Federica Fragapane è una information designer indipendente. Nata a Vercelli nel 1988, si è laureata in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha realizzato progetti per Google, le Nazioni Unite, l’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, BBC Science Focus e collabora periodicamente con La Lettura – Corriere della Sera. È coautrice dell’Atlante geopolitico dell’Acqua (Hoepli, 2019).
Ha tenuto lezioni come guest lecturer, tra gli altri, all’Università di Harvard — Design Lab e al Royal College of Art di Londra ed è stata ospite in qualità di speaker a TEDx Verona.
A ottobre 2021 è stata premiata alle Serpentine Galleries con il Pierre Keller Award nel corso dello Hublot Design Prize.
Le tre visualizzazioni – realizzate tra il 2019 e il 2021 – sono state acquisite dal Dipartimento di Architettura e Design del MoMA.
Space Junk, data visualization pubblicata su BBC Science Focus nel 2019, racconta dei rifiuti che stiamo lasciando nello spazio: la visualizzazione mostra i detriti spaziali, classificati in base alla loro distanza dalla Terra e al tipo di oggetto.
Noise Pollution, pubblicata su La Lettura nel 2020, mostra i dati relativi all’inquinamento acustico e alla perdita dell’udito in 50 diverse città.
Land Defenders è una visualizzazione di dati sugli attivisti ambientali uccisi in Brasile tra il 2015 e il 2019. Il progetto è stato realizzato per accompagnare un lavoro di inchiesta scritto da Yessenia Funes sulla morte del difensore ambientale Fernando dos Santos Araújo. È stata pubblicata nel 2021 dal magazine Atmos.
I progetti di Federica Fragapane sono volti a raccontare temi nella loro complessità e multidimensionalità, consentendone la lettura e l’esplorazione attraverso la realizzazione di visualizzazioni statiche e interattive. Nel corso degli anni ha visualizzato dati legati a tematiche ambientali, alla migrazione e ai diritti umani.
“Credo fortemente nel potenziale comunicativo della data visualization e cerco di usarlo per aiutare il racconto e la lettura di argomenti complessi.”
Molti dei suoi lavori sono caratterizzati da un approccio sperimentale e da una ricerca continua di forme e linguaggi con cui dare forma a numeri e informazioni. Utilizza spesso elementi visivi morbidi, che richiamano mondi organici, per portare alla luce l’aspetto umano dietro ai dati.
Crede inoltre che la visualizzazione di dati possa essere usata non solo per comunicare alle persone, ma anche per dar loro voce e per fornire uno strumento a chi non ha piattaforme. Nel 2016 ha realizzato il progetto The Stories Behind a Line, il racconto visivo dei viaggi di sei richiedenti asilo arrivati in Italia e ospiti di un centro di accoglienza.
Federica Fragapane scrive: “I progetti acquisiti dal MoMA fanno parte del mio processo di ricerca di linguaggi visivi con cui comunicare numeri, informazioni e – soprattutto – storie. Dare una forma ai dati aiuta a leggerli e a comprenderli. Mi capita spesso di parlare di come per me disegnare visualizzazioni sia come scrivere. Scrivo con parole visive per raccontare temi che mi stanno a cuore, portare alla luce informazioni urgenti e poco conosciute o anche semplicemente per far scoprire qualcosa di nuovo ai lettori: sono questi i motivi che hanno guidato il processo progettuale dietro alle tre visualizzazioni che fanno ora parte della collezione del MoMA.
La visualizzazione di dati per me non è il fine, ma è un mezzo il cui fine è comunicare e raccontare. La forma di tale mezzo è parte stessa del processo di comunicazione. Le parole che usiamo sono importanti e importanti sono per me le parole visive che disegno. Sperimentare visivamente, curare l’estetica e affiancare all’attenzione per i contenuti uno studio profondo delle forme utilizzate sono passaggi fondamentali del mio processo progettuale. Con il mio lavoro – e con le sue forme – cerco (e spero!) di invitare le persone ad avvicinarsi alle mie visualizzazioni e a leggere e scoprire dati e storie.
Ringrazio di cuore le persone che fino a ora si sono avvicinate ai miei progetti e li hanno letti, ringrazio BBC Science Focus, La Lettura e Atmos per avermi dato lo spazio per sperimentare e comunicare e ringrazio il Museum of Modern Art per questo grandissimo onore.”