Giovani ricercatori al Poli, girone “eccellenza”: puntata 1

I grant di ricerca “Marie Curie” portano a Milano progetti originali di giovani scienziati da tutto il mondo: come funzionano? E cosa studiano?

La ricerca scientifica e tecnologica al Politecnico di Milano ha diverse fonti di finanziamento: in quanto Ateneo pubblico, una gran parte dei fondi proviene dal Ministero; sempre maggiore importanza stanno acquisendo però anche i finanziamenti “esterni”, cioè quelli che provengono da istituzioni o da imprese, che pesano per circa 142 milioni di euro all’anno (un terzo del finanziamento totale della ricerca).

Tra le istituzioni più coinvolte nel finanziamento alla ricerca c’è la Commissione europea. Dal 2014, attraverso il programma Horizon 2020 e Horizon Europe, il Politecnico ha ricevuto circa 221 milioni di euro dalla Commissione, che hanno finanziato 497 progetti di ricerca.

La maggior parte sono progetti di collaborazione tra diversi centri di ricerca. Una parte invece è dedicata ai ricercatori di eccellenza: tra questi, il Politecnico ha accolto 43 ERC e 30 Marie Curie Postdoctoral Fellowship. Si tratta di “grant” che vengono concessi a singoli ricercatori per progetti particolarmente promettenti, che riguardano campi scientifici di frontiera o tecnologie emergenti con grande potenziale di innovazione e di interesse collettivo.

Gli ERC sono destinati a ricercatori affermati, già ai vertici dei loro campi scientifici (se vi interessa scoprire di più sui progetti ERC che portano avanti la ricerca scientifica di frontiera al Politecnico di Milano: ne abbiamo parlato su MAP qui, qui e qui). I grant Marie Curie sono destinati invece alla “seconda generazione” e sono pensati per incentivare i giovani ricercatori che si occupano di questi temi cruciali.

I giovani ricercatori che si candidano per una “Marie Curie Postdoctoral Fellowship” (MSCA-PF) possono presentare una proposta progettuale in collaborazione con enti accademici o non accademici europei e sotto la supervisione di un responsabile scientifico che ne faccia parte.

I migliori atenei attirano i candidati migliori, anche grazie al supporto dei supervisor: scienziati “più anziani”, con esperienza nel campo specifico, in grado di guidare i vincitori nei vari step del progetto di ricerca, che di solito dura 2 o 3 anni.

Attirare giovani ricercatori con un profilo internazionale è importante per il Politecnico, come spiega Donatella Sciuto, prorettrice e delegata del rettore alla Ricerca, in un’intervista ad Alumni: “iniettano nuova linfa nel sistema della ricerca. Hanno passione, energia, nuove idee e tempo da dedicare verticalmente e intensamente a problemi e temi molto specifici. Nel piano strategico 2017-2020 avevamo l’obiettivo di assumere 100 nuovi ricercatori, obiettivo che è stato raggiunto e superato. Per il triennio 2020-2022, prevediamo di incrementare il numero dei ricercatori di un ulteriore 20%”.

MSCA1-WORDCLOUD
MSCA MASTER CLASS

Per farlo, il Poli ha avviato un programma di talent development per sostenere i giovani e renderli più competitivi nell’acquisizione di grant europei e in generale sul panorama internazionale della ricerca. Una delle azioni previste dal piano strategico è la MSCA Master Class, un percorso di formazione pensato per i potenziali MSCA Postdoc, che possono ottenere supporto dall’Ateneo e da supervisor esperti durante la fase di scrittura della proposta e di sottomissione della stessa in risposta alla call della Commissione Europea.

Solo i migliori candidati vengono ammessi alla Master Class, che massimizza le loro possibilità di successo e allo stesso tempo li incentiva a appoggiarsi al Politecnico di Milano.

Dal 2014 sono 30 i grantee MSCA che hanno scelto il Politecnico per sviluppare le loro attività di ricerca. Ve li raccontiamo nella prossima puntata!

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