Politecnico di Milano, inizio degli anni ‘80: un gruppo di docenti – tra questi Umberto Bertelè, Francesco Brioschi, Armando Brandolese, Adriano De Maio, Francesco Jovane, Renato Wegner – inaugura il corso di laurea in “Ingegneria delle Tecnologie industriali ad indirizzo economico organizzativo”, che poi avrebbe dato vita al corso di “Ingegneria gestionale”.
Questo però è solo l’inizio della storia, che oggi potete vedere documentata per intero nella mostra permanente “Made in Polimi – Storie di Ingegneria Gestionale”. Il percorso espositivo – visitabile in Bovisa, all’edificio BL26/b – racconta la nascita e l’evoluzione dell’ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, in una prospettiva temporale di oltre 50 anni.
La mostra ripercorre le fasi più significative in cinque pannelli multimediali: corso di laurea, dipartimento, osservatori, graduate school. Un luogo sia fisico che digitale dove ritrovare quotidianamente la piena consapevolezza delle “radici” del corso, arrivato al suo 40° anniversario.
Ingegneria gestionale al Politecnico ha sempre avuto un grande successo: l’obiettivo era quello di creare una figura professionale ibrida che unisse “la serietà dell’ingegnere e la competenza economica”. Per anni le matricole dovettero studiare su appunti e dispense, perché la materia di studio era nuova e i libri di testo ufficiali ancora non esistevano.
“L’idea era quella di creare un ingegnere dell’innovazione, un manager che unisse la comprensione delle tecnologie e la conoscenza di tematiche organizzative e gestionali. Una figura universitaria con conoscenze che, in passato, richiedevano una laurea in ingegneria e un MBA (Master in Business Administration) in una business school”.
racconta Umberto Bertelè, Professore emerito di Strategia.
Credit foto: Matteo Bergamini, Lab Immagine, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano
labimmagine-design@polimi.it