Il Politecnico è ai vertici delle classifiche mondiali delle università anche grazie alla ricerca scientifica di frontiera che porta avanti nei suoi laboratori. I protagonisti di questo primato italiano sono i circa 3500 scienziati e ricercatori del Politecnico. Tra i temi più caldi ci sono ovviamente quelli legati alla trasformazione sistemica verso la neutralità climatica; e poi il mondo del digitale, dell’esplorazione spaziale, delle life sciences, i movimenti abbracciati dal New European Bauhaus, le nuove frontiere nello studio della materia… In particolare i giovani ricercatori immettono nuova linfa nel sistema della ricerca e fanno crescere filoni scientifici innovativi. Il Politecnico investe in attività mirate proprio a incentivare l’arrivo di giovani scienziati di eccellenza. Tra i molti, quest’anno accogliamo dodici nuovi giovani ricercatori e ricercatrici tra i migliori della loro generazione, che arrivano al Politecnico di Milano grazie al programma Marie Skłodowska-Curie Actions (MSCA) fellowship. Ve li presentiamo… in rigoroso ordine d’appello.
ANDREA LILIANA PACHECO TOBO mira a fare da pioniere nello sviluppo di metodi di spettroscopia e termometria basati sulla fotonica, applicati a soluzioni cliniche, per distinguere il tessuto sottoposto a necrosi coagulativa e/o ipertermia dal normale tessuto sano durante la rimozione del tumore tramite ablazione termica. Per raggiungere questo obiettivo, ci racconta, “1) studierò concentrazioni endogene di biomarcatori ottici utili a differenziare i margini di ablazione; 2) svilupperò un phantom tissutale per ricreare i gradienti termici e le proprietà ottiche delle principali zone di ablazione tissutale; 3) condurrò studi osservazionali per raccogliere dati in situ su animali sottoposti a trattamento oncologico con ablazione laser; e 4) svilupperò algoritmi di acquisizione ed elaborazione dei dati per la rilevazione del margine di ablazione sulla base dei risultati delle misure spettrometriche e termometriche acquisite sia con i fantocci che con gli studi sugli animali”. La tecnologia da sviluppare può ridurre al minimo la distruzione del tessuto sano circostante le lesioni e ottenere al contempo una sezione completa del tumore.
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