Polimi Ambassador: gli studenti del Poli non si stancano mai di studiare

In meno di due anni, 800 ragazze e ragazzi hanno scelto di dare esami aggiuntivi per diventare esperti di sviluppo sostenibile e progettare un mondo a loro misura

Come se non bastasse il normale carico di studio, al Politecnico c’è un programma di alta formazione per gli studenti magistrali che vogliono diventare esperti di temi legati allo sviluppo sostenibile. Si tratta del programma di Polimi Ambassador: ce lo racconta la prof.ssa Isabella Nova, vicepreside della scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e responsabile del progetto Ambassador.

isabella nova
Isabella Nova

“È legato alla sperimentazione ‘Tecnologie per le transizioni’, accordo trans-universitario dei Politecnici di Bari, Milano e Torino, Università di Bologna, Napoli Federico II, Padova, Palermo e Roma La Sapienza. Va nella direzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile della transizione digitale ed energetica, che ha aperto nuovi scenari e nuove sfide e che si riflette sulla professione tecnico scientifica”.

E quindi, prosegue Nova, sulla didattica e sulle università che hanno il compito di formare queste nuove figure professionali.  

Si tratta di figure con una solida base scientifica e tecnologica, ma aperte alle sfide geopolitiche, integrate in un sistema complesso e interdisciplinare, che sappiano progettare pensando già alle nuove emergenze e ai cambiamenti che stiamo vivendo. Il Politecnico ha quindi messo a disposizione degli studenti che lo vogliano, in modo del tutto inclusivo e senza limitazioni, la possibilità di integrare i propri studi con percorsi tematici: “il punto centrale di un percorso Ambassador è quello di acquisire strumenti e metodi interdisciplinari e un’attitudine a operare con una visione più sistemica e in contesti multisettoriali”.  

polimi ambassador
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Nel primo anno e mezzo di questa sperimentazione (iniziata nello scorso anno accademico), sono stati circa 800 gli studenti che hanno deciso di seguirla: 800 ragazze e ragazzi che hanno investito il loro tempo e le loro energie per seguire corsi supplementari e costruire il proprio piano di studi, ponendo particolare attenzione a questi temi.

“Si chiede agli studenti uno sforzo in più: non solo di acquisire i classici 120 crediti necessari per la laurea magistrale, ma di acquisirne un totale di 130, di cui 30 devono essere legati a insegnamenti relativi al tema di cui si vuole diventare Ambassador, da un elenco di quelli messi a disposizione dall’Ateneo per quel tema e al di fuori del proprio corso di laurea. Sono stati anche attivati dei nuovi insegnamenti ad hoc, ciascuno con i contributi di almeno due docenti che tipicamente appartengono a dipartimenti diversi, sempre nell’ottica di una maggiore interdisciplinarietà e pensati anche per un pubblico misto: designer, architetti e ingegneri insieme”. 

Le prime esperienze pilota del progetto sono la formazione di professionalità ingegneristiche qualificate ad affrontare i problemi multidimensionali posti dalla transizione ecologica (Green Technologies) e dalla transizione digitale delle infrastrutture (Smart Infrastructures), temi che rivestono grande rilevanza strategica anche nella prospettiva della valorizzazione nel contesto delle misure PNRR per le competenze trasversali. E il progetto è destinato a crescere. Da questo settembre è stato aggiunto un programma di Polimi Ambassador in Inclusive Design, è in fase di approvazione un nuovo percorso che verrà attivato nel settembre 2023 sulle tecnologie per “Creative Thinking”, e è stato aperto un dialogo col ministero per l’ufficializzazione di questi percorsi a livello nazionale.   

“Sviluppare professionalità multidisciplinari significa preparare le nuove generazioni alle sfide del futuro, caratterizzate da una complessità crescente. Vanno in questa direzione le iniziative del Politecnico di Milano e del sistema universitario rivolte a una formazione ‘orizzontale’, lontana dal tradizionale approccio multidisciplinare ed esclusivamente tecnico – ingegneristico. Una visione rivolta ai grandi temi della sostenibilità e a un’evoluzione delle competenze che va alimentata anche all’interno dei percorsi di carriera. Le grandi questioni legate all’energia, al digitale e alle infrastrutture verdi, non a caso, sono al centro del PNRR e degli interessi della Comunità Europea. Tematiche di punta sulle quali dobbiamo investire come sistema universitario, come tessuto produttivo e, in ultima analisi, come Paese.”

ha commentato il rettore Ferruccio Resta

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