Centro di Ricerca Gianfranco Ferré: un patrimonio italiano

“I miei abiti sono architetture tessili pensate per il corpo”, diceva l’Alumnus Gianfranco Ferré. Oggi il suo archivio è un centro di ricerca al Poli

“Con emozione mi ritrovo oggi a parlare agli studenti di quella che molti anni fa è stata la mia facoltà, dove sono entrato con le idee piuttosto confuse”, è il 14 marzo 1997 e siamo al Politecnico di Milano, nell’aula di Teorie e Tecniche dell’Architettura. A parlare è lo stilista Gianfranco Ferré. “In questi venticinque anni, ogni mia creazione ha almeno un briciolo – e spesso molto di più – di quanto ho imparato al Politecnico di Milano”. Nel 2007 Ferré torna al Poli, a parlare al corso di laurea in Design della Moda: “Ogni progetto d’abito prende avvio da una fase bidimensionale – quella dell’idea fermata sul foglio in forma di disegno – ma implica già in partenza il confronto con la tridimensionalità della figura umana. Questo è il presupposto perché l’abito assolva la sua funzione di oggetto d’uso, ovvero di prodotto calibrato sulla realtà del vivere”. Tra gli studenti quel giorno c’è Federica Vacca, oggi docente e ricercatrice al Poli e direttrice vicaria del Centro di Ricerca Gianfranco Ferré: “Ricordo bene quelle sue parole, – dice Vacca. – Fu la sua ultima lezione, pochi giorni prima di lasciarci”

La storia del Centro inizia nel 2021, a seguito della donazione al Politecnico, da parte della famiglia Ferré, dell’archivio e della sede della Fondazione Gianfranco Ferré di via Tortona a Milano. Lo spazio è stato progettato dall’architetto Franco Raggi, Alumnus anche lui, compagno di studi e amico di Ferré. Contiene, fra l’altro, 22.000 disegni originali, 15.000 foto di sfilate e 12.000 di pubblicità, oltre a 3500 abiti e accessori. Un patrimonio che, nelle mani del Poli, è un punto di partenza: per esempio, il Dipartimento di Design, – nello specifico, il laboratorio di Density Design, che si occupa principalmente di Big Data e di data visualization, spiega Federica Vacca, – sta lavorando alla ricostruzione della piattaforma dell’archivio. Il Dipartimento di Matematica sta invece sviluppando modelli matematici “per decodificare le forme dell’abito e dei processi che, grazie alla costruzione di teoremi, illustrino come da una geometria base si possa giungere a un volume”. Esempio di queste forme e un abito di alta moda della collezione autunno-inverno 1987 che domina la scena di una delle sale, indossato da un manichino. L’abito è stato scelto come archetipo per alcune ricerche in collaborazione con il Dipartimento di Meccanica perché, racconta Vacca, “racchiude tanti dei principi progettuali di Ferré. Un volume architettonico generato dalla composizione geometrica”. Insieme al Dipartimento di Meccanica è in corso un lavoro di virtualizzazione a partire da un processo di reverse engineering per studiare e rielaborare il capo stesso e arrivare alla creazione di un suo gemello digitale.

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