L’Italia è stato il terzo paese dopo l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti a mandare in orbita un proprio satellite artificiale. Era il 16 dicembre del 1964 e il San Marco 1 varcò i confini terrestri.
Da allora viaggiare nello spazio è diventato sempre più strategico e la tecnologia spaziale promette progressi in tutti i settori, dal monitoraggio climatico, alle comunicazioni satellitari sino ad arrivare alla ricerca. Negli ultimi dieci anni, infatti, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) si è trasformata in un laboratorio unico a gravità zero. E insieme a lei astronauti e persone impegnate a lavorare in uno degli ambiti più affascianti esistenti. Tra di loro Alumni e Alumnae del Politecnico di Milano che hanno deciso di dedicare la loro vita professionale alla space economy che caratterizza il nuovo millennio. Un filo che passa per la nostra “stella” prof.ssa Amalia Ercoli Finzi…
UNA STAFFETTA NELLO SPAZIO

Anthea Comellini, Alumna Polimi in Ingegneria Aerospaziale: il suo sogno lo ha raggiunto quando è stata scelta per far parte del corpo di Riserva degli Astronauti e delle Astronaute dell’ESA (European Space Agency), dopo aver superato una rigida selezione fra oltre 22.000 candidati. Sul suo profilo linkedin parla del suo intenso addestramento al centro astronauti di Colonia, cuore della formazione degli astronauti europei, dove si svolgono training fisici (come immersioni nella Neutral Buoyancy Facility) e tecnici (simulazioni della Stazione Spaziale Internazionale, ISS) per missioni spaziali (ne abbiamo parlato anche qui).
“Una delle parti che ho preferito – racconta – sono state le sessioni in Realtà Virtuale, durante le quali abbiamo esplorato l’esterno della ISS in una simulazione 3D realistica. Queste sessioni aiutano gli astronauti a familiarizzare con la struttura e l’ambiente della ISS, in particolare in preparazione alle Attività Extraveicolari. Quest’esperienza è stata particolarmente emozionante non solo dal punto di vista di un aspirante astronauta, ma anche da quello di un ingegnere GNC specializzato in operazioni di prossimità: mi sono sentita come un veicolo di visita nella fase finale del suo avvicinamento, ed è stato incredibile!”.
Un giorno Anthea partirà davvero per la sua missione e forse sarà Manuela Aguzzi ad addestrarla: una staffetta ideale tra Alumnae che hanno trovato nello spazio la loro dimensione professionale.

Alumna Polimi in Design industriale, Manuela Aguzzi ha seguito in Ateneo corsi di design per la microgravità e oggi è Training Coordinator in Space Applications Services, un’azienda che supporta da più di 20 anni le missioni umane in orbita bassa. “Nel settore spaziale è in atto una transizione verso una nuova era commerciale – ci spiega – Il numero degli astronauti aumenta e le categorie si differenziano. Per alcuni essere astronauta è una carriera, altri potrebbero volare meno frequentemente per eseguire il progetto di un committente, altri una sola volta per scopi non scientifici. Questo innesca un cambiamento strutturale dell’offerta di training, più modulare, più personalizzata che comporta una attenta revisione delle metodologie e tecnologie. Da anni ci stiamo preparando, sperimentando nuove tecnologie, ripensando i workflow, e le competenze per il design e implementazione del training”.
Manuela ha lavorato a stretto contatto con astronauti come Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti, addestrandoli a usare strumenti scientifici eseguire esperimenti scientifici in orbita. Lo scorso anno ha preparato il primo astronauta turco (che volava con Axiom Space) nell’esecuzione di un esperimento sull’utilizzo delle alghe in microgravità: “L’esperimento prevedeva che l’astronauta, una volta in orbita, inserisse un elevato numero campioni di alghe degli incubatori e che ne prelevasse dei campioni per il ritorno a terra alla fine della missione – precisa. Fatto in laboratorio attrezzato, potrebbe sembrare un compito di routine, ma in microgravità i campioni batteriologici richiedono più livelli di contenimento e la microgravità non permette di usare superfici come basi di appoggio. Il problema di usabilità e il rischio di errore umano era evidente. Il training è stato preparato a stretto contatto con l’equipe che sviluppava l’hardware e le operazioni di volo. Questa prossimità e parallelizzazione, ha permesso di sviluppare un sistema in tessuto che ricreasse una superficie di appoggio con sistemi di ancoraggio per tutti i piccoli componenti dell’esperimento, per eseguirlo in tempo, riducendo il rischio di errore”.
Un altro esempio di training che Manuela conduce insieme ai suoi colleghi è il corso di Maintenance e repair skills for Astronauts: se sulla ISS si rompe qualcosa, gli astronauti devono essere in grado di ripararla perché nessuno può farlo per loro: “In questo corso prepariamo gli astronauti a risolvere imprevisti tecnici sulla ISS da un punto di vista elettrico, elettronico, pneumatico. Quest’anno abbiamo complimentato l’offerta con un modulo dedicato alla riparazione dei computers”.
Che volto avrà il futuro nello spazio?, le chiediamo. “Ci troviamo coinvolti nella definizione del training per la futura generazione di astronauti, che volerà su una nuova stazione. Gli astronauti sono la punta di diamante, ma vista l’espansione del mercato, il training si potrebbe estendere per esempio, al cliente che vuole far volare un esperimento. È un momento particolarmente stimolante di ideazione e considero un privilegio dare il mio contributo, basato sull’esperienza della ISS”.
Approfondisci a questo link la storia di Manuela Aguzzi
UNA COSTELLAZINE DI ALUMNI STELLARI
Ma quanti sono gli Alumni e le Alumne che lavorano nello spazio? Tanti. L’elenco che facciamo non è esaustivo, ma rende l’idea rispetto a come questo settore sia in espansione tra gli Alumni del Politecnico: ne conoscete altri? Fatecelo sapere!






Luca Rossettini, Fondatore e CEO di D-Orbit, azienda attiva nella logistica spaziale.
È sotto ai nostri riflettori da un po’: qualche link per approfondire…
- https://alumni.polimi.it/2025/01/27/un-alumnus-tra-i-10-volti-delleconomia-italiana-secondo-la-repubblica/
- https://alumni.polimi.it/2024/11/15/spazio-leuropa-punta-su-d-orbit-fondata-dallalumnus-luca-rossettini/
- https://alumni.polimi.it/2022/02/21/un-satellite-e-come-il-maiale-non-si-butta-via-niente/
- https://forbes.it/2025/06/25/vuole-portare-data-center-spazio
- https://www.ilsole24ore.com/art/d-orbit-rileva-planetek-nasce-gruppo-500-addetti-AGptrrwD
Imane Marouf e Benedetta Cattani fondatrici della startup Ecosmic, sviluppano software per satelliti (in particolare per evitare collisioni nello spazio). Ne abbiamo parlato qui
Marco Sala e Filippo Oggionni tra i fondatori della startup Revolv Space, azienda che produce pannelli solari per piccoli satelliti. Scopri di più a questo link
Andrea Avaldi Responsabile della Progettazione Strutturale a SpaceX. Ne abbiamo parlato qui
Mauro Prina Responsabile della progettazione meccanica della Starship di SpaceX. Ne abbiamo parlato qui
Andrea Accomazzo Chief Technology Officer del Gruppo Argotech. Lo abbiamo intervistato qui
Laura Zanardini Responsabile dei rapporti dell’Agenzia Spaziale Europea presso il Johnson Space Center della NASA.
Valentina Sumini ricercatrice. Ne abbiamo parlato qui









































