L’Appia antica vivrà per sempre con la tecnologia 4D del Politecnico

L’Atlante geografico digitale in 4D è realizzato dal Parco Archeologico Appia Antica insieme al nostro Ateneo

Il Parco Archeologico dell’Appia Antica è stato istituito nel 2016 e rappresenta l’area urbana tutelata più estesa d’Europa, con 4.500 ettari di paesaggio con aree archeologiche che si susseguono, costeggiando gli oltre 16 km della Via Appia Antica ‘Regina Viarum’. 

Da oggi il Parco non temerà più lo scorrere del tempo: grazie al lavoro effettuato con Politecnico di Milano è stato possibile creare un vasto progetto organico e sistematico di rilievo e di digitalizzazione del territorio, allo scopo di dare forma a un moderno Atlante geografico.

appia gicarus
Credits: Polimi

L’obiettivo è quello di creare un “living digital twin 4D”, cioè un gemello digitale vivo da accrescere e monitorare nel tempo, a disposizione di esperti, curatori e fruitori, che si occupano di restaurare e conservare l’area urbana sotto tutela più estesa d’Europa. 

“Un gemello digitale vivo (digital twin) – commenta Raffaella Brumana del laboratorio GIcarus ABCLab del Politecnico di Milano, che si è occupato del coordinamento – che si estende nel tempo passato e futuro a n-dimensioni, fatto da modelli informativi a supporto dei progetti e del monitoraggio conservativo, dei piani di vulnerabilità sismica, collegabile a sensori IOT wifi. Implementabile, aggiornabile e interrogabile, consente correlazioni sincroniche e diacroniche, aggiunge conoscenza via via che cresce. Ri-usabile per la divulgazione dei contenuti e la fruizione interattiva, immersiva e da remoto”.

ATLANTE GEOGRAFICO DIGITALE IN 4D: COME FUNZIONA?

L’Atlante a oggi comprende oltre 200.000 immagini e 20 Tera di dati e modelli, dove poter estrarre le informazioni correlate ai modelli tridimensionali nello spazio geografico del Parco.

Il rilievo di elevata precisione è stato condotto tramite laser scanner terrestri (TLS) e portatili (MMS – Mobile Mapping System), fotogrammetria terrestre e aerea, droni, camere sferiche e sensori multispettrali e ha permesso di ottenere un modello HBIM a 4 dimensioni (spazio e tempo) che, correlato a informazioni storiche, ai materiali e ai sensori di monitoraggio di dissesto e degrado, consente di comparare le tecniche costruttive succedutesi nei secoli.  

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