Il 16 aprile al Trifoglio, studenti e neolaureati di Architettura hanno avuto l’opportunità di incontrare aziende del settore, esplorare offerte di lavoro e scoprire i trend di carriera.
Una classica “fiera del lavoro”, con la differenza, però, che sono stati gli studenti stessi a progettarne gli spazi, secondo le loro necessità e il brief di professionisti della costruzione.
«Si chiama “learning by doing”, se vogliamo. Imparare facendo veramente le cose sul campo»
racconta il prof. Pierluigi Salvadeo
Uscire dai confini delle aule e offrire a studenti e studentesse un’opportunità di confrontarsi con il mondo “fuori”, il mondo del lavoro, è una delle grandi sfide dell’università e una priorità per il nostro Ateneo. Il prof. Salvadeo ha proposto ai 45 studenti e studentesse del corso di partecipare a un concorso di idee: sono stati messi a confronto con un brief, con necessità funzionali, mappe ecc., come se avessero a che fare con un vero cliente intenzionato a commissionare loro la progettazione degli spazi del Career Day.
La classe è stata divisa in 13 gruppi e ciascuno ha incontrato le maestranze tecniche che tipicamente hanno un ruolo nel cantiere, per confrontarsi lungo tutta la fase progettuale, con i limiti e le esigenze del “cliente”. Alcuni dei progetti qui sotto.
«Queste esperienze aprono per lo studente uno scenario interessante. Aiutano a proiettarsi nel futuro. Nel formare gli architetti del futuro, portiamo in aula anche questo tipo di esperienza pratica, contemporaneamente al nostro modo di ragionare sull’architettura. Un progetto che rimane un progetto colto, un progetto pensato, ragionato, sviluppato anche con dei principi di carattere teorico, che apre uno spazio di riflessione».
Questa bella storia si chiude con un contributo dalla Community degli Alumni. La realizzazione concreta degli stand della fiera si deve a un Alumnus donatore, Fabio Sangalli, architetto del Politecnico di Milano, che ne ha finanziato la costruzione tramite il “Premio Fabrizio Sangalli”: i gruppi di lavoro hanno presentato le loro proposte e una giuria, composta dai docenti del corso e dai rappresentanti del Career Service, ha selezionato il progetto vincitore.
Grazie alla donazione dell’arch. Fabio Sangalli, gli studenti vincitori hanno potuto vedere le loro idee realizzate in uno spazio reale, funzionale e abitato. I lavori hanno richiesto 40 mila euro e innumerevoli ore di lavoro dell’arch. Sangalli, fianco a fianco con gli studenti per oltre 3 mesi.
«Sono diventato architetto qui, in questa scuola, dove ho avuto un’esperienza incredibile – racconta Sangalli – è stata più maestra di vita che scuola. Oggi ci sono anche tecnologie nuove e i ragazzi sono fantastici. È un orgoglio essere stato uno studente del Politecnico di Milano».
«La mia esperienza è quella di un architetto artigiano, e l’ho messa a disposizione di studenti e studentesse. Ci siamo confrontati, loro con le loro idee e io con la mia esperienza, allineando i progetti con le esigenze della realizzazione concreta. Da questo scambio ho ricevuto grande entusiasmo, che, se con gli anni di professione rischia di diminuire, i giovani possono certamente rivitalizzare».
«Il premio Fabrizio Sangalli è un premio fortemente voluto da me, per commemorare Fabrizio, cugino fraterno, socio e soprattutto amico di una vita. Provo profonda gratitudine per Il Politecnico di Milano che mi ha dato un’occasione per ricordarlo in modo così significativo».