Fili Pari: un nuovo brevetto per la start-up che crea vestiti dal marmo 

Le Alumnae Alice Zantedeschi e Francesca Pievani hanno ideato una tintura che permette di colorare un chilo il filato con 1 solo litro d’acqua (invece che 150)

“È il momento di vestirci nel modo in cui vogliamo vivere, la nostra idea di moda è lontana anni luce dal concetto di usa-e-getta’. Al contrario, l’intero ciclo di vita dei nostri prodotti è pensato per migliorare il benessere del pianeta e delle persone. Utilizzando i sottoprodotti dell’industria del marmo, rendiamo la pietra indossabile e, soprattutto, trasformiamo lo scarto in una meravigliosa opportunità”. 

Così Alice Zantedeschi, Alumna in Design per il Sistema Moda, commenta a Quotidiano Nazionale la sua moda sostenibile promossa insieme alla socia, Alumna ed ex compagna di studi Francesca Pievani in Fili Pari, start-up sostenibile ad alto contenuto di innovazione, nata come idea tra i banchi del Poli e poi diventata “reale” anche grazie al percorso di incubazione con Polihub (ne abbiamo parlato qui). 

Credits: la Repubblica

Il loro prodotto, brevettato nel 2014, si chiama MARM\MORE, ed è il primo tessuto al mondo realizzato con polvere recuperata dagli scarti del marmo. Le sue caratteristiche permettono di creare abiti impermeabili, traspiranti e antivento, coniugando performance tecniche a caratteristiche estetiche.

FILI PARI: DOPO MARM\MORE, UN NUOVO BREVETTO

Dopo un ultimo round di investimento nel 2022, in cui il Politecnico è entrato a far parte di Fili Pari come socio, per le due Alumnae, poche settimane fa, si è aggiunto un altro brevetto su un nuovo progetto che ha avuto il sostegno dell’Unione europea: la realizzazione di una tintura a basso impatto ambientale, che utilizza polvere di pietra per dare colore direttamente al filato, risparmiando notevoli quantità d’acqua. 

Ma come funziona?  

Se il metodo tradizionale necessita di almeno 150 litri d’acqua per tingere un chilo di filato, il procedimento brevettato da Fili Pari in partnership con Dyeberg (storica azienda della Bergamasca che si occupa di tintura dei tessuti) ne richiede soltanto uno.  

“Quando l’innovazione di una start-up si incontra con la solidità produttiva di un’azienda manifatturiera, la condivisione di know-how genera una spinta al cambiamento» spiegano Pievani e Zantedeschi, insieme a Chiara Greco di Dyeberg. «Il risultato finale è un prodotto innovativo, industrializzato e scalabile, che racconta le eccellenze del territorio».

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