Innovazione alla Italtex S.p.A., azienda tessile “politecnica” del comasco con più di 70 anni di storia, che ha lanciato sul mercato il Virkill, un tessuto che abbatte il virus Covid-19.
A darne annuncio il comunicato ufficiale della compagnia italiana fondata nel 1946 da Sandro Pedretti ed ereditata dal figlio Alessandro (laureato al Politecnico di Milano in ing. gestionale) , che ha collaborato con Ambrofibre per la ricerca sui materiali.
Alessandro Pedretti, in un’intervista su FashionNetwork: “Abbiamo deciso di fare la nostra parte nella lotta alla pandemia. Il rame è un materiale naturale molto efficace contro batteri e virus. Siamo i primi a livello nazionale e apripista a livello europeo ad utilizzarlo nei tessuti. Le applicazioni possono essere vastissime, non solo in ambito fashion, ma in questa prima fase pensiamo in particolare agli ambienti medici e a quelli di hotel e ristorazione, dove i tessuti sono spesso veicoli di trasmissione del virus”.
Come funziona?
Dotato di nanoparticelle di rame, il tessuto realizzato dall’azienda comasca insieme alla Ambrofibre è in grado di abbattere il Covid-19.
La proprietà antivirale di Virkill è duratura in quanto non ottenuta con un trattamento superficiale del tessuto, che si deteriora con i lavaggi, mentre le nano-particelle mostrano un’attività antibatterica di lunga durata e una migliore stabilità rispetto alle particelle di rame di grandi dimensioni.
In questi mesi il tessuto è stato certificato specificatamente nei confronti del Covid-19 (virus Sars-CoV-2) con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice Mv (attività antivirale) pari a 3.25, che corrisponde ad un’inattivazione del virus Sars-CoV-2 superiore al 99,9% già al primo controllo.
“Ma i test non sono finiti,” continua Pedretti, “stiamo verificando l’attività antibatterica, anti fungina e altri parametri di specifico interesse per i segmenti obiettivo, e valuteremo la possibilità di colorare il tessuto senza intaccare le proprietà intrinseche del materiale”
È importante sottolineare, tuttavia, che l’implementazione di oggetti in rame, come porte, maniglie, camici o superfici tessili in generale, non garantiscono l’impossibilità di contrarre l’infezione, ma sicuramente possono rappresentare un presidio utile in contesti ospedalieri e negli ambienti in cui vi è un grande afflusso di persone.
Come spiega il sito ufficiale di Virkill, gli antichi Greci furono i primi a scoprire il potere igienizzante del rame già migliaia di anni fa. Da allora, il rame è stato utilizzato come biocida da Celti, Indù, pionieri Americani e Giapponesi, nonché dagli abitanti dell’Africa e dell’Asia per il trattamento di piaghe e malattie della pelle.
Al giorno d’oggi, i composti di rame solubili vengono utilizzati come battericidi nelle vernici da intonaco per superfici auto disinfettanti, sugli scafi delle navi per diminuire l’attrito attraverso la riduzione dell’accumulo di cirripedi e la formazione di un biofilm microbico, nelle pompe dell’acqua ospedaliere per il controllo della Legionella nei sistemi di distribuzione dell’acqua, nell’agricoltura come alghicida, fungicida o molluschicida.
Il rame ha anche dimostrato di inattivare una varietà di virus come batteriofagi, virus della bronchite, poliovirus, virus dell’herpes simplex e HIV-1.