Biometanolo da biogas, ma anche da biomasse legnose. Questa la sfida vinta dal Politecnico di Milano e la Fattoria Autonoma Tabacchi S.C.
Si tratta della tecnologia BIGSQUID (Biogas-to-liquid) ed è stata presentata il 13 luglio a Roma durante l’Assemblea annuale di Confagricoltura “Da oltre 100 anni immaginiamo il futuro. Con le imprese agricole per la crescita dell’Italia”.
A idearla il Centre for Sustainable Process Engineering Research (SuPER) diretto dal Professor Flavio Manenti, Ordinario di Impianti Chimici del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” e brevettata dal Technology Transfer Office (TTO) tutti del Politecnico di Milano. La tecnologia BIGSQUID è stata proposta per ingegnerizzazione ed industrializzazione a Fattoria Autonoma Tabacchi S.C., presieduta dal Dr. Fabio Rossi.
Si tratta di una risposta tecnologica alternativa al biogas e al biometano. Opzione interessante sopratutto se si guarda alla prossima scadenza degli incentivi degli attuali impianti a biogas, i quali non potranno essere convertiti a produzione di biometano.
L’impianto su cui è stata sviluppata la tecnologia è situato nella Località Giove di Città di Castello (PG). La struttura è in grado di produrre fino a 4.500 ton/anno di biometanolo. Si tratta di una fonte energetica che può essere impiegata come “fuel avanzato per la decarbonizzazione dei trasporti agricoli e industriali, nonché come biochemical carbon negative (-88%) per intrappolare la CO2 e in tutti i derivati del metanolo come pannelli truciolari, polimeri, vernici e colle” spiega in una nota il Politecnico.
Secondo i ricercatori la tecnologia BIGSQUID potrebbe portare un grande contributo alla transizione green. “Se applicata a un terzo degli impianti italiani (circa 600) si potrebbero produrre fino a 3 milioni di ton/anno di biometanolo. 1 milione di ton/anno andrebbe a coprire l’attuale fabbisogno nazionale per essere immesso sul mercato in sostituzione del metanolo fossile importato, decarbonizzando totalmente uno dei principali settori industriali. Un surplus di 2 milioni di ton/anno potrebbe essere esportato o utilizzato come additivo sostitutivo nelle benzine per renderle più ecocompatibili” fanno sapere dal Politecnico.
Fonte: Canale Energia