La Milano di domani: una galleria di opere politecniche  

5 progetti firmati da Alumni stanno plasmando il nuovo skyline della città politecnica per eccellenza. Capitolo 1: Alserio 10, la curva del tempo

Il Premio Architettura e Urbanistica Urban File 2021 ha selezionato gli interventi recenti più significativi e virtuosi della città di Milano: 7 degli 8 progetti vincitori portano la firma di Alumni e Alumnae. Abbiamo intervistato alcuni di loro per farci raccontare come cambia e come cambierà la città. Sono Paolo Asti, Pasquale Mariani Orlandi, Sonia Calzoni, Sebastiano Pasculli.   

Capitolo 1: Alserio 10, la curva del tempo  

  • PROGETTO: Rigenerazione edifici esistenti, residenziale e ricettivo  
  • STUDIO: Asti Architetti  
  • ALUMNUS: Paolo Asti  
  • ZONA: Isola   

Paolo Asti (Credits: A. Cherchi)

Sul finire degli anni ‘80, al numero 10 di via Alserio, a Milano, una squadra di redattori della prestigiosa casa editrice Selezione dal Reader’s Digest lavorava alacremente a redigere l’Atlante del Mondo. Quotidianamente maneggiavano gli oceani e le epoche, le scienze e le Terre in un mondo, anch’esso a tutto tondo, dell’edificio che li ospitava: un palazzo architettato da Melchiorre Bega nel 1968, che conferì agli angoli della struttura delle curvature, cosi da sembrare che quasi ruotasse attorno al quartiere.

≪A differenza delle usuali architetture cittadine, che si pongono sempre a cornice della strada, questa si pone al centro del lotto ed e visibile a 360°≫, esordisce l’Alumnus Paolo Asti, fondatore di Asti Architetti, che ha curato il progetto di riqualificazione dello stabile. Oggi Alserio 10 è un complesso residenziale, composto da 70 ampi appartamenti affacciati ognuno su terrazza. ≪L’elemento curvo presente nel progetto originale è l’eredita che abbiamo preso ed enfatizzato con la creazione dei terrazzi che si rincorrono come onde attorno a tutto l’edificio, – spiega Asti. – La linea curva ammorbidisce la corsa dello sguardo. Da un senso del fluire e del divenire, della trasformazione. Il verde poi e parte integrante della facciata perché le persone amano esserne circondati; questo filtro verde e una sorta di portale, tra dentro e fuori. La natura ci ha orientati anche nella scelta dei materiali, c’è una forte presenza di legno, o simil legno, e nell’attacco terra e presente l’uso di alluminio con effetto bronzo. Il grande tema dei nostri anni e legato proprio alla terra: non vedo la necessita di ulteriore consumo del suolo ma un suo miglior utilizzo≫.  

Il quartiere Isola, dove sorge Alserio 10, rappresenta al meglio secondo Asti il passaggio tra passato e futuro urbanistico,

≪Qui la Milano storica delle antiche botteghe, altrove scomparse, convive con la grande industria immobiliare. Milano e una città policentrica, che dato il dinamismo che la caratterizza non vive di un unico centro ma ha saputo crearsi tanti centri≫.

Questo dualismo temporale domina le imprese di Paolo Asti, attualmente impegnato nella riqualificazione di Torre Velasca. E proprio parlando di quest’ultima opera, Asti dice: ≪I cittadini hanno bisogno che un pezzo iconico della Milano degli anni ‘60 torni a essere sul territorio. Il restauro deve far rifunzionalizzare un edificio facendo sembrare che dal 1956 al 2022 non sia successo nulla. Spesso trattengo la mano e non mi sovrappongo a chi ha avuto la capacità di muoversi prima di me con edifici perfetti, anche se devastati dal tempo. Perché il tempo devasta tutto, uomini ed edifici≫.  

Il MAP è una delle tante iniziative creata da Alumni Politecnico di Milano. Se vuoi ricevere a casa due numeri della rivista in formato cartaceo, puoi sostenere il progetto con una donazione.

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