12 ottobre, Politecnico di Milano – Daniele Rocchi, direttore della scuola di dottorato e delegato del rettore per i rapporti con le imprese, apre la seconda edizione del JRP Annual Meeting, l’incontro annuale che dà conto dei risultati raggiunti grazie agli accordi siglati dal Politecnico di Milano e dalle aziende partner dell’Ateneo.
Rocchi parla a una platea composta dai decision maker del tessuto industriale italiano, illustrando nel dettaglio “quello che le aziende possono fare insieme al Politecnico”: ricerca, innovazione, formazione, placement. Il discorso si concentra in particolare sulle prime 3, espresse nei 190 accordi quadro attivi tra il Poli e le aziende nel 2022. “Qui dentro c’è un grande valore”, commenta, riferendosi alla rete di collaborazioni di ricerca che ha il Poli come fattor comune, “una rete le cui potenzialità sono ancora da esplorare”. Quello di Rocchi è un invito alla collaborazione e alla condivisione:
“Stiamo vivendo anni di forte trasformazione dove l’innovazione e lo sviluppo tecnologico giocheranno un ruolo molto importante ed avranno un forte impatto sulla società e sulla vita di tutti noi. Certe sfide non possono che essere affrontate assieme, cercando di anticipare le linee di sviluppo per prepararsi adeguatamente in termini di innovazione, ricerca e capitale umano”.
Delle 190 imprese che collaborano con il Poli, ce ne sono 67 che hanno firmato accordi speciali per la costituzione di centri di ricerca congiunti. Come funzionano? Normalmente, spiega Rocchi, le aziende vengono in università portandoci un problema tecnologico. I nostri dipartimenti trovano la soluzione e la cosa può finire qui.
Se invece l’azienda è aperta al dialogo, cerchiamo di proporle la condivisione di una progettualità nel lungo periodo. La formula dei JRP aiuta a mettere a sistema gli obiettivi strategici delle aziende con quelli del Politecnico: formazione di personale specializzato, ricerca di base come anche ricerca industriale e progetti innovativi che hanno applicazione sul breve termine, con un impatto economico sensibile per le aziende. Ad oggi, gli accordi JRP generano un portfolio di circa 200 milioni di euro che finanziano gruppi di ricerca su tematiche di interesse sia per il Politecnico che per i partner.
Tra i temi più “caldi” per le aziende partner, ci sono la transizione energetica, le tecnologie per la mobilità e la smart manifacturing, il mondo dell’high performance computing e delle telecomunicazioni, il new space e la cyber security. Gli accordi prevedono investimenti in infrastrutture (come laboratori e strumentazioni), attività di ricerca a 360° e attività di formazione. Nell’ultimo triennio, per esempio, sono stati depositati 170 brevetti in co-titolarità con le aziende partner e avviati master e corsi di formazione al Poli per il personale R&D, per trasferire alle imprese nuove competenze e nuove idee.
Ma soprattutto, sottolinea Rocchi, avere questa rete attiva e efficace già da molti anni ci ha resi pronti a cogliere le opportunità offerte dal PNRR. “Quando il MUR ha iniziato a mettere a bando i fondi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha trovato qui una rete di interlocutori pronta e strutturata per valorizzarne al meglio le risorse, abituata alla collaborazione di filiera, con obiettivi già condivisi e già in linea con quelli diffusi dalla Commissione europea”.
Uno degli esempi è la valorizzazione del dottorato di ricerca, in cui il Politecnico crede molto e che rappresenta un forte elemento di trasferimento tecnologico. Sono diversi anni che l’Ateneo sperimenta il co-finanziamento del dottorato industriale per fare ricerca applicata di alto livello e creare delle risorse umane coerenti con i temi importanti per le aziende che vogliono innovare.
“Negli ultimi 5 anni abbiamo investito sui giovani ricercatori in modo crescente, arrivando a portare in Ateneo più di 500 nuovi PhD all’anno”. I fondi messi a disposizione dal PNRR valorizzano quindi una prassi consolidata che ben si integra con i progetti strategici e le linee di ricerca già aperte con le aziende partner e ci permettono prendere a bordo 211 ricercatori aggiuntivi quest’anno.
La Missione 4 del PNRR ha l’obiettivo di potenziare lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca. La vocazione industriale del Politecnico, da sempre in relazione simbiotica con il tessuto industriale italiano, è stata determinante nell’accesso e nella capacità di mettere a terra queste risorse. Ve lo raccontiamo sul MAP 11 in uscita a dicembre.
Puoi approfondire questo argomento nel prossimo numero di MAP. Per riceverlo, diventa socio.