Desertificazione in Algeria e perché ci interessa: scopriamolo con i ricercatori Polimi

5 idee per il pianeta da mettere a terra subito: il progetto “AMAZING” contro la desertificazione e lo spopolamento delle aree rurali

Ogni anno, il Politecnico di Milano seleziona 5 progetti di ricerca ad alto impatto sociale e, con il contributo economico dei donatori che scelgono di devolvere il loro 5 per mille Irpef all’Ateneo li supporta in una fase di messa a terra di “esperienze pilota” con un impatto concreto.

Nel 2022, per esempio, il tema del concorso è stato “Sviluppo Locale e Transizione Ecologica”. I 5 gruppi di ricerca selezionati hanno tempo fino a fine 2024 (di solito infatti sono progetti realizzabili nel breve termine, anche se puntano a essere replicabili e avere un effetto nel lungo periodo) per mettere a terra le loro idee.

Cinque gruppi di ricerca che stanno lavorando proprio adesso: uno a Milano, tre in Africa e uno in Brasile. Hanno in comune l’obiettivo di rendere più verde il nostro pianeta, a cominciare da contesti molto specifici: trasformare i rifiuti in carburante senza tagliare gli alberi; fare fronte ai cambiamenti climatici nelle città; un progetto per una fattoria super efficiente che usa al meglio ciò che offre il territorio; tecniche per dare nuova vita a una valle in Algeria unendo antichi saperi e tecnologia all’ultimo grido; e soluzioni ortopediche all’avanguardia per migliorare la salute in Lombardia, risparmiando e rispettando l’ambiente.

Scopriamoli.

AMAZING

ATLAS MOUNTAINS, AURÈS ZONE. INTERCONNECTING LOCAL SCIENCES AND GLOBAL

La regione dell’Aurès intorno a Biskra, non lontano dal Sahara algerino, sta affrontando difficili sfide, legate, direttamente o meno, al cambiamento climatico: desertificazione, calo di produttività agricola, sgretolamento del tessuto comunitario rurale, spopolamento dei nuclei antichi dei centri abitati tradizionali e perdita di quelle conoscenze che per millenni hanno reso l’area abitabile e produttiva. Ma, come ricordano gli abitanti più anziani, un tempo la valle era popolata da mulini ad acqua. È una storia che potrebbe verificarsi molto simile anche nelle nostre campagne. La domanda a cui i ricercatori stanno dando una risposta è cruciale: come contrastare questo abbandono e restituire valore ai territori?

Ne parla il prof. Giovanni Porta, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, in un’intervista a Frontiere. “È un circolo vizioso: con la scomparsa dell’acqua cala la produzione agricola, la forza lavoro se ne va, scompaiono gli antichi saperi, i villaggi si svuotano, gli arbusti sostituiscono le palme (e con loro un paesaggio millenario) e ciò che rimane è un territorio spoglio, con scarse prospettive di sviluppo”. Il progetto AMAZING sta contribuendo a rendere la valle del Uadi Abiod, oggi tra le più aride dell’Aurès, centro di una rete attiva di produzione di conoscenza, in grado di coniugare tecnologia e scienze tradizionali nel gestire sfide climatiche, naturali e sociali.

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