Tre giovani italiane ingegnere spaziali si sono conosciute per motivi di studio a Delft e sono tornate in Italia per fondare la loro startup: è la storia di Imane Marouf e Benedetta Margrethe Cattani, Alumne del Politecnico di Milano, che hanno fondato Ecosmic, nuova promessa dello spazio “made in Italy”, insieme alla collega del Politecnico di Torino Gaia Roncalli.
“Il nostro primo prodotto, Safe, si occupa di evitare collisioni nello spazio”
– spiega Cattani.
“Ci sono milioni di detriti che orbitano intorno alla Terra, con potenziali pericoli. Safe è un software che viene integrato nel back-end. Come se fosse una notifica di allerta meteo, solo che avvisa di una possibile collisione nel giro, per esempio, di tre giorni”.
Hanno un obiettivo ambizioso: cambiare l’ecosistema dell’industria new-space introducendo un approccio modulare. “I grandi satelliti avevano software specifici che facevano la stessa cosa per 15 anni”, spiega Cattani. “Noi sviluppiamo blocchetti di un software che può lavorare su hardware differenti, non importa su quale satellite, e può essere aggiornato e implementato anche dopo il lancio”. La premessa è il nuovo assetto industriale che in questi anni è passato dall’essere campo esclusivo di pochi grossi player a una moltitudine di stakeholder pubblici e privati. “Ecosmic è una software house per satelliti”, spiega Marouf, “Siamo tre donne, le fondatrici, tutte italiane. Abbiamo deciso di tornare in Italia e creare valore qui, perché ci sono un ecosistema spaziale importante e un sistema di startup ancora in evoluzione”. Recentemente, la società ha chiuso un round pre-seed da 1,1 milioni di euro guidato da Primo Space e il team conta su 13 persone, suddivise tra ingegneri aerospaziali e informatici.
Negli ultimi mesi ne hanno parlato Startupitalia, Forbes, La Repubblica e Il Corriere della Sera.