezza. Deve essere sostenuta, indirizzata e valorizzata. Da quattordici anni a questa parte Switch2Product è un punto di riferimento all’interno dell’ecosistema Politecnico e delle imprese; è un marchio di garanzia per gli investitori; è un terreno di confronto tra giovani intraprendenti e imprenditori esperti”, commenta Donatella Sciuto, Prorettrice Vicaria del Politecnico di Milano. “Nell’ultimo triennio sono cresciute le candidature a S2P, oltre seicento; sono aumentati gli investimenti, quasi sette milioni di euro di investimenti early stage di pre-seed e seed; si sono moltiplicate le realtà approdate sul mercato (36 le società costituite). È in quest’ottica, forti di segnali positivi come quelli che arrivano da questa competizione, che il Politecnico sta puntando sulla rigenerazione dei gasometri nell’area di Bovisa, con l’intento di creare uno spazio ad hoc per le startup, posizionate al centro di un vero e proprio distretto di innovazione.”
Donatella Sciuto, Prorettrice Vicaria del Politecnico di Milano | Credits: s2p
“S2P si conferma sempre più un programma di eccellenza”, conclude Andrea Sianesi, Presidente PoliHub. “Negli ultimi anni PoliHub ha dato vita a una macchina capace di far nascere startup deep tech, grazie a percorsi e metodologie sviluppati ad hoc e al sostegno di un’imponente community di mentor e facendo leva su solide relazioni con investitori e partner industriali. Un network sempre più esteso di stakeholder interessati al valore dell’innovazione è la forza di Switch2Product, la più importante challenge in Italia che fa crescere progetti che sanno trasformarsi in imprese e che ogni anno contribuiscono ad arricchire il tessuto imprenditoriale del Paese e a costruirne il futuro”.
Dove vanno a finire le donazioni del 5 per mille che gli Alumni e la Alumnae hanno devoluto a favore del Politecnico nel corso di questi anni? (Qui per scoprire come donare)
Abbiamo preparato una breve raccolta per rispondere a questa domanda, un compendio dei progetti di ricerca ad alto impatto sociale che l’Ateneo ha fatto crescere grazie alle vostre donazioni del 5 per mille.
Il 23 giugno è l’International Women in Engineering Day, una giornata dedicata alle ingegnere di tutto il mondo per celebrare il loro lavoro e traguardi.
Quando abbiamo scritto ALUMNAE, volevamo raccogliere tanti esempi positivi per le donne STEM del presente e del futuro e per capire anche quanta strada ancora c’è da fare. Con questo libro abbiamo raccontato le storie di 67 donne laureate in ingegneria al Politecnico per dipingere 67 modi diversi di essere ingegnere, tutti accomunati dalla competenza e dalla passione per il proprio lavoro. Leggilo qui.
Oggi però ci chiediamo: chi sono state le donne che per prime hanno avuto il desiderio (e, pensando ai tempi, anche il coraggio) di intraprendere il percorso ingegneristico al Politecnico di Milano? Ecco allora che emergono i primi tre nomi: Tatiana Wedenison, Gaetanina Calvi e Maria Artini hanno spianato la strada a tutte le altre donne che sono venute dopo di loro.
Le prima Alumnae del Politecnico (Ingegneria – Architettura) – Archivio Centrale Politecnico di Milano
TATIANA WEDENISON – STUDENTESSA DI INGEGNERIA
Era il 1888 e Tatiana Wedenison, nata a Milano nel 1864 e figlia di un negoziante, si iscrisse al Politecnico di Milano. Pur non avendo completato gli studi, fu la prima donna nella storia italiana a provare a intraprendere gli studi ingegneristici. Nel 1894 Wedenison si laureò in scienze naturali.
GAETANINA CALVI – ALUMNA INGEGNERIA CIVILE
Dobbiamo aspettare l’anno 1913 per vedere la laurea della prima donna politecnica: Gaetanina Calvi, ingegnere civile, era l’unica donna del suo corso. I laureati di quell’anno erano 156 (di cui 149 ingegneri). Era passato mezzo secolo dalla fondazione del Politecnico di Milano (1863).
Credits: Archivio storico del Politecnico di Milano
Tra i suoi traguardi professionali, ricordiamo la progettazione della nuova ala dell’Istituto per ciechi di Milano, destinato a casa di riposo nel 1925, che la vide impegnarsi in prima persona, insieme all’architetto Faravelli. Negli anni seguenti insegnò matematica e scienze sempre presso l’Istituto che iniziò a darle un compenso in denaro soltanto nel 1928 (fonte).
Il nostro Alumnus Ing. Longoni (Ingegneria chimica 1968) la ricorda così:
“Ho conosciuto l’ing. Gaetanina Calvi (allora era chiamata Contessa Calvi) a Costa Lambro (frazione di Carate Brianza) dove abitava. Mi ero appena iscritto al Ginnasio del Liceo Zucchi di Monza e mio padre mi mandò a lezione di matematica dall’ing. Calvi presso la sua casa di Costa Lambro. Era severa, ma molto attenta ad aiutare i ragazzi che andavano a lezione da Lei. […] L’ing.ssa Calvi dava lezioni sia per matematica ma anche per latino e italiano a molti di noi figli di contadini o operai che lavoravano per lo più nelle filande lungo il fiume Lambro. Chi poteva, pagava un piccolo importo; chi non poteva, riceveva le lezioni dando qualche gallina.”
Ing. Roberto Longoni
Credits: Ing. Roberto Longoni
MARIA ARTINI – ALUMNA INGEGNERIA ELETTROTECNICA
“Egregio professore, mi viene richiesto da un collega se è stata pubblicata qualche soluzione grafica dell’equazione cubica x³+px=q. Posso permettermi di girare la domanda a Lei?”
da una lettera del 19 maggio 1943 scritta da Maria Artini a Ercole Bottani
Figlia del professore Ettore Artini, docente di Mineralogia al Politecnico,si iscrisse alla facoltà di Ingegneria elettrotecnica del Politecnico nell’anno accademico 1912-1913 e si laureò con la votazione di 90/100, diventando ufficialmente la seconda donna laureata al Politecnico di Milano (1918) e la prima donna laureata in Ingegneria elettrotecnica in Italia.
Credits: Enciclopedia delle donne
Dopo un breve periodo alla Società Officine ing. Giampiero Clerici passa al Gruppo Edison, dove diviene dirigente e collabora alla realizzazione della prima linea elettrica ad altissima tensione, la Brugherio-Parma di 130 kV, e studia la nuova rete a 220 kV. Partecipa all’attività dell’Associazione Elettrotecnica Italiana (Aei) e del Comitato Elettrotecnico italiano (Cei).
Nel 1948 iniziò a interessarsi per promuovere relazioni personali tra le donne laureate in Ingegneria e in Architettura. Organizzò una serie di riunioni con le colleghe milanesi e torinesi in vista di un vero e proprio sodalizio ma morì prematuramente prima di vedere realizzato il proprio progetto.
Puoi sostenere anche tu le borse di studio Girls@Polimi con una donazione a partire da 10 euro. Clicca qui.
Fonti:
Sara Calabrò (a cura di), Dal Politecnico di Milano. Protagonisti e grandi progetti (Associazione Laureati del Politecnico di Milano, 2003)
Il compito di una scuola come la nostra è stare nel presente per preparare al futuro. Un compito che negli ultimi tempi è stato particolarmente gravoso e, insieme, molto stimolante. Abbiamo infatti assistito a cambiamenti sempre più veloci e profondi in vari aspetti della società. E questi cambiamenti, come è logico, hanno reso necessario un ripensamento non solo delle metodologie ma anche delle finalità stesse della formazione.
Un fatto che abbiamo tutti sotto gli occhi con chiarezza è che oggi più che mai c’è bisogno di formazione continua. Non esiste un momento della vita in cui ci si possa ritenere definitivamente preparati ai compiti professionali che si è chiamati a svolgere, e di conseguenza mettere un punto finale al proprio aggiornamento. Ciò dipende da almeno tre fattori. Il primo è il progressivo accorciamento della “shelf life” dei contenuti insegnati nei corsi universitari e nei master. Se già da tempo l’idea di un bagaglio formativo valido “da qui all’eternità” era superata, oggi la “data di scadenza” delle nozioni e dei metodi si è ulteriormente accorciata. Ciò dipende dalla velocità dei cambiamenti nella società, cui accennavamo prima, ma anche da un secondo fattore, e cioè l’abitudine sempre più diffusa a svolgere il proprio percorso professionale presso differenti realtà lavorative. In sostanza, se già lo stesso tipo di lavoro richiede aggiornamenti frequenti, l’esigenza di continuous learning è sentita in modo ancora maggiore dalle persone, sempre più numerose, che “surfano” fra un lavoro e l’altro.
Ma c’è un terzo fattore che ci fa capire meglio l’importanza della formazione continua. È un fattore importante almeno quanto gli altri due, però di natura diversa. Perché non ha a che fare con il mondo del lavoro in sé, ma con i modelli di apprendimento. Stiamo infatti assistendo al passaggio a un modello di apprendimento che è sempre più personalizzato, da attivare sulla base continuativa assemblando i “pezzi” più utili.
Dunque, semplificando, se finora il percorso è stato “prima mi formo, poi lavoro”, con la formazione paragonabile a una valigetta piena di attrezzi utili per varie evenienze, oggi quella valigetta la si riempie costantemente per restare competitivi in un mercato del lavoro in costante evoluzione. Insomma, in un mondo rapido, fluido e all’insegna del fail fast, le sfide sono più numerose e mutevoli, e conviene munirsi di una dotazione su misura per ciascuna di esse. A tenere insieme questo “bagaglio leggero” sono le soft skills, che non a caso diventano sempre più importanti.
Tutto questo ci ha portato a sviluppare, già a partire dal 2017, FLEXA, la nostra speciale piattaforma di personalized, lifelong learning e assessment di competenze manageriali. Inoltre, abbiamo arricchito la nostra offerta formativa con una serie di iniziative e agevolazioni mirate a favorire il continuous learning di chi frequenta o ha frequentato uno dei nostri Executive MBA.
Contributo per gli Alumni: Gli Alumni del Politecnico di Milano possono beneficiare di una riduzione pari a 2.000 euro sulla quota di partecipazione agli Executive MBA di POLIMI Graduate School of Management. Per maggiori info: MBA & Executive MBA – POLIMI Graduate School of Management.
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Ma, come detto, la nostra evoluzione come business school non ha riguardato solo i mezzi ma anche gli scopi delle nostre azioni. Il semplice perseguimento del profitto oggi viene superato da un nuovo modello di impresa che mette le persone e la creazione di un futuro migliore per tutti al centro del proprio agire. I leader di domani sono coloro che saranno chiamati a mettere in pratica questo importante cambiamento, e noi sentiamo forte il dovere di prepararli al meglio a questo compito.
Perciò, a partire dal 2020, abbiamo avviato una profonda riflessione sui nostri valori, trovando nel nostro purpose – we are committedto inspire and partner with innovators to shape a better future for all – il faro che orienta le nostre azioni. E poi abbiamo deciso di rendere visibile questo cambiamento modificando il nostro nome (da MIP Politecnico di Milano a POLIMI Graduate School of Management), il nostro logo e la nostra identità visiva. Chi in questi anni ha frequentato il nostro campus e le nostre aule non solo ha assistito a questa evoluzione ma ne è stato protagonista. L’ascolto della nostra comunità è stato infatti alla base del nostro percorso di cambiamento. Ecco perché oggi individuiamo proprio nei membri di questa comunità i primi e naturali fruitori della nostra offerta di formazione continua.
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