Il Politecnico è ai vertici delle classifiche mondiali delle università anche grazie alla ricerca scientifica di frontiera che porta avanti nei suoi laboratori. I protagonisti di questo primato italiano sono i circa 3500 scienziati e ricercatori del Politecnico. Tra i temi più caldi ci sono ovviamente quelli legati alla trasformazione sistemica verso la neutralità climatica; e poi il mondo del digitale, dell’esplorazione spaziale, delle life sciences, i movimenti abbracciati dal New European Bauhaus, le nuove frontiere nello studio della materia… In particolare i giovani ricercatori immettono nuova linfa nel sistema della ricerca e fanno crescere filoni scientifici innovativi. Il Politecnico investe in attività mirate proprio a incentivare l’arrivo di giovani scienziati di eccellenza. Tra i molti, quest’anno accogliamo dodici nuovi giovani ricercatori e ricercatrici tra i migliori della loro generazione, che arrivano al Politecnico di Milano grazie al programma Marie Skłodowska-Curie Actions (MSCA) fellowship. Ve li presentiamo… in rigoroso ordine d’appello.
NIKI TROCHOUTSOU si occupa, ci racconta, di un patrimonio culturale a rischio: “Terremoti, conflitti bellici e cambiamenti climatici minacciano la sua integrità strutturale e, di conseguenza, la nostra identità. L’ammodernamento strutturale è fondamentale per la protezione del patrimonio costruito e per garantirne la resilienza. Gli attuali sistemi di riparazione potrebbero guastarsi prematuramente e le loro prestazioni a lungo termine non sono garantite, rendendo quindi necessario un monitoraggio continuo e costoso prima che la sicurezza sia compromessa. Il mio progetto svilupperà sistemi di malta rinforzata con tessuti di nuova generazione e sistemi di auto-rilevamento, in grado di “sentire” il danno e guarire le crepe senza l’intervento umano”.
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