“Ogni giorno al Poli si lavora per fare cose che abbiano un impatto positivo, per migliorare il mondo in cui viviamo e il modo in cui viviamo. È questa la nostra vera e unica missione: ed è quello che ci trascina a studiare, insegnare, lavorare, fare, con grande passione”,
così apre la discussione Enrico Zio, presidente Alumni Politecnico di Milano, che dà il via a un momento di approfondimento e confronto tra le alte cariche di ateneo e la community degli Alumni.
683 Alumni hanno partecipato all’evento dal vivo, affollando l’aula magna del Politecnico di Milano – oltre 200 hanno seguito e commentato la discussione online. Avere un impatto, si scopre, non è affatto una banalità. Specialmente quando il timone è puntato saldamente nella direzione di una crescita sostenibile:
“vuol dire per prima cosa prendersi cura delle persone e dell’ambiente in cui si trovano”
commenta la rettrice Donatella Sciuto, al suo primo anno in questa veste sul palco degli Alumni. Da un’esigenza di sostenibilità, spiega, “nascono sfide importanti a cui la ricerca deve dare risposta. Le tecnologie nei materiali, nell’architettura e nel design sono diretto a creare un ambiente sostenibile per il futuro, quello che lasceremo ai giovani”.
Le prossime generazioni sono al centro del discorso: è con questa prospettiva sul futuro che Sciuto invita a considerare “l’altra faccia della medaglia” dello sviluppo, per esempio il grande impatto energetico delle tecnologie di machine learning, giusto per dirne una, e introduce a tutti i livelli del discorso accademico, dalla ricerca, alla didattica, al rapporto con il territorio, una dimensione etica che ci porti a ragionare sul nostro impatto nel mondo.
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