Dal Politecnico di Milano alla Silicon Valley

La storia di Paolo Sacchetto, Alumnus del Politecnico e dirigente della Apple

La storia di Paolo Sacchetto, Laureato in Ingegneria delle telecomunicazioni nel 1996 al Politecnico, oggi dirigente della Apple, passa da Samarate (Varese) e dai banchi dell’ateneo milanese.

Oggi Paolo Sacchetto è Director Display Electrical Engineering in Apple. Quando il 9 gennaio 2007, sul palco del Moscone West di San Francisco, Steve Jobs presentò il primo iPhone, Paolo Sacchetto viveva già a Cupertino e lavorava come VP Engineering presso una startup a San Jose. Era arrivato nella Silicon Valley otto anni prima accettando un lavoro alla CIENA Corporation.

Intervistato su Varesenews: “Fu una scommessa e non potevo pensare come sarebbe cambiata la mia vita. Un amico mi propose di vivere una esperienza professionale diversa e così lasciai Samarate e il lavoro sicuro come ingegnere alla Alcatel di Vimercate per venire a vivere qui in California”.

“Credo che le università e le scuole italiane siano tra le migliori al mondo! Grazie a questo gli italiani sono in condizione di poter avere successo all’estero.”

Qual è la cosa che ti piace di più della vita nella Silicon Valley?

“La tecnologia!  Sono circondato da persone che come me vogliono lasciare un mondo migliore di come l’hanno trovato grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti che possano migliorare la qualità della vita.  È un po’ come per una persona appassionata di moda poter vivere dentro il quadrilatero della moda a Milano!”.

Consiglieresti ai ragazzi di venire a lavorare qui?

«Assolutamente sì!  È un’esperienza che apre la mente e che aiuta a crescere sotto molti punti di vista   Consiglio vivamente ai ragazzi di fare un’esperienza all’estero. In particolare, qui in Silicon Valley dove si trova una situazione unica al mondo ed unica in America. Infatti qui si dice: “La Silicon Valley non è America!”  Qui c’è una grande varietà sociale: il 38.2 per cento sono persone nate all’estero, un terzo sono bianchi, un terzo asiatici e un terzo ispanici/latini.  Praticamente trovi persone che arrivano da tutto il mondo».

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