L’8 aprile sono stati ospiti del Digital Talks “Il design per la vita nello spazio” Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro, responsabili dal 2017 di Space4InspirAction al Politecnico, il primo e unico corso al mondo di Space Design, in collaborazione con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Il webinar è stata anche l’occasione per presentare il libro “Design of Supporting Systems for Life in Outer Space”, di Dominoni, edito da Springer.
“Mi piace definire il designer un creatore di problemi, e quindi anche di nuove soluzioni, che genera innovazione e incrementa il benessere delle persone, e questo vale sia nello Spazio che sulla Terra.” afferma Dominoni in un’intervista a Wired.
Progettare per lo spazio significa spesso adattare tecnologie già esistenti in un nuovo paradigma: innovare unendo forma e funzionalità, facendo da ponte tra tecnologia e innovazione.
Guardando al futuro, pensando a stazioni e città spaziali, ma con uno sguardo ben fermo sulle esigenze dell’immediato: progettare per lo spazio significa infatti pensare concretamente a come “migliorare il benessere, l’efficienza e la qualità della vita delle persone in orbita”.
Secondo questo principio Dominoni ha progettato un sistema di abbigliamento intra-veicolare (da indossare all’interno della Stazione spaziale internazionale e negli spostamenti tra veicoli spaziali) che risponde a parametri di comfort, vestibilità e igiene, con tessuti antibatterici e termoregolanti, in grado di adattarsi all’ambiente circostante. (Ne abbiamo parlato anche su MAP #7)
“Il design pone l’essere umano al centro e cerca di interpretarne i bisogni nel modo più sostenibile: se un astronauta vive e lavora in un ambiente confortevole, e con equipaggiamenti più efficienti, le sue performance aumentano, e possono determinare il grado di successo di una missione.“
Il designer che progetta per lo spazio deve avere capacità di previsione, essere in grado di immaginare il proprio prodotto in un ambiente sconosciuto: per esempio, come reagirà in orbita, in condizioni di microgravità? “La difficoltà sta nel fatto che spesso queste condizioni particolari non sono riproducibili in laboratorio e non è possibile sperimentare sulla Terra in fase di ideazione”, spiega Dominoni agli Alumni (ne abbiamo parlato anche con Manuela Aguzzi, Alumna della prof. Dominoni e prima designer “istruttrice di astronauti”, nel numero 3 del MAP).
Durante l’evento, si è esplorato il ruolo del design nel migliorare le condizioni di permanenza e di lavoro in orbita e nel proporre metodi e strumenti per affrontare queste condizioni ambientali estreme e trasformarle da limitazioni in opportunità.
Cover photo © ESA