Mario Polino ha 33 anni e tanti capelli neri e ricci che raccontano un’originalità che si esprime attraverso il saper fare l’hacker: ovvero, saper violare un sistema informatico per saperlo proteggere. È ricercatore in Cyber security del dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, nonché capitano del team Mhackeroni, un gruppo interuniversitario di circa 60 persone dove il Poli, con il team interno “Tower of Hanoi”, è il maggiormente rappresentato.
Polino ci ha raccontato di una vittoria italiana in una competizione molto prestigiosa aperta a tutti, non solo alle università. Si è tenuta ad agosto 2023 a Las Vegas e si chiama Hack a-Sat, ovvero “hackera un satellite”. È organizzata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ha lanciato un vero e proprio satellite nello spazio, e si è svolta durante la conferenza DEF CON 31 (10-13 agosto 2023) a Las Vegas. L’ente organizzatore (Air Force Research Laboratory) di questa competizione, per capire il livello, è lo stesso che ha ideato il sistema GPS.
Alla competizione hanno preso parte oltre 300 team di tutto il mondo ma solo cinque sono arrivati alla finale di Las Vegas: quello italiano, uno tedesco, uno polacco e due misti USA-UK.
“Queste competizioni non sono solo di attacco-violazione, spesso sono anche di difesa, cioè proteggere dei sistemi individuando e rafforzando le zone vulnerabili. Si tratta, in pratica, di cercare o proteggere dei dati sensibili”
Nel caso della competizione a Las Vegas la situazione era di attacco. Ecco cosa dovevano fare i cinque team: “Dovevamo violare la sicurezza del satellite in orbita, cioè dovevamo riuscire a controllarlo e a fargli scattare delle fotografie nelle varie Red Zone”.
“Tecnicamente – ha aggiunto Polino – si è trattato di scrivere dei programmi per far credere al satellite di sorvolare una zona free invece che una delle red zone”.
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