Il 3 ottobre al Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, sono stati premiati i vincitori Eni Award 2022. Tra questi, anche Sinergy Flow, creata da tre Alumni e ricercatori politecnici e Ricehouse, start-up dell’Alumna e architetta Tiziana Monterisi, che hanno ricevuto la menzione speciale “Eni Joule for Entrepreneurship”.
La storia di Eni Award – come si legge sul sito – attraversa cinque continenti e le carriere di decine di ricercatori e scienziati. È stato istituito nel 2007 come premio aziendale e, da allora, è cresciuto fino a diventare un riconoscimento di livello internazionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate al mondo dell’energia. Anno dopo anno, i lavori premiati riguardano scoperte di grande impatto poiché rendono possibili innovazioni radicali nell’efficienza energetica, nelle rinnovabili, nella decarbonizzazione e nella tutela dell’ambiente.
Nello specifico, il riconoscimento “Eni Joule for Entrepreneurship” vinto dai nostri Alumni premia la crescita di imprese sostenibili attraverso i percorsi “Human Knowledge” e “Energizer”, dedicati rispettivamente alla formazione di una nuova generazione imprenditoriale e all’accelerazione di startup.
“Imprese sostenibili; imprese che “camminano” nel presente ma capaci, fin d’ora, di disegnare le mappe, le strade del futuro.”
Sinergy Flow è una startup early stage (TRL 4) di Milano che propone una batteria innovativa per l’accumulo energetico stazionario di media e larga scala (ne abbiamo già parlato qui). La batteria a celle di flusso impiega scarti ricchi in zolfo dell’industria petrolchimica, con un costo di installazione ridotto ed elevate prestazioni. Il team è costituito da 3 giovani ingegneri che hanno sviluppato il progetto al Politecnico di Milano ed è stato rappresentata da Alessandra Accogli (CEO e co-founder), che commenta così a La Repubblica:
“Sinergy Flow si è avviata con il mio progetto di dottorato: l’idea di un dispositivo, una batteria, in grado di accumulare energia a lungo da potersi abbinare con le fonti rinnovabili si è facilmente incontrata con le esigenze del mercato. […] L’adozione su larga scala del nostro dispositivo impatterà in maniera positiva sul benessere, garantendo una migliore qualità dell’aria e, quindi, della vita.”
Ricehouse è una startup con un livello di maturità molto alto (TRL 9) di Milano che trasforma gli scarti derivanti dalla lavorazione del riso in materiali naturali per la bioedilizia e la bioarchitettura. Oggi è diventata società benefit e conta circa 15 dipendenti (con età compresa tra i 24 e i 44 anni) ed è rappresentata da Tiziana Monterisi (CEO e co-founder).
“Sono una nativa ecologica – ha affermato Monterisi in occasione della Convention Internazionale di MPW (Most Powerful Women) di Fortune Italia (ne abbiamo parlato qui) – e da sempre ho cercato di trovare una sostenibilità nel mondo dell’edilizia. Grazie alla creatività, ma soprattutto grazie alla competenza professionale e al coraggio sono riuscita a incidere in questo mondo poco innovativo e molto tradizionale. Ci vuole tanta passione, ma soprattutto tanto coraggio e perseveranza”.