Molti studenti di Ingegneria del Poli sono chiamati a fare un tirocinio alla fine della triennale, ma negli ultimi due anni il corso di studi in Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano ha messo a punto un’iniziativa ancora più efficace per accompagnarli alla conoscenza del mondo aziendale attraverso lo sviluppo di un project work. La particolarità del “Training on the Job”, infatti, a differenza del normale stage curricolare, è il coinvolgimento diretto e sostanziale degli Alumni. Il programma prevede per ogni studente l’assegnazione di mentor/tutor scelti tra Alumni e Alumnae con esperienza, che dedicano ai ragazzi incontri periodici online e in azienda e forniscono feedback intermedio e finale sulle attività svolte.
L’obiettivo è quello di offrire agli studenti la possibilità di confrontarsi concretamente e direttamente con progetti che nascano da realtà aziendali: sporcarsi le mani, applicare in contesti reali i modelli e le metodologie appresi in aula. Un modo per riflettere sul proprio percorso di studi, affrontandolo da una prospettiva diversa e parlandone con esperti professionisti: gli Alumni.
Gli studenti vengono inseriti in un team dedicato e lavorano a un caso reale. Nella maggior parte dei casi, non si tratta di un momento di passaggio al mondo del lavoro: la maggioranza degli studenti, dopo la laurea triennale, sceglie di continuare con la specialistica. Perché, allora, fermare gli studi per diversi mesi per “andare a lavorare”? L’abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti di questa storia.
“Mi ha permesso di capire come funziona il mondo del lavoro, molto distante da quello a cui siamo abituati con l’università”, commenta Daria Tortora. Ha fatto il training presso Europ Assistance, sotto la supervisione del CEO Carsenzuola e dell’ing. Ezgi Dogan, Alumna MSc Ingegneria Gestionale.
“L’obiettivo del mio progetto è stato quello di identificare segmenti di clientela distinti, in modo da poter applicare strategie commerciali personalizzate per ciascun gruppo. A partire dai dati disponibili presenti nel database aziendale, abbiamo progettato e realizzato un modello di analisi e segmentazione della clientela con analisi RFM (che sta per Recency, Frequency e Monetary). Abbiamo quindi costruito il modello e interpretato i risultati ottenuti identificando possibili azioni da intraprendere per le diverse tipologie di clienti identificate, con un approccio innovativo che, da una parte, ci ha fornito una panoramica significativa, il più informativa e sintetica possibile, del bacino clienti, permettendo di migliorare la conoscenza della clientela dell’azienda e le loro caratteristiche. Dall’altra, una volta integrate con i risultati della segmentazione RFM, ci ha permesso di affinare e migliorare i servizi di personalizzazione da sviluppare per ogni gruppo individuato. L’esperienza ha superato di gran lunga le mie aspettative. Il team e il lavoro affidatomi mi hanno permesso di applicare in un contesto reale le conoscenze acquisite durante gli studi universitari. Le competenze teoriche non bastano se non si è in grado di applicarle: l’esperienza lavorativa è invece determinante per capire come queste tecniche debbano e possano essere applicate per dare valore e aiutare un’organizzazione. Nel mio caso in particolare ho visto applicati tutti i concetti imparati durante il corso Business Data Analytics svoltosi l’ultimo semestre. Come prima esperienza lavorativa della mia carriera, a livello personale, è stata di enorme valore. Ho avuto la possibilità di lavorare con persone super competenti e disponibili a darmi una mano o un consiglio e che mi hanno accolto con entusiasmo e interesse per il mio lavoro. Ho capito inoltre come lavorare in un ambiente motivante sia determinante per il raggiungimento dei risultati. Ho visto il mio team lavorare con passione ed entusiasmo rendendo il mio lavoro coinvolgente, stimolante e proficuo. Soprattutto con la vittoria al concorso aziendale World Care League, un concorso di idee organizzato da Europ Assistance, ho avuto la soddisfazione di vedermi riconosciuto l’impegno messo e di raggiungere risultati che hanno valore non solo per me ma per l’azienda. Ti rendi conto che con lavoro e impegno non solo puoi raggiungere i tuoi risultati ma i tuoi obiettivi sono condivisi e il tuo contributo diventa rilevante per tutti coloro che lavorano con te”.
Anche Riccardo Bertelli è stato seguito da Carsenzuola e dal suo team in Europ Assistance, in particolare dall’ing. Cecilia Perri. “In azienda mi sono subito trovato a mio agio nel team in cui sono stato inserito, il project management office. Il Training on the Job è durato da metà marzo fino a fine maggio, ho dedicato molto tempo per cercare di portare a termine il mio progetto nei tempi stabiliti per riuscire a laurearmi a Luglio 2022”, commenta Riccardo.
“Il mio progetto era diviso su 2 obiettivi: il primo verteva sull’analisi di come il team di PMO gestisce oggi il portafoglio progetti e il mio scopo era quello di cercare di introdurre un tool che potesse sostituire e migliorare la gestione odierna. Il secondo obiettivo, che è stato più un approfondimento, consisteva nel cercare di introdurre nella fase di set-up iniziale di ogni progetto un indicatore che analizzasse la soddisfazione dei clienti finali. Da questa esperienza mi aspettavo di crescere personalmente e di capire quali sono i ritmi lavorativi. E così è stato. Ho imparato molto sulle dinamiche lavorative, su quanto il mondo lavorativo sia diverso dalla nostra routine universitaria e quanto la soft skill della flessibilità sia fondamentale per affrontare i problemi di ogni giorno. Per la magistrale avevo già in mente di proseguire al Poli in gestionale, il Training mi ha fatto capire meglio quali potranno essere i rami di specializzazione da seguire. Questo grazie ad una sessione di feedback con l’intero team di PMO e successivamente anche con il CEO Carsenzuola personalmente, durante il quale mi sono state date delle dritte che spero possano tornare molto utili nella vita. Per svolgere al meglio il Training non sono stati fondamentali i singoli corsi svolti nella triennale, ma è stata molto utile la metodologia che ho portato dal POLI. Ovvero un modo di pensare e ragionare molto strutturato e critico che mi ha permesso di affrontare al meglio questa esperienza”.
Nicolò Guglielmetti è stato seguito dall’ing. Roberto Pancaldi, AD di Tenova (Alumnus Ingegneria Meccanica), dall’Ing. Enrico Malfa, R&D director (Alumnus Ingegneria Aeronutica) e dall’Ing. Marta Guzzon, seniore scientist per l’economia circolare (Alumna PhD). Nicolò si è occupato di metodologie e strumenti di valutazione degli impatti ambientali del ciclo di produzione dell’acciaio, con l’analisi di possibili scenari di evoluzione tecnologica anche dal punto di vista economico.
“Il mentoring è partito a dicembre 2021 ed è terminato nel giugno 2022”, commenta, “in modalità ibrida, parzialmente in presenza e parzialmente a distanza. Nel periodo più intenso del mentoring (da febbraio a maggio) mi sono recato in azienda una volta a settimana per circa 8 ore a cui va aggiunto il lavoro a casa quantificabile in circa un paio d’ore la settimana. L’esperienza è andata oltre le mie aspettative. Personalmente le due principali speranze erano di essere seguito da parte dell’azienda, non abbandonato a me stesso, e di trattare argomenti magari non trattati in precedenti corsi accademici così da arricchire il mio bagaglio culturale. Entrambe le speranze sono state soddisfatte: sono stato ampiamente seguito e ho acquisito conoscenze su argomenti come ETS, LCA, conteggio della CO2, produzione dell’acciaio che non avevo mai trattato in corsi accademici se non in maniera marginale. Grazie al mentoring sto pensando di proseguire con la specialistica in circular economy”.
Pancaldi e Malfa, insieme all’Alumnus Ingegneria Chimica Mattia Bissoli, R&D Specialist, hanno seguito anche Gabriella Caputi:
“Al momento sono iscritta al corso di laurea magistrale in Management Engineering al Politecnico di Milano. Come tesi per la triennale, ho scritto una relazione sul Training on the Job che ho svolto presso Tenova S.p.A. durante il secondo semestre del terzo anno. Il titolo del mio lavoro è La misurazione dell’innovazione nella crescita industriale e mi sono occupata di sviluppare un sistema di misurazione della performance per l’unità di Ricerca e Sviluppo. Ho deciso di svolgere il Training on the Job per avere un primo contatto con il mondo del lavoro e applicare ciò che ho studiato in un contesto reale. Mi aspettavo di essere trattata da studente e di dover affiancare il mio responsabile nelle proprie attività. Al contrario, mi è stato affidato un progetto nuovo in cui era mia responsabilità decidere il modo in cui procedere, secondo la mia esperienza e i miei studi, naturalmente con il supporto del mio responsabile. Ho trovato un ambiente molto accogliente e sono sempre stata trattata al pari dei colleghi, con grande rispetto verso i miei impegni e le mie necessità. Questa esperienza mi ha insegnato sicuramente come interagire con i colleghi in un contesto lavorativo e ad avere più fiducia nelle mie competenze. Penso che, in generale, un’esperienza lavorativa aiuti a vedere il proprio percorso di studi da una prospettiva diversa: ci si confronta con qualcosa che è stato appreso a livello teorico ma in una forma nuova e non sempre “perfetta” come quella raccontata sui libri. Indubbiamente questa esperienza mi ha motivata nel proseguire gli studi per riuscire a comprendere ancora meglio le varie dinamiche del mondo lavorativo e mi ha guidata nella scelta della specializzazione perché mi ha permesso di capire cosa trovo più stimolante e cosa, invece, mi interessa meno”.
Ogni studente ha avuto quindi un mentore “ufficiale”, ma di fatto è stato seguito da un’intera squadra di Alumni che gli hanno mostrato i vari aspetti del lavoro. “Se ai miei tempi ci fosse stata questa possibilità l’avrei senza dubbio colta al volo”, commenta Carsenzuola: “Arriva in un momento molto azzeccato: i ragazzi hanno sufficiente maturità intellettuale, ma sono ancora in una fase di transizione, in cui devono confermare le scelte fatte fin lì oppure cambiare percorso. Il confronto con il lavoro aiuta molto in questo”.
Ma il vantaggio non è riservato solo ai trainee. Anzi, è un’opportunità anche per le aziende che li ospitano, come spiega Pancaldi: “Ho accolto l’iniziativa con favore in ottica di give-back al Politecnico di Milano, a cui devo molto. Ma, facendolo, mi sono reso conto che avere a disposizione giovani brillanti, preparati, non coinvolti nel nostro quotidiano, ci permette anche di studiare aspetti che nella routine d’azienda non riusciamo ad affrontare per mancanza di tempo”.
Un lavoro, quello di questi giovani trainee, che lascia un segno a lungo termine nelle aziende in cui “si allenano”. È il caso di Gabriella, per esempio, continua a raccontare Pancaldi: “Per valutare i risultati delle attività di ricerca e sviluppo adoperavamo un set di KPI datato e volevamo aggiornarlo. Gabriella ha fatto un lavoro di ricerca bibliografica, selezione e razionalizzazione dei KPI più usati nel mondo, poi insieme a lei abbiamo fatto la selezione di quello che è diventato per noi il nuovo set in uso. Nicolò invece si è occupato di confrontare i vari tool di valutazione dell’impatto ambientale delle nostre tecnologie. Ha confrontato 3 tool che calcolano le emissioni di CO2 aiutandoci a capire le differenze, i pro e i contro dei vari approcci. È un tema molto attuale per noi, perché siamo coinvolti nella transizione energetica e nella decarbonizzazione a tutti i livelli. Ciascuno di questi tool produce risultati differenti e quindi conoscerli a fondo è importante per prendere decisioni strategiche”.
Anche Carsenzuola concorda sull’impatto che il lavoro dei suoi trainee ha avuto, anche a lungo termine, sui processi aziendali: “abbiamo inserito Daria in un team che si occupa di customer experience, che è elemento cardine in Europ Assistance, come si può evincere anche dal nostro pay-off: You live We care. In particolare, Daria ha lavorato sugli aspetti commerciali e marketing della relazione con i nostri clienti. Ha utilizzato strumenti di carattere statistico e analitico, che sui banchi di scuola vedeva applicati a tutt’altre materie, per sviluppare uno strumento in grado di valutare la probabilità che un cliente possa decidere di interrompere la relazione con Europ Assistance, e soprattutto comprenderne le ragioni e conseguentemente definire delle concrete azioni per rafforzare la relazione, migliorando la customer experience complessiva del cliente. Il suo progetto ha anche vinto un concorso di idee, il World Care League, che teniamo internamente all’azienda ogni anno, teso a sviluppare nuove idee e finanziarne lo sviluppo. Daria si è integrata così profondamente nel team di lavoro che ha sviluppato questa idea, da essere stata selezionata come spokeperson del progetto”.
Se anche tu vuoi partecipare al Training on the Job, scrivi a alumni@polimi.it .