15/03/2023
1863: una data che alla maggior parte delle persone non dice nulla, ma che per i politecnici risulta familiare. La si può leggere, infatti, sulla facciata del rettorato, il celebre edificio e sede storica del nostro Ateneo, in piazza Leonardo da Vinci, che ha visto tanti studenti e professori fare avanti e indietro tra lezioni, esami e sessioni di laurea.
Da quel mitico 1863 sono (quasi) passati 160 anni, e quale modo migliore per “festeggiare” questa ricorrenza (che a onor del vero cade esattamente il 29 novembre), se non vedere da dove siamo partiti e dove siamo arrivati, in tutto questo tempo?
Vogliamo farvelo vedere a parole e numeri: iniziamo!
Il primo rettore, Francesco Brioschi, divenne subito celebre per la sua severità e la rigidità disciplinare con cui guidava l’Ateneo, che allora si chiamava Regio Istituto Tecnico Superiore e contava appena una trentina di iscritti, tutti ingegneri e tutti maschi.
Bisognerà aspettare più di 20 anni per vedere le prime donne tra i banchi: la prima iscritta, Tatiana Wedenison, è del 1888, ma per avere la prima laureata, Gaetanina Calvi, ingegnera civile, si deve attendere il 1913; qualche anno dopo, nel 1918, si laurea in Ingegneria Industriale Maria Artini, la prima elettrotecnica italiana.
In Architettura, le prime laureate, Carla Maria Bassi e Elvira Morassi, sono del 1928. Negli anni seguenti la presenza femminile al Politecnico diviene una costante, seppur numericamente esigua e alla metà degli anni Quaranta su circa novemilacinquecento laureati, le donne sono un centinaio.
Nell’anno accademico 2021/2022 invece la popolazione studentesca iscritta al Politecnico è nell’ordine delle migliaia: si contano 47.170 studenti iscritti (a.a. 2021/2022, aggiornamento: febbraio 2022), di cui
Di questi, circa un terzo sono donne (36,8% nel 2021 per le lauree magistrali rispetto al 31,8% delle lauree triennali). C’è poi un consistente gap tra le iscritte a ingegneria rispetto alle iscritte ad architettura e design:
“il dato delle iscrizioni di ingegnere al POLIMI – si legge sul bilancio di genere 2022 – è in linea con la media nazionale, che vede per il settore Engineering and Technology una percentuale di iscritte nel 2021 pari al 27,2% (dato praticamente invariato rispetto a quello dell’anno precedente, 27,1%). Ad Architettura e Design vi è una popolazione studentesca prevalentemente femminile sia nella Laurea Triennale sia nella Laurea Magistrale. Inoltre, in tutte le aree la presenza femminile aumenta nel passaggio dalla Laurea Triennale alla Laurea Magistrale”.
Inizialmente limitato al triennio di applicazione e ai due indirizzi in Ingegneria Civile e Industriale, l’Istituto nel 1865, per iniziativa di Camillo Boito e attraverso l’interazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, si arricchisce della Scuola per Architetti e nel 1875 si completa con la Scuola preparatoria biennale.
Oggi il Politecnico è un’eccellenza nel panorama universitario italiano e mondiale: nella classifica QS 2023 di giugno 2022, l’Ateneo si posiziona al 1° posto in Italia e al 139° posto nel mondo, entrando nel top 10% delle università eccellenti. Oggi anche l’occupazione dei nostri laureati segna un trend molto positivo: il 98% dei magistrali lavora infatti già a un anno dal titolo, con la quasi totale l’occupazione degli ingegneri (99%), ma anche degli architetti e dei designer (rispettivamente 97% i primi; 94% i secondi) e si confermano al 99% gli occupati a 5 anni (dati 2022).
La prima sede si trovava nel Collegio Elvetico di via Senato a Milano mentre due anni dopo, nel 1865, si spostò in piazza Cavour, nel Palazzo della Canonica. Nei decenni successivi l’espansione dell’Ateneo (che arrivò ad occupare 10.000 metri quadri) portò lo Stato, il Comune e la Camera di Commercio di Milano alla decisione di decentrare il Politecnico per poterlo accorpare in un unico luogo: la scelta cadde sull’area periferica delle Cascine Doppie, “nella distesa dei parti di Lambrate”, come la descrisse l’Alumnus Carlo Emilio Gadda. La sede, che poi sarebbe diventata la sede storica di Piazza Leonardo da Vinci, venne inaugurata ufficialmente nel 1927.
Ma in poco tempo il Politecnico divenne più della “sola” piazza Leonardo. Negli anni successivi venne realizzata la sede della facoltà di architettura, che poi venne ampliata negli anni ‘80 in via Ampère, con un edificio progettato da Vittoriano Viganò e la costruzione dei palazzi per i dipartimenti di matematica e meccanica che poi divennero celebri con il nome di “Nave” e Trifoglio”.
Nel 1987 è poi partito un processo di diffusione territoriale dell’Ateneo, il “Politecnico Rete”, che ha portato all’apertura dei poli regionali di Como (1987, attivo fino al 2018) e di Lecco (1989) e delle sedi territoriali di Cremona (1991), di Mantova (1994) e di Piacenza (1997), con lo scopo di stabilire un rapporto più diretto con gli studenti e di interagire con le comunità e con le realtà produttive locali.
Inoltre, nella zona di Milano Bovisa, dove c’erano alcuni capannoni dismessi e i vecchi gasometri, sono sorti a partire dal 1989 un campus universitario con le nuove Facoltà di Architettura Civile, di Design e di Ingegneria Industriale e una serie di laboratori tra i più avanzati e innovativi d’Europa: la Galleria del Vento, per lo sviluppo della ricerca in ambito fluidodinamico; il Laboratorio di Sicurezza dei Trasporti, con le spettacolari prove di crash; i Laboratori del Design.
Nel 2021 è stato inaugurato, a Milano Leonardo, il nuovo campus di Architettura progettato da Renzo Piano nell’area di via Bonardi, che ha portato a un incremento degli spazi aperti e di studio a disposizione degli studenti e a un miglioramento della qualità ambientale attraverso la creazione di ampi spazi verdi.
Nel corso degli anni l’Ateneo si è distinto per essere un punto di riferimento nella ricerca nazionale e internazionale.
Il Politecnico di Milano è la prima università in Italia e la settima in Europa per numero di progetti Horizon Europe.
Il Politecnico di occupa anche di trasferimento tecnologico: attraverso il TTO e Polihub, gestisce le fasi iniziali/l’analisi della sfruttabilità della ricerca, i contatti con gli inventori, il processo di brevettazione, e l’avvio degli spin-off aziendali), per poi intervenire a sostegno delle azioni avviate dal offrendo ai giovani imprenditori e ricercatori i servizi necessari all’avvio della prima fase della loro azienda.
Da non dimenticare poi i progetti ad alto impatto sociale che l’Ateneo sviluppa e che vengono finanziati, ogni anno, dalle donazioni del 5 per mille (scopri qui come donare).
Nel 2022, con 985.530 €, l’Ateneo si classifica al 1° posto tra le università nella classifica degli enti ammessi al beneficio della donazione relativamente all’importo delle donazioni, mentre arriva al 6° posto tra tutti gli enti di ricerca (leggi qui).
L’Ateneo ha investito questi fondi in progetti di ricerca ad alto impatto sociale, integrandoli con una parte di co-finanziamenti stanziati dai dipartimenti stessi o da enti pubblici e sponsor, secondo la visione politecnica di sviluppo sostenibile che promuove il coinvolgimento di privato, pubblico, società civile, mondo della ricerca e istituzioni finanziarie.
Ambiente, energia, salute, rigenerazione urbana, sostegno a popolazioni e territori fragili (ma l’elenco potrebbe continuare) sono sfide globali che riguardano tutti e che pongono domande a cui la ricerca scientifica è chiamata a rispondere. È un impegno che il Politecnico di Milano ha nel proprio DNA.
Fonti: