Ali innovative per il convertiplano civile NGCTR-TD

Una nuova soluzione per le superfici mobili dell’ala che riduce i consumi e migliora le prestazioni

Si sono recentemente concluse le attività del progetto FORMOSA (FunctiOnal aiRcraft MOveable SurfAces), nato nel 2020 per riprogettare le superfici di controllo dell’ala del convertiplano civile NextGen Civil TiltRotor (NGCTR-TD), prodotto da Leonardo. 

Il convertiplano è un velivolo ibrido che combina le caratteristiche dell’elicottero con quelle di un aeroplano. L’architettura dei convertiplani è caratterizzata da due rotori, posti alle estremità delle ali, che possono ruotare permettendo al velivolo di decollare (e atterrare) in direzione verticale e, una volta completata la manovra di decollo, ruotare in avanti per trasformarsi in eliche, producendo la spinta per il volo, come avviene su un classico aeroplano ad elica. 

Il progetto, coordinato dal Prof. Vincenzo Muscarello (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali) e finanziato dal programma europeo Clean Sky 2, ha permesso di ridurre il carico delle scie sulle ali in modalità elicottero (-9% rispetto al progetto originale) permettendo la riduzione del consumo di carburante durante le manovre di decollo e atterraggio verticale. Inoltre, è stato ottenuto un notevole miglioramento delle prestazioni in rollio durante il volo in modalità aeroplano, grazie alla riduzione del 25% del time-to-bank, il tempo necessario per raggiungere l’angolo di virata richiesto.

Il convertiplano civile NextGen Civil TiltRotor è un dimostratore tecnologico progettato da Leonardo nell’ambito del programma europeo Clean Sky 2 nato per soddisfare, tra l’altro, le crescenti esigenze di mobilità aerea in aree urbane densamente popolate, offrendo l’opportunità di decollare e atterrare in verticale come un elicottero, assieme alle alte velocità e la capacità di coprire grandi distanze tipica degli aeroplani.

Il consorzio FORMOSA (FunctiOnal aiRcraft MOveable SurfAces) è costituito da un gruppo di giovani ricercatori del Politecnico di Milano e da un team di ingegneri della ditta portoghese CEiiA (Centre of Engineering and Product Development).

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