In aula o a distanza? La didattica al Politecnico di Milano nel periodo post pandemia sarà “ibrida”. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra l’Ateneo milanese e CISCO che unisce la didattica in presenza con quella a distanza.
La pandemia ha cambiato le regole delle attività quotidiane, e tra i settori maggiormente colpiti c’è sicuramente la didattica.
Il Politecnico di Milano, in vista dell’inizio del nuovo anno accademico, il 14 settembre, ha adottato, grazie alla collaborazione del colosso IT Cisco, una serie di soluzioni multicanale di comunicazione, abilitate anche dall’intelligenza artificiale, che hanno consentito all’università di creare classi miste, fisiche e virtuali, in grado di garantire un’esperienza didattica efficace e coinvolgente anche agli studenti che partecipano da remoto.
Una soluzione dettata dall’emergenza che potrebbe diventare una “nuova normalità”, un modello da mantenere anche in futuro?
“Dobbiamo distinguere la fase dell’emergenza vera e propria, che è durata da marzo a luglio e nella quale siamo intervenuti con gli strumenti che avevamo a disposizione, da quello che succederà dopo”, spiega a Business Insider Italia il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta. “Adesso siamo in una fase di post emergenza e possiamo pianificare gli interventi da attuare: quando il covid finalmente ci lascerà potremo dire che la pandemia è stata un grande acceleratore per la trasformazione digitale. Il nostro principio è che la didattica va svolta in presenza, i ragazzi hanno bisogno del confronto. Ma ora disponiamo degli strumenti digitali necessari per arricchire l’esperienza della lezione universitaria.”
I risultati nel breve sono già significativi: in questo anno accademico le immatricolazioni sono aumentate del 3%. Si attendevano un 50% di presenze e invece la percentuale è del 75% per le matricole e del 60% per gli studenti degli ultimi anni.